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Una proposta da un milione di dollari: Harmony Collezione
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Una proposta da un milione di dollari: Harmony Collezione
E-book170 pagine3 ore

Una proposta da un milione di dollari: Harmony Collezione

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Fratelli milionari 2/3

Per concludere il più importante contratto della sua carriera, Fabio Di Fiore ha assolutamente bisogno di avere una fidanzata al proprio fianco durante un evento a Milano. E chi potrebbe interpretare quel ruolo meglio di Chiara, la sexy barista che ogni mattina gli serve il caffè? In fondo la chimica fra loro non manca, anzi, ogni volta che si incontrano fanno scintille. E, soprattutto, lei ha un disperato bisogno dei soldi che lui intende offrirle.

Per convincerla a interpretare la parte, Fabio le ha promesso che avrebbe salvato il padre dalla bancarotta e ha suggellato l'accordo con un anello da un milione di dollari. Ma chi salverà lei dall'attrazione che prova per quell'uomo carismatico e pericoloso?
LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2020
ISBN9788830509306
Una proposta da un milione di dollari: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Una proposta da un milione di dollari - Jennifer Hayward

    successivo.

    1

    Il drink del giovedì sera al Di Fiore era un rito per Fabio Di Fiore e i suoi fratelli fin da quando lui e il minore dei tre, Stefano, avevano realizzato il loro sogno di creare la linea di scarpe e abbigliamento sportivo più cool del mondo.

    La saetta rosso fuoco, emblema del marchio Supersonic, che avevano disegnato proprio a un tavolino di quel bar, nel centro di Manhattan, ora spiccava sui corpi degli atleti più pagati al mondo, rendendolo il più ambito e conosciuto sul mercato.

    Fabio era di umor nero mentre si faceva strada tra la folla, nel bar che lui e Stefano avevano rilevato, creando un locale in stile europeo che era diventato un punto di riferimento per il bel mondo sportivo di New York. Il successo dell'azienda di famiglia e del locale aveva fatto sì che la loro vita fosse più pubblica che privata. Di solito riusciva a sopportarlo, ma l'invasione del suo sancta sanctorum era la classica goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

    Notò le numerose gambe femminili generosamente esposte, poi inspirò la nuvola di profumo costoso nell'aria, abbastanza densa da abbattere un uomo meno forte di lui.

    Era tutta colpa di quella giornalista e della sua dannata rivista. Avrebbe voluto strangolarla.

    «Si sta trasformando in un circo a tre piste...» borbottò sedendosi al tavolo dei fratelli, Stefano e Nico.

    «Perché la giornalista di gossip più chiacchierata della città ha scelto di metterci al secondo posto nella sua lista degli scapoli più ambiti?» Stefano, elegante nel suo completo nero di sartoria, corrugò la fronte. «Se le facciamo causa, potremmo finire dietro Barnaby Alexander. Si porta a letto le donne sventolando i suoi milioni. Lo troverei molto offensivo.»

    «Vecchie famiglie aristocratiche» intervenne Nico. «Avrà voluto rinfrescare un po' la lista...»

    Fabio lanciò un'occhiataccia al fratello maggiore, che per sua fortuna si era tolto dalla piazza, fidanzandosi con Chloe, con cui gestiva Evolution, una delle aziende cosmetiche di maggior successo al mondo.

    «Sono contento che lo trovi divertente» ringhiò.

    Nico alzò le spalle. «Lo faresti anche tu se fossi nel bel mezzo del mio circo a tre piste! Perché ho accettato di sposarmi, proprio non lo so.»

    Fabio non mostrò un grammo di comprensione. Per lui il solo concetto di matrimonio era inconcepibile.

    «Fammi vedere» disse rivolto a Stefano.

    Quest'ultimo fece scivolare la rivista sul tavolo, senza distogliere lo sguardo da una bionda molto glamour, che lo fissava spudoratamente dal bar. Fabio si allentò la cravatta e si sedette, seguendo lo sguardo di suo fratello. «Per niente male» commentò. Proprio il tipo di Stefano... sembra pronta a tutto, pensò.

    Fabio fissò l'attenzione sull'elenco degli scapoli più ambiti di New York, selezionati da Samara Jones di Entertainment Buzz, per quella che definiva un'eccitante avventura estiva. Una specie di mappa per la caccia al tesoro.

    Scorse l'elenco e si fermò al secondo punto.

    Al secondo posto troviamo Fabio e Stefano Di Fiore, bellissimi proprietari dell'azienda di abbigliamento sportivo più popolare sul pianeta. Giovani, ricchi e potenti, sono senza dubbio la più deliziosa doppia dose di testosterone presente a Manhattan. Potete trovarli ogni giovedì sera al Di Fiore, dove ancora tengono le loro riunioni strategiche settimanali.

    Fabio gettò la rivista sul tavolo, disgustato. «Ti rendi conto che questo» disse, volgendo la mano tutt'intorno, «non sarà mai più nostro

    «Rilassati» mormorò Stefano, senza perdere di vista la bionda. «Tra qualche settimana nessuno se ne ricorderà più.»

    «O forse no.»

    Stefano spostò l'attenzione su suo fratello. «Cosa ti rende così nervoso? Non può essere l'articolo» aggiunse, «stai così da settimane.»

    Fabio sospirò e si adagiò contro lo schienale. «Gianni Casale» rispose. «Gli ho parlato, oggi pomeriggio. Non intende cedere sulla licenza. I suoi conti sono in rosso, sa che il suo marchio ha perso prestigio e che gli stiamo sottraendo mercato, e ancora non ammette di aver bisogno di questa partecipazione.»

    Era un bel problema, visto che Fabio aveva promesso agli azionisti che Supersonic sarebbe stata la seconda azienda di abbigliamento sportivo al mondo entro la fine del prossimo anno. L'acquisizione della famosa tecnologia Fiammata di Gianni Casale, applicata alle scarpe da corsa Volare, era la sua priorità assoluta.

    Stefano puntò il bicchiere verso di lui. «Il vero problema, con Casale, è che ti odia a morte.»

    Fabio chiuse gli occhi. «Odio è una parola forte.»

    «Non se uscivi con sua moglie. Tutti sanno che Carolina ha sposato Gianni perché tu l'hai lasciata. Il suo conto in banca è stato un balsamo per il suo povero cuore ferito. Lei è ancora innamorata di te, Fabio. È evidente, ogni volta che vi trovate nella stessa stanza. Il suo matrimonio è in bilico e Casale ha paura di perderla. Questo è il nostro problema.»

    Per un istante venne colto dal senso di colpa. Aveva detto a Carolina che non si sarebbe mai impegnato. Era un giuramento che aveva fatto a se stesso, dopo aver sofferto tanto per il disastroso matrimonio dei suoi genitori. Lei l'aveva accettato fin quando, qualche mese dopo l'inizio della loro relazione, aveva cominciato a usare un po' troppo spesso le chiavi dell'attico. Si presentava non invitata o gli faceva trovare pronta la cena, quando rientrava da un viaggio. Forse aveva ignorato quei segnali, troppo preso dal lavoro, ma quando se n'era accorto aveva dato un taglio netto.

    «Gianni non può metterla sul personale» commentò. «Questo è un affare da cinquanta milioni di dollari. Sarebbe il colmo della stupidità.»

    «Non sarebbe il primo a lasciarsi guidare dall'orgoglio» osservò Stefano. «Vuoi risolvere il problema? Partecipa alla Coppa Estiva, la prossima settimana. Gianni giocherà. Porta con te una bella donna, per convincerlo che ormai sei fuori dal mercato e approfittane per parlargli chiaro e tondo.»

    Fabio ripassò mentalmente la sua agenda.

    «Non ho tempo di venire a Milano» concluse. «Mentre tu te ne vai bighellonando per l'Italia, corteggiando le tue celebrità, qualcuno deve pur governare la nave.»

    Stefano lo fissò. «Bighellonando? Hai idea di quanto lavoro è necessario per organizzare un torneo di beneficenza di quel livello? Voglio spararmi, non appena sarà finito!»

    Fabio alzò una mano. «Scusami. Sei brillante e sai di esserlo.»

    La Coppa Estiva, un torneo di calcio che si sarebbe svolto a Milano, era sponsorizzato da alcuni dei marchi più famosi al mondo, tra cui Supersonic e Fiammata. Avrebbero partecipato i più grandi nomi del settore, così come gli sponsor e i loro partner. Un incubo, dal punto di vista logistico. Per non parlare della gestione di un numero impressionante di ego smisurati e richieste impossibili! Era solo per la sua abilità nel gestire un simile circo che Stefano era stato nominato presidente per il secondo anno consecutivo.

    Fabio sospirò poi bevve un sorso della sua birra. Stefano aveva ragione, doveva andare. La Coppa Estiva gli avrebbe dato accesso a Gianni.

    «Farò così» accettò, «ma non so chi portare con me.»

    «Disse l'uomo che aveva in rubrica le donne più belle di New York» commentò Nico.

    Fabio scrollò le spalle. «Sono troppo impegnato per uscire a divertirmi.»

    «Che ne dite di approfittare della pubblicità?» propose Stefano, puntando lo sguardo sulle donne in posizione d'attacco, sparse per la sala. «A quanto pare non mancano le candidate per un'eccitante avventura estiva. Sarebbe perfetto, in realtà. Potrebbe anche metterti in uno stato d'animo migliore.»

    «Mi piace l'idea» approvò Nico. «Soprattutto la parte in cui recupera il suo buonumore.»

    Fabio non si stava divertendo. Trovarsi una fidanzata temporanea era l'ultima cosa che aveva in mente. Ma se era necessario per convincere Gianni che lui non rappresentava un pericolo, allora lo avrebbe fatto.

    Scegliere tra il gregge di arriviste scatenate da Samara Jones era fuori discussione. Ciò di cui aveva bisogno era una donna discreta e affidabile, con cui stipulare un accordo chiaro. Una che non si sarebbe aspettata niente da lui, una volta concluso tutto quanto.

    Non doveva poi essere tanto difficile da trovare...

    Il venerdì mattina al Daily Grind, nell'Upper West Side, era una maratona senza sosta. Gli studenti della vicina Columbia University, attratti dalla sua atmosfera cool, scivolavano come pecore stropicciate sui divani in pelle con i loro caffè mentre i guerrieri urbani che vivevano nella zona, correttamente abbigliati per l'ufficio, si fermavano per prendere coraggio, prima di affrontare un'altra giornata.

    Quel giorno in particolare però stava mettendo a dura prova la resistenza della barista, Chiara Ferrante. Forse era stato il tizio firmato da capo e piedi che si era avvicinato al bancone con un cellulare incollato all'orecchio e le aveva ordinato un latte di soia grande a cento gradi esatti! Il colpo di grazia, dopo una quindicina di ordini altrettanto ridicoli.

    Hai bisogno di questo lavoro, Chiara. Ora più che mai. Fallo e basta.

    Prese un profondo respiro poi servì l'intera fila con spietata efficienza, rifilando a quell'arrogante manifesto di alta sartoria il latte a novantotto gradi. Un piccolo gesto di ribellione cui non aveva saputo resistere. Poi tirò il fiato un attimo, in attesa che l'ondata successiva si abbattesse sul bar.

    «Tutto bene?» le chiese Kat, sua collega e coinquilina, riempiendo la lavastoviglie di tazze. «Sembri agitata.»

    Chiara raccolse i bicchieri vuoti dal bancone e li mise nel lavandino. «La banca ha rifiutato il prestito a mio padre. Non è un buon giorno.»

    Kat si voltò a guardarla. «Oh, mi dispiace. So bene che è stato difficile per lui andare avanti, ultimamente. Ci sono altre banche a cui può chiedere?»

    «Questa era l'ultima.» Chiara si morse un labbro. «Forse Todd può darmi qualche altro turno.»

    «Così ti trasformi in uno zombie? Hai lavorato giorno e notte per mesi, Chiara.» Kat sospirò. «Quello che ti serve è un uomo ricco» affermò decisa. «Risolverebbe tutti i vostri problemi. Ricevi un sacco di inviti che non accetti mai.»

    Perché l'unica volta che l'ho fatto lui mi ha spezzato il cuore. «Non voglio un uomo ricco» reagì. «Vengono qui con i loro bei vestiti, convinti che il denaro li autorizzi a fare quello che vogliono. Le donne non sono altro che un gioco, per loro.»

    «Non ti sembra di generalizzare un po' troppo?»

    Chiara incrociò le braccia. «L'altra sera Bonnie, Sivi e Tara sono andate al Tempesta Di Fuoco, il locale di Stefan Bianco. Erano sedute al bar quando un gruppetto in stile Wall Street ha attaccato bottone con loro. Bonnie era al settimo cielo quando un tale Phil l'ha invitata a cena al Lido, per la sera seguente. Lei è andata via presto perché doveva aprire qui, al mattino, mentre Sivi e Tara sono rimaste. E sai cos'ha fatto Phil? Ha invitato Sivi a pranzo!»

    «Porco...» borbottò Kat. «Ma non si possono dipingere tutti gli uomini con gli stessi colori.»

    «Non tutti. Loro! I ricchi!» dichiarò Chiara. «Credono che sia il vestito a fare l'uomo.»

    «Temo di non essere d'accordo» disse una profonda voce familiare che le procurò un brivido lungo la schiena. «È un peccato che questo Phil rovini la reputazione di tutti noi.»

    Chiara restò impietrita. Poi si voltò lentamente, afferrandosi al piano di marmo. L'uomo alto e bruno, appoggiato vicino al campanello d'argento, sul bancone, indossava un abito grigio di sartoria che faceva risaltare la sua carnagione olivastra. Fabio Di Fiore era bellissimo e l'espressione impassibile sul suo volto diceva che aveva sentito ogni singola parola del suo discorso.

    «Io...» Chiara non sapeva cosa dire. «Avresti dovuto suonare il campanello.»

    «E perdere la tua affascinante analisi sulla migliore fauna di Manhattan?» Abbozzò una smorfia. «Per niente al mondo! Anche se mi chiedo se posso avere un espresso, visto che devo rivedere una relazione per l'importante riunione che presiederò tra...» guardò l'orologio, «... cinquanta minuti.»

    A quel punto Kat fece una specie di rantolo mentre le guance di Chiara diventavano più rosse di un semaforo.

    «Na... naturalmente» balbettò. «Offre la casa.»

    Chiara riuscì a sbloccare le ginocchia impietrite mentre Fabio andava a sedersi a un tavolo accanto alla vetrina. Scambiare due chiacchiere con lui, quando al mattino compariva al bar, faceva parte del gioco. Insultare i clienti

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