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Una scelta di cuore: Harmony Collezione
Una scelta di cuore: Harmony Collezione
Una scelta di cuore: Harmony Collezione
E-book144 pagine2 ore

Una scelta di cuore: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Potere, privilegi e passione.

Affari e nobiltà si fondono in un unico nome.



Saul Parenti è sempre stato felice di essere il secondo in linea di successione al trono di Arezzio, così si è potuto dedicare al proprio impero economico e alla sua deliziosa moglie Giselle. Ma quando suo cugino muore, Saul deve prendere il suo posto. Adesso, sia Saul che Giselle devono attenersi al protocollo reale che, neanche a dirlo, prevede un erede. Giselle, a questo, non aveva mai pensato: i segreti del suo passato l'hanno così spaventata che non ha alcuna intenzione di diventare madre. E il suo matrimonio, così, non può che entrare in crisi.
LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2018
ISBN9788858991381
Una scelta di cuore: Harmony Collezione
Autore

Penny Jordan

Scrittrice inglese, attiva da parecchi anni nell'area della narrativa romantica, è notissima e molto apprezzata dal pubblico di tutto il mondo.

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    Anteprima del libro

    Una scelta di cuore - Penny Jordan

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Dutiful Wife

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2010 Penny Jordan

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-138-1

    1

    Il suo tocco così esperto, virile ed esigente scatenò in lei una tale eccitazione da raggiungere ogni sua terminazione nervosa.

    A quel punto niente più importava, se non essere posseduta da lui.

    Era sempre così e sapeva cosa sarebbe successo di nuovo quando aveva immerso il suo corpo nudo nell’acqua tiepida della loro piscina privata, con solo le stelle e la luna nel cielo tropicale a testimoniare quella erotica intimità.

    Lei si allontanò nuotando nel tentativo di tormentarlo e sussultò di piacere quando lui la raggiunse sott’acqua succhiandole un capezzolo e infilandole una mano tra le cosce.

    Un’ondata di desiderio la travolse, spingendola ad assecondare il ritmo delle sue carezze. Gemette, abbracciandolo con un impeto selvaggio.

    Raggiunsero il bordo della piscina e lui la sollevò tra le braccia, portandola verso un ampio lettino coperto da un cuscino e un asciugamano. La fece sdraiare con delicatezza, iniziando ad accarezzarle il corpo nudo e soffermandosi sui seni.

    Lei sentì i muscoli del ventre contrarsi per il desiderio e il bisogno di sentirlo dentro di sé. I capezzoli si indurirono e lui registrò con lo sguardo quei messaggi sensuali mentre le posava la mano su un fianco.

    Automaticamente lei aprì le gambe, già pronta per accoglierlo, e lui si chinò a stuzzicarle l’ombelico con la lingua, tracciando con deliberata lentezza dei cerchi che le fecero invocare il suo nome. «Saul, mio solo e unico amore...»

    Lui la guardò e lei emise un gemito impotente mentre inarcava la schiena in un esplicito invito.

    Saul la strinse forte a sé, la baciò con ardore e la penetrò con un unico colpo deciso.

    Lei gridò e iniziò a muoversi eccitata, finché il piacere non portò rapidamente entrambi all’appagamento totale dei sensi.

    «Felice anniversario, signora Parenti.»

    Giselle sorrise al marito, ebbra di felicità. Era così fortunata! La loro vita insieme era perfetta e Saul l’aveva liberata dal peso della colpa che si era portata dietro per anni.

    In quel momento di beatitudine e armonia non c’era bisogno di tormentarsi con il ricordo dell’altra verità che gli aveva tenuto nascosta. Non aveva alcuna rilevanza nell’esistenza meravigliosa che stavano condividendo, così piena di ambizioni artistiche per quanto la riguardava, dal momento che era diventata responsabile dei progetti relativi alla lussuosa catena di alberghi che Saul possedeva in tutto il mondo.

    L’amore che li univa aveva creato attorno a loro una sfera di felicità che non prevedeva l’intromissione di niente e di nessuno all’interno del suo cerchio protettivo.

    Il loro era un matrimonio che non prevedeva figli. Questa era stata una promessa e un impegno che si erano fatti reciprocamente quando si erano sposati, dodici mesi prima. I motivi per cui erano determinati a non avere bambini risalivano alla loro infanzia ed erano stati compresi e accettati da entrambi.

    Saul aveva alleviato gran parte del dolore della moglie amandola e apprezzandola per quello che era e anche Giselle era riuscita a fargli fare pace con il suo passato, soprattutto con la madre, dato che era convinto che avesse amato gli orfani di tutto il mondo più di lui.

    Era stato un giorno molto speciale e commovente per tutti e due quando avevano inaugurato il primo di una serie di orfanotrofi in suo onore, composti da una casa accoglienza e una scuola. Finanziati da Saul, progettati da Giselle e costruiti dall’impresa del marito, quegli orfanotrofi rappresentavano il perdono e l’accettazione di sua madre.

    Quella sera, dopo l’inaugurazione ufficiale, si erano amati con una tale intensità fisica ed emotiva che ancora adesso il ricordo commuoveva Giselle.

    Il loro cammino verso la felicità non era stato affatto facile. Entrambi avevano lottato duramente contro il reciproco desiderio che li aveva strappati dalla tranquillità per proiettarli in una sorta di guerra, nella quale avevano entrambi contrastato duramente i sentimenti che provavano l’uno per l’altra, aggrappandosi con ostinazione alle macerie della sicurezza garantita dalle loro vecchie certezze.

    Era stato Saul a fare la prima mossa e lei, ormai perdutamente innamorata, aveva ceduto al desiderio. Dopotutto aveva già scoperto che nemmeno lui voleva figli.

    In quanto uomo d’affari molto competitivo, Saul aveva giurato a se stesso che non avrebbe messo al mondo creature che sarebbero rimaste inevitabilmente sole mentre viaggiava per il mondo. A differenza di suo cugino Aldo, a capo di un piccolo stato su cui la sua famiglia governava da secoli, non era tenuto a procreare un legittimo erede, quindi non vedeva motivo per farlo.

    Giselle, dal canto suo, aveva già accantonato i principi su cui aveva basato la sua vita adulta, ossia che non si sarebbe mai innamorata perché non voleva figli e non avrebbe mai voluto privare l’uomo che amava del suo diritto alla paternità. Con Saul aveva infranto il primo voto che aveva fatto a se stessa, ma lui le aveva giurato che lei e lei soltanto era tutto ciò che voleva e di cui aveva bisogno.

    Tuttavia, persino il giorno del suo matrimonio, Giselle aveva percepito l’ombra minacciosa del passato oscurare la sua felicità.

    La colpa è un fardello davvero pesante da sopportare.

    Giselle rabbrividì malgrado il tepore della notte tropicale.

    Saul le sorrise, si alzò e l’avvolse teneramente con l’accappatoio che si era levata poco prima. Doveva avere notato il suo tremore involontario.

    Lei amava moltissimo quei momenti speciali dopo la passione e l’ultima cosa che desiderava era rovinarli per colpa di cupi pensieri.

    In quell’istante non aveva bisogno di ricordare che era ancora ostaggio di una parte del suo passato di cui Saul era all’oscuro. Non occorreva che lei riesumasse il cadavere putrefatto della sua colpa. La causa, ormai, non aveva più importanza. Era al sicuro, protetta dall’amore di Saul e dalla vita che condividevano e che significava così tanto per entrambi.

    «Hai fame?» le chiese lui.

    Giselle lo guardò. Aveva il fisico e l’aspetto di un dio greco, il coraggio di un soldato romano e la mente di uno stratega, unita a quella di un filosofo ateniese, oltre a una coscienza sociale che proveniva da un profondo e sentito altruismo. Lo amava con una passione e un’intensità che le colmavano interamente corpo e anima. Saul era tutto il suo mondo, un mondo che lui aveva creato e reso sicuro per lei con il suo amore.

    Annuì con la testa in risposta alla sua domanda.

    Il loro maggiordomo personale aveva organizzato una cena deliziosa che aveva fatto portare alla villa poco dopo il loro arrivo su quell’isola tropicale privata. Avevano trascorso tre giorni separati la settimana precedente. Saul era andato a visionare nuove aree che pensava di acquistare, mentre lei era stata nello Yorkshire per fare visita alla prozia che l’aveva cresciuta in seguito alla morte dei genitori e del fratellino. Tre giorni senza Saul erano stati tre giorni e tre notti troppo lunghi.

    Si sollevò sulla punta dei piedi e baciò con tenerezza il marito, prima che lui si infilasse a sua volta l’accappatoio.

    L’aria della notte che li circondava era languida e le tende leggere di seta beige e nere che oltrepassarono per entrare in casa aiutavano a creare un’atmosfera romantica e intima.

    L’arredamento della villa era allo stesso tempo moderno e sensuale, un misto di tonalità bianche, grigie e crema interrotte qua e là da mobili neri. Tappeti chiari contribuivano a rendere più caldo il pavimento in granito.

    Un carrello coperto conteneva la loro cena: ostriche, insalate esotiche, molluschi e frutta fresca. Una bottiglia di champagne era al fresco in un secchiello col ghiaccio.

    «A noi!» brindò Saul dopo aver aperto lo champagne e riempito i loro bicchieri.

    «A noi!» rispose Giselle, ridendo e scuotendo la testa quando lui posò il calice per metterle in bocca un’ostrica.

    Saul aveva le più belle mani maschili che avesse mai visto. Non aveva dubbi che Leonardo avrebbe voluto dipingerle e Michelangelo scolpirle. La vista familiare delle sue dita abbronzate le fece contrarre il corpo per il piacere.

    L’aveva imboccata nello stesso modo la prima notte della loro luna di miele, tentandola con piccoli assaggi di cibo finché quel gioco non si era trasformato in qualcosa di intimamente erotico.

    Erano sposati da un anno e Saul riusciva ancora a eccitarla con la stessa intensità di quando si erano conosciuti. Il suo desiderio era divorante come la prima volta in cui avevano fatto l’amore, ma adesso doveva aggiungere alla carica erotica una profondità di sentimenti che derivava dalla fiducia che lei aveva in suo marito e dalla certezza che l’avrebbe tenuta al sicuro. «Voglio che sia sempre così tra noi» gli disse con passione.

    «E lo sarà» le assicurò lui. «Come potrebbe essere altrimenti?»

    Giselle rabbrividì di nuovo e lanciò un’occhiata verso le tende di seta mosse dalla brezza, quasi avesse percepito una presenza sconosciuta. «Non tentare il fato» lo implorò.

    Lui rise e la prese in giro. «Credo che sarebbe molto più piacevole tentare te.»

    Anche se avevano già fatto l’amore, la voglia reciproca che provavano era simile a una sorgente di acqua pura e limpida, sempre pronta a riempire il boccale della loro intimità.

    Purtroppo erano stati gli ultimi minuti che lei aveva trascorso in compagnia della prozia prima di lasciare lo Yorkshire, e ciò che si erano dette, a gettare quell’ombra indesiderata sulla sua felicità rendendola vulnerabile. Amava l’anziana parente e sapeva benissimo che l’intenzione delle sue parole di congedo era stata quella di compiacerla.

    «È meraviglioso vederti tanto felice, Giselle» aveva sospirato la prozia. «C’è stato un tempo in cui temevo che avresti negato a te stessa la felicità di amare e di essere amata a tua volta, e non puoi nemmeno immaginare cosa questo significhi per me. Sono orgogliosa di te, mia cara, per tutto quello che hai dovuto superare. Quando mi hai detto, il giorno del tuo matrimonio, che avevi confidato tutto a Saul mi sono sentita molto sollevata.»

    Lei aveva sorriso e baciato la prozia ma, mentre faceva ritorno a Londra, nel suo fragile cuore si era affacciato di nuovo prepotente il suo senso di colpa di qualche anno prima.

    Non era stato

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