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A letto con l'ex: Harmony Destiny
A letto con l'ex: Harmony Destiny
A letto con l'ex: Harmony Destiny
E-book190 pagine2 ore

A letto con l'ex: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

I Murphy 3/3
Tre fratelli legati dal sangue e dagli scandali mettono all'asta il loro bene più prezioso: il proprio cuore.
Sono passati nove anni da quando il suo matrimonio è finito, ma l'attrazione che Finn Murphy prova per Beah Jenkinson, una stimata esperta d'arte, non si è mai affievolita. Anzi, il tempo ha soffiato su un fuoco che arde ancora e non sembra avere alcuna intenzione di spegnersi. Quando il lavoro porta entrambi in un hotel di Londra per una delle aste più importanti dell'anno, Finn spera che una notte bollente soddisfi i suoi desideri inappagati una volta per tutte. Ma scopre che lui e la sua ex hanno ancora un conto in sospeso...
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2021
ISBN9788830528567
A letto con l'ex: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    A letto con l'ex - Joss Wood

    successivo.

    1

    Beah Jenkinson scese dal taxi nero di fronte all'elegante ingresso del Claridge's, grata per la scelta del lungo cappotto vintage in cashmere. Ignorando la leggera pioggerellina, pagò la corsa, si infilò sottobraccio la pochette firmata e trasse un profondo respiro.

    Poteva farlo. Doveva farlo...

    Era solo una cena con uno dei più importanti e sfuggenti collezionisti d'arte del mondo.

    E con il suo ex cognato Carrick.

    Oltre che con il suo ex marito, Finn.

    Che, guarda caso, erano anche due dei suoi tre datori di lavoro. Davvero niente di che.

    Bugiarda. Era un impegno molto importante.

    «Buonasera, signora.»

    Beah ricambiò il saluto del portiere con un sorriso distratto e si avvicinò all'ingresso della hall dell'imponente hotel. Lasciando aperto il cappotto sul davanti, resistette all'impulso di girarsi e di controllare il suo riflesso nei vetri delle porte per assicurarsi che l'abito da cocktail blu cobalto che le lasciava le spalle scoperte fosse adatto alla circostanza.

    Sapeva di star bene, dato che il vestito era una combinazione perfetta di eleganza professionale e pudica sensualità. Come al solito, si era raccolta i vistosi capelli rossi in un severo chignon e aveva coperto le tanto odiate lentiggini con un trucco sapiente.

    Aveva trent'anni e sembrava quello che era, una donna sicura del proprio corpo e del proprio aspetto. Aveva una carriera straordinaria e una vita meravigliosa. Solo che all'idea di incontrare a breve Finn Murphy aveva come la sensazione di essere di nuovo la giovane donna incerta e bisognosa di affetto che era stata nove anni prima.

    Sensazione decisamente fastidiosa.

    Le serviva un momento per regolare la respirazione e rallentare il battito cardiaco, così si infilò nel bagno delle signore e si sedette su uno sgabello rivestito di velluto, fissandosi i tacchi a spillo.

    Appoggiò la testa contro il muro e chiuse gli occhi.

    Puoi farcela, Jenkinson. Sono solo affari.

    Cercando rassicurazioni, Beah estrasse il cellulare dalla pochette e sfiorò ripetutamente lo schermo con un dito. A Boston era primo pomeriggio, tuttavia, se era fortunata, la sua migliore amica avrebbe risposto alla chiamata. Beah trattenne il respiro mentre il telefono squillava. E squillava. Dannazione, Keely era occupata. Non avrebbe potuto infonderle il coraggio di cui tanto aveva bisogno.

    «Ciao, Bee.»

    Le pulsazioni di Beah si stabilizzarono mentre l'aria tornava a fluirle nei polmoni. La voce di Keely, come sempre, la calmò, facendola sentire connessa. L'aveva incontrata attraverso i fratelli Murphy e si erano subito trovate in sintonia. Quando Beah e Finn avevano annunciato il loro divorzio, Keely si era precipitata alla sua porta con vino, pizza, cioccolatini e le braccia spalancate per confortarla.

    «Cosa ci fai qui?» le aveva chiesto Beah con le lacrime che le rigavano il viso.

    «Finn ha i suoi fratelli. Tu hai bisogno di qualcuno.»

    Era così che Keely era entrata definitivamente nella sua vita. E, anche se vivevano divise dall'Oceano Atlantico, oggi erano più affiatate e complici che mai.

    «Bee? Dimmi tutto, tesoro.»

    Beah raddrizzò la schiena, reclinò il capo e fissò il soffitto. «Sono seduta nel bagno delle signore al Claridge's

    Keely aspettò un attimo.

    «Motivo?»

    Beah girò la testa verso destra, vide la sua immagine riflessa nell'enorme specchio e storse il naso. Era pallida come un fantasma. «Sto per partecipare a una cena di lavoro con Finn, Carrick e Paris Cummings.»

    «Ah. Ti senti nervosa?»

    Non esattamente. «Più che nervosa, emozionata. Sono brava nel mio lavoro, Keely, e incontro clienti in continuazione. Senza contare che con Carrick e Ronan parlo un paio di volte a settimana. Solo che con Finn...»

    «Con Finn cosa?» le chiese Keely, divertita.

    «Con Finn...»

    «Scusa un attimo, Bee. La mia assistente ha una domanda per me. Resta in linea.»

    Fu una tregua temporanea, però diede a Beah il tempo di pensare. I ricordi la assalirono mentre aspettava che Keely riportasse l'attenzione sulla loro conversazione.

    Aveva ventuno anni quando aveva lasciato Londra per New York, entusiasta di lavorare in una nuova città. Laureata con lode sia in economia che in belle arti, si era assicurata uno stage alla Murphy International, casa d'aste di fama mondiale. Nel giro di pochi giorni, aveva conosciuto il brillante Finn Murphy, una splendida combinazione di geniale nerd con un fisico da atleta.

    Come una falena attratta dalla fiamma, il suo atterraggio tra le braccia di Finn e nel suo letto era stato inevitabile.

    Era proprio perché aveva presente l'attrazione irresistibile che c'era sempre stata fra loro che Beah era terrorizzata dal fatto che, incontrando di nuovo faccia a faccia il suo ex, la storia potesse ripetersi.

    Dopo il divorzio, entrambi avevano fatto uno sforzo tacito ma che sarebbe potuto benissimo essere stato concertato per evitarsi, anche se entrambi lavoravano per la Murphy International. Vivere in due continenti diversi aiutava senz'altro e, nelle rare occasioni in cui aveva avuto bisogno del parere di Finn su un dipinto o un oggetto d'arte, gli aveva inviato delle fotografie dettagliate o, se questo non bastava, lo aveva incaricato di incontrare il cliente di persona. E senza di lei.

    Insomma, avevano fatto dello sfuggirsi l'un l'altra una sorta di forma d'arte.

    «Senti, so che non puoi essere nervosa per un incontro d'affari perché non sei più la ragazza di una volta» disse Keely, tornando in linea. «Sei responsabile della sede di Londra, gestisci un portafoglio clienti prestigioso, sei sveglia, simpatica e splendida.»

    Ecco perché ogni donna aveva bisogno di un'amica che la incoraggiasse quando si cominciavano ad avvertire delle crepe e a perdere in parte l'autostima.

    «Devi tenere presente dove sei arrivata e tutte le cose straordinarie che hai fatto, Bee.»

    Beah chiuse gli occhi, felice di limitarsi ad ascoltare.

    «Finito il matrimonio, subito dopo sei tornata a Londra, entrando a far parte della Murphy nel Regno Unito. Ti sei fatta il mazzo, facendoti strada con intelligenza per arrivare ai vertici della società. Alla Murphy sono fortunati ad averti, Bee, ed è per questo che ti pagano un sacco di soldi. Perché sanno che i clienti ti sono fedeli e ti seguiranno ovunque. Diamine, potresti aprire una tua società di consulenza anche adesso e avresti una lista di clienti danarosi lunga quanto un braccio.»

    Già, a questo proposito...

    «Ehm, a questo riguardo, c'è una cosa che volevo dirti» buttò lì Beah, chiedendo a Keely di commutare su FaceTime. Quando il volto di Keely comparve sullo schermo, sorrise all'amica dagli occhi castani e dai capelli biondi. «Eccoti. Ora ti vedo.»

    Keely annuì, gli occhi pieni di curiosità. «Allora? Cosa mi devi dire? Hai incontrato qualcuno?»

    Beah alzò lo sguardo al cielo.

    «Non ho tempo per certe cose.»

    «No, non hai tempo per uscire con qualcuno perché usi la tua fitta agenda professionale come uno scudo. Pensi che se ti tieni occupata, non avrai tempo di provare niente per nessuno.»

    Okay, un po' troppo vicino alla verità per i suoi gusti. E, comunque, non era qualcosa cui volesse pensare al momento. «Allora, vuoi sentire o no?» chiese Beah.

    Keely sfoderò quel suo sguardo malizioso. «Certo, fai pure. Comunque torneremo sull'argomento più avanti.»

    No, se Beah avesse potuto evitarlo.

    «Michael Summers. Ne hai sentito parlare?» Dopo che Keely ebbe scosso la testa, Beah continuò. «È un importante consulente e mercante d'arte. Uno dei più rispettati al mondo. Ha decenni di esperienza ed è un vero e proprio guru del settore...» Beah si rigirò l'anello d'epoca a forma di fiore attorno al dito medio. «Vuole andare in pensione e cerca qualcuno che gestisca la sua attività, prendendo in mano il suo portafoglio clienti.»

    «E questo qualcuno saresti tu?»

    «Sì, io.» Beah annuì. «È una grande opportunità, Keely. Quell'uomo è una leggenda e sono onorata che voglia che mi unisca a lui, però...»

    «Però questo significherebbe lasciare la Murphy.» Keely si batté un dito contro la guancia. «Potresti ancora collaborare con la Murphy o diventeresti persona non grata?»

    Beah avvertì il panico che le risaliva dalla gola. La Murphy era l'unico posto in cui avesse mai lavorato. Dove aveva appreso tutto ciò che sapeva.

    Dandosi una scossa mentale, ricacciò indietro la sensazione di disagio. Aveva solo paura dell'ignoto. Il cambiamento non era mai facile, d'altra parte non aveva firmato alcun patto di sangue, né un contratto a vita con la Murphy.

    Aveva tutto il diritto di andare per la sua strada.

    «No, sarebbero degli stupidi a tagliarmi fuori, visto che molti clienti di Michael acquistano opere d'arte dalla Murphy International. Sarebbe come tagliarsi il naso per fare un dispetto alla propria faccia.»

    «Senza contare che presumo che alla Murphy sia già capitato di vedersi soffiare dei clienti da ex dipendenti, vero?»

    «Certo, succede ovunque.»

    «Eppure la Murphy è sopravvissuta, no?» ribadì Keely. «Di conseguenza, in questo contesto, tu non stai pensando a te come a una dipendente, bensì come a una Murphy, cioè come alla moglie di Finn.»

    «Ex moglie» la corresse Beah, accusando la familiare fitta al petto. Le era piaciuto aggiungere il cognome di Finn al suo. Beah Jenkinson Murphy suonava bene.

    Era suonato bene.

    «Se lavorassi per un'altra casa d'aste, esiteresti?» le chiese Keely, con la consueta franchezza.

    «Probabilmente no. Questa è una grande opportunità e un impegno ancora maggiore. Se accetto la posizione che mi è stata offerta, potrei non essere in grado di programmare una cena con te prima di cinque o sei anni. Non avrò più un attimo di respiro.»

    «Mmh, interessante.»

    Beah sapeva che quando Keely diceva interessante con quel tono significava che avrebbe avuto parecchio da dire al riguardo.

    Guardando l'orologio, fece una smorfia.

    «E dai, Keely, vieni al dunque o farò tardi.»

    «Se è così allettante, perché non hai accettato subito l'offerta di Michael? Sospetto che sia perché stai lasciando che i tuoi sentimenti personali per il tuo ex e la sua famiglia offuschino il tuo giudizio, il che è strano se si considera che giuri e spergiuri di esserti messa alle spalle Finn Murphy.» Beah se l'era messo alle spalle. Dopo nove anni, non poteva che essere così. «Comunque, a parte il prestigio di lavorare per qualcuno della sua levatura, l'offerta di Michael ti intriga perché saresti così occupata da non avere il tempo di pensare, di guardarti in giro e di vedere gente. Insomma, sarebbe un'altra scusa per non impegnarsi nella vita reale.»

    Di nuovo questo ritornello? Eh, no.

    Beah voleva bene a Keely, tuttavia la sua migliore amica era troppo fissata. Be', a volte, la miglior difesa era l'attacco. «E tu? Esci con qualcuno?»

    Keely non batté ciglio all'accusa.

    «Qui stiamo parlando di te, non di me.» Si schiarì la gola e Beah si preparò ad ascoltare le parole successive.

    Schietta e sincera, raramente Keely tirava stoccate, però, quando lo faceva, faceva male.

    «Anche se mi spiace che tu e Finn siate rimasti feriti dal vostro divorzio, per molti versi è stato un bene per voi, Beah. Hai imparato a camminare sulle tue gambe, a prendere quello che vuoi, a inseguire un obiettivo. Certo, a volte, penso che tu sia diventata fin troppo indipendente.»

    «Cosa intendi?»

    «Mettiamola così. Di te mi preoccupa che respingi quasi le persone, non permettendo a nessuno di avvicinarsi.»

    Perché era quello che Finn aveva fatto a lei.

    «A te lo permetto» protestò Beah.

    «Perché io ti tampino, non dandoti respiro e continuando a bussare alla tua porta anche quando tu te la chiudi alle spalle, isolandoti dal mondo» replicò Keely.

    Che dire? Negli ultimi nove anni, Keely era stata la sua stella polare, il suo punto di riferimento, il suo faro nella notte. Tutto ciò di cui aveva bisogno era di saperla dalla sua parte. Di avere la sua amicizia.

    «Io ho te, Keely.»

    «Sì, tuttavia, per quanto favolosa possa essere» replicò Keely, «io non ho un paio di braccia muscolose, una voce bassa e un punto di vista che non sia femminile. Tu hai bisogno di amore, Jenkinson, e anche di un po' di sano sesso. Quando è stata l'ultima volta che sei uscita con qualcuno? E, per pietà, non dirmi che l'ultima persona con cui hai fatto sesso è stato Finn Murphy.»

    Beah scosse la testa. Aveva fatto sesso anche dopo aver divorziato dal suo ex. Non tanto spesso e senza esperienze memorabili, comunque la cosa faceva testo.

    Beah guardò l'orologio e fece una smorfia. Doveva darsi assolutamente una mossa. Alzandosi in piedi, si infilò la pochette sotto il braccio. Era una scusa fantastica per porre fine a quella frustrante conversazione.

    «Devo scappare, Keely. I miei capi non rimarranno favorevolmente impressionati se li farò aspettare, anche perché Paris Cummings odia i ritardatari.»

    «Suppongo che dovrei sapere chi è questo Paris, invece francamente lo ignoro» disse Keely, sembrando irritata.

    «È un collezionista d'arte, ricco di famiglia, che opera nel campo immobiliare. Solitario e scontroso» le spiegò Beah, dirigendosi verso la porta. Inseguiva Paris Cummings da anni e doveva partecipare a quella cena per aiutare la Murphy a portarlo dalla loro parte della barricata.

    Ciò comportava doversi sedere allo stesso tavolo del suo ex marito, facendo finta di non aver passato la maggior parte dell'ultimo decennio a cercare di evitarlo.

    Beah mandò un bacio a Keely e, riposto in borsa il cellulare, sfoderò un sorriso spensierato.

    Non era più la ragazza impulsiva e ribelle che, dopo una settimana dall'incontro con Finn Murphy, si era trasferita nel suo lussuoso appartamento e lo aveva sposato a Las Vegas tre mesi dopo averlo conosciuto.

    Era una donna di successo. Sicura di sé. E padrona della situazione.

    All'ingresso del ristorante esclusivo, sorrise al maître, al quale consegnò il cappotto. Resistette all'impulso di controllare che lo chignon fosse impeccabile e, dopo aver dato un'occhiata all'ambiente, concentrò l'attenzione sul tavolo migliore della sala.

    Quasi avesse potuto sentire il suo sguardo, Finn alzò la testa e i loro occhi si incrociarono.

    Di colpo, Beah si ritrovò con le gambe paralizzate, impossibilitata a staccare gli occhi da quel viso virile tanto bello.

    C'era in lui un'aria del nerd di un

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