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Michael (eLit): eLit
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E-book159 pagine1 ora

Michael (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Fortune's children 4

Diventato uno dei dieci scapoli più ambiti d'America, l'affascinante Michael deve correre ai ripari per proteggersi dalle migliaia di lettere e telefonate che cominciano a sommergere la sua famiglia. Per scoraggiare le pretendenti, finge di fidanzarsi con Julia, la sua assistente: bella, orgogliosa, e con un segreto da nascondere.
LinguaItaliano
Data di uscita3 giu 2019
ISBN9788830500303
Michael (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Michael (eLit) - Barbara Boswell

    successivo.

    1

    Non era insolito che Kristina Fortune s'intrufolasse a sorpresa nell'ufficio del fratellastro Michael, e Julia Chandler, segretaria di Michael, la salutò con calore.

    Julia occupava il piccolo locale antistante alla lussuosa suite dirigenziale di Michael.

    «Ehi, da' un'occhiata a questo!» le consigliò Kristina allungandole una copia di Fame. «È un'autentica cannonata!»

    Julia afferrò il giornale e ne scorse in fretta la copertina, dove un vistoso titolo in neretto, con tanto di sottolineatura e maxi virgolette, prometteva: In questo numero, Top Ten degli Scapoli d'Oro d'America. «Ebbene?»

    «È un'anteprima, sai? La rivista non sarà in edicola prima di domani. Va' a pagina quindici, cara» le ordinò Kristina con un entusiasmo tale da metterla subito sulla difensiva. Kristina, astro nascente del settore pubblicitario, tendeva a prediligere quegli stessi concetti che lì in produzione causavano invece un certo scompiglio.

    «Le scelte prevedibili, vedo» osservò Julia scorrendo la classifica di pagina quindici.

    La sua voce tradiva un certo sollievo: la prevedibilità non era quasi mai foriera di particolari disagi a livello produttivo. Gli Scapoli d'Oro dall'uno al sette includevano il figlio di un ex presidente, un magnate del petrolio, un produttore cinematografico di fama internazionale, un senatore fresco di divorzio, un attore in odor di Oscar, uno scrittore di gialli, un giocatore di pallacanestro e...

    «... Michael Fortune!» Leggendo a voce alta il nome che figurava in ottava posizione, Julia fu scossa da un violento sussulto.

    «Domani, quando uscirà la rivista, le donne dell'intero paese sbaveranno dietro a mio fratello!» esultò Kristina. «Mike diventerà un autentico sex symbol!»

    L'inquietudine salì rapida a mozzarle il respiro. Occupava quell'impiego da quattordici mesi, quel tanto che bastava a intuire che Michael Fortune, suo diretto superiore e vicepresidente del reparto di sviluppo del prodotto della Fortune Corporation, non avrebbe affatto gradito quell'inconsulta nomina a Scapolo d'Oro d'America. Era sull'impresa di famiglia che s'incentrava la vita di Michael, e non sui successi in campo femminile che pure mieteva a piene mani nella nativa Minneapolis. Una volta che la rivista avesse raggiunto le edicole, sarebbe diventato l'oggetto di una caccia romantica su scala nazionale.

    «Secondo te, come reagirà Michael?» la riscosse Kristina.

    Julia pensò bene di glissare. Chi mai poteva sapere quale ruolo aveva avuto la giovane pubblicitaria in quel fiasco annunciato? La prudenza non era mai troppa quando c'erano di mezzo i Fortune. «Uhm, non troppo bene» azzardò incerta. Per non dire altro! «Dopotutto, non è tipo da apprezzare certe frivolezze. Penso che avrebbe preferito essere menzionato nella top ten degli affaristi» soggiunse con circospezione.

    «Affari! Affari!» esplose la ragazza. «Pare che Mike non sappia pensare ad altro!» Scuotendo il capo con visibile frustrazione, incominciò a muoversi da un capo all'altro della stanza con la snervante irrequietezza di una belva in gabbia.

    Un'altra deambulatrice folle, notò Julia. Tutti i Fortune che conosceva lei - e Michael era uno di loro - possedevano una sorta d'inesauribile energia vitale che sembrava richiedere movimento costante. Le loro riunioni familiari dovevano essere come minimo spossanti, con tutta quella grinta che spumeggiava irrefrenabile da ogni membro del clan! Il semplice sforzo di immaginare la scena era più di quanto potesse sopportare una persona quieta e riservata come lei.

    «Mike è un robot!» continuò Kristina. «Non ha sentimenti, non ha una vita! Niente lo sfiora!» Allargando le braccia, cercò lo sguardo di Julia. «Riesci a ricordare l'ultima volta che ha avuto una reazione per così dire umana

    «Be', se non sbaglio, s'è infuriato parecchio quando quella scolaresca in visita al laboratorio di ricerca ha rovesciato lo scaffale delle ciprie e degli ombretti. E questa è una reazione umana, no?»

    «Sì, ma riguarda il lavoro e quindi non conta» sentenziò l'altra tornando a concentrarsi sulla rivista. «Mike è venuto bene in questa foto, non trovi? Anche se è mio fratello, devo ammettere che è proprio affascinante.»

    Julia studiò l'immagine a colori che ritraeva un uomo alto e slanciato, in tenuta da tennis, col corpo teso allo spasimo nell'esecuzione di uno spettacolare rovescio a due mani. La virile bellezza dei suoi lineamenti forti e irregolari - la mascella quadrata, la curva imperiosa del naso, gli occhi azzurro cupo e la bocca grande e sensuale - bastava di per sé a garantirgli l'incondizionata ammirazione del gentil sesso.

    La stessa Julia non poteva dirsi indifferente al fascino di Michael Fortune.

    Ricordava bene il giorno in cui lui l'aveva assunta quattordici mesi prima a seguito di un breve colloquio di lavoro. La sua prorompente mascolinità l'aveva colpita all'istante, e in senso fisico, cosa di cui s'era vergognata moltissimo.

    Nelle prime settimane d'impiego, la sua sola presenza l'aveva gettata in uno stato di continua tensione sessuale, con tanto di rossori incontrollati, inopportune scalmane e palpitazioni a ogni piè sospinto.

    Fortuna ch'era riuscita a dissimulare quell'imbarazzante eccitabilità tanto a Michael quanto ai suoi collaboratori! Le amiche che s'era fatta lì in ufficio le avevano infatti raccontato vita, morte e miracoli delle assistenti che l'avevano preceduta, le stesse che s'erano invano innamorate di Michael Fortune e che avevano finito per cambiare lavoro o per farsi licenziare perché incapaci di sopportare il suo disinteresse emotivo o il suo perfezionismo in campo professionale.

    Julia non aveva nessunissima intenzione di andare a impinguare quell'infausta schiera di pretendenti deluse. Aveva letto svariati articoli sull'inconsistenza dei flirt in ambito aziendale, e non era affatto disposta a rischiare il proprio impiego per una ridicola passioncella a senso unico.

    Col passare delle settimane, il suo cuore aveva cessato di galoppare in presenza di Michael. I rossori erano scomparsi, e alla fine s'era normalizzata anche la sua temperatura corporea.

    S'era così convinta d'aver superato quella pericolosa cottarella. Dopotutto, era troppo furba, troppo giudiziosa per invaghirsi del suo principale...

    Un'infatuazione per Michael sarebbe stata futile oltre che sciocca perché Julia sapeva bene che lui la considerava alla stregua di un'apparecchiatura per ufficio. Sapeva essere utile ed efficiente come il fax, e assai più affidabile della fotocopiatrice che si rompeva in continuazione. L'atteggiamento che Michael ostentava nei suoi confronti era tutto fuorché romantico, e lei si rallegrava all'idea d'aver represso sul nascere ogni fantasia amorosa.

    «Allora, che cosa si prova a lavorare per uno degli Scapoli d'Oro d'America?» la punzecchiò Kristina scoccandole un'occhiata maliziosa. «Sei nubile, e gli stai incollata addosso da mane a sera. Mai pensato di accalappiarlo?»

    Julia rise di quell'assurdità. Non s'illudeva circa il proprio status sociale. Pur occupando lo stesso spazio vitale per un certo numero di ore, lei e Michael Fortune albergavano in universi per così dire paralleli, che non convergevano mai al di fuori dell'ufficio.

    Era una cosa che Julia aveva da tempo imparato ad accettare. «Non ti preoccupare. Michael è al sicuro dalle mie avance.»

    «Non ero preoccupata» ridacchiò l'altra. «A dire il vero...» Ma l'improvvisa apparizione del fratellastro ebbe l'effetto di zittirla all'istante.

    Michael aveva aperto la porta di comunicazione tra il proprio ufficio e quello di Julia, e s'era affacciato sulla soglia. I suoi occhi azzurro cupo, così penetranti nella loro imperiosa freddezza, erano puntati sulla sorella.

    «Mi sembrava d'aver sentito la tua risata sguaiata, Kristina» esordì severo. «Fammi indovinare. Sei qui per propormi un'altra delle tue oltraggiose campagne pubblicitarie? Magari alle spalle dei tuoi superiori?»

    «Quei boriosi bacchettoni tutto fumo e niente arrosto?» fu l'irriverente commento. «Oh, be', non sarebbe la prima volta che li scavalco. Uff, sono così...»

    «... conservatori?» la prevenne lui.

    «Stavo per dire ottusi e retrogradi» contrattaccò Kristina con vigore. «D'altra parte, come pretendere che non lo siano? Risalgono tutti all'amministrazione Nixon, ed è già tanto che non si presentino al lavoro in carrozzella!»

    «Sempre caritatevole, eh?» osservò Michael piccato.

    «Solo sincera.»

    «Anche a costo di sparlare degli altri?»

    «Perché no?»

    «E brava la mia sorellina. Vedo che farai strada in questo mondo di squali.» Un sorriso gli increspò le labbra. «E bada che ti sto facendo un complimento.»

    Nell'assistere a quel vivace scambio di battute al vetriolo, Julia fu come sempre colpita dall'incredibile diversità dei due fratelli Fortune, qualcosa che andava al di là del sesso e dei sei anni d'età che li separavano.

    Kristina era franca e diretta così come Michael era chiuso e controllato. Con tutto che la famiglia lo considerava alla stregua di un enigma, Julia era più propensa a visualizzarlo come un individuo molto riservato, qualcuno che non sentiva il bisogno di condividere con chicchessia i propri sentimenti, specie quelli più reconditi. Da persona introversa qual era anche lei, Julia non aveva difficoltà alcuna a giustificare il suo estremo riserbo.

    Oh, non che Michael fosse timido e impacciato come la sua segretaria... Per carità. Era un uomo forte e deciso, che non conosceva il tarlo del dubbio né il demone dell'esitazione. La sicurezza che trasudava era così assoluta, così totalizzante da sconfinare spesso nell'arroganza.

    Come se non bastasse, sapeva essere più cocciuto d'un mulo, specie quando si trattava di difendere le proprie idee. Julia lo aveva visto tener testa a ogni antagonista, per influente e agguerrito che fosse. E sebbene genitori e parenti continuassero a lamentarsi del fatto ch'era schivo e scostante all'eccesso, nessuno di loro era mai riuscito a convertirlo alla proverbiale socievolezza di famiglia.

    «Insomma, Kristina, si può sapere che cosa ci fai qui?» tornò alla carica Michael con visibile impazienza.

    Lei afferrò la copia di Fame e gliela sventolò sotto il naso. «L'hai già vista, questa?»

    «Che roba è?»

    «Una rivista, è chiaro» sbuffò la sorella alzando gli occhi al cielo. «La stavo mostrando a Julia. C'è un servizio così interessante a pagina quindici...»

    «Riguarda la Fortune?» indagò Michael circospetto.

    «Be', sì. Ma solo in maniera indiretta» ridacchiò Kristina. «Vuoi darci un'occhiata anche tu?»

    «Ne vale la pena?»

    «Direi proprio di sì.»

    «Sta bene» sospirò lui. «Da' qua.»

    La sorella fu lesta a passargli la rivista. «Preparati a una bella sorpresa!»

    «Non mi piacciono le sorprese.»

    «Oh, lo so. E stando alla tua segretaria, non ti piacerà nemmeno questa.»

    Notando il palese imbarazzo di Julia, lui s'insospettì all'istante. «Si può sapere che cosa bolle in pentola?» sbottò seccato.

    «Guarda tu stesso» lo esortò Kristina.

    Michael sbirciò la copertina. «Senti, senti» incominciò sferzante. «Top Ten degli Scapoli d'Oro d'America.» Alzando il capo, incrociò lo sguardo della sorella. «Di' un po', sarebbe questo il servizio interessante

    «Vedessi che fusti! Io e Julia ci stavamo giusto sbavando dietro!»

    Lui guardò la segretaria e, nel vederla arrossire, non poté fare a meno di dispiacersi per lei. Quella monellaccia di Kristina era in vena di burle, e aveva coinvolto la poverina che adesso appariva più mortificata che mai.

    Michael la esonerò all'istante perché trovava del tutto inconcepibile il fatto che la scialba signorina Chandler sbavasse dietro a una schiera di improbabili fusti.

    Julia era sempre attenta, composta ed efficiente, qualità che lui apprezzava in sommo grado

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