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Appuntamento fra le dune: Harmony Collezione
Appuntamento fra le dune: Harmony Collezione
Appuntamento fra le dune: Harmony Collezione
E-book146 pagine2 ore

Appuntamento fra le dune: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

La vita ha insegnato a Vereham al a'Karim bin Hakar che le emozioni dovrebbero essere sempre tenute sotto controllo. Il dovere verso il suo regno e la sua gente guidano il potente ed enigmatico sceicco, ma un incontro inaspettato e intensamente sexy scuote il suo ferreo self control. Samantha McLellan, infatti, in un solo istante ha spalancato la porta ai suoi desideri più nascosti, anche se i dubbi intorno alla vera identità della ragazza lo spingono a non fidarsi di lei, e a prendere una difficile decisione. Ma sarà quella giusta?
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2019
ISBN9788858995853
Appuntamento fra le dune: Harmony Collezione
Autore

Penny Jordan

Scrittrice inglese, attiva da parecchi anni nell'area della narrativa romantica, è notissima e molto apprezzata dal pubblico di tutto il mondo.

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    Anteprima del libro

    Appuntamento fra le dune - Penny Jordan

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Sheikh’s Blackmailed Mistress

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2008 Penny Halsall

    Traduzione di Carla Maria De Bello

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-585-3

    Prologo

    «Oh, no!» La sua protesta era giunta troppo tardi, e ora si ritrovava schiacciata contro il virile fisico dell’uomo che aveva svoltato l’angolo dalla direzione opposta, ma nel medesimo istante.

    Coperto da una tunica e con un’arrogante espressione sul volto, possedeva gli occhi più verdi che avesse mai visto, ma quelli erano gli unici aspetti che era riuscita a cogliere prima di quel contatto tanto brusco quanto inaspettato.

    E ora, col viso praticamente sepolto nella spalla di lui, i suoi sensi si scoprirono sopraffatti da un’intimità a dir poco sorprendente.

    Inebriata dal calore di quel corpo e dal profumo leggermente muschiato che si fondeva alla fredda asprezza dell’acqua di colonia, percepì il battito del suo cuore farsi più insistente e forgiare una richiesta che pregava il respiro di assecondarne il passo.

    Poi delle lunghe e potenti dita le afferrarono il braccio e un’ondata di calore bruciante come lava le attraversò il corpo all’istante.

    Il modo in cui si erano scontrati l’aveva letteralmente catapultata verso di lui, ma fu solo allora che si rese conto di come le proprie gambe si fossero leggermente dischiuse per accogliere la virile presenza di quell’uomo. Nello stesso istante la lava che le scorreva nelle vene si trasformò da tumultuosa ondata di calore in una violenta esplosione di piacere.

    Il respiro divenne affannoso e un flebile gemito di desiderio riempì quello che fino a un attimo prima era stato lo sterile silenzio del corridoio.

    Non poteva farlo. Non poteva sollevare la testa e guardarlo in viso. Non poteva indugiare con espressione bramosa sulla sua bocca, né appoggiargli una mano sul petto e sussurrargli con i soli occhi quanto desiderasse tracciare con le dita il sensuale profilo delle sue labbra e catturarle poi in un bacio per il quale ormai palesemente smaniava.

    No, non poteva permettersi niente di tutto ciò; eppure lo stava facendo, e lui la guardava come sapesse esattamente cosa desiderasse, e per le medesime ragioni.

    L’aria nel corridoio era sempre la stessa, ma lei continuava a tremare; poi, quando lui le fece scivolare una mano nel disordinato viluppo di riccioli biondi, un gemito sfuggì alle sue labbra.

    Sentì il calore di quel respiro sulla pelle e l’erotica confusione di piaceri promessi; osservò la lenta discesa della sua bocca fino alla propria e assaporò smaniosa ogni millimetro di quel movimento finché non si arrestò. Poi sollevò lo sguardo, sul viso un misto di orgoglio femminile e pura passionalità...

    Quando colse lo scintillio nei suoi occhi color smeraldo, però, non riuscì a trattenersi oltre e, sollevandosi in punta di piedi, dischiuse le labbra in un tremante sussurro di urgente desiderio.

    Allora lui riprese a baciarla, prima lentamente, poi con maggiore intensità, finché non la travolse con una passionalità tale da lasciarla sconvolta.

    A un tratto un rumore in lontananza li sorprese e lei scappò via, consapevole che ormai sarebbe arrivata all’appuntamento con più ritardo di quanto già non avesse.

    Si trovava nel Golfo Arabo per lavoro, rifletté con il viso in fiamme, non per comportarsi in modo tanto sconsiderato.

    Il giro nel deserto che si era concessa quella mattina avrebbe dovuto accrescere la voglia di ottenere l’incarico per il quale si era recata fin lì, ma le aveva anche portato via parecchio tempo ed era per quello che stava correndo lungo il corridoio. Le restava meno di mezz’ora per lavarsi, cambiarsi e recarsi all’appuntamento... ecco perché il suo cuore batteva all’impazzata, non certo per quanto era accaduto poco prima con quello sconosciuto.

    Ma cosa le era successo?

    In fondo sapeva benissimo che lì, più che in qualunque altra parte del mondo, se una donna voleva essere rispettata e stimata dal punto di vista professionale, aveva l’obbligo di comportarsi in maniera ineccepibile, non certo il diritto di concedersi atteggiamenti sessualmente inappropriati con uomini arabi.

    E nel Golfo Arabo, secondo le lezioni che aveva frequentato per prepararsi al colloquio, il solo fatto di sfiorare il braccio a un uomo o di incatenare lo sguardo a quello di lui sarebbe stato considerato più che sconveniente.

    Eppure, nonostante quella consapevolezza e la certezza che normalmente non si sarebbe mai comportata così, il suo corpo sembrava ancora prigioniero del tormentato desiderio che l’aveva assalita poco prima e che le aveva fatto sperare...

    Che cosa? Che quell’uomo la trascinasse in camera e facesse l’amore con lei in modo sfrenato? Ma chi stava prendendo in giro? Il comportamento a cui si era abbandonata non era certo consono a quel tipo di incontro, e sarebbe stato ingenuo da parte sua non rendersene conto.

    Ma quell’uomo era talmente affascinante! E lei lo desiderava ancora. Non aveva mai sperimentato niente di così sbalorditivo quanto la bramosia che l’aveva assalita nell’attimo stesso in cui i loro corpi si erano sfiorati.

    Era bastato guardare dentro a quegli occhi perché la soggiogazione fosse completa. Se in quel momento lui le avesse chiesto di rimanergli accanto per il resto dei suoi giorni, avrebbe accettato senza ombra di esitazione.

    Si sforzò di ridere della propria intensità emotiva e di convincersi che molto probabilmente l’eccessivo calore la stava facendo impazzire. Non era la spiegazione più adatta a giustificare un simile comportamento, ma era sempre meglio dell’alternativa, ossia ammettere che era bastato uno sguardo per farla innamorare di uno sconosciuto. Uno sconosciuto a cui sarebbe rimasta per sempre emotivamente legata.

    1

    Vere fissò lo sguardo oltre le vetrate del suo palazzo di Dhurhan, ma la mente non era assorta nella bellezza dei giardini sottostanti bensì dal pensiero del deserto che si spiegava al di là di essi. Il fiero e familiare bisogno impresso nelle sue ossa non smetteva di dominarlo. Desiderava accantonare tutte le preoccupazioni e le complessità insite nel governo di un moderno stato arabo e godersi piuttosto quella parte di retaggio che apparteneva al deserto e agli uomini che lo amavano.

    Cosa che in un certo senso avrebbe fatto di lì a poco, ma non liberamente e non certo in modo completo. In quell’occasione la responsabilità nei confronti del proprio paese e della gente che lo abitava lo spingeva verso quella porzione di deserto chiamata terra di nessuno, verso il confine che condivideva con altri due stati.

    Attraversò l’ufficio e gettò un’occhiata al cortile sul lato opposto del palazzo dove la servitù stava ultimando i preparativi per la sua partenza, sul viso l’espressione distante e altera che tanto lo caratterizzava e che un estraneo avrebbe facilmente interpretato come reale arroganza. Ma Vere sentiva tutto il peso della propria posizione e del diritto di nascita che condivideva con il fratello gemello; però, essendo il maggiore dei due, per natura era sempre stato indotto a prendere ogni cosa più a cuore e più seriamente di Drax.

    Per Vere governare il Dhurhan nel modo in cui i suoi genitori avrebbero desiderato significava assolvere a un dovere assolutamente sacro.

    Fino ad allora c’era stata un’unica occasione in cui il desiderio di rifugiarsi nel deserto e nella consolazione che offriva si era rivelato altrettanto pressante, e cioè dopo la tragica scomparsa dei genitori. La morte della madre, in particolare, era stata devastante, e il solo pensiero lo spronava a esercitare un ferreo controllo sulla propria sfera emotiva, considerata come una debolezza del tutto inaccettabile.

    Era impensabile che il desiderio per il piacere carnale offerto da una di quelle donne occidentali che arrivavano nel Golfo, disposte a barattare il proprio corpo con il minimo pretesto, lo spingesse nel medesimo luogo in cui aveva cercato rifugio dopo la morte della madre. Era più che impensabile. Era una dissacrazione e un fallimento personale della peggiore specie.

    Erano trascorsi anni dalla tragica morte dei suoi genitori, ma a Vere ancora adolescente, che lottava per diventare un uomo e una guida degna di rispetto per la sua gente, la prematura scomparsa di quella dolce madre irlandese aveva strappato dall’anima qualcosa di infinitamente prezioso, soppiantandolo con la necessità di proteggere se stesso da qualunque sentimento potesse procurargli l’ennesimo dolore.

    Qualcuno avrebbe potuto pensare che, per un uomo in una simile posizione, il solo modo di contrastare la crescente bramosia sessuale che minacciava di distruggere il suo autocontrollo fosse quello di soddisfarla attraverso un’amante o una sposa.

    E in effetti Drax si era già sposato e, con una moglie in attesa del primo figlio, sperava di cuore che il fratello seguisse le sue orme.

    A un tratto Vere si accigliò, gli occhi fissi sul fuoristrada pronto per la spedizione nel deserto.

    Quella promossa dallo sceicco di Zuran era un’iniziativa che Vere appoggiava pienamente; ognuno dei tre stati infatti, seppur in proporzioni diverse, deteneva su quella zona alcuni diritti territoriali che in seguito a una ormai remota tradizione orale tendevano a essere ignorati in favore delle ultime tribù nomadi che vi si erano insediate.

    Scopo dello sceicco di Zuran era quello di creare strutture sanitarie e scolastiche a loro destinate e per questo aveva contattato e ingaggiato una squadra di cartografi perché venisse tracciata una mappa completa dell’area.

    Era stato l’emiro di Khulua a suggerire che fosse una buona idea approfittare dell’operazione per investigare e ridefinire i confini che separavano i tre stati l’uno dall’altro e dalla terra di nessuno e, secondo la logica che sempre muoveva le sue azioni, tale proposta era perfettamente giustificata.

    L’emiro era infatti tristemente famoso per creare situazioni ambigue da cui trarre profitto e proprio per quel motivo gli altri due sceicchi avevano concordato di suddividere in turni trimestrali una stretta sorveglianza sul campo.

    E quello era il turno di Vere.

    Un movimento sul balcone sovrastante lo indusse a sollevare lo sguardo, ma la vista della felicità e dell’amore di Drax e della moglie Sadie lo toccò con un’intensità mai sperimentata prima.

    L’incidente stradale che aveva strappato loro i genitori quando erano ancora adolescenti aveva rafforzato un legame già profondo per natura eppure, nonostante fossero accomunati da quel reciproco e smisurato amore, i due

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