Favola italiana: Harmony Collezione
Di Julia James
4/5
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Info su questo ebook
Quale miglior sfondo della campagna Toscana per coronare il proprio sogno d'amore?
Quando Maddy Jones accetta la proposta di matrimonio del suo datore di lavoro è convinta di vivere in una fiaba. Poco importa se il matrimonio è solo di facciata o se Raffaello Visconti non la ama come lei vorrebbe. A volte il vero amore ha bisogno di tempo per riconoscersi Ma quella che doveva essere una romantica luna di miele in TOSCANA si trasforma ben presto in un incubo a causa dell'ostilità della famiglia di Raffaello. E a Maddy non resta che lottare con le unghie e con i denti per salvare la sua favola.
Julia James
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Favola italiana - Julia James
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
The Italian’s Token Wife
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2003 Julia James
Traduzione di Giuseppe Biemmi
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.
© 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5892-388-7
www.eHarmony.it
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1
«Cosa diamine intendi dire? Che non firmerai?»
Guardandola dall’alto in basso, Raffaello Visconti fulminò con un’occhiata la donna nel suo letto. Era una bionda sensuale, dai riccioli fluenti e dagli occhi di un incantevole azzurro, il cui corpo nudo era solo parzialmente coperto dal lenzuolo.
Amanda Bonham accavallò lentamente le gambe affusolate in bella mostra e sgranò gli occhi con fare innocente.
«È una cosa così sordida, tesoro... firmare un contratto prematrimoniale» dichiarò, facendo le fusa.
La bocca finemente cesellata di Raffaello si contrasse, assottigliandosi.
«Hai accettato fin dall’inizio tutte le condizioni che sono contenute nel contratto. Il tuo avvocato le ha esaminate insieme a me. Perché adesso ti tiri indietro?»
Amanda lo guardò, facendo il muso lungo. «Raf, tesoro, noi non abbiamo nessun bisogno di un contratto prematrimoniale che specifichi l’eventuale futura divisione dei beni in caso di divorzio! Non ti è piaciuta la notte che abbiamo appena trascorso insieme?» La voce le si era fatta carezzevole, e lei lasciò che sulla bocca generosa le si disegnasse un mezzo sorrisetto. «Posso renderti altrettanto gradevole ogni notte che abbiamo di fronte a noi.»
Amanda si sistemò nuovamente fra i cuscini in modo invitante, allungando voluttuosamente le gambe e facendo al contempo in modo che il lenzuolo scivolasse di lato per scoprirle un seno ben modellato.
«Se ti va, posso farti divertire anche adesso» proseguì, indugiando con lo sguardo sul corpo slanciato e virile del suo amante, dando come l’impressione di volergli strappare con gli occhi il completo di alta sartoria che indossava.
Raffaello agitò nell’aria una mano con impazienza. Era immune alle grazie di Amanda. Aveva avuto modo di goderne a piacimento durante la maggior parte della notte, e per il momento ne aveva abbastanza.
«Non ho tempo per altri giochetti, Amanda. Piuttosto, firma una volta per tutte quel dannatissimo documento, come avevi promesso che avresti fatto!» In preda a una rabbia evidente, il suo accento italiano risultava piuttosto marcato.
L’espressione invitante svanì dagli occhi azzurri di lei, che divennero improvvisamente duri e freddi come zaffiri.
«No» disse Amanda, tirandosi il lenzuolo sopra il seno con un movimento brusco. «Se vuoi sposarmi, lo farai senza alcun ridicolo contratto prematrimoniale.»
La sua bocca carnosa e sensuale assunse una piega ostinata.
Raffaello imprecò tra sé, pescando in quella parte del ricco vocabolario della sua lingua madre che non si addiceva esattamente a una conversazione nella buona società. Ci mancava solo questa!
I suoi occhi neri trapassarono la promessa sposa.
«Cara Amanda» insistette, ormai al limite della pazienza. «Ti ho già spiegato mille volte questa faccenda. Voglio solo una sposa temporanea... di questo ne sei stata consapevole fin dall’inizio. Non ho mai tentato di ingannarti. Voglio una moglie per sei mesi e poi un rapido divorzio indolore. In cambio tu mi accompagnerai in una breve, anzi, brevissima visita in Italia, sarai generosamente spesata per i sei mesi successivi e uscirai dal matrimonio con una sontuosa liquidazione. Sontuosa liquidazione preventivamente concordata, capisci?»
«Oh, capisco benissimo!» La voce di Amanda si fece dura. «Adesso però prova un po’ tu a capire bene me! L’unico contratto prematrimoniale che firmerò sarà quello che indicherà una liquidazione doppia rispetto a quella che mi hai proposto finora!»
Raffaello rimase impietrito. Dunque, le cose stavano così. Lei stava alzando la posta. Avrebbe dovuto aspettarselo. Amanda Bonham poteva anche non essere una mente eccelsa, ma era dotata di un istinto innato per il denaro e per gli affari.
Be’, spiacente. Non rientrava nel suo stile farsi manipolare da qualcuno. Men che meno da questa avida oca giuliva, o da suo padre e dalle sue idee balzane.
Sul volto gli calò come un velo e i suoi lineamenti olivastri persero qualsiasi espressione.
«Peccato.» La sua voce divenne implacabile. Chiunque avesse mai fatto affari con lui si sarebbe reso conto a questo punto che era giunto il momento di abbassare le pretese e accettare quel che gli veniva offerto se voleva continuare ad avere a che fare con Raffaello Visconti. Amanda però non possedeva una simile saggezza. Non a caso, gli occhi azzurri le scintillarono.
«Mi pare proprio che tu non abbia scelta, mio caro Raffaello» riprese lei con sarcasmo. «Hai bisogno in tutta fretta di una moglie... be’, per me sta bene... ma non mi farò legare le mani da uno stupido contratto prematrimoniale!»
Lui rispose con una disinteressata scrollata di spalle, dandole la schiena. «È una tua scelta.» Si voltò per lanciarle un’occhiata di sfuggita. «Ti chiamo un taxi.»
Raffaello si avvicinò a una mensola collocata contro la parete della camera e prese il cellulare. Amanda si precipitò giù dal letto.
«Ehi, aspetta un attimo!» esclamò, improvvisamente preoccupata.
Imperturbabile, Raffaello continuò a digitare i tasti del display.
«La proposta non vale più, cara. Meglio che tu ti rivesta.»
Una mano gli artigliò il tessuto pregiato del completo all’altezza della manica.
«Non puoi farmi questo. Tu hai bisogno di me.»
Lui la obbligò a mollare la presa, cacciandola via come fosse una mosca fastidiosa.
«Ti sbagli» le fece notare con tono inflessibile. «Pronto, Joe?» La sua voce cambiò mentre si rivolgeva all’interlocutore che si trovava all’altro capo della linea. «Puoi chiamarmi un taxi, per favore? Lo voglio qui fra dieci minuti.»
Lui tornò a guardare il punto della sua camera da letto in cui la bionda, nuda, se ne stava in piedi tremando oltraggiata. Con nonchalance, lui si infilò il cellulare nella tasca interna della giacca.
«Ti concedo di darti una rinfrescata e sbollire la rabbia sotto al getto della doccia... ma vedi di fare alla svelta.»
Lui si girò e andò verso la porta a doppio battente che dava sul resto dell’appartamento.
«Se dai il benservito a me, come credi di poterti procurare la tanto agognata sposa?»
La voce dietro di lui era provocatoria, oltre che maligna. Non si degnò nemmeno di voltarsi.
«Sposerò la prima donna che incontro» ribatté senza scomporsi, prima di lasciare la stanza.
Maddy contrasse le dita affaticate nei guanti di gomma e si apprestò a pulire il sontuoso bagno dalle pareti di marmo, desiderando di non sentirsi così dannatamente spossata. Benji era rimasto sveglio per due ore nel corso della notte, tanto per non venir meno alle sue bizzarre abitudini in fatto di riposo. Soffocando uno sbadiglio si scostò una ciocca ribelle di capelli dalla fronte con il polso, mentre smetteva per un attimo di sfregare la spugna sulla porcellana dei sanitari. Almeno però, pensò lei, questo significava che adesso il bimbo stava dormendo.
Una ruga le solcò la fronte. Non sarebbe riuscita a conservare il posto di lavoro ancora per molto, lo sapeva. Quando Benji era più piccolo era stato abbastanza semplice portarlo con sé, sistemandolo nel suo leggerissimo passeggino pieghevole mentre lei puliva i lussuosi appartamenti altrui. Adesso che cominciava a sgambettare non sopportava più di essere costretto a rimanere a lungo in un posto senza muoversi. Voleva esplorare l’ambiente circostante ma, in appartamenti come quello in cui si trovava, dove tutto, dai tappeti ai soprammobili, era terribilmente costoso, era impossibile permettergli di scorrazzare a suo piacimento.
Spruzzò del liquido detergente sul bordo della vasca a due piazze con idromassaggio e sospirò. Che razza di lavoro si poteva svolgere con un frugoletto sempre alle calcagna? Affidarlo a una babysitter mentre lavorava era fuori discussione: ciò che guadagnava sarebbe finito nelle tasche della bambinaia. Se avesse avuto un alloggio decente, avrebbe potuto fare lei stessa la bambinaia, ma quale madre avrebbe mai accettato di parcheggiare il proprio figlio in quella specie di topaia in cui viveva? Perfino a lei non andava a genio che Benji vivesse in quello squallido monolocale, e lo portava fuori più che poteva. Si era ormai abituata a passare il tempo in luoghi quali biblioteche, parchi e supermercati. Insomma, ovunque l’entrata fosse gratuita.
Un sorriso le addolcì il volto affaticato. Benji... la luce della sua vita, la gioia del suo cuore. Il suo amatissimo bambino...
Per lui valeva la pena sopportare qualunque disagio e non c’era nulla, si giurò mentalmente, che non avrebbe fatto per il suo bene.
Raffaello attraversò rabbiosamente l’ampio pianerottolo in direzione della scala che collegava i due piani del suo appartamento. Maledizione ad Amanda che aveva cercato di ricattarlo. E, in primo luogo, maledizione a suo padre che lo aveva messo in questa scomoda posizione.
La mascella gli si serrò. Perché mai suo padre non poteva accettare il fatto che non c’era verso di convincerlo a sposare sua cugina Lucia soltanto per fornirle il ricco marito cui la stessa agognava? Oh, era carina, d’accordo, ma era vanitosa, avida e dotata di un carattere fondamentalmente cattivo... anche se lo nascondeva bene agli occhi di suo padre, che era convinto che sarebbe stata la moglie ideale per il suo recalcitrante figlio. Dato che con le buone non aveva sortito l’effetto sperato, il padre era passato alla minaccia finale: avrebbe venduto la Visconti S.p.A. sotto il naso di suo figlio, se lui non avesse fatto il grande passo. Eh, Lucia non aveva rivali nell’individuare i punti deboli di un uomo e aveva saputo sfruttare a suo favore quelli di suo padre, dalla sua ossessione di avere un nipote che assicurasse la continuazione della stirpe dei Visconti alla sua determinazione a conservare la Visconti S.p.A. nell’ambito della famiglia. In entrambi i casi, lei aveva giocato con maestria le sue carte.
Le parole con cui il padre si era accomiatato da lui, l’ultima volta che si erano visti, riecheggiarono nelle orecchie di Raffaello. «Voglio che ti sposi, altrimenti venderò. E non credere che non ne sia capace. Ma... presentati a me con al fianco una moglie prima del tuo trentesimo compleanno e intesterò a tuo nome la società quel giorno stesso».
Be’, pensò contrariato Raffaello, si sarebbe presentato con la sospirata sposa a suo padre il giorno del suo trentesimo compleanno. Ma non con la sposa che aveva