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Va bene, capo!: Harmony Collezione
Va bene, capo!: Harmony Collezione
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E-book136 pagine2 ore

Va bene, capo!: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Eccolo, è lui... Com'è affascinante! Attenzione, però, Saskia: stasera non sei venuta per essere sedotta, ma per sedurre...
No, non è possibile! Saskia Rodgers vorrebbe diventare invisibile, ma ormai è troppo tardi. Il suo futuro capoufficio, infatti, è la vittima di uno scherzo crudele oltre che non riuscito di cui lei è stata l'avvenente protagonista. Andreas Latimer l'ha riconosciuta immediatamente e soprattutto l'ha incenerita all'istante con lo sguardo. Non contento, ha deciso di sfruttare la situazione per ricattarla e farsi aiutare nella soluzione di un problema personale: vorrebbe che lei...
LinguaItaliano
Data di uscita12 ago 2019
ISBN9788830502376
Va bene, capo!: Harmony Collezione
Autore

Penny Jordan

Scrittrice inglese, attiva da parecchi anni nell'area della narrativa romantica, è notissima e molto apprezzata dal pubblico di tutto il mondo.

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    Anteprima del libro

    Va bene, capo! - Penny Jordan

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Demetrios Virgin

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2000 Penny Jordan

    Traduzione di Monica Romanò

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2002 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-237-6

    1

    Erano le quattro e quarantacinque quando Saskia si diresse verso l’atrio dell’edificio nel quale lavorava, desiderosa solo di raggiungere l’uscita. Era già in ritardo e non badò alla receptionist, che espresse tutta la sua invidia nel vederla passare. «Beata te che puoi svignartela così presto.»

    Andreas corrugò la fronte nell’udire il commento della receptionist. Era fermo ad aspettare l’ascensore e la donna che era appena passata non l’aveva notato, al contrario di lui. Si trattava di una ragazza bruna con un paio di gambe incredibilmente belle e sfumature di un rosso dorato nei capelli mossi, che le davano un’aria selvaggia.

    Andreas cercò di correggere la direzione presa dai suoi pensieri, sapendo bene che in quel momento una relazione con una donna era l’ultima cosa di cui aveva bisogno.

    La sua fronte si corrugò ulteriormente. Da quando era riuscito a convincere suo nonno a ritirarsi, almeno in parte, dalla gestione della catena di alberghi della loro famiglia e ad affidarla a lui, sembrava che gli interessasse solo vedere il nipote sposato con una cugina di secondo grado. Quel matrimonio, secondo il nonno, avrebbe unito due rami della famiglia, oltre a portare in dote al nipote l’importante compagnia di spedizioni di proprietà della cugina.

    Fortunatamente sapeva che dietro ai progetti del nonno si nascondeva quasi sempre una vena sentimentale, altrimenti non avrebbe permesso a sua figlia, la madre di Andreas, di sposare un inglese.

    Fino a quel momento i tentativi di farlo sposare con la cugina Athena lo avevano solo seccato, anche perché alle insistenze del nonno si erano unite quelle di Athena, fin troppo desiderosa di unirsi a lui in matrimonio. La donna era vedova e maggiore di lui di sette anni, e perdipiù aveva due figlie dal precedente matrimonio con un ricco uomo greco. Andreas era più che convinto che fosse stata proprio Athena a mettere in testa al nonno l’idea di una possibile unione fra loro due.

    L’ascensore giunse all’ultimo piano e Andreas si affrettò a uscire dalla cabina. Non era certo quello il momento migliore per pensare a quei problemi. Avrebbe potuto occuparsi della faccenda dopo aver portato a termine i suoi compiti in Inghilterra, dove doveva trattenersi almeno un paio di settimane, prima di fare ritorno all’isola di proprietà della sua famiglia nel Mar Egeo. Il suo obiettivo, per il momento, era quello di valutare l’attuale gestione economica dell’albergo inglese che la famiglia aveva appena acquistato, per trasformarla in una impresa di successo, come era avvenuto per tutti gli alberghi di proprietà della Demetrios Hotels.

    Andreas era il direttore esecutivo della società, ma suo nonno era abituato a chiedergli comunque conto delle sue decisioni, come aveva sempre fatto fino a quel momento.

    Il suo arrivo all’albergo era previsto per il giorno successivo, ma lui aveva deciso di mettersi subito al lavoro. Era stata una decisione saggia, altrimenti non avrebbe mai scoperto che c’era chi, come la ragazza incrociata poco prima, si permetteva di svignarsela così presto.

    Svignarsela così presto! Saskia sorrise con amarezza, mentre si sbracciava per aggiudicarsi un taxi. Che coraggio aveva avuto la receptionist, dopo averla vista prendere servizio ogni mattina alle sette e mezzo per almeno un mese, senza mai concedersi nemmeno il tempo della pausa pranzo. Tutto il personale era stato avvisato che la Demetrios Hotels, che aveva rilevato la piccola catena che gestiva il loro albergo, era inesorabile quando si trattava di effettuare tagli al personale per diminuire i costi.

    Il giorno successivo ognuno di loro sarebbe stato convocato dalla gestione del personale per incontrare il nuovo direttore, e Saskia non moriva certo dalla voglia di fare la sua conoscenza.

    La sua fama di manager concentrato sul profitto lo aveva ampiamente preceduto. Come quella che gli alberghi della Demetrios funzionavano tutti alla perfezione e garantivano guadagni più che notevoli in virtù della filosofia aziendale applicata, vale a dire: Il cliente ha sempre ragione, anche quando ha... torto.

    Il taxi si fermò davanti al ristorante dove Saskia aveva chiesto di essere portata e lei scese dall’auto, dirigendosi poi verso il locale.

    «Oh, Saskia, eccoti qui. Pensavamo che non arrivassi più.»

    «Scusatemi tanto» si giustificò lei con le amiche, mentre si lasciava cadere sull’unica sedia libera del tavolo da tre nel ristorante italiano in cui avevano deciso di incontrarsi. «Tra i miei colleghi oggi c’era molta ansia. Domani conosceremo il nuovo direttore» spiegò Saskia, chiaramente preoccupata.

    Dopo un attimo, però, si accorse che una delle due amiche non la stava assolutamente ascoltando e che sul suo viso era dipinta un’espressione infelice.

    «Cos’è successo?» le domandò subito.

    «Stavo raccontando a Lorraine che sono sconvolta...» rispose Megan indicando l’altra donna seduta al tavolo, sua cugina Lorraine, di qualche anno più vecchia e con un aspetto molto professionale.

    «Sconvolta?» chiese Saskia, mentre la sua fronte ben disegnata si increspava, sciupando l’ovale perfetto del viso, incorniciato dai lunghi capelli scuri. Allungò una mano e prese un panino, perché stava morendo di fame.

    «È a causa di Mark» proseguì Megan, con voce tremante e con gli occhi color nocciola colmi di dolore.

    «Mark?» ripeté Saskia, posando sul tavolo il pane. «Pensavo che foste in procinto di annunciare il vostro fidanzamento.»

    «Sì, lo eravamo, anzi, lo siamo. Però... Mark ne ha tutte le intenzioni, ma...» Megan non riuscì a finire e Lorraine intervenne in suo aiuto.«Megan crede che ci sia un’altra donna di mezzo» spiegò a Saskia senza mezzi termini.

    Saskia sapeva che Megan, di dieci anni più anziana di lei e di Lorraine, avendo alle spalle un matrimonio fallito, tendeva a nutrire poca stima nei confronti di tutto il genere maschile.

    «Oh, Megan, di certo ti sbagli. Mi hai detto tu stessa che ti ama alla follia.»

    «È ciò che pensavo finora. Soprattutto da quando mi ha chiesto di fidanzarci» spiegò l’amica. «Tuttavia continua a ricevere strane telefonate e non vuole dirmi chi è. Se rispondo io, dall’altra parte riappendono. Lui dice che sicuramente si tratta di persone che sbagliano numero.»

    «È facile che sia così.» Saskia cercò di rassicurarla, ma Megan scosse la testa.

    «Non credo proprio. L’altra sera Mark stava parlando al cellulare quando sono entrata in casa e ha chiuso la comunicazione in tutta fretta.»

    «Gli hai chiesto spiegazioni?» si informò Saskia.

    «Sì, e lui ha risposto che sto immaginandomi tutto» le rispose l’amica con aria infelice.

    «La classica risposta dell’uomo colpevole. Il mio ex mi ha ripetuto per mesi che ero paranoica e poi mi ha lasciata per la sua segretaria...» borbottò Lorraine.

    «Vorrei solo che Mark fosse onesto con me» confidò Megan a Saskia, mentre gli occhi le si riempivano nuovamente di lacrime. «Se c’è un’altra, io... non posso credere che abbia fatto una cosa del genere... pensavo che mi amasse.»

    «Sono sicura che ti ama ancora.» Saskia cercò di consolarla. Non aveva mai conosciuto Mark, ma dalla descrizione di Megan sembrava che fosse l’uomo perfetto per lei.

    «Bene, direi che c’è solo un modo per scoprire la verità» annunciò Lorraine. «Ho letto un articolo che lo spiegava. C’è un’agenzia che se hai dei sospetti sulla fedeltà del tuo partner, provvede a mandare una ragazza a tentare di sedurlo. Mi sembra un’ottima soluzione.»

    «Oh, no. Non potrei mai farlo» protestò Megan.

    «Invece devi» insistette Lorraine con forza. «È il solo modo per sapere se puoi fidarti di lui. Avrei dovuto farlo anch’io, prima di sposarmi. Devi assolutamente farlo. Ricordati che Mark ha appena iniziato la sua attività e fatica ad arrivare alla fine del mese, mentre tu hai ereditato un bel gruzzolo dalla prozia.»

    Saskia ebbe un tuffo al cuore mentre ascoltava. Voleva molto bene alle sue amiche, tuttavia sapeva che Megan spesso permetteva alla cugina di prendere delle decisioni per lei. Saskia non aveva niente contro Lorraine, ma a volte partiva per la tangente e non era disposta a tornare sulle sue decisioni. Saskia era anche convinta che quella fosse una delle ragioni del fallimento del suo matrimonio. In quel momento, però, aveva urgenza di mettere qualcosa sotto i denti e ricominciò a esaminare il menù con sguardo affamato.

    «In fondo è una buona idea» stava dicendo Megan. «Ma non credo che ci sia un’agenzia di quel tipo qui a Hilford.»

    «Non ci serve un’agenzia» protestò Lorraine. «Ciò di cui abbiamo bisogno è un’amica bellissima che Mark non abbia conosciuto e che possa quindi tentare di sedurlo. Se lui reagisce...»

    «Un’amica bella da mozzare il fiato? Più o meno come Saskia?» Era evidente che Megan stava architettando un piano.

    Due paia di occhi si posarono interessati su Saskia, mentre affondava i denti in un pezzo di pane.

    «Proprio come lei» concordò Lorraine ispirata. «Infatti, credo proprio che Saskia sarebbe perfetta.»

    «Che cosa?» Saskia inghiottì il boccone senza masticarlo. «Non potete dire sul serio» protestò. «Non lo farei mai.» Sollevò gli occhi e vide la determinazione negli occhi di Lorraine e la supplica in quelli di Megan. «Non riuscirete a convincermi. Megan, è una follia, non puoi non rendertene conto. Ti sembra giusto fare una cosa simile a Mark? È così che gli dimostri di amarlo?»

    «Non potrà mai fidanzarsi con lui finché non saprà se può fidarsi.» Lorraine appariva oltremodo determinata. «Bene, allora faremo così... Ora dobbiamo solo decidere in quale luogo Saskia potrebbe incontrare casualmente Mark e attuare il piano.»

    «Questa è la sera in cui di solito esce con i suoi amici e mi ha spiegato che avevano in progetto di andare in un locale

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