Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La governante dello sceicco
La governante dello sceicco
La governante dello sceicco
E-book146 pagine2 ore

La governante dello sceicco

Valutazione: 5 su 5 stelle

5/5

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

La governante Izzy Campbell non ha tempo per l'amore, è troppo impegnata a lavorare per mantenere la sua famiglia. L'aver interrotto il suo cliente più esclusivo - lo sceicco Rafiq - mentre esce dalla doccia cambia però ogni cosa e la loro immediata attrazione la porta a vivere una delle notti più intense della sua vita.

Il mondo del principe ereditario Rafiq cambia nell'istante in cui la donna con cui ha vissuto ore di indimenticabile passione arriva nel suo regno rivelandogli di aspettare un bambino! Rafiq aveva sempre pensato di non poter avere figli e questa notizia cambia i suoi piani per trovare una moglie. Sarà Izzy la sua nuova, affascinante regina.
LinguaItaliano
Data di uscita21 giu 2021
ISBN9788830529434
La governante dello sceicco
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

Leggi altro di Lynne Graham

Autori correlati

Correlato a La governante dello sceicco

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su La governante dello sceicco

Valutazione: 5 su 5 stelle
5/5

1 valutazione0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La governante dello sceicco - Lynne Graham

    1

    Il principe ereditario Rafiq Al Rahman di Zenara varcò la soglia del salotto privato di suo zio. Persino chinando con rispetto e orgoglio la sua testa scura sovrastava l'uomo più anziano, che si alzò in piedi ad accogliere il nipote in barba al protocollo.

    «Rafiq» disse con calore il reggente.

    «Siediti prima di scandalizzare le tue guardie» lo sollecitò lui, a disagio.

    «Sei diventato il mio re a dodici anni e sempre lo sarai» ribatté Jalil tranquillo. «E tra diciotto mesi circa, quando mi farò da parte, prenderai il posto che ti spetta.»

    Quel promemoria non era necessario a Rafiq che, a ventotto anni, era infastidito dalle restrizioni decise dal consiglio esecutivo del governo quando il principe Jalil era stato invitato a diventare reggente del regno e a crescere i suoi nipoti diventati orfani.

    Trent'anni erano l'età che era stata stabilita dai suoi avi per salire al trono, ma lui era pronto a raccogliere quella sfida già da tempo; tuttavia quel pensiero tormentava la sua coscienza perché suo zio era stato sia un eccellente regnante sia un tutore affettuoso, un uomo più adatto a regnare di suo padre Azhar. I modi licenziosi di suo padre e le sue azioni corrotte avevano screditato la loro monarchia ereditaria.

    Di certo la brutta storia dei suoi genitori spiegava perché Rafiq e suo fratello Zayn avessero dovuto sopportare un'educazione antiquata e rigidamente tradizionale, caratterizzata da continue proibizioni.

    Tutti erano terrorizzati che lui e Zayn potessero manifestare i tratti caratteriali del padre, benché Rafiq lo ritenesse improbabile, dato che era convinto che il genitore avesse commesso i suoi eccessi peggiori sotto l'effetto della droga.

    «Hai detto che dovevi vedermi» gli ricordò, desideroso di tornare nella sua ala di palazzo e godersi un po' di relax prima di fare un report ufficiale sugli investimenti finanziari di Zenara al consiglio esecutivo. «Cos'è successo?»

    Jalil respirò a fondo e attraversò il salotto, fermandosi sotto l'arco che si apriva sul balcone da cui arrivava una piacevole brezza rinfrescante.

    «Devo chiederti di parlare a tuo fratello riguardo al suo matrimonio. Si sta dimostrando oltremodo cocciuto.»

    Di fronte a quella richiesta Rafiq si irrigidì, poi impallidì.

    «Conosci già il mio parere. Zayn ha diciassette anni. È troppo giovane.»

    Il reggente sospirò. «Suppongo che questo debba farmi capire come ti sei sentito tu a esserti sposato a sedici anni.»

    «Non intendevo mancare di rispetto» ribatté lui, a disagio.

    Del resto come poteva permettere che suo fratello minore pagasse il prezzo del suo rifiuto a risposarsi? Erano passati solo due anni da quando sua moglie Fadith era morta, ma poche settimane dopo il consiglio lo aveva invitato a prendere in considerazione l'ipotesi di un secondo matrimonio.

    Dal suo matrimonio con Fadith non erano nati figli e anche se i medici non avevano trovato nulla che non andasse in loro, parlando di un'inspiegabile infertilità, Rafiq non aveva alcuna fretta di affrontare una seconda unione e percorrere di nuovo lo stesso calvario.

    E non aveva neppure intenzione di scusarsi per voler continuare a godersi la libertà che gli era stata negata a lungo.

    Quella, però, non era una scusa che lo zio avrebbe voluto ascoltare, tantomeno comprendere.

    Jalil si era sposato giovane e la sua era stata un'unione felice. Come il consiglio, credeva che la licenziosità sessuale di suo padre fosse stata la causa della sua rovina e di tanti altri scandali. Azhar aveva sedotto le donne dello staff, le mogli dei suoi ufficiali e dei suoi amici. Nessuna bella donna era al sicuro vicino a lui.

    A ogni modo, Rafiq non era ossessionato né dal sesso né dalle droghe.

    «Zayn deve sposarsi e fornirti un erede» insistette lo zio.

    «In tal caso mi risposerò io» dichiarò lui, accettando cupo di non avere più scelta. Aveva resistito alle pressioni in favore di nuove nozze, cercando anche di impedire che suo fratello venisse obbligato a un matrimonio quando era ancora troppo giovane per una simile responsabilità. Era improbabile che, se si fosse risposato, da quella nuova unione sarebbe arrivato un erede, ma almeno avrebbe garantito a Zayn ancora un po' di tregua. «Ma solo a condizione che a mio fratello siano concessi parecchi anni prima di prendere moglie.»

    «Né io né il consiglio vogliamo che ti senta obbligato a un matrimonio contro la tua volontà» protestò lo zio sgomento.

    «Non mi sentirò obbligato» mentì Rafiq, deciso a fare l'unica cosa che poteva per proteggere il suo fratellino dal dover crescere troppo in fretta. «In fondo, per me avere una moglie è una necessità. Se devo essere re, al mio fianco ho bisogno di una regina.»

    «Se ne sei sicuro...» Il reggente esitò. «Il consiglio sarà contento di questa tua decisione. E poi chi può dire che in questo secondo matrimonio non possa essere concepito un figlio?»

    «Ritengo sia più saggio presumere che non ci sarà un bambino» commentò Rafiq. «Ovviamente, ogni potenziale sposa sarà consapevole di questa probabilità fin dall'inizio.»

    «C'è una donna per cui hai una preferenza in particolare?» gli domandò lo zio speranzoso.

    «Purtroppo no, ma quando tornerò dal mio prossimo viaggio potrai darmi qualche suggerimento» rispose lui, sforzandosi di sorridere. «Sono un misero affare per qualsiasi candidata.»

    «Un milionario, nonché futuro re, celebrato dai social media come il più bel principe del Medio Oriente?» ribatté lo zio.

    «Purtroppo non possiamo fare nulla per zittire simili sciocchezze.» Rafiq si strinse nelle spalle. Sia a lui sia a suo fratello erano vietati quei mezzi di comunicazione e l'aspetto da star del cinema che aveva ereditato da sua madre, un'esponente dell'alta società italiana, lo imbarazzava non poco.

    Era stato merito soltanto della sua forza di volontà se si era laureato in economia, con il consiglio che si rifiutava di considerare i benefici di avere un regnante istruito.

    Nella misura in cui gli era stato possibile, con le restrizioni che gli venivano imposte, aveva avuto una istruzione normale, ma nient'altro riguardo alla sua vita lo era. Era sempre attorniato da guardie del corpo e doveva viaggiare con un cuoco personale e un assaggiatore, dal momento che suo padre era morto avvelenato.

    Rafiq era propenso a credere che quella sventura non avesse nulla a che fare con una sommossa, bensì con un marito incattivito o una donna vendicativa, oppure con le conseguenze di un accordo ingiusto relativo a una delle molte dispute fra tribù per cui il padre aveva favorito i suoi amichetti. Non c'era da sorprendersi che il genitore avesse avuto molti nemici.

    Malgrado le indagini, non era mai stato scoperto il colpevole. Erano state avanzate diverse ipotesi e comunque la morte di Azhar era stata più un sollievo che motivo di dolore per tutti.

    In confronto a suo padre, Rafiq non solo era onesto e corretto, ma era anche un abile diplomatico. Non che quelle doti lo avessero aiutato molto nel suo ruolo di marito, dovette ammettere con un brivido. Lo atterriva l'idea di doversi sposare di nuovo.

    Non aveva alcun desiderio di riprendere moglie così come non voleva più sentirsi in trappola.

    Aveva odiato essere sposato e sapeva che il suo atteggiamento era una reazione viscerale verso ciò che aveva dovuto sopportare.

    Non voleva nemmeno essere venerato come un idolo e di certo non gradiva essere insultato una seconda volta da una donna che voleva un figlio più di quanto avesse mai voluto lui. Eppure era rimasto fedele durante il suo matrimonio.

    Solo dopo la morte di Fadith aveva scoperto che esistevano altri tipi di esperienze sessuali, incontri casuali che potevano essere divertenti ed eccitanti, dove entrambi i partner alla fine se ne andavano senza guardarsi indietro.

    Nessun legame, nessun rimpianto, nessuno scambio di numeri telefonici.

    Era questo che gli piaceva di più, ma era anche così consapevole della dipendenza sessuale del padre che raramente si permetteva di cedere ai suoi bisogni fisici.

    Ma quando si fosse risposato non avrebbe più goduto di un semplice piacere sessuale, rammentò a se stesso, pertanto decise che, durante la sua prossima trasferta in Inghilterra, avrebbe trovato una donna con cui trascorrere ore folli a letto.

    Un ultimo peccato, si disse mentre lasciava il salotto dello zio, prima che la sua vita e la sua privacy gli venissero di nuovo rubate.

    Izzy gemette a voce alta quando controllò l'orologio. Era così in ritardo che se l'impresa di pulizie per cui lavorava avesse scoperto che aveva mancato una prenotazione l'avrebbe licenziata sui due piedi.

    E lei non poteva permettersi di perdere il lavoro, non con le migliaia di sterline del prestito studentesco da restituire e di sicuro non con i suoi genitori che avevano sempre bisogno di un sostegno economico.

    In verità la sua sorella gemella era quella che aiutava di più, ma Maya non doveva inginocchiarsi a sfregare pavimenti per guadagnare. No, Maya era un vero genio della matematica, tanto che aveva iniziato l'università a sedici anni. Aveva preso borse di studio e vinto premi e se aveva necessità di racimolare denaro extra c'era sempre qualche progetto pronto ad accoglierla a braccia aperte, dove poteva compiere le sue magie con i numeri.

    Sfortunatamente, lei non possedeva nessuna di quelle doti e si doveva accontentare di lavori non qualificati e meno retribuiti per mantenere a galla la loro famiglia.

    A Izzy non importava perché adorava la sua famiglia, specialmente il suo fratellino Matt, che era sulla sedia a rotelle. Suo padre, Rory Campbell, era uno scozzese gioviale e ottimista, con i capelli rossi e l'abitudine a focalizzare tutte le sue speranze su progetti per arricchirsi in poco tempo... e poi chiedere inevitabilmente in prestito soldi quando le cose si mettevano male.

    Sua madre Lucia era italiana ed era cresciuta in una famiglia molto ricca che l'aveva diseredata dopo che si era innamorata di Rory, era rimasta incinta ed era scappata con lui, voltando le spalle a un matrimonio socialmente più accettabile con un italiano facoltoso.

    Izzy non riusciva a ricordare un momento in cui soldi e debiti non fossero stati un problema serio nella sua famiglia. Se i loro genitori non avessero insistito tanto che lei e Maya continuassero gli studi, sarebbero andate a lavorare subito dopo la scuola dell'obbligo.

    Così si erano impegnate a ottenere una buona istruzione in modo da avere, una volta laureate, dei lavori migliori.

    Del resto, il motivo principale per cui suo padre e sua madre erano spesso in difficoltà economiche consisteva nel fatto che nessuno dei due

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1