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Contratto bollente: Harmony Collezione
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E-book157 pagine2 ore

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Info su questo ebook

Il potente milionario spagnolo Luca Ross ha tutto il mondo ai suoi piedi, ma doversi prendere cura del figlioccio appena rimasto orfano, erede di un'immensa ricchezza, è decisamente fuori dalla sua portata!
Quando la dolce, spumeggiante Ellie Edwards irrompe nella sua vita, Luca si rende conto che è esattamente ciò che stava cercando. Assumerla perché si occupi dell'istruzione del bambino è semplice; negare la reciproca, feroce attrazione è invece un'impresa quasi impossibile.
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2019
ISBN9788830508408
Contratto bollente: Harmony Collezione
Autore

Cathy Williams

Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.

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    Anteprima del libro

    Contratto bollente - Cathy Williams

    successivo.

    1

    «Posso far passare la ragazza, adesso, signore?»

    Rilassato sulla sedia girevole Luca Ross guardò la sua governante, la signora Muller, in piedi davanti alla porta.

    Aveva liquidato la babysitter, dopo aver scoperto che Jake, che quest'ultima aveva accompagnato a fare una passeggiata, era scappato. Adesso, la ragazza che lo aveva riportato a casa lo stava aspettando in cucina. Era stata decisamente una pessima giornata.

    Annuì alla governante, risoluta quanto un sergente maggiore e una delle poche persone affatto intimidite dall'aggressivo e potente datore di lavoro.

    «E assicurati che i mastini non entrino con lei» dichiarò in tono piatto. «Chiudili fuori, se ce n'è bisogno. Se piove, si bagneranno. Dopotutto sono cani. Sono fatti per questo. Accertati soltanto che non distruggano ulteriormente la mia casa.»

    Nei freddi confini del suo ufficio Luca Ross appoggiò la schiena alla sedia e contemplò quell'ultimo spiacevole sviluppo.

    Aveva fallito. Era semplice.

    Tempo prima, di punto in bianco, era stato contattato da un cugino di terzo grado con un bambino. L'aveva incontrato solo quando aveva accettato il ruolo di padrino.

    Luca aveva pochi parenti e, di certo, nessuno con cui si tenesse in contatto. La richiesta, da parte di quel lontano cugino, gli era sembrata perfettamente accettabile. Un onore, addirittura.

    Il cugino era poi partito con moglie e figlio in cerca di fortuna, ingenuamente convinto che le strade della California fossero lastricate d'oro. E Luca ne aveva immediatamente perso i contatti.

    La vita era frenetica. Le mail erano state poche e, in coscienza, Luca aveva creduto di assolvere al ruolo di padrino con semplici e occasionali versamenti di denaro sul conto corrente del lontano parente.

    Aveva fatto il proprio dovere. Mai aveva considerato la possibilità di essere chiamato a prendersi cura di qualcuno, tantomeno di un piccino di sei anni, tuttavia il destino, sfortunatamente, aveva avuto altri piani.

    I genitori di Jake erano rimasti uccisi in un incidente, e Luca si era ritrovato con un bambino che difficilmente avrebbe trovato posto nella sua vita frenetica e impegnativa.

    Luca, come ovvio, aveva fatto del proprio meglio nella speranza di risolvere l'imprevisto. Ma adesso, seduto in quell'ufficio mentre aspettava la ragazza che gli aveva riportato il figlioccio due ore prima, si trovò ad ammettere di aver fallito.

    E quel fallimento era un insulto alla propria dignità, al proprio orgoglio e, ancora peggio, segnalava un'inadempienza al dovere che gli era ricaduto sulle spalle quando aveva accettato il ruolo di padrino.

    Una volta sistemato quel caos avrebbe dovuto rivedere l'intera situazione, a meno di non voler rischiare che accadesse qualcosa di peggio in un futuro non troppo distante.

    Non aveva idea, in realtà, di quale potesse essere la soluzione, tuttavia era più che certo sarebbe riuscito a escogitare qualcosa.

    Lo aveva sempre fatto.

    Fuori dalla porta, dov'era stata lasciata come un pacco indesiderato da una donna di mezza età dall'espressione arcigna, Ellie non sapeva se bussare, aprire la porta lasciata socchiusa o, opzione preferita, scappare via.

    Però non avrebbe potuto farlo perché, in quel preciso istante, sotto la pioggia battente, i cani che le erano stati affidati stavano tristemente guaendo nel giardino retrostante quella meravigliosa villa a Chelsea.

    Non avrebbe potuto abbandonarli. In caso contrario sapeva già quale sarebbe stata la loro sorte. Né la severa domestica né lo spietato datore di lavoro di lei sembravano tipi disposti a prendersi cura di un cane e li avrebbero consegnati al canile senza la benché minima esitazione.

    Inumidì le labbra. Esitò. Strinse le mani. Si sforzò di non pensare all'intimidatorio uomo con cui aveva parlato meno di un'ora e mezzo prima, quando gli aveva suonato il campanello per riconsegnargli il bambino di sei anni scappato di casa.

    Non aveva idea di chi fosse di certo, però, non aveva previsto di essere accolta da un tipo talmente affascinante da togliere il fiato.

    L'uomo aveva guardato lei e i cani e assunto il controllo della situazione con una decisione che non ammetteva repliche, spedendola in cucina dove le era stato imposto di sedersi e aspettare. Lui l'avrebbe raggiunta a breve.

    Bussò leggermente alla porta, trasse un profondo respiro, quindi entrò nella stanza con più spavalderia di quanta non provasse realmente.

    Esattamente come il resto della casa, quell'ufficio trasudava lusso. Con la coda dell'occhio colse le fredde sfumature di grigio, il marmo, una libreria con file di testi commerciali.

    Su una parete vide uno splendido dipinto che a stento riconobbe, su quella opposta una serie di orologi montati a mano, ognuno dei quali indicava un'ora diversa e, ovviamente, l'ampia scrivania di legno massiccio su cui campeggiavano addirittura tre computer, dietro ai quali...

    «Mi dispiace di averla fatta aspettare.» Luca fece un cenno in direzione della sedia di pelle di fronte a lui, gli occhi scuri inchiodati sul viso di Ellie. Quando si era presentata alla sua porta, tenendo Jake per mano e una serie di guinzagli nell'altra, Luca aveva pensato di non aver mai visto una ragazza tanto strana in vita propria.

    Minuta, snella, con i capelli corti e degli abiti che generalmente lui associava a persone che non frequentava affatto. Ambulanti, vagabondi, amanti dei grandi spazi aperti...

    A stento era riuscito a scorgerne la fisicità, dal momento che lei aveva preferito nasconderla sotto un maglione abbondante. I jeans erano infilati in un paio di stivali di gomma, e la comodità di un ombrello era stata abbandonata in favore di un cappellino da sotto il quale lo aveva fissato con genuino rimprovero.

    In breve, non era affatto il suo tipo.

    «Prego. Si sieda.»

    «Non so cosa io ci faccia qui, signor Ross. Perché mi ha fatto aspettare per vederla? La mia giornata è stata completamente scombussolata!»

    «Scommetto che sarà comunque meno catastrofica della mia, signorina... Edwards, giusto? Quando sono andato al lavoro, questa mattina, l'ultima cosa che mi sarei immaginato era di essere richiamato a casa perché il mio figlioccio se l'era data a gambe.»

    «È stata una fortuna che io gliel'abbia riportato!» Sollevò il mento con aria di sfida, ricordando al momento opportuno di essere furiosa con quell'uomo che aveva in qualche modo indotto il bambino a fuggire, mettendo in pericolo la sua vita per raggiungere un parco in cui tutto sarebbe potuto succedere, perché quella era Londra.

    E la rabbia era più che perfetta, perché l'unica alternativa sarebbe stata sondare l'inquietante consapevolezza che aveva scoperto alla bocca dello stomaco quando si era imbattuta nell'uomo più affascinante su cui avesse mai posato gli occhi.

    La pelle era color del bronzo, gli occhi scuri come la notte, i lineamenti perfettamente cesellati.

    Un solo sguardo era stato sufficiente a toglierle il respiro e in quel momento, seduta di fronte a lui, l'effetto di quegli stessi occhi minacciava di sortire ancora una volta il medesimo effetto.

    «Lei non ha idea di quanto Londra possa essere pericolosa» enfatizzò distogliendo lo sguardo con difficoltà. «Un bambino che vaga da solo nel parco... Sarebbe potuta accadere qualsiasi cosa.»

    «Sì. Non ne dubito.» Luca appoggiò la schiena alla sedia e la fissò con espressione seria e pensosa. «È una vera fortuna che lei fosse lì, pronta a riportarmelo.»

    «Sì, infatti è così.»

    «Posso dirle, a questo punto, quanto anche lei sia fortunata per il fatto che io non abbia chiamato la polizia?»

    Ellie lo fissò con aria assente mentre il cervello tentava di dare un senso a quanto lui aveva appena detto.

    «La polizia?»

    «La mia reazione iniziale, quando la domestica mi ha telefonato per informarmi che non riuscivano a trovare Jake, è stata quella di sospettare un rapimento.»

    «Scusi?»

    «Si guardi intorno, signorina Edwards.» Mosse la mano a indicare il lusso che lo circondava. «Non ho mai considerato la necessità di avere delle guardie del corpo - né di un'assicurazione contro i rapimenti, se è per questo - ma neppure mi sono mai dovuto prendere cura di un ragazzino imprevedibile. Se non fosse arrivata proprio in quel momento avrei chiamato la polizia, e lei si sarebbe ritrovata sotto interrogatorio. A ogni modo, eccoci qui e, in risposta alla sua precedente domanda, la ragione per cui l'ho fatta aspettare è che ritenevo necessario stabilire quale ruolo lei abbia giocato nella scomparsa di Jake.»

    «Mi dispiace, non la seguo.»

    «In tal caso, le darò qualche minuto per riflettere su quanto ho appena detto. Penso che, una volta fatto, comprenderà perfettamente dove io voglia arrivare.»

    «Lei pensa che io... che io...»

    «Non sono solito correre rischi, e prendo sempre con le pinze tutto ciò che mi viene detto.» Scrollò le spalle. «Per quanto ne so, lei avrebbe potuto attirare il bambino con l'esca di quei tre cani che ora scorrazzano nel mio giardino.»

    «Attirato il bambino? Perché diavolo avrei dovuto farlo?»

    «Ora, signorina Edwards, deve capire che chiunque viva in un posto del genere sarebbe disposto a pagare qualsiasi cifra purché gli venga riconsegnato un bambino sano e salvo. Non sto dicendo che lei lo abbia rapito. Forse le si è presentata l'opportunità, un'opportunità di cui avrebbe potuto approfittare. Magari ha visto Jake con la tata... ha notato dove viveva... la tentazione e l'opportunità spesso scoprono il modo di trovarsi l'un l'altra.»

    «Questa è la cosa più offensiva che abbia mai sentito in vita mia!» Con le gote in fiamme Ellie balzò in piedi ma Luca le ordinò di tornare a sedersi, e lei si ritrovò letteralmente paralizzata.

    «Quando si è seduti su una fortuna ci si accorge che le persone farebbero qualsiasi cosa per mettere le mani su parte di essa.»

    «Magari nel suo mondo, signor Ross. Magari lei è circondato da persone senza scrupoli, tuttavia posso assicurarle che la sua fortuna a me non interessa affatto! Non avevo idea che Jake vivesse in un posto del genere. È stato un bene» aggiunse sarcastica, «che indossasse un'utile piastrina per cani, cosicché io abbia potuto scoprire il suo indirizzo.»

    Luca ebbe la decenza di arrossire.

    «Ha sei anni, e vive in questo paese da pochi mesi soltanto. Era importante che avesse addosso una qualche forma di identificazione, giusto in caso si fosse perso per una qualsiasi ragione. La tata sapeva di non doverlo perdere di vista ma, come può intuire, le mie istruzioni sono state palesemente ignorate. Jake è un ragazzino sveglio, però non si può pretendere che ricordi un indirizzo a cui si è abituato da poco.»

    «Mi crede se le dico di averlo appena incontrato nel parco, signor Ross?» La voce di Ellie era gelida. «E non sono obbligata a rimanere qui a subire le sue accuse!»

    Luca sospirò e fece girare una penna tra le dita prima di tornare a concentrarsi su di lei.

    «Ho fatto due chiacchiere con il piccolo. Sembra fosse annoiato. Alicia, la babysitter, era al telefono- indubbiamente impegnata in una telefonata personale, cosa che ovviamente è contro le regole e lui ha pensato di allontanarsi per esplorare il posto.» Preferì non indugiare sul fatto che quella conversazione con il bambino, esattamente come tutte le altre avute in precedenza, fosse stata monosillabica e insoddisfacente.

    Si era seduto sul letto mentre Jake si ostinava a rifiutare qualunque

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