Stella d'Oriente (eLit): eLit
()
Info su questo ebook
Gli ordini sono chiari: l'affascinante sceicco Sharif Azad al Dauleh su incarico del sultano deve ritrovare la principessa Shakira, da lungo dispersa, per riportarla a casa ora che la sua famiglia è ritornata a regnare. Anche se sotto copertura, lui la riconosce, subito ammaliato dal suo sorriso e da un fascino innato che lo legano a lei come una rete dorata. Sharif deve riportarla in patria per il bene della famiglia, del paese, ma soprattutto per il suo!
A Shakira sembra un sogno: finalmente può tornare a casa e incontrare di nuovo la sua famiglia. La sua unica paura è la travolgente attrazione che prova per il dolce e protettivo Sharif, l'unico uomo a cui non riesce a dire no.
Alexandra Sellers
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
Leggi altro di Alexandra Sellers
Professione: Casanova: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFollie d'Oriente: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl fascino del deserto: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl calice della felicità: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLo sceicco stregato: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa passione di Jafar: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGli amanti del deserto: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa spada di Rostam: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa rosa Al Javadi: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa corona di Ashraf: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl fascino dell'Oriente: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Correlato a Stella d'Oriente (eLit)
Titoli di questa serie (3)
Oasi di desiderio (eLit): eLit Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLo sceicco dagli occhi di giada (eLit): eLit Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStella d'Oriente (eLit): eLit Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Ebook correlati
Una lady quasi perfetta: Harmony Jolly Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa moglie del califfo Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Nera delle dune. Storia in Libia ai tempi del fascismo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl leone di Babilonia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFavola greca: Harmony Collezione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn ereditiera da sposare Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Liberata dallo sceicco: Harmony Collezione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn diamante per lo sceicco: Harmony Collezione Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il principe degli scandali: Harmony Collezione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI segreti della nonna: Harmony Collezione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDolce Joanna: Harmony Collezione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSolo per una notte Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Nell'harem del sultano: Harmony Collezione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'uomo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLE CRONACHE DELL'INGAAN-L'esercito dei non morti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Figli di Apollo (L'Esercito degli Dei #2): #Emaxya Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSfrenata ebbrezza. Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl gioiello proibito: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIn viaggio con lo sceicco: Harmony Collezione Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il signore del fuoco Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPer l'amore di un gitano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna notte nel deserto: Harmony Collezione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL ultima seduzione dello sceicco Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPrincipessa per una notte: Harmony Collezione Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Blackwater Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFrida Kahlo: Strappi, voli e bizzarrie. Una vita oltre Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTempesta tra le dune: Harmony Collezione Valutazione: 5 su 5 stelle5/5La fuga in Egitto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGli amanti del deserto: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCatturata dallo sceicco: Harmony Collezione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Narrativa romantica per voi
A cavallo del destino: Harmony Destiny Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn isola per due: Harmony Collezione Valutazione: 5 su 5 stelle5/5I caldi ricordi del capo: Harmony Collezione Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Tra le braccia di un lord: Harmony Jolly Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNon so perché ti amo. From Lukov with Love Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSedotta per gioco: Harmony Collezione Valutazione: 5 su 5 stelle5/5L anello dello sceicco: Harmony Collezione Valutazione: 5 su 5 stelle5/5La figlia segreta: Harmony Collezione Valutazione: 4 su 5 stelle4/5A.A.A. Cercasi Finta Fidanzata per Miliardario Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Il Poliziotto E La Ragazza Della Caffetteria Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Un eccitante sfida: Harmony Collezione Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Un sogno senza fine: Harmony Collezione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPassione milionaria: Harmony Destiny Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Cime tempestose: Ediz. integrale Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Prigioniera dei fae: Prigioniera dei fae, #1 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniA.A.A. Cercasi Finta Fidanzata per Miliardario - Parte 2 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniImplorami Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPassione e vendetta: Harmony Collezione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa sfida del milionario: Harmony Collezione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniHo Sposato Un Miliardario Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Tra le lenzuola del greco: Harmony Collezione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFidanzati per finta Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La spiaggia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBruciante assolo: Harmony Privé Valutazione: 4 su 5 stelle4/5TAURUS: Black Dynasty Series #1 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIncontro col milionario: Harmony Collezione Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La prigione di Sodoma Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa mia vendetta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDecameron Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Lupo: The Wolfe Pack Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Categorie correlate
Recensioni su Stella d'Oriente (eLit)
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Stella d'Oriente (eLit) - Alexandra Sellers
Immagine di copertina:
Zoonar RF / Zoonar / Getty Images Plus
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
The Fierce and Tender Sheikh
Silhouette Desire
© 2005 Alexandra Sellers
Traduzione di Laura Cinque
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
© 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3051-536-9
Prologo
Nel sogno lei aveva un nome. Il suo vero nome. Nel sogno sapeva chi era.
Non era sola. Aveva una casa e una famiglia, la sua vera famiglia. I volti amati che aveva perso tanto tempo prima le erano stati restituiti, nel sogno. I volti che le erano appartenuti.
Non aveva fame, nel sogno, e loro le avevano detto che non l’avrebbe provata mai più. E c’era dell’acqua, acqua pulita, con la quale poteva bere e anche lavarsi. E non dormiva nel fango sotto una tenda sporca, e nemmeno in una piccola stanza soffocante con le sbarre alle finestre. Aveva un letto grande, comodo, fresco e meraviglioso, e una stanza così grande e bella che la faceva piangere di gioia.
Nel sogno loro dicevano - la sua famiglia - che quella camera le apparteneva di diritto e che lei non li avrebbe più perduti. La gente la chiamava principessa, come se fosse una persona di cui avere molta cura. Una persona molto importante, una persona che meritava di essere amata.
Nel sogno era una donna.
1
Il deserto si stendeva sotto il sole rovente, scabro e inospitale fino alle montagne in lontananza. L’autostrada lo attraversava dritta e grigia, tra due argini, un nastro monotono che divideva il manto di sabbia con la sua traccia. Un grosso camion, con il carico ricoperto da un’incerata blu legata con delle corde, percorreva quella strada solitaria sollevando una nuvola di polvere al suo passaggio, come se dovesse correre il più in fretta possibile perché il calore dell’asfalto avrebbe potuto incendiarne le ruote.
Dietro il camion, in una scintillante macchina color argento sul punto di raggiungerlo, lo sceicco Sharif Azad al Dauleh sollevò gli occhi dalla cartina appoggiata al volante per guardare oltre il parabrezza. Ancora non c’era segno della sua destinazione. Si vedeva solo la distesa arida della sabbia color ruggine, un’alternanza di dune e canaloni come se un gigante vi avesse camminato sopra, e punteggiata di arbusti secchi. Sterile come i deserti del Bagestan, quel paesaggio gli era tuttavia totalmente estraneo. Non riusciva a sentirsi a casa, lì...
Sulla cartina, il posto che stava cercando era segnato a penna. Burry Hill Detention Centre era stato scarabocchiato sopra una X accanto alla linea della strada, a parecchi chilometri dalla città più vicina. Aguzzò la vista in cerca di una deviazione. Secondo le sue informazioni non era segnalato da nessun cartello, ma del resto la gente non veniva certo incoraggiata a far visita ai campi dei rifugiati.
Sharif ripiegò la cartina e sospirò. Una missione difficile, aveva detto il sultano, ma né Ashraf, né lui stesso avevano avuto idea delle difficoltà che avrebbe dovuto affrontare. L’incarico di rintracciare un membro disperso della famiglia reale, da qualche parte, nei campi dei rifugiati sparsi nel mondo, non era solo un incubo a livello logistico, ma un buco nero emotivo. Le sofferenze che aveva visto erano qualcosa a cui nessuno poteva essere preparato.
Il camion stava sputando un denso fumo grigio. Lo sceicco pigiò l’acceleratore e si spostò sulla corsia di sorpasso. Sul retro del veicolo, fra il velo di fumo e smog, un’esile figura avvolta in stracci grigi lo salutò vigorosamente: un ragazzino attaccato a una delle corde. Il camion aveva un clandestino.
Un clandestino magro, affamato, agile come una scimmia, che si stava calando dalla sommità del carico con un’audacia che gli serrò lo stomaco.
Quando si accorse che si stava preparando a saltare a terra, Sharif imprecò. Ma era matto? Voleva suicidarsi?
Suonò ripetutamente il clacson. Il ragazzino allungò un braccio, gettò qualcosa sotto le ruote del camion, e un attimo dopo ci fu un’esplosione. Il camion sbandò un paio di volte e si fermò.
Frenando di colpo per evitare una collisione, Sharif vide il ragazzino saltare come una gazzella impazzita sulla strada davanti alla sua macchina.
L’espressione spaventata, lo guardò negli occhi per un attimo, terrorizzato dal muso della macchina che, pur frenando, gli veniva incontro, e si spostò di lato.
Le gomme stridettero sull’asfalto bollente, mentre Sharif tirava il freno a mano con la sinistra girando con forza il volante con la destra. La sabbia turbinò tutta intorno e si sentì un forte odore di gomma bruciata.
La macchina si bloccò sul bordo oltre il quale iniziava l’argine scosceso della strada. Più avanti, il camion si era fermato di traverso e, fra quello e la macchina, il ragazzino, immobile e tremante, si era circondato la testa con le braccia. Intorno a lui era sparsa a terra una serie di oggetti: barrette di cioccolato, un giocattolo, qualcosa che scintillava tristemente al sole. Un’arancia rotolava ancora senza meta sull’asfalto.
Sharif aprì la portiera e scese a terra. Alto almeno quanto il sultano, aveva un fisico da guerriero e un’aria, come avrebbe detto qualcuno, arrogante. Aveva la mascella quadrata e il naso dritto ereditato dalla madre e una bocca che suggeriva una natura appassionata, che però solo in pochi avevano sperimentato. Gli occhi neri evidenziati dalle sopracciglia basse e ben definite denotavano un’intelligenza viva, come gli zigomi alti e la pelle liscia. Portava i capelli neri e ricci tagliati corti e pettinati all’indietro.
Il ragazzino si mise a sedere cercando di riprendere fiato. Non sembrava ferito.
«Piccolo pazzo!» lo apostrofò Sharif.
«Da dove... vieni?» ansimò lui.
I suoi capelli, schiariti dal sole e tagliati disordinatamente, gli ricadevano sul viso magro, da affamato, che aveva lineamenti delicati e regolari. La bocca piena era troppo grande per il suo viso, come del resto gli occhi. Appariva troppo giovane per l’età che dimostrava il suo sguardo, ma era una caratteristica dei bambini e dei ragazzini dei campi dei rifugiati, e Sharif immaginò che avesse quattordici anni.
Scoppiò a ridere, «Da dove vengo io? Cosa diavolo stavi facendo? Sei fortunato a essere ancora vivo!»
Per un attimo, il ragazzino si limitò a guardarlo, osservando il suo atteggiamento fiero, il suo bell’aspetto, la sua djellaba bianca e la sua kefia così insolite per quella zona. «È vero. Grazie» gli rispose alla fine.
Fu una risposta così inaspettata che Sharif rise di nuovo, e questa volta di gusto. Prese dalla tasca della djellaba una scatoletta d’oro, ne tolse un piccolo sigaro nero e se lo mise tra i denti. Il ragazzino, intanto, con il respiro ancora affannato, si mise sulle ginocchia, allungò una mano per prendere una barretta di cioccolato, ma fece una smorfia improvvisa e si massaggiò un fianco.
Sharif prese dalla tasca un accendino e, mentre lo faceva scattare, gli chiese: «Ti sei fatto male?».
«No» mentì quello, come se ammettere una qualsiasi debolezza potesse essere pericoloso. Stringendo i denti per il dolore, si mise a raccogliere le cose sparse intorno.
Sharif posò il piede su un anello di plastica blu proprio mentre il ragazzino stava per prenderlo. «Quanto male ti sei fatto?»
Lui si strinse nelle spalle.
«Quanto?» insistette Sharif.
«Cosa te ne importa? Fingere che la cosa ti preoccupi ti fa sentire meglio? Quando te ne andrai per la tua strada con la tua bella macchina, proverai un senso di calore sapendo che mi hai chiesto come mi sentivo?»
Il suo cinismo brutale nasceva da anni di sofferenza, ed era poco più che un bambino. Che in un essere umano potesse albergare una simile assenza di fiducia sembrò a Sharif una cosa tragica. All’improvviso, desiderò che quel ragazzino maltrattato sapesse che nel mondo esisteva anche qualcosa di buono e, contemporaneamente, derise se stesso per quel sentimento. Nelle ultime settimane non aveva visto altro che scene infernali, e aveva cercato di tenere la testa fuori dall’acqua. Perché di fronte a quella creatura che non credeva a nessuno cambiava atteggiamento? No, non voleva lasciarsi coinvolgere. Aveva un incarico da portare a termine. Fatti coinvolgere personalmente da un essere umano che soffre e non ci sarà una fine. Come un chirurgo, doveva mantenere una distanza fredda e professionale.
«Non fare lo stupido. Sali in macchina. Ti porto da un medico.»
Il ragazzino fece un passo indietro. «No, grazie. Ti spiace sollevare il piede? Ho bisogno di quell’affare.» Cercò di tirare l’anello di plastica da sotto la scarpa di Sharif senza riuscirci.
Avevano dimenticato entrambi il camionista. Dopo aver tolto il mezzo dalla strada, si era messo a correre furibondo verso di loro.
«Piccola feccia disgustosa!» gridò in inglese al ragazzino. «A cosa credi di giocare? Sei uno di quei maledetti rifugiati, vero?» Lo afferrò per un polso, lo tirò in piedi facendo cadere di nuovo per terra tutte le sue cose, e quello gridò.
«Rifugiato?» ripeté Sharif Azad al Dauleh.
Ci fu un momento di silenzio, mentre il camionista inquadrava la figura prestante del suo interlocutore, la sua postura fiera e il suo abbigliamento, tipico di un deserto molto lontano.
«C’è Burry Hill laggiù» gli disse poi, indicando una recinzione di filo spinato appena visibile in lontananza, mentre il ragazzino cercava di liberarsi dalla sua stretta. «Non è sicuro come gli altri. La gente da lì riesce a uscire, ma siccome non ha nessun posto dove andare, poi deve tornare indietro. Ho sentito di questa loro abitudine. Gettano un fuoco artificiale tra le tue ruote e, quando scoppia e tu rallenti, saltano a terra e scappano nel deserto prima che tu possa acchiapparli. Però questa volta non ce l’hai fatta, eh?» disse al ragazzino stringendogli ancora di più il polso. «Questa volta ti è andata male!»
«Lasciami andare, brutto imbalsamatore di cammelli!» gridò lui passando a una lingua che sembrava un misto di linguaggi, del quale il bagestano e il parvani formavano la struttura principale, e poi passò a una serie di insulti molto coloriti.
Sharif, accendendo il sigaro, sorrise per la ricchezza delle invettive del ragazzo, che informava il camionista di essere un uomo incapace di riconoscere il sedere di una capra da quello di una gallina e, quando sollevò lo sguardo, vide che aveva il viso contorto dall’odio.
L’uomo cercò di prenderlo a calci, ma, nonostante si fosse fatto male a una gamba in maniera evidente, il ragazzino si dimostrò davvero molto agile.