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Il trono che gli spetta: Harmony Collezione
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Il trono che gli spetta: Harmony Collezione
E-book155 pagine2 ore

Il trono che gli spetta: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

L'eredità dei Saunderson 2/2
Il playboy Jarek Dvorska è consapevole delle tenebre che si agitano dentro di lui e la psicoterapeuta Holly Maitland rappresenta l'unica possibilità di portare alla luce i segreti del suo passato. Tuttavia, bloccato con Holly nell'incanto delle Alpi Austriache, l'unica cosa a cui Jarek riesce a pensare è a come rimuovere la fredda maschera della dottoressa, strato dopo strato.

Holly coglie perfettamente le tattiche di seduzione di Jarek, ma la magia di quelle carezze apre il suo corpo a delizie sensuali a cui non sa resistere. Tuttavia, se ciò che Holly sospetta è vero - e Jarek è il principe disperso di Vostov - quante sono le probabilità che lui la voglia al proprio fianco quando reclamerà il suo legittimo trono?
LinguaItaliano
Data di uscita20 set 2018
ISBN9788858987070
Il trono che gli spetta: Harmony Collezione
Autore

Chantelle Shaw

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il trono che gli spetta - Chantelle Shaw

    successivo.

    1

    Cos'è successo ai piccoli principi di Vostov?

    Il titolo di quel giornale inglese attirò l'attenzione di Holly Maitland mentre raggiungeva l'ingresso della Frieden Clinic per attendere l'arrivo di un nuovo paziente.

    L'esclusiva clinica psichiatrica privata vantava una clientela internazionale e come la maggior parte dello staff Holly parlava diverse lingue. Notò che le principali testate francesi, tedesche e italiane riportavano la stessa notizia di quelle inglesi. Fino al recente interessamento dei media lei non aveva mai sentito parlare di quel piccolo principato balcanico.

    Distolse lo sguardo dai giornali posati sul tavolino da caffè di fronte a un elegante divano di broccato e fissò il panorama favoloso sulle Alpi Austriache che si poteva godere attraverso le grandi vetrate. Il ticchettio di un'antica pendola spezzava il silenzio quasi monastico dell'ingresso. Fuori, le montagne facevano la guardia alla stregua di una fortezza rocciosa, con le loro cime che puntavano dritte verso il cielo blu.

    Holly osservò la strada che da Salisburgo portava lì. Gli spazzaneve l'avevano già liberata dalla recente nevicata, ma non scorse auto e il suo paziente era in ritardo. Provò una certa irritazione mentre si chiedeva per quale ragione avesse rifiutato che un autista della clinica lo andasse a prendere all'aeroporto. Sperò che non fosse una persona difficile, tuttavia le informazioni che aveva avuto su di lui suggerivano che Jarek Dvorska Saunderson fosse una vera spina nel fianco. Il suo.

    Jarek era un personaggio di un certo spicco a Londra, spesso descritto come l'uomo dal tocco di re Mida, grazie ai suoi successi in Borsa che gli avevano garantito una fortuna personale di svariati milioni di sterline. Un paio di anni prima, però, c'erano stati dei problemi alla Saunderson's Bank, una delle banche private più prestigiose al mondo, dove Jarek aveva una posizione importante, e che gli avevano procurato forti contrasti con il nuovo presidente, il multimilionario spagnolo Cortez Ramos, che guarda caso era anche suo cognato.

    Quella vicenda tuttavia non aveva avuto alcun impatto sul suo stile di vita. Era perseguitato senza sosta dai paparazzi e raramente passava una settimana senza che i giornali pubblicassero qualche suo oltraggioso exploit, di solito accompagnato da una foto sua avvinghiato a una bambola bionda. Racconti su donne, alcol e feste erano leggendari. E poi amava gli sport rischiosi come le corse in moto. Di recente aveva avuto un incidente durante una gara dopodiché aveva aggredito un giornalista che aveva cercato di fargli un'intervista.

    A quanto pareva era stato quell'evento a spingere Jarek a cercare aiuto, le aveva spiegato il professor Franz Heppel, direttore della clinica, durante una riunione sul nuovo paziente.

    Holly controllò l'orologio. Forse non sarebbe venuto? Sapeva bene quanto fosse difficile affrontare i propri demoni ed evidentemente Jarek Saunderson ne aveva parecchi.

    Un rumore assordante la distolse dai suoi pensieri e d'istinto alzò lo sguardo sulle montagne. Durante l'inverno il rischio valanghe era alto, specialmente dopo abbondanti nevicate, ma non vide nulla che indicasse una slavina. Tornò a fissare la strada, dove il rumore si era fatto più intenso, e scorse una moto sfrecciare lungo i tornanti. Alcuni minuti più tardi la vide percorrere il viale che portava alla clinica privata. Si chiese se fosse il suo paziente. Sarebbe stato in linea con le informazioni che lei aveva ricevuto su Jarek in sella a una motocicletta sulle strade ghiacciate in gennaio. Un commentatore sportivo, che lo aveva visto competere in una delle gare più pericolose al mondo, sull'isola di Man, aveva dichiarato che Jarek o coltivava in sé un profondo desiderio di morte, o aveva un ego così massiccio che lo spingeva a sentirsi indistruttibile.

    Il suo primo incarico alla Frieden Clinic prometteva di essere interessante. Una sfida che sperava di affrontare con successo. Voleva fare una buona impressione al professor Heppel durante i tre mesi di prova del suo nuovo lavoro. La sua clinica, famosa in tutto il mondo, si avvaleva dei migliori esperti internazionali.

    Il rumore si spense e lei osservò il motociclista scendere dalla moto. Mentre si affrettava alla porta d'ingresso lanciò un'occhiata alla sua immagine allo specchio per controllare che lo chignon fosse a posto. La camicetta bianca, la gonna blu e le scarpe basse erano professionali, tuttavia notò con una smorfia che la camicetta le tirava sul seno, colpa dei troppi strudel di mele. Le passò per la mente che Stuart non avrebbe approvato le sue forme voluttuose. Quando gli aveva mostrato delle foto sue di quando faceva la modella, a diciannove anni, aveva molto apprezzato la sua figura snella.

    «La mia carriera di modella risale a dieci anni fa e sono sopravvissuta a mele e caffè nero» gli aveva spiegato quando aveva iniziato a tormentarla affinché frequentasse una palestra. «Le donne sono state fatte per avere fianchi e seno e non ho alcuna intenzione di morire di fame per adeguarmi all'irrealistico ideale femminile dell'industria della moda.»

    Alcuni mesi dopo quella conversazione, Stuart l'aveva lasciata annunciando il suo fidanzamento con una bionda magrissima che adesso aspettava suo figlio.

    Holly allontanò quei pensieri dolorosi mentre apriva la porta e usciva ad accogliere il suo paziente. Si era trasferita da Londra in Austria due settimane prima e amava vivere in montagna, dove l'aria era fresca e pulita. Tuttavia, l'odore di sigaretta che la investì le fece arricciare il naso disgustata.

    «Signor Saunderson?»

    Jarek le dava le spalle e si stava togliendo il casco. I capelli biondi gli coprivano il colletto della giacca di pelle nera.

    «Posso ricordarle che alla Frieden Clinic vige un rigoroso divieto riguardo al fumo? Le regole sono chiaramente elencate nella brochure.»

    Lui si strinse nelle spalle. «Non l'ho letta.»

    Holly trattenne l'istinto di prendergli la sigaretta e spegnerla. «Peccato. Se lo avesse fatto avrebbe notato che la Frieden Clinic adotta un approccio olistico nel trattamento della dipendenza da nicotina con un notevole margine di successo.»

    «Non ho alcuna dipendenza da nicotina» ribatté lui voltandosi. «Non vorrà negare un'ultima sigaretta a un condannato a morte?» aggiunse sorridendole, come se fosse consapevole dell'effetto devastante che aveva sulle donne.

    «Fumare è una brutta abitudine» sbottò lei, scordandosi che non doveva rivelare i suoi pregiudizi personali. Ma la vista di Jarek in carne e ossa le aveva fatto dimenticare tutto. Se le avesse chiesto il suo nome probabilmente non avrebbe saputo dirglielo perché l'unico pensiero che occupava la sua mente in quel momento era quanto fosse attraente.

    «Non brutta come altre mie abitudini.»

    C'era una nota di divertimento nella sua voce e una luce maliziosa negli occhi, che anche a quella distanza brillavano come due laser azzurri puntati su di lei. Holly lo osservò spegnere la sigaretta sotto la suola degli stivali e infilarsi il mozzicone nella tasca della giacca prima di raggiungerla sotto il portico. A quel punto il sorriso sparì dal suo volto e la sua voce si fece dura.

    «E non uso più il cognome del mio padre adottivo. Preferisco quello che mi è stato dato alla na...» Jarek si fermò di colpo poi aggiunse: «Il mio cognome bosniaco: Dvorska».

    «Perfetto, signor Dvorska.» Holly si schiarì la gola. «Benvenuto alla Frieden Clinic.» Poi, ricordando il suo recente commento, chiese: «Perché si è definito un condannato a morte? Frieden in tedesco significa pace e la Frieden Clinic non è una prigione. Spero che qui troverà pace e tranquillità mentre io l'aiuterò a risolvere i problemi che hanno avuto un impatto negativo sulla sua vita».

    «Pace?» La risata di Jarek era più simile a una smorfia. «Dubito che la troverò mai. Ha detto che mi aiuterà in questo fantastico viaggio verso l'illuminazione? Ero convinto che lei fosse la receptionist. Quando ho incontrato il professo Heppel a Londra mi ha riferito che mi avrebbe assegnato a un certo dottor Maitland.»

    «Mi scusi. Avrei dovuto presentarmi.» Lei gli porse la mano. «Sono la dottoressa Holly Maitland.»

    L'atteggiamento di Jarek mutò impercettibilmente, anche se continuò a parlare usando un tono strascicato, come se fosse annoiato dalla vita che, stando ai giornali di pettegolezzi, era un'infinita giostra di feste con i suoi amici milionari. I suoi occhi blu però erano acuti e intelligenti e davano l'impressione che potessero leggerle nella mente.

    «Non è quello che mi aspettavo» le disse Jarek dopo un momento di pausa.

    Holly deglutì a vuoto quando lui le strinse la mano con forza, procurandole una scarica elettrica lungo il braccio. Ma ancora più imbarazzante fu sentire i capezzoli che s'inturgidivano.

    Jarek abbassò lo sguardo sul suo seno con gli occhi che luccicavano maliziosi.

    «È abbastanza normale farsi un'idea su un'altra persona prima d'incontrarla» ribatté lei con il cuore che le batteva all'impazzata. «Cosa si era aspettato?»

    «Che fosse più anziana. Francamente non m'interessa aprire la mia anima a una psicologa. Sono qui soltanto perché mia sorella è convinta che debba imparare a controllare il mio temperamento e perché mio cognato ha minacciato di uccidermi se farò qualcosa che possa turbare Elin in queste ultime settimane di gravidanza.»

    Holly provò un moto di invidia verso la sorella di Jarek. Aveva avuto molto tempo per venire a patti con la sua sterilità, tuttavia provava un forte rimpianto quando sentiva di altre donne che avevano intrapreso il magico viaggio della maternità. Tornò a concentrarsi su Jarek e sull'affetto che aveva colto nella sua voce nel menzionare la sorella, fatto che smentiva l'immagine descritta dai giornali dello spericolato playboy, cui importava solamente la sua gratificazione personale collezionando un'infinita serie di donne bellissime.

    «Suppongo che questo riferimento alla mia età significa che non ho abbastanza esperienza. Le posso assicurare che ho un dottorato in terapia psicologica e ho lavorato come psicoterapeuta sia nel settore privato sia in quello pubblico in Inghilterra.»

    Lui si strinse di nuovo nelle spalle, consentendole di apprezzare la sua formidabile forma fisica.

    «Non dubito che sia qualificata. Il professor Heppel mi ha parlato molto bene di lei, ma si è dimenticato di aggiungere che era anche bella, dottoressa Maitland.»

    Non era difficile capire perché le donne gli cadessero ai piedi a frotte. Quell'uomo era affascinante e la sua voce roca era in grado di surriscaldarla, tanto che dovette esercitare tutto il suo autocontrollo per incrociare il suo sguardo.

    «Il professor Heppel mi ha offerto un lavoro nella sua clinica grazie alle mie competenze professionali» ribatté Holly asciutta. «E per favore, chiamami Holly. Dovremo trascorrere le prossime settimane insieme e abbiamo bisogno di sentirci a nostro agio. È indispensabile instaurare tra paziente e terapista un rapporto di fiducia e rispetto.»

    «Di solito le donne non si sentono a loro agio con me. I miei talenti sono considerevoli... ma tra questi non rientra di certo offrire conforto.»

    «Lo immagino. Sono sicura che le tue legioni di femmine devote siano attratte dalla tua immagine pericolosa, ma presumo che tutte queste relazioni superficiali non ti rendano felice. Il che spiega perché hai cercato l'aiuto di una psicoterapista in grado di farti cambiare stile di vita e avere così un rapporto sentimentale soddisfacente.»

    «Te l'ho già spiegato. Ho accettato di venire qui solo per fare contenta mia sorella» le disse Jarek continuando a sorriderle, anche se il calore nei suoi occhi era sparito.

    Holly rabbrividì. Quell'uomo aveva un'aria da predatore che cozzava con la sua reputazione di playboy dissoluto. Aveva la sensazione che la gente vedesse in Jarek giusto ciò che lui voleva che notasse. Ma se la vita che aveva messo in scena sotto i riflettori dei media era una bugia, allora chi era veramente Jarek Dvorska?

    «Perché le donne credono che gli uomini possano sentirsi realizzati solo se hanno una relazione?» commentò lui. «Io sono molto contento dei miei rapporti occasionali. Anzi, più sono superficiali meglio è. La verità è che la massima fantasia maschile è fare sesso sfrenato senza alcun impegno. I legami veri aggiungo-no

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