Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Una sconosciuta per Leo: Harmony Collezione
Una sconosciuta per Leo: Harmony Collezione
Una sconosciuta per Leo: Harmony Collezione
E-book154 pagine2 ore

Una sconosciuta per Leo: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

DOMATRICE DI CUORI - Vol. 1. Non essere sciocco, Leo. Gli sconosciuti non si sposano! Leo Zikos dovrebbe essere felice di avere al proprio fianco la fidanzata perfetta per il tipo di unione che ha sempre pensato di volere: conveniente e priva di qualunque legame sentimentale. La cosa invece lo lascia del tutto indifferente: ciò che lo stuzzica davvero, infatti, è la sensuale bellezza di Grace Donovan, per lui una perfetta sconosciuta. Fino a quel momento, almeno...



Miniserie "Domatrice di cuori" - Vol. 1/2
LinguaItaliano
Data di uscita20 lug 2016
ISBN9788858952245
Una sconosciuta per Leo: Harmony Collezione
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

Leggi altro di Lynne Graham

Autori correlati

Correlato a Una sconosciuta per Leo

Titoli di questa serie (1)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Una sconosciuta per Leo

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Una sconosciuta per Leo - Lynne Graham

    successivo.

    1

    «Oh, sì, avrei dovuto dirti che la settimana scorsa mi sono imbattuto nel tuo futuro suocero» disse Anatole Zikos alla fine della telefonata di congratulazioni che aveva fatto al figlio. «Mi è parso abbastanza nervoso riguardo al fatto di stabilire una data per le nozze. Ormai sono tre anni, Leo. Quando hai intenzione di sposare Marina?»

    «Ci dobbiamo vedere oggi a pranzo» rivelò Leo, per nulla scosso dall'accenno di censura percepibile nella voce del padre. «Nessuno di noi due desidera correre all'altare.»

    «Credimi, dopo tre anni non vi si può certo accusare di questo» ribatté asciutto Anatole. «Sei sicuro di voler sposare la ragazza?»

    Leo Zikos aggrottò la fronte, sorpreso. «Ovviamente...»

    «Voglio dire, non è che tu abbia bisogno della Kouros Electronics...»

    Leo si irrigidì. «Non è questione di avere bisogno o meno, bensì di buonsenso. Marina è la moglie perfetta per me.»

    «Non esiste la moglie perfetta, figliolo.»

    Al pensiero della madre tanto compianta, Leo serrò le labbra per non pronunciare qualcosa di cui poi si sarebbe pentito. Qualcosa che avrebbe mandato in frantumi il rapporto che aveva recuperato con il genitore. Un uomo saggio non continuava a guardare indietro a un passato che avrebbe fatto meglio a dimenticare e la sua infanzia in una famiglia problematica e infelice rientrava decisamente nella fattispecie.

    Dall'altra parte del telefono Anatole emise un gemito di frustrazione.

    «Voglio che tu abbia un matrimonio felice» ammise.

    «E lo sarà» dichiarò Leo con sicurezza, e subito dopo interruppe la conversazione. La vita era davvero bella, ammise curvando le labbra in un sorriso che gli illuminò il bellissimo volto che tante donne trovavano irresistibile.

    Quella mattina aveva appena concluso un affare che gli aveva fatto guadagnare svariati milioni di euro. Il padre aveva ragione quando affermava che non aveva bisogno di sposare Marina per ricevere in dote dal suocero la sua società.

    A diciotto anni, reduce dalla guerra tra i suoi genitori, aveva compilato una lista di attributi che avrebbe dovuto avere la sua futura moglie e Marina Kouros li possedeva tutti. Era ricca, bella e intelligente, oltre ad avere ricevuto la sua stessa educazione esclusiva. Insomma, avevano molto in comune però non erano innamorati l'uno dell'altro né tantomeno possessivi. Obiettivi come armonia e praticità avrebbero illuminato il loro futuro insieme al posto della passione e di quelle orrende tempeste emotive.

    Non ci sarebbero state sorprese con Marina, che conosceva fin da bambina.

    Era perdonabile, da parte sua, sentirsi soddisfatto, ragionò Leo mentre la limousine si fermava nel porto della Costa Azzurra dov'era ormeggiato il suo yacht.

    Salì a bordo della Hellenic Lady, una delle imbarcazioni private più grandi al mondo.

    Leo aveva guadagnato il suo primo milione all'età di venticinque anni e negli ultimi cinque si era goduto la vita facendo in modo di ritagliarsi del tempo libero in mezzo alle sue frenetiche giornate lavorative.

    «Piacere di averla di nuovo a bordo, signore» lo accolse il capitano di nazionalità inglese. «La signorina Kouros la sta aspettando in salone.»

    Marina stava osservando un quadro che lui aveva acquistato di recente. La sua fidanzata, una bruna alta dalla eleganza innata, si voltò al suo arrivo sorridendogli.

    «Il tuo messaggio mi ha sorpreso» le disse Leo, salutandola con un delicato bacio sulla guancia. «Come mai da queste parti?»

    «Sto andando a trascorrere il weekend con alcuni amici in campagna» gli spiegò Marina. «Ho pensato che fosse il momento di farmi sentire. Credo che mio padre abbia sfoderato la questione del matrimonio...»

    «Le notizie corrono veloci» borbottò Leo. «A quanto pare Rodas sta diventando impaziente.»

    «Ha i suoi motivi» ribatté Marina muovendosi attraverso l'enorme salone. «Ammetto di essere stata abbastanza indiscreta ultimamente.»

    «In che senso?»

    «Pensavo fossimo d'accordo che fino alle nozze non ci dovessimo alcuna spiegazione reciproca» gli ricordò Marina con aria di rimprovero.

    «Possiamo anche avere stabilito di tenere le nostre strade separate prima del matrimonio tuttavia, in quanto tuo fidanzato, credo di avere il diritto di sapere cosa intendi per indiscreta

    Marina gli lanciò un'occhiataccia. «Oh, Leo, non essere seccante! Non mi pare che mi ami o che ti importi qualcosa di me.»

    Lui rimase in silenzio dal momento che aveva imparato da tempo che ascoltare era lo strumento migliore per calmare Marina.

    «Oh, va bene!» sbottò la sua fidanzata gettando la sciarpa su un divano. «Ho una relazione passionale e ci sono state delle chiacchiere di cui mi dispiace, ma come posso impedire alla gente di spettegolare sul mio conto?»

    Leo raddrizzò le sue ampie spalle sotto la giacca di sartoria.

    «Quanto passionale?»

    Marina alzò gli occhi al soffitto poi scoppiò a ridere. «Tu non sei affatto geloso.»

    «Vero, comunque vorrei sapere perché tuo padre vuole che fissiamo subito la data delle nozze.»

    «Be', il fatto è che il mio amante è un uomo sposato.»

    Leo si adombrò. L'adulterio non era concepibile nella sua morale e aveva commesso l'errore fatale di presumere che fosse lo stesso per Marina. Da bambino aveva vissuto sulla sua pelle le conseguenze dei tradimenti di suo padre al punto da non poter tollerare le relazioni extraconiugali. Era l'unica inibizione che aveva in campo sessuale: non si sarebbe mai fatto coinvolgere da una donna sposata.

    «Oh, per l'amor del cielo, Leo!» lo riprese Marina con il viso rosso e sulla difensiva di fronte al suo prolungato silenzio. «Queste cose succedono. Lo sai benissimo.»

    «Non fingerò di approvare. Inoltre, questo genere di coinvolgimento danneggerà la tua reputazione... e di conseguenza la mia» dichiarò lui freddo.

    «Potrei dire la stessa cosa per quanto riguarda quella ballerina di lap dance che ti sei portato a spasso per il Mediterraneo la scorsa estate. Nemmeno quella sgualdrinella dava lustro alla tua immagine!» rimarcò tagliente Marina.

    A quell'osservazione non si scompose, ma del resto poche cose lo sconvolgevano. A ogni modo un sesso regolare era importante per lui come mangiare e fare esercizio fisico. Era un maschio razionale che non vedeva la necessità di dare delle spiegazioni dal momento che non aveva ancora diviso il letto con Marina.

    Il fatto che entrambi avessero scelto di tenersi la libertà di avere altri amanti, durante il loro lungo fidanzamento, li aveva convinti che sarebbe stato molto più semplice riservare l'intimità a quando fossero diventati marito e moglie.

    Non esiste la moglie perfetta, gli aveva detto suo padre soltanto un'ora prima, tuttavia Leo non si era aspettato di trovarsi davanti così presto la dimostrazione di quella verità. L'alta opinione che aveva di Marina era stata danneggiata perché era evidente che lei non trovava nulla di sbagliato a dormire con il marito di un'altra donna.

    Possibile che fosse così retrogrado e irragionevole? Che le esperienze della sua infanzia avessero influenzato il suo giudizio di adulto fino a quel punto? Era perfettamente consapevole di avere amici che avevano relazioni extraconiugali, tuttavia non avrebbe mai accettato un simile comportamento da qualcuno che era vicino a lui. Tantomeno nella sua casa.

    «Papà non è ancora pronto a ritirarsi e a lasciare in mano a te la società, però teme che io ti faccia scappare» gli confidò Marina. «Come presumibilmente ho fatto con tuo fratello...»

    Leo si irrigidì gradendo poco quel riferimento. L'unica pecca che aveva trovato nella sua fidanzata fino a quel giorno era il fatto di avere avuto un'avventura di una notte con il fratellastro più giovane che lui detestava. Il fatto che poi Bastien avesse trattato malissimo Marina era un'altra cosa che non poteva dimenticare, soprattutto perché era la sua migliore amica e si era sempre fidato di lei.

    «Forse dovremmo stabilire una data per le nozze e fare tutti felici» suggerì Marina. «Ho solo ventinove anni, ma papà pensa che sia già troppo vecchia per dargli dei nipotini.»

    Leo aggrottò la fronte riuscendo a stento a non trasalire nel sentirla menzionare la parola bambini. Non era pronto a diventare padre. Essere genitore richiedeva un livello di maturità e altruismo che credeva di non avere ancora raggiunto.

    «E se la fissassimo in ottobre?» propose Marina con una freddezza che lasciava intendere come non avesse idea del suo disagio. «Mi darebbe tre mesi di tempo per i preparativi. Pensavo a qualcosa in stile boho a Londra, alla presenza della famiglia e degli amici più cari.»

    Pranzarono sul ponte chiacchierando di conoscenze comuni in modo molto civile e pacato. Salutata Marina, Leo si complimentò con se stesso per non aver perso la calma. Anche se aveva accettato la data delle nozze gli restò addosso ugualmente una sensazione di scontentezza. Ma, ancora peggio, fu l'improvvisa certezza di essere finito in... trappola.

    «Sciocchezze, Grace. Certo che andrai in Turchia con Jenna» disse Della Donovan, la zia di Grace, interrompendo le proteste della nipote con il suo solito modo brusco e perentorio. «Una vacanza gratis! Nessuno con un po' di buonsenso rinuncerebbe.»

    Grace fissò rigida il giardino dietro la bella casa degli zii a nord di Londra. I suoi pensieri erano in subbuglio perché stava cercando rapidamente di escogitare una scusa gentile per evitare quella vacanza con la cugina.

    «Voglio dire, hai finito tutti quei tuoi stupidi esami, giusto?» si intromise Jenna dal divano in pelle nel salottino accanto alla cucina, dov'erano sedute sua madre e Grace.

    Madre e figlia erano molto simili. Erano entrambe alte e bionde, a differenza di Grace che era minuta, con le curve al posto giusto, una massa di capelli rossi, occhi verdi e lentiggini.

    «Sì, ma...» Grace si trattenne dal rispondere che aveva programmato di lavorare ogni possibile ora extra al bar locale, così da mettere da parte un po' di soldi per quando avrebbe ripreso i corsi all'università alla fine dell'estate. Qualsiasi riferimento al suo bisogno di sostegno finanziario era sempre male accolto dalla zia e considerato di cattivo gusto. Del resto, benché Della fosse un affermato avvocato e lo zio un dirigente ben pagato, a lei veniva dato il denaro con il contagocce.

    Fin da piccola Grace aveva imparato le innumerevoli differenze tra lei e Jenna all'interno della stessa casa. Sua cugina riceveva la paghetta settimanale mentre lei una lista di faccende domestiche da sbrigare. A undici anni le era stato spiegato che non essendo la loro vera figlia non avrebbe ereditato niente, per cui era meglio che trovasse la sua strada.

    La cugina, naturalmente, aveva frequentato scuole private, lei invece quella di zona in fondo alla strada. Jenna aveva il suo cavallo e lezioni di equitazione, lei per averle doveva pulire le stalle cinque giorni a settimana dopo la scuola. Per Jenna venivano sempre organizzate feste per il suo compleanno, cosa che a lei era sempre stata negata.

    Ovviamente Jenna era andata subito all'università e all'età di venticinque anni lavorava per un giornale popolare di moda. Grace, purtroppo, era stata costretta a lasciare la scuola a sedici anni per occuparsi della madre di Della e quegli anni di assistenza continua alla signora Grey, e di studio nei ritagli di tempo, si erano inghiottiti ciò che restava della sua adolescenza.

    Grace sapeva di non avere alcun diritto di provare amarezza per quel periodo perché le sue cure a una

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1