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Avances milionarie: Harmony Collezione
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Avances milionarie: Harmony Collezione
E-book163 pagine3 ore

Avances milionarie: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Bastiaan Karavalas adora il brivido della conquista, e questa volta la sua preda designata è la stuzzicante Sarah Fareham. Sedurla, per lui, non sarà solo una questione di piacere: per la famiglia del milionario, infatti, la donna rappresenta un pericolo che deve essere rimosso.

Sarah sogna di diventare una cantante d'opera, ma si guadagna da vivere lavorando in un nightclub. Solo nascondendosi dietro il suo alter-ego, la vivace Sabine, riesce a superare le proprie inibizioni e a difendersi dalle avances di Bastiaan, ma può davvero quella maschera proteggere il suo fragile cuore?
LinguaItaliano
Data di uscita20 apr 2017
ISBN9788858964569
Avances milionarie: Harmony Collezione
Autore

Julia James

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Avances milionarie - Julia James

    successivo.

    1

    «La colpa è solo tua.»

    La zia cercò di dare una sfumatura ironica a quelle parole, ma la sua voce tremava, notò Bastiaan.

    «Sei stato tu a suggerire a Philip di trasferirsi nella tua villa a Cap Pierre!»

    L'uomo accettò quella critica. «Pensavo che potesse aiutarlo ad allontanarsi dalle numerose tentazioni e a concentrarsi sugli esami universitari estivi in pace e tranquillità.»

    La zia sospirò. «Purtroppo sembra invece che sia passato dalla padella alla brace. Sarà anche riuscito a scappare da Elena Constantis, ma quella donna francese sembra addirittura peggio.»

    Lo sguardo di Bastiaan si fece pungente. «Sfortunatamente, in qualsiasi parte del mondo Philip possa essere, sarà sempre considerato un obiettivo estremamente appetibile.»

    «Se solo fosse meno gentile e disponibile, se solo avesse la tua asprezza!» ribatté la donna, guardando il nipote.

    «Lo prendo come un complimento» replicò secco lui. «Non ti preoccupare, il carattere di Philip si temprerà con il passare del tempo.» Ne ha veramente bisogno, pensò caustico. Proprio come aveva dovuto fare lui stesso.

    «È così sensibile!» esclamò la zia. «E così bello! Non c'è da stupirsi che quelle disgraziate si gettino ai suoi piedi.»

    Ed è anche, ovviamente, molto ricco, rifletté cinico Bastiaan. Non c'era motivo di far preoccupare ulteriormente la zia, già troppo ansiosa per conto suo.

    Era la ricchezza di Philip, che avrebbe ereditato il patrimonio del defunto padre al compimento dei ventuno anni tra un paio di mesi, che attraeva donne molto più pericolose della principessa adolescente Elena Constantis.

    Il vero pericolo sarebbe provenuto da una tipologia ben diversa di donne, che rispondevano agli appellativi più disparati e lo stesso Bastiaan era abituato a usare termini non adatti alle orecchie sensibili della zia. Erano conosciute universalmente come cacciatrici di dote, ragazze che si leccavano le labbra alla sola prospettiva di quel suo cugino giovane, bello, ingenuo e a breve anche molto ricco.

    In quel momento il vero problema era rappresentato da una ragazza che, a quanto sembrava, aveva puntato gli occhi su Philip. Bastiaan sapeva che il pericolo era reale, dato che Paulette, la governante della villa a Cap Pierre, gli aveva confidato che il cugino, invece di dedicarsi diligentemente alle ricerche universitarie, bazzicava nella vicina cittadina di Pierre-les-Pins, apparentemente attratto da una donna che lavorava in un locale non adatto a un ventunenne.

    «Una cantante di nightclub!» sbottò la zia. «Non posso credere che Philip si sia innamorato di una donna del genere!»

    «È un cliché...» ammise Bastiaan.

    La zia si indignò. «Un cliché? È tutto quello che sai dirmi, Bastiaan?»

    Scosse il capo. No, avrei molto da dire, ma a che scopo? L'uomo si alzò in piedi. Era imponente, superando il metro e ottanta di altezza, e aveva un fisico possente. «Non ti preoccupare, me ne occuperò io. Philip non sarà una vittima sacrificale delle ambizioni di quella donna avida» disse con voce rassicurante.

    Anche la zia si alzò in piedi, stringendolo per la manica. «Sapevo di poter contare su di te.» Gli occhi le si inumidirono. «Prenditi cura del mio caro ragazzo, Bastiaan. Non ha un padre che possa badare a lui.»

    Bastiaan strinse la mano della donna con affetto. Suo zio materno era morto a causa di una malattia cardiaca quando Philip aveva da poco iniziato l'università e sapeva quanto quella perdita avesse colpito la zia.

    Era anche consapevole, avendo perso il proprio padre quando aveva all'incirca l'età del cugino, di quanto la scomparsa prematura del genitore lasciasse un vuoto incolmabile.

    «Terrò al sicuro Philip, te lo prometto» la rassicurò e si congedò. La scortò alla macchina e la vide allontanarsi sul viale della propria tenuta situata nella ricca periferia di Atene. Ritornò quindi all'interno della casa, serrando la mascella.

    I timori della zia non erano infondati. Bastiaan, fino al ventunesimo compleanno di Philip, in qualità di suo amministratore fiduciario, doveva occuparsi della gestione delle sue finanze e degli investimenti e nel frattempo il cugino godeva di una ben più che generosa liquidità per coprire le spese personali.

    Normalmente si limitava a dare una veloce occhiata all'estratto conto della banca e della carta di credito, ma la settimana precedente aveva notato che una grossa cifra, ventimila euro, era stata prelevata in un'unica soluzione. L'assegno era stato versato su un conto corrente sconosciuto presso la filiale di Nizza di una banca francese.

    Bastiaan non riusciva a trovare una singola, buona ragione che giustificasse quel trasferimento di denaro. L'unica che gli veniva in mente era decisamente negativa: la cacciatrice di dote aveva già incominciato a mettere le mani sulla miniera d'oro del cugino.

    L'espressione dell'uomo si incupì. Prima si sarebbe sbarazzato di quella cantante di nightclub che aveva messo gli occhi su Philip e sulla sua ricchezza, meglio sarebbe stato.

    Si diresse quindi verso lo studio. Sarebbe partito per la Francia l'indomani mattina e ciò significava che avrebbe dovuto passare tutta la notte a lavorare, visto che società con un portafoglio clienti vasto come quello dei Karavalas non si gestivano da sole. Il patrimonio del cugino era formato prevalentemente da azioni stabili e ad alto rendimento, mentre lui preferiva diversificare in un'ampia gamma di forme di investimento, dal comparto industriale al settore immobiliare e alle start-up. Nonostante la grande varietà, tutte quelle attività avevano una caratteristica in comune: fruttavano soldi, moltissimi soldi!

    Il sorriso cinico rifece capolino sul viso di Bastiaan. Dopo essersi seduto dietro la scrivania, accese il computer. Aveva detto alla zia che la tempra di suo figlio si sarebbe indurita con il tempo e sapeva per esperienza che era vero.

    I ricordi incupirono gli occhi scuri. Quando suo padre era morto, aveva cercato di lenire il dolore passando il suo tempo tra party e festini stravaganti, senza nessuno che contenesse i suoi eccessi. Quel periodo di baldoria finì bruscamente. In un casinò, dopo aver scolato litri di champagne e ostentato la propria ricchezza in maniera esagerata, era stato prontamente circuito da una ragazza, Leana, che gli aveva messo gli occhi addosso.

    Da ventitreenne, era stato ben felice di godere di tutto ciò che lei aveva da offrirgli, incluso il suo corpo sensuale a letto. Era rimasto stregato a tal punto che quando lei l'aveva imbonito fingendosi terribilmente preoccupata per aver contratto dei debiti con il casinò, le aveva firmato un assegno decisamente cospicuo, sentendosi molto generoso nei confronti di quella donna bellissima e sexy che sembrava così presa da lui.

    Invece, lei era scomparsa il giorno stesso in cui aveva incassato l'assegno, scappando, da quanto aveva saputo, sullo yacht di un milionario messicano settantenne e non facendosi rivedere mai più. Era stato spennato completamente e aveva dato prova di essere un completo idiota. Senz'ombra di dubbio era rimasto ferito dalla vicenda, ma aveva imparato la lezione e non desiderava affatto che Philip si ritrovasse nella stessa condizione. Infatti Leana, oltre che una grande fetta del suo patrimonio, aveva danneggiato anche la sua autostima.

    Era stata un'esperienza sgradevole, ma l'aveva rimesso definitivamente sulla giusta carreggiata. Diversamente da lui però, Philip aveva un'indole romantica e una seducente cacciatrice di dote avrebbe potuto danneggiare qualcosa di più del suo portafogli e della sua autostima. Bastiaan non avrebbe mai permesso che una tale cosa potesse succedere. Dopo le sue peripezie con Leana era diventato astuto nel riconoscere i sotterfugi femminili e scettico nei confronti della loro apparente devozione. Ora che aveva trent'anni, sapeva che le donne lo consideravano un osso duro, persino spietato. Il suo sguardo s'indurì al di sotto delle sopracciglia scure. Quel lato del suo carattere era qualcosa che l'ambiziosa cantante del nightclub avrebbe presto avuto modo di scoprire.

    Sarah rimase immobile sul basso palcoscenico, illuminata dai riflettori, mentre il pubblico seduto ai tavoli era intento a chiacchierare, bere e mangiare. Per loro sono solo un intrattenimento, pensò acida. Musica di sottofondo. Con l'ugola pronta, annuì quindi a Max, il pianista, che attaccò la melodia del suo pezzo iniziale. Era una canzone semplice che non esigeva un alto registro vocale. Poco male, l'ultima cosa che desiderava era rischiare di rovinare la voce cantando in quell'atmosfera fumosa. Non appena cantò le prime note i seni si sollevarono leggermente, facendole ricordare di quanto profonda fosse la scollatura del bustino del suo abito di satin color champagne. I lunghi capelli erano sciolti su una spalla nuda. Sapeva di rappresentare lo stereotipo della vamp, la cantante di un nightclub, con un abito sinuoso, una voce sussurrata, trucco eccessivo e lunghi boccoli biondi. Si irrigidì istintivamente. Non era forse quello il ruolo che doveva ricoprire? Quello di Sabine Sablon, la cantante del club, che aveva abbandonato bruscamente e senza preavviso il proprio lavoro per scappare con un ricco cliente. Quella di subentrare al posto di Sabine non era stata un'idea di Sarah, ma Max non aveva usato mezzi termini: qualora non avesse accettato di cantare in quel locale di sera, Raymond, il proprietario del club, non gli avrebbe più permesso di affittare la sala durante il giorno. Ciò avrebbe significato che non avrebbero potuto fare le prove e senza di quelle non avrebbero potuto partecipare al Festival musicale Provence en Voix, la sua ultima chance. La mia ultima chance di realizzare il mio sogno! Il suo desiderio era quello di diventare qualcosa di più che una delle centinaia di aspiranti soprano che affollavano il mondo dell'opera, desiderose di poter lasciare un segno. Qualora non fosse riuscita nel suo intento, avrebbe dovuto abbandonare il sogno che era sbocciato da ragazzina e che aveva continuato a coltivare durante il conservatorio. In quegli anni passati nell'ultra competitivo mondo della musica aveva lottato per essere ascoltata da coloro che avrebbero potuto distinguerla dalla folla e lanciare la sua carriera. Aveva combattuto duramente e a lungo, fino a giungere alle soglie della trentina, con il tempo ormai suo nemico e altre cantanti più giovani alle calcagna. Tutto dipendeva da quell'ultimo tentativo e se fosse fallito... be', avrebbe accettato la sconfitta e si sarebbe rassegnata a una carriera da insegnante. Si guadagnava infatti da vivere lavorando come maestra part-time in una scuola nella sua regione natia dello Yorkshire, ma considerava quella professione insoddisfacente e ambiva a qualcosa di più. Non era quindi ancora giunto il momento di rinunciare al suo sogno, non fino a quando non avrebbe dato tutta se stessa in quel Festival musicale, nel quale avrebbe cantato come primo soprano in quella che sapeva essere una scommessa ad alto rischio: una nuova opera scritta da un compositore sconosciuto, suonata da musicisti altrettanto sconosciuti e con un budget ristrettissimo. Un investimento che Max, il loro pazzamente appassionato regista e direttore d'orchestra, stava riducendo ai minimi termini. Tutto doveva, infatti, rientrare in quel ristretto tetto di spesa ed erano perciò costretti a risparmiare ovunque potessero, perfino per la sala prove. Per quella ragione ogni domenica sera doveva calarsi nei panni di Sabine Sablon, sussurrando al microfono e attirando le attenzioni della clientela maschile. Non si sentiva per niente a suo agio e c'era una differenza abissale con la sua vera identità. Max poteva anche dirle che quell'esperienza sarebbe stata preziosa qualora avesse dovuto interpretare ruoli come Violetta della Traviata o la civettuola Manon, tuttavia, in un'opera tutti erano consci del fatto che stesse solo ricoprendo un ruolo. Nel nightclub, invece, tutti quelli che la guardavano vedevano solo Sabine Sablon.

    Un brivido la percorse all'improvviso. Dio mio, se qualcuno del mondo dell'opera avesse saputo che lavorava in quel postaccio, la sua credibilità sarebbe andata in pezzi. Nessuno l'avrebbe mai più presa sul serio. Né Violetta né Manon erano lontanamente simili al suo ruolo nell'opera di Anton, Moglie di Guerra. Il suo personaggio era una ragazza romantica, che si innamorava di un soldato affascinante a cui faceva seguito un corteggiamento vorticoso, un ritorno al fronte e la temuta notizia del triste fato del marito. Al dolore della perdita e al lutto si andava a sommare il fatto che anche il loro figlio avrebbe dovuto andare incontro allo stesso destino del padre in un ulteriore conflitto. Quella semplice e al tempo stesso brutale storia rappresentava una favola senza tempo sul sacrificio e sulla futilità della guerra, che andava ripetendosi negli anni. La musica era ossessiva e commovente e Sarah ne era rimasta affascinata sin dal primo momento che aveva sentito Max suonarla. Come poteva esistere un amore così sfuggente e un dolore così atroce?, si era chiesta quando aveva incominciato a esplorare il suo

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