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Gli amanti del deserto: Harmony Destiny
Gli amanti del deserto: Harmony Destiny
Gli amanti del deserto: Harmony Destiny
E-book166 pagine2 ore

Gli amanti del deserto: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Per i figli del deserto, nati per comandare, non è facile trovare una donna capace di domarli.

Quale motivo porta Desirée Drummond in pieno deserto? Salah al Khouri non può non chie-derselo appena posa gli occhi sulla modella mozzafiato dal volto così familiare. La conosce fin troppo bene, visto che in un passato difficile da dimenticare sono stati amici. E amanti.

Desi ha una missione da compiere: impedire a ogni costo il tanto atteso matrimonio reale, anche a prezzo del suo cuore. Non sarà facile sedurre Salah: lo sguardo freddo che le riserva da quando è arrivata nel Barakat è difficile da accendere. Ma un tempo quegli stessi occhi ardevano per lei. E forse, complice il deserto...
LinguaItaliano
Data di uscita9 set 2018
ISBN9788858986714
Gli amanti del deserto: Harmony Destiny
Autore

Alexandra Sellers

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Gli amanti del deserto - Alexandra Sellers

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Sheikh’s Betrayal

    Silhouette Desire

    © 2009 Alexandra Sellers

    Traduzione di Giuseppe Biemmi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-671-4

    Prologo

    C’erano due funzionari dell’immigrazione al controllo passaporti e una breve fila di viaggiatori di fronte a loro. Un uomo se ne stava in piedi oltre uno dei banchi, scrutando i volti dei passeggeri in arrivo. La sua figura autoritaria e immobile faceva quasi da fulcro al flusso indaffarato delle persone, come se la scena in qualche modo ruotasse attorno a lui.

    L’uomo guardò dritto verso Desi, che sentì subito scattare un campanello d’allarme che la raggelò fino alle ossa. Indossava degli occhiali da sole ma, anche così, voltò la testa per evitare d’incontrare quello sguardo. Passaporto e carta di sbarco in una mano, borsa di pelle piuttosto usurata dai numerosi viaggi nell’altra, si spostò nella fila accanto alla sua, evitando deliberatamente di guardare verso di lui.

    Tuttavia era bastata quell’unica occhiata perché la sua immagine le si stampasse nella mente, irritante quanto una lisca di pesce in gola: viso aspro e scuro tipico del deserto, caffettano di cotone bianco sotto il mantello arabo dalla linea morbida chiamato burnus e tradizionale kefiah. Una bocca finemente cesellata. Guance che parevano scolpite nella roccia e una cicatrice che gli attraversava uno zigomo.

    «Passaporto, prego» disse una voce, richiamandola al presente. Era il suo turno. Desi avanzò di un passo ed esibì il documento. Aveva i nervi tesi.

    Desirée Drummond. Il funzionario lesse il suo nome senza il minimo barlume di riconoscimento, e lei tirò un sospiro di sollievo.

    «Si tolga gli occhiali da sole, per favore.»

    Doveva assecondarlo. Trattenendo il fiato, vide che l’addetto le scrutava il viso con improvviso zelo. Poi lo esalò lentamente non appena le fu evidente che non l’aveva comunque riconosciuta. Infatti, non le chiese nemmeno di levarsi il cappello. Prese invece il timbro ufficiale e sfogliò rapidamente il passaporto pieno di visti alla ricerca di una pagina vuota.

    «Visita di lavoro o di piacere?»

    «Di piacere.» E questa è la prima bugia che sparo, pensò lei. Il piacere è l’ultima cosa che mi aspetto da questo viaggetto. Poi, da bugiarda inesperta qual era, si affrettò a fornire degli inutili particolari. «Studio archeologia. Vado a visitare uno scavo.»

    «Uno scavo?» Lui era chiaramente compiaciuto di avere una scusa per prolungare l’incontro. Poteva non averla riconosciuta, ma chiaramente gli piaceva ciò che aveva davanti a sé. «Che cos’è uno scavo?»

    «Oh... è un... un posto in cui viene trovata un’antica città o meglio dei resti e gli archeologi scavano per riportare il tutto alla luce e scoprirne la storia.»

    Gli occhi gli si sgranarono, improvvisamente all’erta, e Desi si maledisse. Perché non aveva tenuto la bocca chiusa?

    «Dove si trova questo scavo?» le domandò lui con il tono di un uomo deciso a non lasciarsi distrarre.

    «Oh!» Desi rise goffamente. «Non lo so esattamente. Viene a prendermi qualcuno e...»

    «Timbri il passaporto» ordinò in arabo una voce profonda, facendo scattare all’insù le loro teste.

    Ancora lui. L’uomo che l’aveva osservata poco prima. Adesso se ne stava in piedi accanto al funzionario dell’immigrazione e fissava Desi con i suoi occhi scurissimi che le spedirono dei fremiti di nervosismo giù per la schiena.

    Poi, reclinando il capo in preda a un repentino shock, lei restò a bocca aperta. «Non ci posso credere!» esclamò con voce strozzata.

    «Ciao, Desi» le disse contemporaneamente lui.

    «Salah?»

    Non aveva più nulla del ragazzo che ricordava, né dell’uomo in cui si era immaginata che si fosse trasformato quel ragazzino. Pareva più vicino ai quaranta che ai trent’anni. Aveva delle rughe profonde che gli attraversavano la fronte, una cicatrice nella parte alta di una guancia mentre la bocca, un tempo generosa, si era assottigliata. L’esile torace e le spalle magre si erano irrobustiti e presentavano dei muscoli ben sviluppati.

    A parte questo, emanava un’aura di indiscussa autorità, come se fosse un uomo abituato a comandare e a essere ubbidito. E il senso di potere che trasudava permeava l’aria attorno a lui.

    Ma furono l’asprezza e la fredda disillusione del suo sguardo a colpirla maggiormente.

    Salah, ma non più Salah. Desi non riusciva a immaginare in che modo fosse potuto diventare come lo vedeva ora rispetto a come lo ricordava. In effetti, le pareva di fissare un perfetto sconosciuto.

    Uno sconosciuto il cui nome sapeva essere Sua Eccellenza Salahuddin Nadim ibn Khaled ibn Shukri al Khouri, Cup Companion del principe Omar degli Emirati del Barakat, uno degli uomini più influenti del suo governo.

    L’amico d’infanzia che si prefiggeva di sedurre.

    E tradire.

    1

    «Baba è ‘gegnere.»

    L’originalità esotica dell’accento con cui l’informazione era stata fornita a Desirée da Samiha nel corso del loro primo giorno di scuola aveva incantato Desi, legandola immediatamente alla sua graziosa nuova amichetta dagli occhi neri. Presto aveva appreso che Baba significava Papà, e che ‘gegnere significava che l’uomo era venuto sulla west coast per costruire qualcosa di grande. Ma la magia non si era fermata lì.

    Infatti, era stato solo il primo giorno di quella che sarebbe diventata una lunga amicizia. Inseparabili a scuola, Desi e Sami avevano trascorso insieme anche l’estate, su un’isoletta davanti alla costa della British Columbia, dove la famiglia Drummond possedeva, in riva a un lago, un cottage rivestito esternamente da assi di legno scuro e circondato da tutta una serie di piccole dépendance.

    Ex hippy, i suoi genitori avevano sperato di trasformare il posto in una dimora fissa in cui coltivare il proprio cibo, alloggiando pensionanti e tenendo corsi di yoga e filosofie orientali nella bella stagione. Ma il progetto non aveva mai prodotto un reddito tale da indurre suo padre ad abbandonare il posto all’università e trasferire definitivamente la famiglia da Vancouver.

    Ogni estate Desi, suo fratello e sua sorella avevano il permesso di invitare ciascuno un amico a soggiornare presso di loro. Ogni anno a partire dalla prima elementare Desi aveva portato Sami.

    L’estate in cui Desi aveva compiuto nove anni, Salah, il cugino di Samiha, era venuto dal Barakat Centrale per soggiornare presso la famiglia di Sami e perfezionare il suo inglese. Salah all’epoca aveva dodici anni, la stessa età di suo fratello Harry, e per qualche motivo che nessuno in seguito aveva più ricordato era stato invitato al cottage.

    Salah e Harry erano diventati amici, e da quell’anno in poi era stato dato per scontato che Salah avrebbe fatto parte della loro avventura estiva.

    Salah era un ragazzo molto attraente, se non addirittura affascinante. Quelle primissime estati, Desi era stata sospesa tra la venerazione e uno spirito di competitività nei sentimenti che nutriva per lui, in parte decisa a dimostrare che era più spavalda e sveglia di qualsiasi ragazzo, in parte desiderosa che Salah fosse amico suo invece che di suo fratello.

    Simili sentimenti erano una base perfetta perché si sviluppasse qualcosa di più profondo, cosa che non ci mise molto a realizzarsi. Al termine dell’estate in cui aveva compiuto quattordici anni, Desi era entrata nella pubertà, e fra lei e Salah era spuntata una nuova consapevolezza. L’estate successiva, Salah non aveva fatto la sua consueta visita in Canada.

    Durante quei due anni di lontananza, Desi era cresciuta. Le era spuntato il seno, la vita le si era modellata, e la sua statura era schizzata di un’altra quindicina di centimetri, quasi tutti di gambe. Il suo volto era passato da una tenera rotondità a una più matura e incantevole eleganza.

    La fresca sedicenne che aveva accolto l’amico arabo l’estate seguente era alta, slanciata e bella di una bellezza originale. Talmente originale che era stata individuata per strada da un talent scout e messa sotto contratto da un’agenzia di modelle.

    In quanto a Salah, a diciannove anni lasciava già intuire più chiaramente l’uomo che sarebbe diventato: smilzo ma potente, con delle spalle magre ma larghe, un intenso sguardo scuro e una voce molto profonda. A parte questo, era riflessivo, imperscrutabile e molto sicuro delle sue opinioni.

    Naturalmente, si era innamorata di lui. L’amico d’infanzia che già adorava si era trasformato in un eroe romantico. Salah era adesso incredibilmente bello e virile, oltre che molto più adulto dei ragazzi a scuola. E la sua innocente integrità morale era totalmente in contrasto con l’istinto predatorio tipico dei maschi che ruotavano attorno al mondo delle modelle e che tanto era temuto da sua padre.

    Salah era chiaramente rimasto abbagliato dalla nuova Desi, i cui lunghi capelli sciolti fluttuavano anche quando lei era ferma, la cui carnagione color crema riluceva con quella che pareva una promessa sensuale, i cui bikini mettevano in risalto la curva dei suoi seni piccoli ma pieni, le sue gambe da favola, il ventre piatto e il sedere sodo. La nuova Desi, che mangiava a malapena per timore di poter mettere su qualche etto di peso.

    Quello era stato l’anno in cui, per una coincidenza ritenuta allora un vero e proprio colpo di fortuna, sia suo fratello Harry sia la sua amica Sami avevano disertato l’abituale vacanza sull’isola. Samiha era tornata negli Emirati del Barakat per far visita ai parenti e, all’ultimo minuto, Harry aveva trovato un lavoro estivo per racimolare qualche soldo per l’università. Si era recato sull’isola solo a weekend alterni. Così era stato più che naturale che Desi e Salah trascorressero insieme tutto il tempo.

    Quell’estate c’era anche stata una memorabile ondata di calore, e forse era stata una certa spossatezza che aveva fatto sì che i suoi genitori non notassero la reazione chimica che andava sviluppandosi fra i due giovani. O forse era stato semplicemente il loro atteggiamento di hippy di larghe vedute.

    Sulla terraferma c’erano stati incendi boschivi, ma le isole, sebbene calde come forni durante il giorno, grazie a Dio beneficiavano della pioggia di notte. Le mattine erano abbastanza fresche, con una nebbiolina che si alzava dalle acque, ma già alle dieci la temperatura era insopportabile, ed entro le undici la maggior parte degli ospiti paganti era prostrata dalla calura.

    Tutti quanti odiavano quel caldo asfissiante... tutti eccetto Desi e Salah. Salah era abituato a certe temperature, e in quanto a Desi... si sentiva come se si fosse appena svegliata da un sonno lungo una vita. Il caldo la stimolava, facendole ribollire il sangue nelle vene e fremere i muscoli, come se fosse un’atleta in attesa di prendere il via in una corsa che sapeva avrebbe vinto.

    Non solo la calura, naturalmente, aveva contribuito a quella sensazione.

    Ripensando a quell’estate, Desi ricordava infinite giornate calde e luminose e una gioia di vivere contagiosa che abbracciava ogni cosa. Correvano insieme, nuotavano insieme, parlavano e, chiaramente, non smisero di essere in competizione l’uno con l’altro. Ma questo non aveva fatto che aggiungere sale all’intensità di ogni momento condiviso, rendendoli inseparabili e tenendoli sempre all’erta.

    «Salah?»

    Si fissarono l’un l’altro per un momento e, improvvisamente, in modo del tutto imprevisto, i caldi e sensuali ricordi di un decennio prima riaffiorarono, sciogliendola. Il calore del petto nudo e abbronzato di lui contro la sua mano tremante. Quegli occhi neri pieni di amore e desiderio. L’ebbrezza dell’eccitazione al quale lui aveva cercato così nobilmente di resistere...

    Salutalo con un bacio. Devi disorientarlo fin da subito, prima che assuma il controllo della situazione.

    Desi non sarebbe riuscita a muoversi nemmeno se ne fosse andato della sua vita stessa. Non avrebbe potuto baciare Salah nemmeno per salvare il mondo. Tutto ciò che

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