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Uno scandalo dal passato: Harmony Destiny
Uno scandalo dal passato: Harmony Destiny
Uno scandalo dal passato: Harmony Destiny
E-book148 pagine1 ora

Uno scandalo dal passato: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Fin dalla sua nascita Geoff Devonshire ha assaggiato l'amaro gusto dello scandalo. E ora che finalmente è riuscito a ottenere onore e rispetto, nella sua vita irrompe la conturbante Amelia Munroe. A causa del suo passato costellato di pettegolezzi e la passione per le feste lei è l'ultima donna che dovrebbe frequentare, ma è anche l'unica che desidera conquistare. E ora che la loro relazione è di dominio pubblico, Geoff deve decidere se fare tutto ciò che è in suo potere per difendere la propria posizione o arrendersi all'amore.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2019
ISBN9788858997284
Uno scandalo dal passato: Harmony Destiny
Autore

Katherine Garbera

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Uno scandalo dal passato - Katherine Garbera

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His Royal Prize

    Silhouette Desire

    © 2010 Katherine Garbera

    Traduzione di Eleonora Motta

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-728-4

    Prologo

    Geoff Devonshire non aveva intenzione di dedicare del tempo al padre biologico che non aveva mai conosciuto. Tuttavia, sebbene la sua agenda traboccasse d’impegni, decise di soddisfare la curiosità che l’invito a partecipare a una riunione della Everest Group gli aveva stuzzicato. Il suo ufficio era poco distante dalla zona elegante di Londra, lungo il Tamigi, perciò non gli ci volle molto per raggiungere il quartier generale della compagnia.

    Appena uscì dall’ascensore al piano dirigenziale, venne scortato nella grande sala in fondo al corridoio da una segretaria dall’aria efficiente e professionale.

    «Lei è il primo ad arrivare, signore. Le posso portare qualcosa da bere?»

    Quando lui declinò l’offerta, la bella ragazza lo lasciò solo, davanti alle ampie finestre che davano sul fiume. Era una tipica mattina di marzo e il sole tentava timidamente di fare capolino fra le dense nuvole grigie che incombevano sulla città.

    La porta alle sue spalle si aprì e vide entrare il suo fratellastro, Henry Devonshire. Ex giocatore di rugby, era attualmente conosciuto per i suoi reality show sulle celebrità. Non si erano mai incontrati e tutto ciò che sapevano l’uno dell’altro derivava da giornali e riviste.

    I due si presentarono e si strinsero la mano con aria impacciata, ma l’imbarazzo fu subito stemperato grazie all’arrivo del terzo fratellastro, Steven.

    Ora tutti e tre i figli illegittimi di Malcolm Devonshire erano riuniti, per la prima volta in vita loro, nella stessa stanza. La stampa di tutto il mondo avrebbe pagato una fortuna per ottenere una foto di quell’incontro.

    Edmond Strom, legale del padre, si unì a loro e li invitò ad accomodarsi attorno al grande tavolo. Geoff si sedette in disparte e osservò gli altri uomini. Malcolm aveva riconosciuto loro la sua paternità ma non aveva partecipato alla vita di nessuno dei suoi figli, se non con un assegno a fine mese.

    Sua madre, la principessa Louisa di Strathearn, era un membro minore della famiglia reale. Da ragazza era stata la regina delle feste della città, e si era vantata della sua relazione con Malcolm fino a quando non aveva scoperto di essere solo una delle tre donne che lui stava corteggiando. Da allora, si era ritirata nella sua proprietà in campagna e si mostrava in pubblico molto raramente.

    Henry era il figlio di mezzo e sua madre era la famosa cantante pop degli anni Settanta, Tiffany Malone. Steven, il più giovane, era nato dalla scienziata Lynn Grandings, premio Nobel per fisica. C’era stato un po’ di trambusto quando si era venuto a sapere che Steven avrebbe dovuto frequentare l’Eton College insieme a Geoff. In seguito, però, la madre di Geoff aveva deciso altrimenti e lo aveva iscritto a una scuola esclusiva negli Stati Uniti.

    Il fatto scandaloso che li accomunava era che erano nati tutti e tre nello stesso anno, a pochi mesi l’uno dall’altro.

    «Per quale motivo siamo stati convocati?» domandò Henry.

    «Malcolm ha un messaggio per voi» annunciò l’avvocato.

    «Come mai adesso?» interloquì Geoff, sorpreso che il padre avesse organizzato quell’anomala riunione.

    Edmond sospiro. «Il signor Devonshire sta morendo e desidera che voi lo succediate nella conduzione della compagnia che lui ha creato con così tanta fatica.»

    Geoff fu sul punto di alzarsi e andarsene. Non voleva avere nulla a che fare col vecchio. Malcolm aveva distrutto la vita di sua madre e lui, avendo due sorelle che amava profondamente – Gemma e Caroline – non poteva tollerare la mancanza di rispetto nei riguardi di una donna.

    Il legale consegnò a ognuno di loro delle cartelle contenenti alcuni documenti e Geoff esitò qualche istante prima di aprire la propria. Fu stupito di notare che i fogli erano stati redatti a mano.

    Il vecchio lo invitava a gestire la compagnia aerea della Everest Group sottolineando che, se fosse riuscito a surclassare i fratellastri cui era stata affidata la direzione delle altre unità, sarebbe stato nominato presidente di tutta l’azienda.

    Geoff valutò cosa significasse amministrare un colosso mondiale dell’economia. Sebbene volare fosse la sua passione, non aveva mai aspirato a possedere una linea aerea. Inoltre, i suoi affari lo tenevano già abbondantemente impegnato. Considerato che non aveva bisogno di denaro, la possibilità di avere tra le mani il regno di Malcolm e disintegrarlo lo tentava parecchio.

    Dopo aver scambiato qualche commento con Henry e Steven, l’avvocato si rivolse a lui. «Cosa ne pensi, Geoff?»

    «Non me ne faccio nulla dei suoi soldi» affermò con fierezza.

    Aveva già ereditato un titolo e un’interessante fortuna dai nonni materni. Non aveva mai dovuto lavorare per vivere e si era potuto dedicare ai propri affari con passione.

    Steven spostò lo sguardo pensieroso dai fratelli a Edmond. «Ti dispiace lasciarci un momento a discutere da soli?»

    Non appena il legale fu uscito, Steven si alzò e Geoff osservò che camminava con molta eleganza. Sapeva poco su di lui, se non che aveva salvato l’azienda di porcellane che il nonno gli aveva ceduto. Era evidente che possedesse un certo talento per gli affari e che sarebbe stato un osso duro da battere nella competizione per la presidenza.

    «Credo che dovremmo accettare» affermò Steven, fermandosi di colpo.

    Geoff arricciò le labbra. «Non ne sono così sicuro. Non dovrebbe porre alcuna clausola nel suo testamento. Se desidera lasciarci qualcosa, che lo faccia e basta.»

    «Un rifiuto si ripercuoterebbe sulle nostre madri» commentò Henry.

    Come ogni altra scelta di Malcolm, rifletté amaramente Geoff. Forse quella era l’occasione perfetta per compensare tutte le mancanze del vecchio nei confronti di Louisa.

    «Comprendo il tuo punto di vista, Steven. Se voi ci state, io non mi tirerò indietro. Ma sia chiaro che non lo faccio per la sua approvazione o per il suo denaro.»

    Gli altri due annuirono e si accordarono per accettare la sfida. Poi Geoff lasciò l’edificio insieme a Henry.

    «Tu l’hai mai incontrato?» fu curioso di sapere Henry.

    «Malcolm? No, mai. E tu?»

    L’altro scosse la testa. «Strana questa sua proposta, non ti pare?»

    «A dir poco! Non ho alcuna esperienza nella direzione di una compagnia aerea.»

    Henry scoppiò a ridere. «Figurati io di una casa discografica!»

    Geoff fece una smorfia. «Credo che Steven possegga tutti i numeri per stracciarci. Guarda solo cosa è riuscito fare con la Raleighvale. Io, invece, ho avuto solo a che fare con fondazioni umanitarie o attività con una notevole liquidità.»

    «Esattamente come me.»

    Una volta che le loro strade si furono divise, Geoff rimase seduto nella propria auto a riflettere su come affrontare il pesante impegno che si era appena accollato. Avrebbe di certo travato un modo, come sempre. Tuttavia, almeno per una volta nella vita, gli sarebbe piaciuto trovare qualcosa che fosse solo per lui. Rispettava gli impegni familiari, presenziando alle cerimonie reali che per sua madre e le sue sorelle erano di assoluta importanza. Ora si ritrovava a dover assumere la direzione di una compagnia. La sfida lo stuzzicava e lo spingeva a voler surclassare i fratelli.

    Henry e Steven erano degni avversari e questa era la giusta chance per dimostrare a se stesso, in qualità di maggiore dei bastardi Devonshire, di poter fare la parte del leone.

    1

    La cena di beneficienza, quella stessa sera, fu lunga e noiosa. Unica nota positiva, la sala che era stata riservata al Ritz per quell’evento era davvero splendida.

    La sua accompagnatrice per la serata era Mary Werner, figlia di un manager multimilionario. Fidanzata perfetta, se lui fosse stato alla ricerca di una moglie. Ma non lo era, sebbene la famiglia di lei si aspettasse, a breve, una proposta di matrimonio.

    Le sue sorellastre, Gemma e Caroline, rispettivamente di ventitré e ventuno anni, l’avevano soprannominata la sposa vergine. Come dar loro torto? Per quanto deliziosa, Mary era troppo remissiva per uno come lui.

    D’improvviso, ci fu una valanga di flash e scatti all’entrata del salone. Lui lanciò un’occhiata da sopra la spalla e vide Amelia Munroe che sorrideva radiosa ai fotografi ammassati attorno a lei. Indossava un abito rosso aderente, che esaltava tutte le sue curve generose, e teneva in braccio un cagnolino che abbaiava furioso.

    Lei pronunciò qualcosa con il suo arrogante accento americano, quindi gettò la testa indietro, ridendo.

    E destò l’interesse di Geoff.

    «Oh, è Amelia» commentò Mary con il suo solito tono pacato.

    «Già. La sua entrata non passa mai inosservata.»

    «La guardano tutti. Mi domandò come faccia ad attrarre così tanta attenzione.»

    Lui lo sapeva molto bene. Era il suo corpo, il suo sorriso, la sua sicurezza. Portava i capelli neri e ricci raccolti, e l’accurata acconciatura metteva in risalto l’ovale perfetto del viso. Gli occhi, di un blu intenso, emanavano una luce incredibile. Quasi magica. Ogni uomo la desiderava e ogni donna avrebbe venduto l’anima al diavolo per essere come lei.

    «Immagino che la raccolta fondi per i bambini africani sia la sua opera buona dell’anno» rivelò Mary.

    In quell’istante, Hubert Grace, uno degli amici del patrigno di Geoff, si scusò e si alzò da tavola per raggiungere Amelia.

    Lui corrugò la fronte, stupito da quel gesto, e voltò le spalle alla nuova venuta. Sebbene attratto da Amelia, sapeva che ciò che desiderava fare con quella donna era troppo pericoloso per la quiete della sua mente. Inoltre, dopo aver accettato l’accordo con Malcolm, si era imposto di comportarsi bene. Cosa, per lui, considerevolmente impegnativa.

    Mary scosse la testa. «Come fa Amelia a non rendersi conto del subbuglio che sta creando?»

    «Ti disturba, forse?»

    «No... non proprio.»

    Mary era una bella ragazza, dai lineamenti delicati. Carnagione

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