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Ryder (eLit): eLit
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E-book109 pagine57 minuti

Ryder (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Fortune's Children 13
Non ci voleva proprio un'altra difficoltà, oltre a quella di dover sanare una delle aziende della zia, e invece Ryder Fortune si trova alle prese anche con una collaboratrice del tutto incompetente. Stare a stretto contatto, però, a volte permette di valutare in modo diverso ciò che, a una prima occhiata, appare negativo, soprattutto quando quel contatto si trasforma in una scintilla d'amore!
LinguaItaliano
Data di uscita2 dic 2019
ISBN9788830505230
Ryder (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Ryder (eLit) - Barbara Boswell

    successivo.

    Prologo

    Un maestoso abete decorato troneggiava al centro della sala e splendide stelle di Natale circondavano la candida torta a tre piani. Poiché il suo genetliaco cadeva vicino alle festività natalizie, era stata la stessa Kate a decidere di far coincidere il tradizionale party aziendale con la sua festa di compleanno.

    Percorse con lo sguardo la sala affollata di ospiti di tutte le età che parlavano, ridevano, si rimpinzavano. Si stavano divertendo. C'erano tutti: i suoi figli, i nipoti, i pronipoti, con le relative famiglie al seguito.

    Li adorava tutti quanti.

    L'unica persona che non appartenesse alla famiglia era la sua segretaria personale, Kelly Sinclair, addetta alle pubbliche relazioni. Era suo il merito di aver organizzato quella festa, studiandola nei minimi dettagli.

    Kate non sarebbe potuta essere più soddisfatta. Vuoi per la distanza, vuoi per gli impegni di ognuno, negli ultimi tempi era sempre più difficile riuscire a riunire tutta la famiglia sotto lo stesso tetto, ma nessuno dei suoi cari aveva voluto mancare all'appuntamento, trattandosi del suo compleanno.

    «Sono venuti tutti» osservò Sterling, affiancandola. «Ma me lo aspettavo. Un doveroso tributo a una donna davvero speciale.»

    Sterling era il suo secondo marito, ma anche il suo migliore amico, il suo complice e il suo avvocato. Tutti ruoli che svolgeva con uno spiccato senso dell'umorismo, con intelligenza e candore. La sua collaborazione le era stata indispensabile per realizzare il suo ultimo progetto: elargire dei doni un tantino particolari a tre Fortune dell'ultima generazione.

    «Hai già parlato ai ragazzi?» domandò Sterling.

    I ragazzi in questione erano Chase, Ryder e Hunter, che avevano rispettivamente trentaquattro, trentadue e ventinove anni; ma Kate comprendeva il punto di vista di Sterling. Anche per lei chiunque fosse sotto i cinquanta era poco più di un adolescente.

    «Pensavo di parlare con ciascuno di loro separatamente.»

    I tre erano cugini, nipoti di Ben Fortune, il suo primo marito.

    Kate li teneva d'occhio da sempre. Aveva seguito le vicissitudini che avevano fatto di loro tre uomini maturi, dotati di una personalità forte e decisa. Ma erano tutti e tre a una svolta della loro vita. Dalle decisioni che avrebbero preso quella sera sarebbe dipesa la loro felicità e il loro successo.

    Avevano bisogno di lei.

    «Chase, Ryder e Hunter faranno buon uso di quanto sto per dare loro» rassicurò Sterling, che era sempre restio a condividere il suo incrollabile ottimismo. «Dopotutto, ho già fatto qualcosa di simile con gli altri miei nipoti, e finora i risultati mi hanno sempre dato ragione.»

    «Assolutamente» convenne il marito. «Tu sembri possedere il dono di far succedere le cose, mia cara.» Afferrò due calici dal vassoio di un cameriere che si aggirava tra gli ospiti. «Vogliamo brindare ai tuoi futuri successi?»

    Kate accettò lo champagne e sorrise. «Con molto piacere.»

    Ryder fissava a occhi sgranati lo scintillio delle mille e mille lucine che si rincorrevano sull'enorme albero di Natale. Tutt'intorno, gli altri invitati festeggiavano allegri: lui invece ancora stentava a credere a quanto le aveva detto la zia Kate, poco prima.

    Gli aveva offerto di dirigere una Compagnia: un'azienda che si occupava di design, simile a quella che un tempo era stata di suo padre, e che suo padre aveva avuto in mente di cedergli non appena avesse terminato gli studi.

    Ma, all'epoca, Ryder aveva avuto altri progetti.

    Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria, con una specializzazione in disegno industriale, aveva dato un calcio a tutto quanto, mandando all'aria anni e anni di studio e di preparazione. Improvvisamente, il mondo degli affari gli era sembrato troppo limitato: una specie di condanna all'ergastolo da scontare in una prigione dorata, ma pur sempre una prigione. Un destino che a ventitré anni gli era sembrato insopportabile.

    Voleva fare qualcosa di più avventuroso e di più eccitante.

    Perciò aveva restituito a suo padre le azioni che gli aveva già intestato, aveva liquidato la sua fidanzata, e si era rivolto a Kate chiedendole se avesse qualcosa da proporgli. Qualcosa che non lo costringesse a starsene tutta la vita chiuso in un ufficio.

    Dopo un serioso colloquio durante il quale aveva voluto assicurarsi che il suo non fosse soltanto un capriccio, Kate lo aveva spedito in Sud Africa, a lavorare nella miniera di diamanti che faceva capo alla sua multinazionale.

    I genitori di Ryder non avevano fatto i salti di gioia di fronte a quella sua defezione, ma l'avevano presa sicuramente meglio della sua fidanzata Victoria, che aveva avuto una plateale crisi di nervi quando lui era andato a dirle addio. In seguito, gli avevano comunicato che la poverina si era consolata sposando un attempato cardiochirurgo, ma secondo la sorella Charlotte, le bastava ancora sentir pronunciare il nome di Ryder per cominciare a dare in escandescenze.

    A lui, invece, sentir pronunciare il nome di Victoria non faceva né caldo né freddo.

    Andato via suo figlio, James Fortune aveva continuato a dirigere la sua Compagnia per qualche anno, poi l'aveva liquidata e si era trasferito in Arizona con sua moglie Sylvia. A Ryder non era importato.

    Ma il tempo lo aveva cambiato e ora un Ryder più maturo si sentiva pronto ad accettare la sfida di dirigere una Compagnia tutta sua, e quella sera, Kate gliene aveva offerto la possibilità.

    Gli aveva detto di aver acquistato per quattro soldi un'azienda interessante, un tempo ben avviata, che però stava rapidamente perdendo colpi a causa dell'inettitudine e del disinteresse del precedente proprietario.

    «Sono convinta che tu riusciresti non solo a rimetterla in piedi, ma addirittura a farne un'azienda leader nel settore.»

    Ridotto al silenzio dall'incredulità e da tanta generosità, Ryder non era riuscito a spiaccicare nemmeno mezza parola.

    «Cogli la palla al balzo, Ryder» aveva aggiunto Kate. «La Compagnia è tua. Pongo solo una condizione: hai un anno di tempo per riportarla in attivo...»

    A quel punto, se il bilancio non si fosse chiuso con un saldo positivo, la Compagnia sarebbe tornata a far parte della Fortune Cosmetics Corporation, per poi essere venduta al miglior offerente.

    Un anno. Dodici mesi. «Ce la farò» aveva detto, euforico. «Zia Kate, davvero, non ho parole per...»

    «Non sprecare tempo a ringraziarmi. Mostrami dei risultati, piuttosto» lo aveva interrotto lei. «Soprattutto non commettere l'errore di seppellirti in quell'ufficio. Per avere successo, un imprenditore deve condurre una vita equilibrata. Ha bisogno di una casa accogliente, di svagarsi di tanto in tanto. Di avere degli affetti.» Aveva lasciato vagare lo sguardo nella sala. «Una famiglia...»

    Troppo preso a immaginarsi un ritorno trionfale nel mondo degli affari, Ryder non aveva replicato. Ma già sapeva che non avrebbe avuto il tempo di innamorarsi e di mettere su famiglia per un bel pezzo. Trovarsi una moglie significava dover fare vita di società, e lui sarebbe stato troppo impegnato per certe cose.

    Ancora abbagliato da quell'inatteso colpo di fortuna, uscì dal salone senza salutare nessuno dei parenti, la mente già impegnata a fare mille progetti.

    Quella, decise, era la sera più felice e più promettente di tutta la sua vita.

    1

    Trovare collaboratori efficienti e affidabili diventava sempre più difficile, constatò Ryder aprendo la porta del suo ufficio. Accese le luci prima di avviare il computer e di mettere in funzione la caffettiera elettrica. Raccolse la posta dal pavimento e la gettò sulla scrivania.

    I dirigenti di una Compagnia di solito hanno tutto uno staff di assistenti che aprono gli uffici, sfogliano la posta e svolgono certe mansioni di routine.

    Lui no.

    A eccezione della impiegata alla reception, che però arrivava in ufficio molto più tardi di lui, tutti i membri del personale amministrativo avevano dato le dimissioni la settimana prima, dicendo che non condividevano il suo modo di dirigere la Compagnia, troppo diverso da quello del suo predecessore.

    Per forza, rifletté Ryder inviperito. Il suo predecessore era capace di non presentarsi in ufficio per giorni e giorni. Ora che il nuovo principale pretendeva che i suoi dipendenti si

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