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Doppia identità: Harmony Destiny
Doppia identità: Harmony Destiny
Doppia identità: Harmony Destiny
E-book154 pagine2 ore

Doppia identità: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Amare e abbandonare è la sua specialità.
Che Jude Crenshaw sia l'uomo perfetto per quell'incarico nessuno può metterlo in dubbio. Il suo aspetto da duro e il suo sguardo ammaliatore faranno innamorare all'istante l'innocente e dolce Carina Patterson. Come agente segreto sa che deve ottenere il maggior numero d'informazioni possibile prima di venire scoperto.
Innamorarsi non è certo nei suoi programmi.
Per qualche motivo la tenera Carina non si sente tranquilla guardando oltre gli stivali consumati e il viso da sbruffone di Jude. Sa che lui è lì per svolgere un lavoro difficile, ma anche lei rischia il suo nome, l'affetto della sua famiglia e soprattutto il suo cuore. Tutto questo senza essere certa né della sua onestà né dei suoi sentimenti.
LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2019
ISBN9788830506275
Doppia identità: Harmony Destiny
Autore

Annette Broadrick

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Doppia identità - Annette Broadrick

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Double Identity

    Silhouette Desire

    © 2005 Annette Broadrick

    Traduzione di Elisabetta Elefante

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-627-5

    1

    Il telefono squillò alle sette in punto, svegliandolo da un sonno profondo. Jude allungò una mano verso la cornetta senza nemmeno aprire gli occhi. «Crenshaw.»

    «Ufficio della signora Kincaid. Attenda in linea, prego.»

    Jackie Kincaid era il suo diretto superiore alla National Security Agency, NSA, per cui Jude lavorava da quattro anni. Assunto subito dopo aver lasciato il Corpo Speciale dell’esercito, era stato in servizio attivo fino a sei mesi prima, quando, in seguito a una promozione, era passato a occuparsi di supervisione.

    Chiedendosi come mai Jackie lo chiamasse a casa a quell’ora del mattino, si sedette e si passò una mano sul viso.

    «Jude? Ciao, sono Jackie. Scusa per l’ora. Ho provato a chiamarti ieri, ma a casa non c’eri. E il tuo cellulare non era raggiungibile.»

    «Ero in vacanza sulla west coast. Sono rientrato stanotte.»

    «So che hai ancora una settimana di ferie, ma qui abbiamo un problema che puoi aiutarci a risolvere.»

    «Mancanza di personale?»

    «Non proprio. Alle nove abbiamo una riunione al dipartimento. Dovresti venire anche tu.»

    «Quale dipartimento?»

    «Alla DEA.»

    Era la sigla della Drug Enforcementy Agency, la Squadra Narcotici. «Hai detto alle nove?»

    «Sì. Ce la fai per quell’ora?»

    Jude soffocò uno sbadiglio. «Certo.»

    «Perfetto. A più tardi.»

    Jude si alzò e allungò le braccia verso l’alto per stendere i muscoli della schiena. Il suo corpo era ancora abituato all’ora della costa pacifica: era come se dovesse svegliarsi e mettersi in funzione alle quattro del mattino!

    Si trascinò in cucina, mise sul fuoco la caffettiera e andò in bagno a farsi una doccia. Si guardò brevemente allo specchio: doveva passare dal barbiere a tagliare i capelli, pensò. Quelle due settimane passate ad abbrustolirsi al sole della California gli avevano schiarito i capelli biondi e aveva un’abbronzatura invidiabile.

    Si lavò, si fece la barba, si vestì e tornò in cucina, per una prima dose di caffeina. Versò il caffè rimasto nel thermos che decise di portare con sé e si avviò nel garage, dove teneva la sua dolce metà.

    La Porsche Cabriolet nera passava molto più tempo in garage che per strada, purtroppo. Quella macchina era il grande amore della sua vita: la giusta compagna, per uno come lui. La trovava sempre a casa ad aspettarlo quando tornava dal lavoro, non si lamentava dei suoi orari impossibili, non richiedeva cure particolari e Jude non doveva preoccuparsi di fornirle vitto e alloggio quando era in missione.

    Si mise al volante, azionò il telecomando che apriva la porta del garage e girò la chiavetta dell’accensione. Sorrise compiaciuto nell’udire il ronzio ovattato della messa in moto: la sua bella stava facendo le fusa per lui.

    Sorseggiando il caffè, affrontò con la calma di sempre il traffico congestionato e caotico dell’ora di punta. Una volta raggiunto il palazzo di vetro che ospitava la NSA, fece un salto nel suo ufficio per controllare la posta, prima di dirigersi in quello del suo superiore.

    L’assistente della Kincaid alzò gli occhi dalla corrispondenza che stava aprendo nel vederlo arrivare. «Bentornato, Occhi Belli.» La sua espressione era maliziosa. «Complimenti per l’abbronzatura. Piacerebbe anche a me non avere nulla di meglio da fare che starmene spaparanzato in spiaggia, per aumentare la tintarella.»

    «Come vedi, però, sono qui. Ho appuntamento con Jackie.»

    «Sì, lo so. Accomodati. Comunque, abbronzato, sei anche meglio di un divo del cinema. A quante donne hai dovuto dire di no in questi ultimi giorni?»

    Jude rise. «Meno di quante ne immagini.»

    Trentatré anni, felicemente sposata e con tre figlie piccole, Justine scherzava con lui dal giorno in cui si erano conosciuti, dicendogli che sarebbe stata felice di diventare sua suocera se fosse stato disposto ad aspettare che una delle bambine arrivasse almeno alla maggiore età.

    Tre uomini e una donna sedevano davanti alla scrivania di Jackie, quando Jude entrò. Avevano delle facce torve da far spavento.

    Il più anziano degli uomini si alzò e si girò verso di lui. Sui cinquanta, aveva folti capelli neri spruzzati di grigio sulle tempie e occhi a cui non sfuggiva niente, che scrutarono subito Jude da capo a piedi.

    «Jude, questo è Sam Watson, della Narcotici. Lo accompagnano gli agenti John Green, Hal Pennington e Ruth Littlefield.» Si alzarono tutti. Compresa Jackie, che propose di spostarsi in sala riunioni, dove avrebbero potuto parlare più tranquilli.

    Una volta seduti intorno a un lungo tavolo ovale, Jackie passò la parola a Sam, invitandolo a spiegare il motivo per cui lo avevano chiamato.

    L’uomo non si perse in preamboli. «Abbiamo un problema nella nostra sede di San Antonio. La settimana scorsa, uno dei miei uomini è rimasto ucciso e abbiamo motivo di ritenere che il responsabile della sua morte sia un altro agente del reparto.»

    Jude si raddrizzò sulla sedia. «Brutto affare.»

    «Già.» L’espressione di Sam si era fatta ancora più scura, se possibile. «Ho bisogno di una persona della massima fiducia, disposta a lavorare per noi sotto copertura. Mi è capitato tra le mani il suo dossier e ho letto che spesso si è visto affidare incarichi del genere.»

    «Vero.»

    «E lei è originario del Texas.»

    «Non si sente dall’accento?»

    «Mi risulta anche che proviene da una famiglia piuttosto conosciuta, da quelle parti.»

    «Siamo un bel numero, sì.»

    «Perciò sarebbe l’ideale per questo incarico. Si tratterebbe di questo» continuò Watson. «Da qualche tempo, stiamo tenendo d’occhio i Patterson, una famiglia titolare di una grossa compagnia di import-export che, a nostro avviso, potrebbe essere solo una copertura per attività illecite; nella fattispecie, un grosso traffico di stupefacenti. Greg, l’agente ucciso, stava cercando prove concrete del loro coinvolgimento in questi loschi affari: abbiamo una certa fretta di spedirli al fresco, specie adesso che pensiamo abbiano corrotto qualcuno dei nostri. Anzi, ne siamo quasi certi, dal momento che pare conoscano in anticipo ogni nostra mossa: è evidente che hanno una talpa all’interno dell’agenzia che li tiene informati. Abbiamo effettuato un paio di perquisizioni in vari magazzini, ma non abbiamo trovato niente e rischiamo di beccarci una denuncia per vessazione ai danni di questi onestissimi uomini d’affari.» Watson si arrestò per bere un goccio d’acqua. Quindi riprese. «Due giorni prima di morire, Greg scavalcò il suo referente e chiamò direttamente me per dirmi che aveva dei sospetti su un paio di colleghi: era stato trovato un indizio importante e aveva avuto l’impressione che i colleghi non lo avessero riferito a chi di dovere. Mi disse che presto li avrebbe inchiodati. Gli risposi di chiamarmi appena avesse avuto in mano qualche certezza. Quella però fu l’ultima volta che parlai con lui: due giorni dopo, rimase ucciso in uno strano incidente d’auto.»

    «Forse da qualcuno che aveva capito che si era messo in contatto con lei.»

    «È quel che sospetto anch’io. Ho fatto finta di credere che si sia trattato di un incidente e ho comunicato agli altri uomini della squadra che l’inchiesta è stata archiviata per mancanza di prove; così ora i Patterson possono continuare a lavorare indisturbati.»

    Jude aggrottò la fronte. «E io che dovrei fare?»

    «Abbiamo bisogno di qualcuno addestrato a lavorare sotto copertura, per continuare a indagare sottotraccia. John, Hal e Ruth vengono dalla nostra sede della Virginia: saranno in squadra con lei. A San Antonio non li conosce nessuno. Indagherete insieme per scoprire chi ha fatto fuori Greg. E poi, ci serve qualcuno che avvicini i Patterson senza insospettirli. Lei è del Texas, ha portato brillantemente a termine incarichi simili e proviene da una famiglia in vista. Perciò ho chiesto a Jackie se potevo chiederla in prestito, per così dire.»

    Jude si grattò il mento. «È un po’ di tempo che non sono in servizio attivo. Sono arrugginito.»

    «Certe cose non si dimenticano. E poi, lei era uno dei migliori.»

    «Se ho capito bene, dovrei andare a San Antonio, fare amicizia coi Patterson e cercare prove che dimostrino il loro coinvolgimento in certe attività illegali.»

    «Esatto.»

    «E come dovrei avvicinarmi a loro?»

    «Abbiamo già un piano. Si dà il caso che i Patterson abbiano una figlia. Venticinque anni. Single. Troveremo il modo di farvi incontrare e lei la inviterà a cena fuori. Comincerete a frequentarvi, così potrà entrare in casa Patterson senza insospettire nessuno.»

    «Cioè, dovrei fare la corte a questa ragazza.»

    «In parole povere, sì.»

    «E se a lei la cosa non andasse a genio?»

    «Col suo indubbio fascino e il nome che porta, sono sicuro che non avrà problemi a invitarla a cena. Dopo di che, improvvisi. È chiaro che dovrà cercare di incontrarsi con lei il più spesso possibile.»

    Jude si accorse che Ruth sembrava divertita. «Sarò anche un agente addestrato, ma quello che lei chiama il mio indubbio fascino potrebbe non fare presa sulla signorina. E sinceramente non mi ci vedo nei panni del donnaiolo impenitente.»

    «Dovrà imparare a recitare allora, perché è proprio questo il ruolo in cui dovrà calarsi. Abbiamo già provveduto a quella che sarà la sistemazione di voi quattro, per tutto il tempo che dovrete restare laggiù. Lei dovrà dare l’impressione di essere un Casanova senza scrupoli, un playboy ricco sfondato che passa le sue serate a godersi la vita al fianco di una sfilza di belle ragazze. E con il pallino per l’arte.»

    «Perché per l’arte?»

    «La figlia dei Patterson... una certa Carina... suona il pianoforte. Frequentava il terzo anno alla Juilliard di New York, quando suo padre si è ammalato ed è dovuta tornare in Texas. Vive in un appartamentino di San Antonio, ma conta di tornare sulla East Coast appena possibile, per prendere il diploma del conservatorio. Perciò lei dovrebbe mostrare un certo interesse per la musica, fare donazioni a sostegno di qualche nobile causa artistica e trovare il modo di avvicinarla. Se vogliamo spedire al fresco quei delinquenti, stringere amicizia con Carina potrebbe aiutarci parecchio.»

    «È immischiata anche lei in quei loschi traffici?»

    «E chi può dirlo? È possibile. Dovrà scoprire anche questo. Mi sembra la strada più giusta da percorrere, al punto in cui siamo.»

    Jude si concesse un minuto per prendere una decisione. «Va bene. Accetto.»

    Soddisfatto, Sam Watson aprì la valigetta che aveva posato sul tavolo e ne tirò fuori un voluminoso fascicolo. «Qui ci sono i nostri dossier sulla famiglia Patterson. Troverà tutto quello che sappiamo sul loro conto.»

    «Quando comincio?»

    «Facciamo ieri?» replicò Sam, ironico.

    Jude annuì. «Ho

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