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Inganno e passione: Harmony Collezione
Inganno e passione: Harmony Collezione
Inganno e passione: Harmony Collezione
E-book154 pagine3 ore

Inganno e passione: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Tawny Blake non ha scampo, è appena stata colta sul fatto mentre cercava di rubare il computer portatile di Navarre Cazier. Sapere che lo stesse facendo solo per salvare la reputazione di una sua collega non avrebbe fatto alcuna differenza: quello che l'attendeva era il licenziamento in tronco. Invece, resta impietrita di fronte all'inattesa proposta che le avanza l'affascinante milionario: lei, una normalissima ragazza che non ha nulla a che vedere con la mondanità cui Navarre è abituato, dovrebbe recitare la parte della sua fidanzata ufficiale. In pubblico... ma non solo!
LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2018
ISBN9788858991527
Inganno e passione: Harmony Collezione
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Anteprima del libro

    Inganno e passione - Lynne Graham

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Vow of Obligation

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2012 Lynne Graham

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-152-7

    1

    «Ti ha visto qualcuno salire nella mia suite?» si affrettò a chiedere Navarre Cazier in italiano, lingua che gli veniva naturale come il natio francese.

    Tia fece una smorfia incurvando le labbra, un’espressione che, a dispetto dell’eccessiva raffinatezza, le conferiva un’aria estremamente giovane e ingenua come si addice a una delle attrici più richieste del mondo. «Sono entrata di nascosto dalla porta di servizio...»

    Navarre sorrise perché quando lo guardava in quel modo, con gli occhioni azzurri immensi che tradivano imbarazzata vulnerabilità, non poteva farne a meno. «È per te che mi preoccupo. I giornalisti ti seguono ovunque...»

    «Non qui...» dichiarò Tia Castelli gettando indietro il capo in modo che la massa di seta dei capelli biondi le ricadesse sulle spalle. «Ma non abbiamo molto tempo. Alle tre Luke torna al nostro albergo e io devo esserci.»

    Al riferimento del marito, una celebre, instabile rockstar, il viso di Navarre s’irrigidì e gli occhi di smeraldo s’incupirono.

    Tia fece scorrere con disapprovazione una mano dalla manicure perfetta lungo la linea della sua bocca. «Non fare così, mio caro. È la mia vita. Prendere o lasciare... e non sopporterei che tu scegliessi la seconda opzione!» lo mise subito in guardia. Il tono affettato tradiva l’insicurezza che nascondeva al mondo. «Mi dispiace, mi dispiace proprio tanto che per noi sia così!»

    «Va tutto bene» la tranquillizzò Navarre mentendo. Non sopportava di essere un piccolo, sporco segreto nella sua vita, ma l’alternativa era rompere i rapporti e, benché fosse risoluto e ostinato, era incapace di farlo.

    «Ti farai accompagnare da una partner alla cerimonia della consegna dei premi, vero?» inquisì Tia, chiaramente ansiosa. «Luke è così sospettoso nei tuoi confronti.»

    «Sarà con me Angelique Simonet, la più famosa indossatrice di Parigi» rispose asciutto Navarre.

    «Ma lei sa di noi?» incalzò l’attrice sempre più preoccupata.

    «Ovviamente no.»

    «Lo so... lo so... mi dispiace, ma c’è talmente tanto in ballo!» gemette Tia. «Non posso permettermi di perdere Luke!»

    «Fidati di me.» Navarre la abbracciò per confortarla. Lei aveva gli occhi lucidi di lacrime, quelle lacrime che sgorgavano con tanta facilità, e tremava per la tensione nervosa. Navarre evitò di domandarsi cosa facesse o dicesse Luke Convery per ridurla in quello stato di soggezione. Il tempo e l’esperienza gli avevano insegnato che era meglio non approfondire. Meglio non chiedere, non sapere. Lui non interferiva nel suo matrimonio almeno quanto lei non poneva domande sulle sue amanti.

    «Non sopporto non vederti per così tanto tempo. Mi sembra sbagliato» mormorò Tia, «ma ho raccontato talmente tante menzogne che penso di non essere più in grado di dire la verità.»

    «Non importa» la tranquillizzò Navarre con una gentilezza che avrebbe stupito alcune delle donne che avevano fatto parte della sua vita.

    Navarre Cazier, il leggendario industriale francese multimilionario, aveva la reputazione di amante generoso ma distaccato eppure, anche se non faceva mistero di volere restare single, le donne gli si aggrappavano addosso annoiandolo con dichiarazioni d’amore. Tia, tuttavia, apparteneva a una categoria a parte, e con lei seguiva regole del tutto diverse. Abituato com’era all’indipendenza, era tenace, sicuro di sé e indiscutibilmente egoista, ma con Tia aveva sempre nascosto questi lati del carattere o, se non altro, aveva cercato di adeguarsi alle sue necessità.

    Più tardi, dopo che Tia se ne fu andata, Navarre stava andando a fare la doccia quando il cellulare ronzò accanto al letto. L’aria era ancora pervasa dal profumo di Tia. Ben presto l’avrebbe rivista, ma il prossimo incontro sarebbe stato in pubblico e avrebbero dovuto fare attenzione, perché Luke Convery era una testa calda, fin troppo conscio delle precedenti storie clandestine della bellissima moglie e degli svariati matrimoni. Il marito di Tia era sempre a caccia di un segnale che gli confermasse che l’attenzione della moglie era rivolta altrove.

    La telefonata era di Angelique, e Navarre divenne di umore nero quando scoprì che l’attuale amante non l’avrebbe raggiunto a Londra. Le era stata offerta una campagna pubblicitaria televisiva per un importante marchio di cosmetici, e neppure lui poteva far vacillare il suo desiderio di trarre il massimo da questa opportunità di carriera.

    Aveva l’impressione che la vita cospirasse per frustrarlo. Quella settimana aveva bisogno di Angelique, e non soltanto come paravento per proteggere Tia dalle voci maligne che avevano collegato il suo nome a quello di lei in occasioni passate. Doveva anche concludere una difficile trattativa con il marito di un’amante precedente che stava tentando di ripristinare il loro legame. Quindi, una donna al suo braccio e un’ipotetica relazione seria, erano necessità inderogabili sia per la tranquillità di Tia sia per il buon esito della trattativa. Merde, cos’avrebbe fatto senza una partner, a quel punto? Di chi avrebbe potuto fidarsi per far recitare la parte di una falsa fidanzata senza che avanzasse ulteriori pretese?

    Urgente – devo parlarti, era il messaggio che comparve sul cellulare di Tawny che scese le scale di corsa senza prendere fiato, domandandosi cosa fosse successo all’amica Julie.

    Julie era la receptionist nello stesso albergo esclusivo di Londra in cui lavorava lei e, benché le due giovani non si conoscessero da molto, Julie si era dimostrata un’amica fidata. La sua cordialità aveva reso più sopportabili i primi giorni di lavoro di Tawny, che aveva scoperto che l’incarico di cameriera ai piani era considerato il livello più basso da parte di tutto il resto del personale. Era grata per la compagnia che le faceva Julie quando le loro pause coincidevano. Ma la loro amicizia era andata ben oltre, dovette ammettere sorridendo. Quando, con un breve preavviso, lei aveva dovuto lasciare la casa della madre, Julie l’aveva aiutata a trovare un’altra sistemazione a un prezzo ragionevole e le aveva messo a disposizione la macchina per fare il trasloco.

    «Sono nei guai» esordì con aria drammatica Julie, una graziosa biondina, quando Tawny la raggiunse nel locale riservato al personale, in quel momento deserto.

    «Che tipo di guai?»

    Julie si sporse in avanti e sussurrò con aria cospiratrice. «Sono andata a letto con uno degli ospiti.»

    «Ma sarai licenziata se si viene a saperlo!» esclamò inorridita Tawny, scostando dalla fronte sudata i riccioli color tiziano. Cambiare la biancheria a molti letti era un lavoro faticoso, ed era già sfinita anche se le mancavano diverse camere.

    Julie alzò gli occhi al cielo, per niente impressionata. «Non mi hanno scoperto.»

    La pelle di porcellana del viso che diventava rosso fuoco, Tawny avrebbe voluto aver dato prova di più tatto. Non intendeva certo giudicare Julie.

    «Chi è il tipo?» domandò, colta da curiosità perché l’amica non aveva mai fatto nessun nome e questo significava che si era trattato di un’avventura di breve durata.

    Con un’occhiata timida, Julie lasciò cadere la bomba. «Navarre Cazier.»

    «Navarre Cazier?» Tawny era scioccata.

    Sapeva esattamente di chi Julie stesse parlando perché era compito suo tenere in ordine l’attico. Il multimilionario francese scendeva in albergo almeno un paio di volte al mese e le lasciava sempre una generosa mancia. Non aveva grandi pretese e non lasciava la camera in particolare disordine, il che lo rendeva un cliente ideale. L’aveva visto una volta di sfuggita, da lontano, perché il suo lavoro richiedeva di essere invisibile. Ma dopo che Julie gliel’aveva citato diverse volte, si era incuriosita al punto da volerlo osservare meglio, e aveva capito perché l’amica fosse così intrigata. Navarre era molto alto, aveva i capelli neri e, anche al suo sguardo critico, era incredibilmente affascinante.

    Camminava, parlava e si comportava come un dio che domina il mondo, ricordò distrattamente Tawny. Era emerso dall’ascensore a capo di un esercito di tirapiedi addestrati, dotati di cellulare, che si dannavano per seguire il fiume di istruzioni che riversava su di loro in due lingue diverse. La sua prorompente personalità, la vulcanica energia e il fisico notevole avevano lo splendore di un fascio di luce nell’oscurità. Lei aveva avuto l’impressione di un dispotico individuo con la mente che funzionava alla velocità di un computer, un uomo le cui aspettative ben difficilmente erano soddisfatte dalla realtà.

    «Come sai, avevo messo gli occhi su Navarre da un po’. È fantastico» sospirò Julie.

    Navarre e Julie... amanti? Una lieve sensazione di disgusto assalì Tawny mentre si liberava dai ricordi per tornare al presente. Era colpita perché si trattava di due persone che non avevano niente in comune, ma Julie era molto graziosa e lei aveva esperienza sufficiente per sapere che questo ad alcuni uomini bastava. Evidentemente, il sofisticato multimilionario non era contrario al sesso occasionale.

    «Allora, qual è il problema?» chiese Tawny nel penoso silenzio che si era creato, resistendo alla curiosità di chiedere com’era andato l’incontro. «Sei rimasta incinta o qualcosa del genere?»

    «Oh, non essere stupida!» sbottò Julie come se la semplice ipotesi fosse una battuta. «Ma purtroppo ho fatto con lui qualcosa di molto stupido...»

    Tawny corrugò la fronte. «Che cosa?» incalzò, poco abituata alla reticenza dell’amica.

    «Mi sono lasciata trasportare a tal punto da permettergli di scattarmi delle foto nuda. Sono nel suo portatile!»

    A Tawny, sconvolta per quella rivelazione imbarazzante, salì il colore alle guance. Quindi il francese amava fotografare le donne nude in camera, pensò con un brivido di disgusto. Immediatamente Navarre Cazier scese nella sua stima a un livello infimo.

    «Ma come diavolo hai potuto acconsentire?» domandò ancora incredula.

    Julie si soffiò il naso e Tawny si sorprese nello scorgere il luccichio delle lacrime negli occhi castani. «Julie?» incalzò con più dolcezza.

    L’amica sorrise, chiaramente imbarazzata. «Puoi immaginare perché ho acconsentito» cominciò con la voce incrinata dalle lacrime. «Non volevo sembrargli puritana. Speravo che, assecondandolo, avrebbe voluto rivedermi. I ricchi si annoiano subito: devi essere disposta a nuove esperienze per mantenere il loro interesse. Invece non ho più saputo niente di lui e ora sto male all’idea che abbia quelle mie foto.»

    Tawny riusciva a capire perfettamente. Un tempo sua madre, Susan, aveva tentato allo stesso modo di fare colpo su un uomo ricco. Nel caso di Susan si trattava del datore di lavoro e la loro relazione segreta era andata avanti per anni, sfociando nella gravidanza che aveva prodotto una figlia – lei – e nella deludente scoperta di sua madre di essere ben lungi dall’unica storia extraconiugale dell’amante.

    «Chiedigli di distruggere quelle foto» suggerì Tawny rigida, profondamente a disagio, ma provando empatia per la delusione dell’amica. Sapeva quanto si era sentita ferita sua madre scoprendo che, dopo una relazione di anni, lei non contava niente. Ma Julie aveva vissuto la storia di una sola notte e si sarebbe ripresa velocemente.

    «Gliel’ho chiesto quando è arrivato ieri, ma si è rifiutato.»

    Tawny era perplessa. «Be’... ehm...»

    «Tutto quello che mi serve è avere in mano il suo portatile per cinque minuti e ci penso io» disse

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