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Amanti per gioco: Harmony Destiny
Amanti per gioco: Harmony Destiny
Amanti per gioco: Harmony Destiny
E-book155 pagine2 ore

Amanti per gioco: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

I fratelli Serenghetti 2/2

Per proteggere la sua reputazione in un ambiente senza scrupoli, l'attrice Chiara Feran ha bisogno di un fidanzato che metta a tacere ogni pettegolezzo su lei e la sua famiglia, e Rick Serenghetti, stuntman, sembra proprio essere l'uomo ideale.
Tuttavia, a Hollywood le cose non sono mai come sembrano: Rick, infatti, in realtà è un facoltoso produttore cinematografico, ma nonostante tutto si presta comunque a interpretare il ruolo di fidanzato innamorato.
Tutto fila liscio finché i confini tra finzione e realtà diventano sempre più sfumati, e l'irresistibile attrazione tra Chiara e Rick sempre più tangibile.
LinguaItaliano
Data di uscita20 ago 2019
ISBN9788830501812
Amanti per gioco: Harmony Destiny
Autore

Anna DePalo

Dopo aver vissuto in Inghilterra e in Italia, si è stabilita a New York dove, quando non scrive, esercita la professione di avvocato.

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    Anteprima del libro

    Amanti per gioco - Anna DePalo

    successivo.

    1

    Esploso l'amore tra la bella attrice e lo stuntman. Effetti speciali garantiti anche fuori dal set.

    Il titolo tratto dal noto sito di gossip continuava a echeggiare nella testa di Chiara Feran anche nei momenti meno opportuni.

    Mentre le pale dell'elicottero sferzavano l'aria, creando un vortice di vento tutt'intorno, si aggrappò alle spalle robuste del sexy stuntman, infondendo una tale enfasi nel movimento, come se tutta la sua vita, non solo quella di attrice, dipendesse da ciò.

    La notizia che ci fosse una love story in corso tra lei e Mister Macho imperversava, ormai, in rete, e lei cominciava ad accarezzare l'idea di cavalcare l'onda, al fine di distogliere l'attenzione dei media da suo padre - con il quale era in rotta da tempo - che rischiava di sollevare l'ennesimo polverone attorno alla sua discutibile fama di gaudente biscazziere di Las Vegas.

    Scosse il capo per scostare i capelli dal viso. Alle prove, aveva saputo che il nome di Mister Macho era Rick, benché ritenesse che Mister Insofferenza gli si addicesse di più. Aveva un fantastico paio di occhi verdi con i quali, però, la guardava come se fosse una di quelle dive viziate che pretendono di essere trattate con i guanti di velluto.

    Non voglio rovinarti la manicure.

    Ti ringrazio per la premura, ma abbiamo un'estetista a disposizione sul set.

    Eh, sì, tanto era bello quanto arrogante e indisponente. Avevano avuto un paio di scambi verbali durante le riprese che l'avevano accesa e non solo di rabbia, per la verità. Quel tipo così scostante emanava un tale magnetismo da rivaleggiare con quello delle più grandi star del cinema. Ragion per cui era stato inevitabile per lei domandarsi come mai un tipo simile si fosse accontentato di essere una semplice controfigura. Ma forse era un bene. Il suo ego stratosferico non aveva certo bisogno di essere ulteriormente incentivato. Si diceva in giro, però, che non fosse quello che sembrava, che nascondesse un segreto.

    Correva voce, inoltre, che fosse sfacciatamente ricco, anche se non si sarebbe meravigliata se quella voce l'avesse messa in giro proprio lui per rendere più incisiva l'immagine di maschio alfa che voleva proiettare di sé. Il genere di cavaliere dalla fulgida armatura, forte e determinato, sempre pronto a salvare la damigella di turno in pericolo.

    Solo che lei era in grado di salvarsi da sola. Aveva imparato nel tempo a badare a se stessa, a non dover dipendere da nessuno, e non avrebbe permesso più ad alcun uomo di soffocare la sua indipendenza.

    Schiuse la bocca, ma invece del grido esistenziale che le echeggiava in petto, articolò la sua battuta successiva. «Moriremo, mio Dio!»

    «Resta aggrappata a me. Non temere, ti proteggo io.»

    Chiara sapeva che Rick sarebbe stato doppiato, che la sua voce sarebbe stata sostituita con quella dell'attore suo coprotagonista, per cui si divertiva a chiamarlo con il nome del personaggio. E poiché Rick era lì per fingere di essere il suo coprotagonista, e questi semplicemente recitava una parte, di certo non sarebbe morta per davvero.

    Tuttavia, benché sia lei che Rick fossero sorretti da robuste e invisibili imbracature, non poteva dire che non fosse mai accaduto un incidente sul set. In quel momento, quasi a intensificare la sensazione di autentico pericolo, nuove esplosioni echeggiarono tutt'intorno.

    Completata la scena, Chiara sarebbe corsa alla roulotte per prendersi un caffè e magari scambiare due parole con Odele...

    «Stop!» gridò il regista attraverso il megafono.

    Chiara tirò un sospiro di sollievo, rilassandosi.

    Rick, però, non accennava ad allentare la presa mentre venivano riportati giù.

    Era stanca morta dopo una giornata trascorsa sul set, senza voler prendere in considerazione quell'altro tipo di stanchezza che la affliggeva in quel periodo, un senso di fatica esistenziale che le rendeva difficile occuparsi di qualunque altra cosa, a parte il lavoro. Per fortuna le riprese del film si sarebbero concluse a breve.

    I film d'azione non erano il suo genere preferito, però la aiutavano a pagare il mutuo e tutto il resto. E Odele, la sua agente, non si stancava mai di ripeterle che servivano a tenere accesi i riflettori su di lei. Il suo indice di popolarità sarebbe rimasto elevato e così non avrebbe perso i suoi svariati contratti pubblicitari. Il film che stava girando adesso, Pegasus Pride – pellicola su una missione per impedire che un gruppo di brutti ceffi facesse esplodere il palazzo delle Nazioni Unite e altri edifici circostanti – serviva né più né meno che a questo.

    Non appena i piedi toccarono il suolo, Chiara avvertì un fremito e si scostò immediatamente da Rick.

    Lui aveva i capelli scomposti, i jeans calati sui fianchi, ed emanava una tale autorevolezza, neanche fosse il padrone dell'universo, calmo e implacabile, ma sempre pronto a intervenire.

    Accidenti. Non le piaceva il modo in cui reagiva a quel trionfo di mascolinità. La faceva sentire vulnerabile. Lui era in gran forma fisica, pettorali scolpiti, addominali d'acciaio – impossibile per una donna non restarne impressionata. Però era anche di un'arroganza insopportabile e, come accadeva per la stragrande maggioranza degli uomini, non c'era da fidarsi.

    «Tutto bene?» le chiese Rick.

    La sua voce era profonda e densa come la cioccolata bollente che avrebbe volentieri sorseggiato in quel momento. Era una giornata di aprile sorprendentemente umida e fredda agli Studi Novatus di Los Angeles. «Certo. Perché non dovrebbe essere così?» lo rimbeccò con un'altra domanda, mentre decine di persone si accalcavano attorno a loro. «Mi sembra che non sia accaduto nulla di diverso rispetto a una normale giornata di riprese, no?»

    «Mi permetto di dissentire.»

    Lei lo scrutò con aria interrogativa. «Non capisco.»

    «Deduco che tu non abbia parlato con la tua agente, di recente. Odele, vero?»

    «No, perché?»

    Rick indicò con lo sguardo la sua roulotte. «Forse è il caso che ci scambi quattro chiacchiere.» Così dicendo, estrasse dalla tasca dei pantaloni il cellulare e orientò lo schermo verso di lei.

    Le ci volle qualche istante per mettere a fuoco il titolo del giornale online, ma una volta che ci riuscì, sgranò gli occhi. C'è del tenero tra Chiara Feran e il suo stuntman. Sarà altro oltre all'alta quota ad accelerare i battiti dei loro cuori?

    Maledizione... Ancora con quella storia. E che imbarazzo, ora ne era a conoscenza anche Rick. Le guance le divennero scarlatte. Lui non era il suo stuntman, per la miseria.

    Si pentì di non aver subito smentito pubblicamente, la prima volta che era apparsa la notizia, lasciando che dilagasse in rete. Ma aveva sperato che quella tresca immaginaria distogliesse l'attenzione dal vero problema – suo padre.

    Allo sguardo divertito di Rick, disse bruscamente: «Corro a parlarne con Odele».

    Lui le sollevò il mento con un dito, come se fosse la cosa più normale del mondo che si prendesse la libertà di un gesto simile. «Se mi vuoi, non c'è bisogno di dare in pasto ai giornali storielle del genere. Basta dirlo. Siamo adulti, no?»

    Ma come si permetteva?

    Chiara scacciò la sua mano con un gesto infastidito e, senza neppure replicare, marciò spedita verso la roulotte. Aprì la porta e vide Odele seduta, serafica, al tavolino. La donna di mezza età sollevò lo sguardo, scrutandola da sopra gli occhiali dalla montatura rossa, il caschetto grigio illuminato dalla luce artificiale.

    Chiara si toccò la fronte. «Ho preso un cachet un'ora fa, ma questo maledetto mal di testa non accenna ad abbandonarmi.»

    «I problemi dell'uomo sfidano la farmacologia da secoli, mia cara» replicò Odele con la sua tipica voce arrochita.

    Chiara la informò della notizia che circolava in rete e della reazione dello stuntman. «Ma chi si crede di essere? Pensa che, solo perché ha un po' di muscoli, tutte le attrici gli sbavino dietro?»

    «Hai bisogno di un fidanzato» rispose Odele, criptica.

    Chiara ci mise un istante per digerire le parole. Era una di quelle attrici che venivano strapagate per essere fotografate con indosso una certa marca di abbigliamento, una certa borsa o un certo paio di scarpe. Si guardò intorno. Il suo era un camper di lusso, rifinito in legno e marmo. Aveva tutto ciò che avrebbe mai potuto desiderare. No, non aveva bisogno di nulla, tantomeno di un fidanzato.

    In effetti, era da tempo immemorabile che non usciva con un uomo. Non che fosse per lei un problema trovare un fidanzato. Semplicemente, non voleva quella seccatura. Sì, perché avere un uomo accanto era impegnativo.

    «Bisognerà che te ne rimediamo uno» ribadì Odele, insistendo incomprensibilmente su quella linea.

    Chiara sorrise nervosa. «Posso dire che avrei bisogno di un nuovo stilista, ora che Emery se ne è andato per avviare la sua linea di accessori, di un nuovo dentifricio, e soprattutto di una vacanza, una volta terminate le riprese di questo film.» Scosse la testa. «Ma di un fidanzato, proprio no.»

    «Sei l'idolo dell'intera America. Vogliono tutti vederti felice.»

    «Vedermi felice significa ammogliata con prole?»

    Odele annuì. «Sai com'è, la gente ha bisogno della favola, di sognare insieme al loro idolo. E una storia d'amore è proprio ciò che ti ci vuole per creare la giusta magia attorno al tuo nome.»

    «Ammesso e non concesso che sia come dici tu, da dove me la tirerei fuori, adesso, questa storia d'amore?»

    Odele schioccò le dita. «Semplice. Ho già trovato l'uomo giusto per te.»

    «E chi sarebbe?»

    «Uno stuntman. E lo conosci già.»

    Un pensiero orribile attraversò la mente di Chiara. «Non mi dire che sei stata tu a mettere in giro quella voce su me e Rick!»

    Era corsa da Odele nella speranza che la sua agente si prodigasse per stroncare sul nascere la tempesta mediatica. E invece aveva scoperto che era stata proprio lei a innescare la bomba, dimostrando, per giunta, un gusto del tutto discutibile in fatto di uomini.

    Odele assentì. «Certo che sono stata io. Bisognava inventarsi qualcosa per deviare l'attenzione dei media da tuo padre.»

    Chiara era incredula. «Come hai potuto? E perché proprio con...» Indicò con un dito la porta «...quello lì?»

    Odele non si scompose.

    Chiara restrinse gli occhi a due fessure. «E lui che ha detto? È d'accordo con il tuo piano?»

    «Non ha battuto ciglio.»

    Ecco perché aveva avuto quell'atteggiamento così...intimo con lei, qualche minuto prima. Odele gli aveva chiesto di calarsi nella parte della sua nuova fiamma. Accidenti, aveva un nervoso addosso... «Non è il mio tipo.»

    «Suvvia, Chiara, uno così piace a tutte. Qualunque donna sarebbe contenta di sfoggiare al suo fianco un marcantonio simile.»

    «Ti assicuro che la sua compagnia non è poi così gradevole.» Era odioso, irritante e insopportabile.

    «Insisto, susciterai l'invidia di molte tue ammiratrici, oltre che colleghe. Se lo mangeranno con gli occhi.»

    Chiara sollevò le mani in aria. Un conto era non smentire una notizia apparsa in rete, un

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