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Nata libera (eLit): eLit
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E-book198 pagine2 ore

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Info su questo ebook

Fortune's Children: The Brides 3
Quando Angelica Carroll si ritrova sulla porta di casa uno sconosciuto sospetto, lo accoglie con la pistola spianata. Sta cercando lei e vuole condurla da suo padre, Brandon Fortune. Angelica, però, non vuole sentirne parlare...
Flynt Corrigan è un ex agente dell'FBI, assoldato per rintracciare Angelica e convincerla a incontrare il padre. Se porterà a termine l'incarico, Flynt avrà garantito un sostanzioso contratto con le industrie Fortune. Ma di certo non pensava di trovarsi di fronte un osso duro come Angelica, né una ragazza così bella...
LinguaItaliano
Data di uscita3 feb 2020
ISBN9788830510869
Nata libera (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Nata libera (eLit) - Barbara Boswell

    successivo.

    Prologo

    «È lei, Kate» disse Flynt Corrigan alla capostipite dei Fortune prima di rivolgersi a suo figlio Brandon. «Abbiamo trovato tua figlia.»

    «Bene, Corrigan.» Sterling Foster annuì soddisfatto, e posò una mano sulla spalla di sua moglie. «E così, ora hai un'altra nipote.»

    Flynt studiò Brandon Fortune per osservare la sua reazione di fronte a quella notizia.

    Era visibilmente sconcertato. «Allora è vero!» Si sedette su una sedia e si passò una mano tra i capelli. Il viso impallidì sotto l'abbronzatura che sfoggiava dodici mesi all'anno. «Una figlia! Quello che dice la lettera minatoria è tutto quanto vero!»

    A Flynt fece quasi pena. Brandon Malone Fortune, terzogenito di Kate e di Benjamin Fortune, che avevano creato la Fortune Cosmetics Corporation e fondato una dinastia, era la pecorella smarrita della famiglia, da poco tornata all'ovile dopo alterne vicende. Scoprire adesso di essere padre apriva un altro capitolo della sua avventurosa esistenza.

    «Temo di sì» confermò Flynt.

    «Brandon ha una figlia. È meraviglioso!» esclamò Kate, raggiante. Per lei si trattava di una rivelazione straordinaria, per quanto sconvolgente. Il suo sorriso si spense appena. «Naturalmente quella minaccia non va sottovalutata. Chi può aver mandato quel biglietto al povero Brandon? Informarlo in quel modo che ha una figlia e poi minacciarlo di uccidere la ragazza, facendo ricadere la colpa su di lui se i Fortune non sborsano un bel po' di quattrini è stato crudele. Lo trovo oltremodo crudele.»

    Flynt tornò a studiare Brandon, che era ancora sotto choc. Lo vide svuotare in un sorso solo il bicchiere di brandy consegnatogli da Sterling. «Sono padre...» bofonchiava, stralunato. «Vi rendete conto?»

    Flynt riprese la parola. «Si chiama Angelica Carroll.»

    «Carroll?» Brandon si raddrizzò sulla sedia. «Romina Carroll?»

    «Esatto. È lei la madre di tua figlia.» A Flynt parve strano che Brandon ricordasse il nome di Romina visto che erano passati più di vent'anni dall'epoca in cui si erano frequentati, e che in quell'arco di tempo il figlio di Kate aveva collezionato un numero imprecisato di conquiste.

    «Te la ricordi, quindi?» domandò Sterling, dando voce ai pensieri di Flynt.

    «Come no?» Brandon schizzò in piedi e cominciò a misurare lo studio in cui era stato convocato da sua madre. «Era la mia ragazza ai tempi del liceo, anche se lei non frequentava la Beverly Hills High: Romina abitava in tutt'altra zona. Ci conoscemmo per caso a Venice Beach un giorno. Fu la prima cottarella per tutti e due, e sapete com'è: il primo amore non si scorda mai. Rimanemmo insieme per due anni. Più di quanto sia mai stato con nessun'altra.» Ricadde a sedere, stavolta sul divano. «Avrò avuto diciassette anni quando mi lasciò; lei ne aveva uno di meno. La presi malissimo. Dopo sparì dalla circolazione. E ora, venite a dirmi che era...»

    «Incinta» confermò Flynt. «Diede alla luce una bambina, che ora ha ventisei anni.» Aprì una cartelletta dalla quale tirò fuori una fotografia.

    Era una foto in bianco e nero, scattata con il teleobiettivo da uno dei suoi uomini. Era molto sgranata e appena sfuocata; ma quando l'avevano sviluppata Flynt era rimasto diversi minuti a studiarla, senza spiegarsene la ragione.

    Forse semplicemente perché Angelica Carroll era una bella ragazza. O forse perché un ex agente dell'FBI non perde mai l'abitudine di memorizzare i dettagli, anche i più marginali e insignificanti. O magari perché nelle sue attuali vesti di presidente e fondatore della Security Management Service sapeva che gli conveniva seguire con la massima attenzione quell'incarico commissionatogli dai Fortune, una delle famiglie più in vista di tutto lo stato. Perciò si era impresso nella memoria il viso di Angelica, assieme a tutto quello che aveva appreso sul suo conto.

    «Eccola» disse, consegnando finalmente la foto a Brandon. «Non è sposata. Non ha figli e lavora come ostetrica al MetroHealth, un ospedale di Birmingham, in Alabama.»

    Brandon alzò gli occhi dall'istantanea. «E Romina?»

    «Anche lei vive a Birmingham, e ha altri tre figli, tutti più piccoli di Angelica. Quanto alla lettera minatoria...»

    «Ritiene possibile che sia stata la stessa Angelica a mandarla a Brandon?» lo interruppe Sterling. «O magari questa Romina, che spera di spillargli un po' di soldi avendo saputo del suo legame con i Fortune.»

    «Tutto è possibile, certo. Ma non ho ancora incontrato di persona nessuna delle due. Prima di fare qualsiasi passo, ho pensato di venire a riferirvi quello che avevo scoperto, in modo che decidiate il da farsi.»

    «Brandon deve conoscere sua figlia» decretò Kate. «E se scopriremo che è stata Angelica a mandargli quella lettera per farsi avanti col padre Be', ce ne occuperemo più tardi.»

    «Quella lettera è un tentativo di estorsione, un reato perseguibile» le fece notare Flynt. «Altro che farsi avanti.»

    Kate rispose con una spallucciata. «Io dico che Brandon deve recarsi immediatamente a Birmingham per conoscere quella ragazza, e che lei deve accompagnarlo, Flynt.» Così dicendo, raggiunse suo figlio e gli arruffò i capelli con un gesto materno che da bambino non aveva mai potuto fargli.

    Brandon era tornato nella vita di Kate solo nove anni prima, dopo essere stato rapito che era ancora in fasce. Il solo pensiero dell'angoscia che aveva provato allora le procurava ancora una fitta al cuore.

    Quale dolore può essere più grande di quello di una madre cui viene rapito un figlio e che, nonostante il pagamento di un riscatto, non può più riabbracciarlo?

    Poi, nove anni prima, era venuta a galla la verità: Brandon non era mai stato rapito. Era stato ceduto a Monica Malone, la leggendaria diva del cinema, da Ben Fortune, marito di Kate e padre di Brandon, alla fine della loro burrascosa storia d'amore. Ben era ricorso a quel finto rapimento per accontentare Monica, ossessionata dall'idea di avere un figlio da lui, senza preoccuparsi di spezzare il cuore di sua moglie sottraendole quella creatura.

    Brandon era stato allevato come un viziatissimo cocco di mamma dalla svampita ed egocentrica diva del grande schermo, che non gli aveva fatto mai mancare niente tranne il suo affetto di madre. E sebbene fosse stata felicissima di riabbracciare quel figlio che credeva perduto, la stessa Kate vedeva in Brandon un uomo vanesio e superficiale, a malapena tollerato dagli altri membri della famiglia nelle rare occasioni in cui si degnava di venire a trovarli dalla California. I Fortune lo ritenevano poco più di un intruso, e non lo avevano accettato.

    «È la legge del karma, mamma» borbottò Brandon, come se le avesse letto nel pensiero. «Prima Monica... Adesso questa figlia... Tu che ne pensi, Flynt?»

    Lui non era pagato per pensare. Aveva accettato di rintracciare la figlia di Brandon perché glielo aveva chiesto Gabe Devereux, il marito di Rebecca Fortune, l'ultimogenita di Kate, ma non vedeva l'ora di tornare a occuparsi della sua Compagnia. «Mi dispiace, Kate, ma non posso accompagnare Brandon a Birmigham. Non è il genere d'incarico che...»

    «In passato si è occupato di un problema di sicurezza informatica per conto della Fortune» lo interruppe la donna. «Ma la sua Compagnia non si occupa solo di pirateria elettronica, dico bene?»

    «Esatto. La SMS offre una vasta gamma di servizi nel settore della sicurezza.»

    «Bene. Allora non vedo perché non dovremmo trovare un accordo che potrebbe risultare vantaggioso per entrambi.» Kate passò facilmente a un tono professionale. «La Fortune potrebbe rivolgersi alla sua Compagnia per le questioni di sicurezza.»

    «Kate, non starai tentando di comprare Corrigan offrendogli un paio di contratti» tradusse Sterling, che tuttavia non sembrava contrario all'idea.

    «No, caro. Gli sto proponendo di passare alla SMS tutti gli appalti e i contratti della Fortune inerenti alle questioni di sicurezza» puntualizzò sua moglie.

    Kate poteva anche chiamarla proposta, ma era un tentativo di corruzione, e Flynt si lasciò tentare. Annoverare la Fortune Corporation tra i propri clienti sarebbe stato un bel biglietto da visita per la sua SMS.

    «Mi faccia capire» riprese in tono pacato, come se offerte come quella per lui fossero all'ordine del giorno. «D'ora in poi, la SMS si occuperà dei problemi di sicurezza della Fortune se accetto di andare a Birmingham con Brandon e organizzo un incontro con sua figlia?»

    Kate sorrise a occhi socchiusi. «Ci vorrà tempo prima che Brandon e sua figlia imparino a conoscersi. Un incontro non sarà sufficiente, Flynt. Lei dovrebbe restare a Birmingham finché Brandon e Angelica non riusciranno a stabilire un qualche rapporto. E a quel punto, firmeremo il nostro contratto.»

    «Una firma che dipenderà dal buon esito di questa missione, quindi» dedusse Flynt e scosse il capo. «Spiacente, ma non sono interessato. Il mio tempo è troppo prezioso per sprecarlo a inseguire chimere.»

    «Lei è troppo giovane per essere così cinico, mio caro» lo redarguì Kate.

    Flynt si ritrovò a sorridere. A trentasei anni suonati non si riteneva troppo giovane per niente. Lo stile di Kate gli piaceva, indubbiamente, ma non al punto da accettare la sua proposta e poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano.

    Dovette intuirlo anche Kate. «Per quanto mi piacerebbe che Brandon e sua figlia instaurassero un rapporto cordiale e duraturo, mi rendo conto che potrebbe anche non succedere.» Sospirò. «La mia firma su quel contratto non dipenderà dal buon esito di questa storia, ma lei dovrà darsi da fare per aiutare mio figlio e la ragazza ad avvicinarsi. Se poi Brandon e Angelica risulteranno incompatibili, non sarà colpa sua. La SMS avrà comunque quel contratto.»

    «È un'offerta estremamente generosa» osservò Sterling. «Se fossi il suo avvocato, le suggerirei di accettarla, Flynt.»

    Lui ci mise meno di mezzo minuto per soppesare tutti i pro e i contro della proposta e decidere. «Potremmo partire per Birmingham domani. O è troppo presto?» chiese rivolto a Brandon, che lo guardò con l'aria di uno che se ne stava sul cornicione di un grattacielo e doveva decidere se buttarsi o meno.

    «No, non è troppo presto» rispose Kate per suo figlio. «Domani va benissimo.»

    1

    Flynt bussò alla porta del casolare bianco e si chiese se avesse fatto bene a lasciare Brandon in albergo, presentandosi in avanscoperta in questa prima visita ai Carroll.

    Secondo i suoi vicini, Romina Carroll era una rispettata e discreta signora sulla quarantina, che manteneva se stessa e i due figli più piccoli confezionando e vendendo biscotti agli studenti universitari e occupandosi degli animali domestici di chiunque dovesse partire in vacanza o assentarsi da casa per diverse ore al giorno.

    Bussò ancora e la porta si aprì di uno spiraglio. Cercò di assumere la sua aria più innocua e si stampò in faccia un sorriso allegro. Sentendo odore di biscotti, esordì con una frase scherzosa. «Non vengo per conto dell'Ufficio Igiene e Sanità, stia tranquilla.»

    «I vicini ci hanno avvisato che qualcuno è andato in giro a fare domande su di noi» rispose una voce femminile, dall'interno.

    «Sarà stato il signor Willard, quel simpatico vecchietto che mi ha subissato di domande» ridacchiò Flynt. Poi decise di aver perso abbastanza tempo e arrivò al sodo. «Mi chiamo Flynt Corrigan.» Infilò un biglietto da visita nella fessura. «Vorrei parlare con Angelica Carroll.»

    «Di cosa?»

    «Devo parlare con lei.»

    «Qui dice che lei lavora per questa Security Management Services. Cos'è, mi vuole appioppare un sistema di allarme? No, grazie. Non ne abbiamo bisogno.»

    «Guardi che si sbaglia. Non sono un venditore di...»

    «La saluto, signor Corrigan.»

    Comprendendo che la porta stava per chiudersi e che non sarebbe più stata aperta, Flynt vi premette sopra una mano e spinse con forza. Continuò a spingere finché non oltrepassò la soglia, ritrovandosi in un minuscolo ingresso.

    «Ancora un passo e sei un uomo morto, amico.»

    La minaccia venne proferita dalla stessa voce femminile, ma Flynt non recepì a fondo il messaggio. Perché la vista della giovane donna che emerse dall'ombra, a pochi passi da lui, gli mozzò il respiro.

    Era Angelica Carroll. L'avrebbe riconosciuta tra mille altre ragazze, dopo aver visto la sua foto. Quel che non si era aspettato era l'impatto fisico che avrebbe avuto su di lui. Avendo svolto accurate indagini sul passato di Angelica, Flynt sapeva che sua madre vantava origini rumene e ispaniche. Questi elementi, assieme alla innegabile finezza dei lineamenti dei Fortune, dava un che di esotico e di accattivante a quel viso indimenticabile. Flynt dovette ricordarsi di respirare. Comunque non riuscì a scollarle gli occhi di dosso.

    Delicata di ossatura, doveva essere alta non più di un metro e sessanta; aveva enormi occhi scuri frangiati da lunghe ciglia, labbra piene, carnose, e una carnagione candida che creava un contrasto straordinario con il nero lucente dei capelli.

    Flynt sbatté le palpebre, poi sgranò gli occhi. Perché oltre a essere bellissima, Angelica stringeva in mano una calibro 38.

    «Non sto scherzando. Ancora un passo e...»

    «Sono un uomo morto. Ho sentito.»

    «Ma forse crede che stia scherzando. O che non sappia usare questo arnese. Non le consiglio di mettermi alla prova.»

    «Angel, ho sentito delle voci. Che cosa...?» La donna che apparve nell'ingresso doveva essere Romina, decise Flynt. La risposta di Angelica glielo confermò.

    «Niente, mamma. Tutto sotto controllo.»

    Gli occhi scuri di Romina lo trapassarono come due raggi laser. «È un federale!»

    Flynt, che era vestito in jeans, polo bianca e sahariana di cotone, cercò di non mostrare il suo sconcerto. Nessuno lo aveva mai smascherato, nemmeno quando lavorava davvero per l'FBI. «Perché pensa che sia un poliziotto?» rispose in tono casuale.

    «Me lo dice l'istinto. E il mio istinto non sbaglia mai, giovanotto.»

    Flynt ricambiò l'occhiata con cui Romina lo stava squadrando dalla testa ai piedi. Lunghi capelli neri, occhi penetranti, altezza media, gambe snelle inguainate in un paio di pantaloni neri, ampia maglietta rossa... Poiché Angelica non aveva abbassato ancora l'arma, decise di parlare con sua madre. «Sono Flynt Corrigan, della Security Management Services. Vorrei fare due chiacchiere con lei riguardo a sua figlia Angelica.»

    «Su Angelica?» ripeté lei, mettendosi sulle difensive.

    «Sì. Sono qui per conto dei signori Fortune...» Non riuscì a finire la frase, perché Romina lanciò un urlo lacerante.

    «Mamma, che hai?»

    «Signora Carroll, cerchi di calmarsi.»

    Ma Romina continuò a urlare con quanto fiato aveva in gola. Subito accorsero anche due adolescenti.

    «Mamma, che succede?» domandò il ragazzo.

    La ragazza invece passò subito all'azione. Afferrò un ombrello e cominciò a colpire Flynt. «Che ha fatto alla mamma? Se ne vada! Fuori di qui!»

    Fu un attacco così inaspettato che Flynt si beccò due colpi secchi dietro le scapole prima di reagire; afferrò l'estremità

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