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Provocante strategia: Harmony Collezione
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E-book164 pagine2 ore

Provocante strategia: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

I fratelli rivali 1/2

Alejandro Aguilar non mescola mai lavoro e piacere, ma la sua nuova collaboratrice, la guru del marketing Elise Jameson, rappresenta per lui una tentazione continua. Stare, però, a stretto contatto con lei diventa quasi una tortura e presto quella multimilionaria a cui stanno lavorando non sarà l'unica fusione di cui dovranno preoccuparsi. Tuttavia, Alejandro non riesce a liberarsi dei fantasmi del passato e, convinto che Elise lo stia solo usando, la licenzia mandando a monte l'affare.

In realtà lei è la chiave per concludere l'accordo, ed è anche perfettamente consapevole di quale sia il prezzo a esso collegato. Il punto è capire se Alejandro sarà disposto a pagarlo...
LinguaItaliano
Data di uscita20 apr 2018
ISBN9788858980279
Provocante strategia: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Provocante strategia - Maya Blake

    successivo.

    1

    Alejandro Aguilar uscì da sotto il getto di una tonificante doccia fredda mentre il telefono squillava. Erano le quattro del mattino, e una chiamata a quell'ora avrebbe messo in allarme la maggior parte della gente, ma lui aveva un'idea di chi potesse disturbarlo in piena notte.

    Attraversò la camera da letto del suo attico di Chicago e prese il telefono mentre si passava un asciugamano intorno al collo.

    «Fatto?»

    Il suo dirigente commerciale, Wendell Grant, emise un sospiro. «Mi dispiace, ma non si sono mossi di un millimetro. Gli ho offerto di tutto, incluso il mio primogenito.» Il tentativo di ironia naufragò a causa del suono rauco della voce.

    Alejandro strinse il telefono con forza, il sospetto che aveva nutrito per settimane che si faceva forza in lui. C'erano troppe indicazioni per continuare a ignorarlo.

    «Francamente, non capisco perché siano diventati così intransigenti» proseguì Wendell. «I negoziatori della Ishikawa Corporation si rifiutano persino di spiegare quale sia il problema, trincerandosi dietro l'affermazione che necessitano di più tempo.»

    Alejandro sapeva bene quale fosse il problema. I capi della e-commerce giapponese stavano tirando in lungo l'accordo, che avrebbe dovuto essere siglato un mese prima, nel tentativo di favorire gli interessi di una terza parte.

    «Come vi siete lasciati?» domandò.

    «Hanno chiesto qualche altro giorno. Abbiamo provato ad anticipare, ma non hanno acconsentito. Ci siamo accordati per una videoconferenza venerdì.»

    «Inaccettabile. Non aspetterò altri cinque giorni. Richiamali subito e di' loro che voglio i fratelli Ishikawa in videoconferenza domani stesso.»

    «D'accordo... ma, se posso permettermi, ho l'impressione che siano convinti di avere la mano più alta. La dinamica è completamente cambiata...»

    Un moto di rabbia assalì Alejandro. Se anche i suoi dirigenti nutrivano gli stessi sospetti, allora era il momento di prendere il toro per le corna.

    «Ehm... c'è qualcosa di cui dovremmo essere messi al corrente?» si azzardò a chiedere Wendell.

    Alejandro cercò di contenere la collera. «Da questo momento me ne occuperò in prima persona. Riferisci la mia gratitudine alla squadra e prendetevi la giornata libera. Ve la siete guadagnata.»

    «Vuoi ancora che faccia quella chiamata?» domandò Wendell.

    «No, me la sbrigherò io.» Adesso che sapeva con chi aveva a che fare, era ora di togliersi i guanti.

    «Se ne sei sicuro, allora è meglio che vada a casa da mia moglie prima che prepari le carte del divorzio.» Ci fu un'altra risata roca, che si spense in fretta. «Oh, un'altra cosa. La mia assistente ha valutato una lista delle PR più accreditate che si siano candidate in passato. La Jameson è quella che ha la più vasta esperienza in Asia. Credo proprio che giunti a questo stadio abbiamo bisogno di tutto l'aiuto che possiamo avere.»

    Alejandro concluse la telefonata, poi entrò nella cabina armadio per vestirsi. I completi grigi firmati e le camicie nere erano tutti esposti in bell'ordine. Prese un abito scuro e si vestì con efficienza militare. Quindici minuti più tardi usciva di casa e in dieci minuti raggiunse il quartiere finanziario di Chicago con la sua Bugatti. Gli dava una certa soddisfazione sentirla rombare nelle strade deserte della città. Niente però poteva placare la rabbia che gli montava più dentro.

    Si era trasferito dalla Spagna, la sua nazione di nascita, alla California all'età di ventun anni perché non voleva avere nulla a che fare con la sua famiglia. Aveva voluto andarsene non appena possibile dal vergognoso matrimonio dei suoi genitori e aveva posto migliaia di chilometri tra sé e gli individui che lo avevano messo al mondo, senza mai voltarsi indietro. Tuttavia, poco dopo aveva scoperto di essere stato seguito da un altro peso morto, il suo fratellastro.

    Gael Aguilar.

    Lui era metà dell'equazione che aveva contribuito alla rovina della sua vita per oltre vent'anni. Gael e sua madre avevano dato un volto ai mostri senza faccia che erano i tradimenti e i litigi furibondi di suo padre. E quei mostri erano cresciuti a tal punto che Alejandro non aveva avuto altra scelta che abbandonare l'unica casa che avesse mai conosciuto.

    Ma gli incubi non avevano voluto lasciare lui.

    Gael era arrivato in California poco dopo di lui. E la Silicon Valley non era abbastanza vasta per contenere entrambi.

    Specialmente quando il suo fratellastro aveva cominciato a inseguire gli stessi affari per i quali Alejandro mostrava interesse. Demolire la start-up di e-commerce di Gael sarebbe stato molto facile per Alejandro, ma non intendeva dimostrare alcuna attenzione per la vita che si era lasciato alle spalle. Così se n'era andato di nuovo. A Chicago.

    Poteva essere un Aguilar, ma lo era solo di nome. Aveva tagliato tutti i legami, e per quanto lo riguardava era solo al mondo. Purtroppo il fratellastro non aveva recepito il messaggio. Dieci anni dopo il loro ultimo incontro, sembrava che Gael fosse determinato a inserirsi di nuovo negli affari di Alejandro. O, quantomeno, intendeva mandare a monte ciò per cui lui aveva lavorato tanto.

    Spegnendo il motore, balzò fuori dall'auto e attraversò a lunghi passi il parcheggio sotterraneo del palazzo dove sorgeva la sua compagnia. Mentre saliva all'ultimo piano in ascensore, ripensò al suo ultimo incontro con il fratello, quando Gael aveva scoperto che lui stava per lasciare la California.

    «Ho sentito che vuoi trasferire la tua azienda. Perché? Temi quello che potrei farti vedere?» Il sorriso di Gael era presuntuoso e sfacciato, e gli aveva ricordato troppo quello del padre.

    «Non prenderti in giro. La mia azienda ha abbastanza successo per operare ovunque nel mondo. Ma forse dovresti ringraziare la tua buona stella che me ne vada, invece di cedere alla tentazione di farti assaggiare la polvere. In questo modo almeno avrai la speranza di combinare qualcosa.»

    Il sorriso di Gael era evaporato come neve al sole. E uno sguardo che Alejandro aveva ironicamente riconosciuto in se stesso, di implacabile volontà e determinazione, gli era passato negli occhi.

    «Aspetto il giorno in cui ti farò rimangiare queste parole, hermano

    Alejandro si era stretto nelle spalle e se n'era andato. Solo che la faccenda non era finita lì. Gael aveva preso come un'offesa le sue ultime parole, e come un dannato virus era determinato a guastare ogni affare sul quale Alejandro metteva le mani.

    Entrò nel suo ufficio mentre la luce del sole sorgeva sopra il lago Michigan. Di solito si fermava a goderne la vista mentre assaporava il suo espresso. Quel lunedì invece gettò le chiavi della macchina sulla scrivania, si tolse la giacca e si mise subito al lavoro.

    Per le nove aveva ottenuto la conferma del fatto che era stato proprio Gael a intromettersi nell'accordo giapponese. Si appoggiò all'indietro sulla poltrona, le dita pressate insieme mentre cercava di tenere a freno la collera. La Toredo Inc., l'azienda di e-commerce di Gael, era cresciuta ed era seconda solo a quella di Alejandro. Neppure per un attimo questo lo aveva contrariato. La sua impresa fatturava centinaia di milioni di dollari, e possedeva proprie industrie di produzione. Quando si sentiva generoso, apprezzava persino la competizione con la Toredo. Non questa volta, però. Ottenere quell'accordo avrebbe lanciato la SNV a un livello superiore. Avrebbe voluto dire ottenere finalmente il successo per cui aveva tanto lavorato, per cui se n'era andato dai brandelli di quella che sarebbe dovuta essere una famiglia.

    Altri sarebbero potuti venire a patti con quella esperienza, ma lui non era stato in grado di farlo. Niente avrebbe potuto riparare quello che era rotto per sempre. Così si era concentrato sul lavoro, su quello in cui poteva avere successo. Aveva fatto il suo primo milione a ventiquattro anni, poco prima di lasciare la California. E nei dieci anni seguenti aveva continuato la scalata verso la cima.

    L'affare con la Ishikawa sarebbe stato la sua corona di gloria. Aveva lavorato troppo a lungo per essere giocato da Gael. La sua squadra strategica aveva già suggerito di assumere un'agenzia di PR specializzata in trattative con aziende giapponesi, ma Alejandro aveva accantonato l'idea finché i negoziati erano andati avanti. Adesso, sebbene ancora poco convinto, aprì la prima cartelletta che aveva davanti.

    L'immagine della prima candidata catturò subito la sua attenzione, anche se, fissandola criticamente, non avrebbe saputo dire perché. La bocca della donna era larga e piena, il suo naso troppo perfetto. Gli occhi leggermente a mandorla avevano troppe ombre ed era truccata in modo eccessivo. A lui piaceva un aspetto più naturale. Tuttavia non riusciva a distogliere gli occhi da Elise Jameson. Provò quasi l'assurda sensazione che se avesse continuato a fissarla, l'immagine avrebbe preso vita. Lo sguardo scese dal viso al collo, e provò quasi rammarico che non ci fosse qualcosa di più da vedere. Stringendo i denti, passò a leggere le referenze accademiche, che erano piuttosto impressionanti. Scoprire che la Jameson PR era una azienda familiare lo fece sorridere, ma persino lui doveva ammettere che non tutte le famiglie erano come la sua.

    Oh, basta!, si disse. Non doveva continuare a guardare al suo passato. Rapidamente esaminò anche le altre agenzie candidate, ma si rese conto che non ne valeva la pena. Prese il telefono. «Margo, organizza un colloquio con qualcuno della Jameson PR per il pomeriggio, per favore.»

    «Mmh... una di loro si trova già qui. Devo farla entrare? Non ci sono altri appuntamenti, al momento.»

    Si accigliò. «Sono venuti qui senza un appuntamento?» Non sapeva se apprezzare l'audacia o condannarla per la perdita di tempo prezioso.

    «Wendell ha pensato che potesse essere una buona idea, nel caso volesse muoversi in fretta nel campo.»

    Alejandro si fece un appunto mentale di aumentare il bonus del suo capo stratega. «Di chi si tratta?»

    «Una delle dirigenti giovani, Elise Jameson. Posso organizzare perché venga uno più anziano se...»

    «No, va bene. Falla entrare.» Non aveva tempo da perdere. «E vorrei del caffè fresco. Gracias

    Pochi minuti dopo ci fu un bussare alla porta.

    Margo entrò per prima, con un vassoio, e lo sguardo di Alejandro corse alla donna che la seguiva. Una parte di lui disprezzò il moto di eccitazione, tanto quanto un'altra parte ne fu elettrizzata.

    Era vero che quel particolare accordo gli aveva lasciato poco tempo per dedicarsi alle attività fisiche ricreative. Erano parecchi mesi ormai... Peggio ancora, le poche volte in cui aveva ceduto si era ritrovato sorprendentemente annoiato. Abbastanza da abbandonare la sua compagna del momento subito dopo la cena. Tuttavia era pur sempre un uomo dal sangue caldo, e ne fu ben conscio nel momento in cui Elise Jameson entrò nella stanza.

    Il sole del mattino colpì il suo viso quando si fermò dinanzi a lui, portando alla vista quei lineamenti perfetti. Il trucco era impeccabile, come nella foto, ma la realtà lo rendeva più attraente e adeguato al viso. Lei avanzò di un passo, sicura nel suo completo blu, la giacca a un bottone chiusa sotto il seno pieno. Il taglio sapiente del tailleur attirò il suo sguardo sulle forme da Venere, gambe lunghe e curve morbide. Era attraente, seducente. Ma niente di straordinario.

    Poi però lei sorrise, e allora un ricordo lo colpì. Si trattava di un quadro che aveva visto una volta nello studio del padre quando era un ragazzo. La donna era ritratta dinanzi a una finestra, la luce del giorno che le illuminava i lineamenti. I capelli erano raccolti all'indietro e il viso era levato verso il sole, gli occhi chiusi. L'artista aveva colto il punto di vista di un amante che fissava l'amata.

    Quando Elise Jameson raggiunse la scrivania, notò che era alta quasi quanto la donna del quadro. Solo che l'altra era nuda.

    Quel quadro era stato

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