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La voglia in corpo
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La voglia in corpo
E-book178 pagine2 ore

La voglia in corpo

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Info su questo ebook

L'avvocato di successo Michaela Mikki Corelli ha lavorato sodo per crearsi una vita perfetta. Quando decide di partecipare a una festa lucchetto e chiave spera di spassarsela un po' senza complicazioni sentimentali. Di certo non ha in programma di finire con il suo ex marito.

Nolan Baylor è il primo ad ammettere che lui e Mikki sono come il fuoco e la benzina. Tutte le scintille che sprigionano non appena si sfiorano significano nervi a fior di pelle. Ma anche il miglior sesso che due persone possano condividere. Lei non è un tipo facile, ma Nolan ha intenzione di tenersi stretta questa seconda possibilità che gli viene offerta e riportare Mikki dove è giusto che stia: nel suo letto.

LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2015
ISBN9788858942062
La voglia in corpo
Autore

Jamie Denton

Tra le autrici più note e amate dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La voglia in corpo - Jamie Denton

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Hard To Handle

    Harlequin Blaze

    © 2005 Jamie Ann Denton

    Traduzione di Claudia Cavallaro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-206-2

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Davvero il cioccolato è meglio del sesso?» chiese Michaela Correlli alle sorelle, leccandosi il dito sporco di cioccolato. Assaporando il gusto ricco gemette di puro piacere edonistico. «Questa roba è decisamente la mia preferita.»

    «Dipende dal cioccolato... e dall’uomo.» Lauren Massey mangiò il suo bignè in un sol boccone e puntò gli occhi su un secondo. «Anche se di recente non ho avuto modo di fare molti confronti.»

    Mikki invidiava la sorella minore che poteva ingurgitare qualsiasi cosa senza ingrassare di un grammo. Se si fosse concessa un altro dei dolcetti fatti dalla sorella maggiore, Aurora Rory Constable, avrebbe dovuto passare il resto della vita sul tapis roulant.

    «Questi sono molto più gratificanti dell’ultimo fallito che ho frequentato» disse spingendo il piatto davanti a Lauren. «Forse dovrei rinunciare al sesso e limitarmi al cioccolato.»

    Rory teneva in mano una tazza enorme. «Quando mai» disse, gli occhi verdi carichi di affetto.

    «Potrei anche farlo, sai» ribatté Mikki, un po’ troppo sulla difensiva per risultare convincente.

    Lauren sogghignò.

    Passandosi le mani sulla gonna nera, si alzò per versarsi dell’altro caffè dalla grossa caraffa termica che stava nell’angolo del retro della pasticceria di Rory, la Lavender Field. Diede un’occhiata di avvertimento a entrambe le donne, che venne però ignorata.

    Lauren rise ancora più forte. «Non in questa vita, Mikki la Mantide.»

    Mikki diede uno strattone all’orlo del suo blazer color vinaccia, indignata per quel soprannome. La conoscevano troppo bene. Aveva tanta speranza di rinunciare al sesso quanto la squadra di San Francisco di vincere un altro Super Bowl senza il talento di Joe Montana o Steve Young.

    «Hai intenzione di dirci che cosa c’è di tanto importante da non poter essere rimandato a sabato?» chiese Lauren. «Fra un’ora ho una riunione con il mio direttore, alias la Regina del Dolore.»

    Mikki tornò al suo sgabello e depose la tazza sulla superficie rovinata di un vecchio tavolo da macellaio. Nell’aria aleggiava la fragranza del pane appena sfornato e della lavanda essiccata che pendeva dalle travi. Da quando Rory aveva aperto il primo Lavender Field, che poi era diventato uno dei panifici-pastifici più famosi della baia con quattro succursali in costruzione, Mikki e Lauren avevano fissato lì i loro incontri del sabato mattina, per parlare di uomini, sesso, lavoro, speranze e sogni. Fra loro non esistevano argomenti tabù.

    Lauren e Rory non erano sorelle di sangue, ma del cuore, perciò il loro rapporto era per Mikki ancora più prezioso. Emma, la madre di Rory, era stata la madre adottiva di Mikki, salvata dagli assistenti sociali da una brutta situazione. Vent’anni dopo si sentiva ancora sprofondare ricordando come si era comportata male in quei primi mesi. Indisponente, scontrosa, vile... Una notte se l’era svignata alla chetichella ed era stata poi colta in flagrante mentre rubava un sacchetto di patatine in un negozio di liquori. Un’altra notte era stata fermata dalla polizia per violazione del coprifuoco. Tutto sommato, aveva rappresentato un grosso fastidio per tutti e considerava un miracolo essere riuscita a finire la terza media. Non aveva certo facilitato il compito di Emma Constable, d’altronde Mikki non si era aspettata di restare in quella famiglia per così tanto tempo, visto che a dodici anni aveva già cambiato sei famiglie in meno di due anni.

    All’inizio aveva mantenuto le distanze. Non aveva trovato ragione di affezionarsi a persone che molto presto si sarebbero liberate di lei giudicando inutili i loro sforzi. Anche se aveva subito capito che Emma non era come le altre mamme a cui era stata data in affido, non era stata così stupida da credere che l’avrebbe amata davvero. Sapeva per esperienza che appena l’assistente sociale se ne andava, la facciata della perfetta famiglia americana sarebbe caduta in fretta e lei avrebbe dovuto affrontare una realtà non molto piacevole, che consisteva in genitori adottivi più interessati al contributo mensile dello stato che non ai bambini stessi.

    Ma alla fine Emma si era rivelata diversa. Qualche mese dopo la facciata era ancora al suo posto, il che non aveva fatto altro che aumentare la sua confusione. All’apparenza, la devozione di Emma ai bambini affidati alle sue cure sembrava sincera. Era stata gentile, protettiva e severa il giusto. Ma qualsiasi sciocchezza lei commettesse, l’affetto di Emma restava solido. Con tanto amore incondizionato, infinita pazienza e saggezza le aveva dimostrato di essere una persona genuina.

    Nel corso degli anni, erano state diverse le ragazzine difficili che avevano beneficiato delle cure di Emma, ma non erano mai rimaste così a lungo come lei e Lauren, arrivata quattro anni dopo Mikki. A quel tempo, Lauren era stata una quindicenne spaventata, confusa e orfana e indietro di un anno a scuola rispetto a Mikki. Per sopravvivere emotivamente, Mikki aveva l’abitudine di mantenere le distanze, ma aveva fatto l’inconcepibile il giorno in cui un gruppo di ragazzine aveva offeso Lauren e lei l’aveva difesa. Si era infuriata e aveva finito con il prendersi una sospensione di due giorni per avere litigato. A tutt’oggi non sopportava che qualcuno offendesse la sua famiglia.

    Ricordava che in seguito si era aspettata di venire punita da Emma per un mese ma, pur non giustificando il suo comportamento, Emma non l’aveva per questo condannata, anzi l’aveva incoraggiata a nutrire i suoi istinti protettivi in modo più positivo. Con la guida e il sostegno di Emma, lei era diventata avvocato. Amava il suo lavoro di difensore dei minori per il San Francisco County Legal Aid, che rappresentava bambini dal passato simile al suo e disperatamente bisognosi di qualcuno che li amasse.

    Prendendo un paio di biglietti dalla borsa, accennò un sorriso. «Perché sabato sarebbe troppo tardi» spiegò distribuendoli. «Sono validi solo per venerdì sera.»

    Rory depose la tazza sul tavolo e lanciò a Mikki un’occhiata ironica. «Di che cosa si tratta?»

    «Una serata di beneficenza.»

    «Sputa il rospo. Tu hai in mente qualcosa» l’accusò Lauren guardandola con la stessa diffidenza di Rory.

    Mikki non se la prese per il tono accusatorio. «Prima che vi venga in mente di dire no, è davvero per una buona causa.» Lasciando perdere il suo asso nella manica, preferì puntare sul lato emotivo. «Maureen Baxter organizza una raccolta di fondi per una centro di accoglienza per ragazzine che si trovano in situazioni critiche. Con la carenza di famiglie disposte a prenderle in affido, la Baxter House sarà un’alternativa ai centri di accoglienza della contea.»

    Quelli che un tempo venivano comunemente chiamati orfanotrofi o case famiglia avrebbero dovuto essere rifugi sicuri, ma le condizioni di sovraffollamento e di mancanza di personale aveva portato spesso ad ambienti meno che desiderabili, che rendevano le strutture un’opzione sfavorevole per i bambini con problemi.

    «Sapete che incubi possono essere quei posti» aggiunse Mikki, lanciando a Lauren uno sguardo significativo. «Se c’è qualcuno che può risolvere la situazione, quella è Maureen. È una delle donne più compassionevoli e motivate che conosco. Ha già ottenuto la licenza e un minimo contributo governativo.»

    Lauren guardò il biglietto nero. «Cinquanta dollari?» esclamò leggendo. «A persona?»

    «Pago io» la rassicurò Mikki.

    «Ma in che cosa consiste questa serata?»

    «Paghi un’entrata e poi passi dieci minuti a chiacchierare con un uomo. Se scocca la scintilla, va tutto bene. Se è noioso, puoi passare a quello successivo.»

    «Non contare su di me» disse Rory alzandosi.

    «Ma...»

    «È più probabile che sia l’uomo a rifiutarmi. Non lo sopporterei. Lasciamo perdere, Mikki. Ti rimborserò il biglietto e farò una cospicua donazione, ma non mi sottoporrò di sicuro a quel genere di umiliazione.»

    «Oh, suvvia, Rory» obiettò lei. «È una specie di party lucchetto e chiave

    Sempre più dubbiosa, Rory si lisciò la maglia sui fianchi generosi. «Un party lucchetto e chiave? Come in Tempesta di ghiaccio? Vorrai scherzare. Pensavo che fosse roba da anni Settanta, come le perline e le pipe da hashish.»

    «Sono di nuovo trendy.» Mikki sorrise. «Anche le pipe.»

    «Io non sono trendy.»

    «Oh, non saprei, Rory» si intromise Lauren in tono speranzoso. «Potrebbe essere divertente.»

    «Lo sarà» insistette Mikki. «Con cinquanta dollari ti compri un biglietto per una chiave o un lucchetto. Gli ospiti maschili ricevono le chiavi e le donne un delizioso ciondolo a forma di un minuscolo lucchetto in oro. Che, a proposito, possiamo poi tenere. Come puoi dire di no a un gioiello gratis e solo per flirtare e divertirsi a trovare chi ha la chiave che apre il tuo lucchetto? Il tipo che riesce ad aprirlo sarà il tuo partner per qualunque sia il premio estratto a fine serata. Sono tanti. Vincono quasi tutti.»

    «Non saprei...» disse Rory, ancora poco convinta.

    Mikki capì l’esitazione della sorella, anche se non la condivideva. Rory era una donna stupenda, ma dopo un’adolescenza difficile con problemi di peso e pochi ammiratori, nonché una dolorosa rottura con il suo unico ragazzo di lunga data, era ora penosamente insicura del proprio fisico.

    «Oh-oh» mormorò Lauren deponendo il biglietto per prendere un dépliant dalla borsa di Mikki. «Il primo premio è un weekend tutto compreso a Mendocino, al Painter’s Cove Resort. I vincitori disporranno di una suite lussuosa con idromassaggio e piscina privata.» Sorrise. «Be’, non mi dispiacerebbe.»

    «Un weekend con un perfetto estraneo» le ricordò Rory. «Potrebbe rivelarsi un inferno.»

    «Oppure no» ribatté Lauren aprendo il dépliant. «Tennis, golf, maneggio con cavalcate sulla spiaggia. Persino un centro fitness. Oh, mio Dio... fanghi e massaggi su pietre calde.»

    Rory rabbrividì. «Un weekend nuda con un perfetto estraneo.»

    «Nessuno dice che devi andarci con quel tipo» le fece notare Mikki. «Senti, Maureen si è data molto da fare per questa iniziativa e conta sul nostro sostegno. Il contributo dei commercianti della città è stato incredibile.»

    Lauren diede una scorsa alla lista dei premi, poi passò il dépliant a Rory. «Pare che tutte le multisala della baia abbiano offerto delle tessere.»

    Rory si illuminò in viso. «Tessere per il cinema? Adesso sì che parli la mia lingua.»

    «A tonnellate» disse Mikki. «Valide anche per i teatri, l’opera... persino per i balletti. Maureen è riuscita a coinvolgere anche i ristoranti più esclusivi di San Francisco, perché offrissero tre o più cene per due. Ci sono anche un paio di pacchetti comprensivi di cure termali. Mi piacerebbe vincerne uno.»

    «Ce l’ha davvero messa tutta» commentò Rory. «Quasi tutti i possessori di biglietti finiranno con il ricevere un qualche premio.»

    Sospirando, depose il dépliant sul tavolo prima di andare e prendere un grembiule dal gancio sul retro della porta. «Ti rimborserò il biglietto, io non verrò.»

    «Be’...» Mikki esitò. Lei stessa non impazziva all’idea di quel genere di festa. In fatto di uomini, non le serviva portare un’etichetta che annunciasse la sua disponibilità, aveva la tendenza a usare gli uomini per il sesso ed evitava coinvolgimenti sentimentali. «Temo che dovrai venire, invece.»

    Infilandosi il grembiule dalla testa, Rory chiese: «E perché mai?».

    «Perché ho promesso a Maureen che avresti offerto dei dolci del negozio.»

    Rory incrociò le braccia e la guardò dritta negli occhi. «Per quante persone?»

    Lauren diede una gomitata a Mikki. «Hai mai notato come assomiglia alla mamma quando fa così? È incredibile.»

    «Ho sempre odiato quello sguardo» borbottò Mikki.

    «Allora?» chiese Rory in tono spazientito. «Sto aspettando.»

    Mikki inspirò a fondo, ma non bastò ad alleviarle il senso di colpa. «Cinquecento.» Gemette fra sé prima di aggiungere: «Minimo».

    Lauren sgranò gli occhi per la sorpresa. «Mikki, sei sempre stata invadente, ma persino tu dovrai ammettere che questa volta hai esagerato.»

    «Credo di averlo capito, Lauren.»

    «Stai parlando sul serio?» domandò Rory in tono stridulo per

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