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Un indagine stuzzicante (eLit): eLit
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E-book143 pagine1 ora

Un indagine stuzzicante (eLit): eLit

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Info su questo ebook

ROMANZO INEDITO
Un viaggio nello Yukon non rientrava minimamente nei suoi piani, eppure Logan Maxwell è stato costretto a partire per aiutare a risolvere un furto d'oro. Poco dopo il suo arrivo si rende conto che il problema principale di quel viaggio non saranno né il clima e il paesaggio né i problemi relativi all'indagine. Il problema più grande, per Logan, sarà Melina Thurston: si è innamorato di lei e non c'è possibilità di fuga!
LinguaItaliano
Data di uscita2 set 2019
ISBN9788830503397
Un indagine stuzzicante (eLit): eLit
Autore

Barbara Dunlop

Tra le autrici più note e amate dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Un indagine stuzzicante (eLit) - Barbara Dunlop

    successivo.

    1

    «Sei per caso fuori di testa?» chiese l'ispettore della polizia canadese a cavallo Logan Maxwell, picchiando la palla da squash con forza.

    «Non secondo la mia ultima valutazione psichica» rispose il commissario Hamilton, colpendo a sua volta la palla, ma dolcemente. Aveva quarantatré anni, dieci in più del suo antagonista, portati benissimo con una stupenda forma fisica.

    «Sei pazzo se pensi che possa essere d'accordo» rispose Logan. Una goccia di sudore gli scese lungo la fronte.

    «Sono il tuo superiore» ribatté Hamilton, tergendosi a sua volta il sudore dal volto con l'interno della fascetta e preparandosi per il prossimo colpo della palla. «Ecco, vedi, a dire la verità non è necessario che tu sia d'accordo con quello che dico. Sono sicuro di averlo letto da qualche parte nel manuale.»

    «Mi stai mandando in un posto deserto e ghiacciato?» domandò Logan, colpendo la palla e segnando il punto. «Proprio adesso che c'è il caso della frode di milioni di dollari su Internet?» Era il tipico caso che un investigatore sognava, un crimine commerciale la cui risoluzione significava promozione e carriera. Alzò le spalle, deciso a non lasciare Ottawa per niente al mondo.

    «La parola ordinare è decisamente troppo forte. Spero soltanto che tu possa essere ragionevole.»

    «Yukon? In febbraio? Non è per niente ragionevole. Se non è un ordine, allora puoi stare ben sicuro che non ci andrò» rispose, preparandosi per ricevere il colpo. «Nello Yukon. Figuriamoci!» borbottò colpendo la palla.

    «Veramente è un posto stupendo situato nel nord del Canada.» Questa volta Hamilton fu pronto a ricevere, segnando il punto.

    «È isolato» riprese Logan colpendo la palla.

    «È incontaminato, vuoi dire» lo corresse Hamilton battendo a sua volta.

    «È una specie di deserto.»

    «È tranquillo e silenzioso.»

    «La temperatura è glaciale.»

    «Molto presto sarà mite, è quasi marzo. Hai mai sentito parlare delle canottiere di lana?»

    «Non fare lo stupido» rispose ripensando al documentario che aveva visto una volta sullo Yukon. C'erano soltanto ghiaccio e neve, squadre di cani e orsi polari. Quel posto aveva avuto il suo momento di gloria con la corsa all'oro del 1898. Poi, per quel che ne sapeva lui, non era successo più niente.

    Hamilton soffocò la risata. «Sono sicuro che ti ci abituerai.»

    Il guaio era che sembrava terribilmente serio. Mentre Logan lanciava un'occhiata al suo superiore, la palla passò di fianco a lui sibilando. Nossignore! Un viaggio nello Yukon non rientrava minimamente tra i suoi piani. I suoi fratelli erano ormai avviati verso una splendida carriera: uno era diventato presidente di un'influente società pubblicitaria mentre l'altro aveva ricevuto un magnifico incarico da una società americana distributrice di software. Proprio non aveva alcuna intenzione di chiamare suo padre quella sera e di annunciare che il più giovane dei figli Maxwell si stava recando nel Klondike per cercare l'oro!

    Hamilton lasciò la palla a rotolare in un angolo e attraversò la palestra dirigendosi verso la porta di plexiglas. L'aprì e recuperò la bottiglia d'acqua che si trovava sulla panchina.

    «Sono troppo qualificato» continuò Logan seguendolo. Il panico stava cominciando a prendere il sopravvento mandando in tilt il suo sistema nervoso.

    «Su questo non si discute» disse Hamilton sbattendo le palpebre e poi sospirando profondamente. Non sembrava proprio che stesse scherzando.

    «Stai inviando il tuo miglior investigatore lontano da qui per risolvere un semplice caso di furto d'oro. A dire il vero, lo mandi in una comunità che non è altro che un buco.» Si domandò se gli avesse fatto qualche sgarbo recentemente, qualcosa che potesse giustificare una simile vendetta.

    «A Whitehorse ci sono ben venticinquemila persone» lo informò Hamilton.

    Logan prese in mano la bottiglia d'acqua e se la portò alle labbra. Il liquido diede sollievo alla sua bocca riarsa, ma non fece niente per l'apprensione che gli stava serrando la gola. «Se la caveranno. Non hanno bisogno del mio aiuto.» Lo disse con tono seccato. «Non hanno affatto bisogno di me, ti ripeto.»

    «Mi hanno chiesto di fornire loro assistenza. Hanno perso un milione di dollari in oro.» Il tono del capo era proprio irremovibile.

    «Ci sono in ballo parecchi milioni di dollari anche nel caso di Internet» replicò Logan, rimettendo il tappo sulla sua bottiglia. «È mio dovere portare avanti le indagini.»

    Logan rimase a osservare impotente mentre i suoi sogni e le sue aspirazioni stavano sfumando nell'aria condizionata del campetto di squash. Gli altri ufficiali avrebbero risolto il caso di Internet e lui si sarebbe ritirato nell'oscurità, dimenticato da tutti e sempre più lontano dalla promozione. L'anno sarebbe stato comunque sprecato, non sarebbe mai diventato supervisore dopo aver rifiutato l'incarico del commissario. Strinse forte la racchetta mentre percorreva ad ampi passi la palestra e si piazzava al centro di essa.

    «Ti ho per caso detto che Ronald Morgan sta andando in pensione?» domandò Hamilton, lanciando la palla e facendo punto.

    «Davvero?» chiese Logan fingendo disinteresse. Ronald Morgan era il supervisore della Sezione dei Crimini Commerciali del Ministero Nazionale.

    Hamilton annuì.

    «E tu vuoi che io rimanga lontano dalla corsa?» domandò Logan, stupito che Hamilton potesse diventare così crudele.

    Il suo capo soffocò una risatina, scosse la testa e recuperò la palla. «So anche che stanno cercando un sostituto con esperienza in tutta la giurisdizione canadese. Tu ti sentiresti pronto, per caso?»

    Logan iniziò a capire. Tutta la giurisdizione canadese? Sbatté le palpebre incredulo. Mentre la faccenda gli si chiariva, sentì le labbra formare un lento sorriso, piegò le ginocchia e si preparò per ricevere. Avrebbe indossato magliette di lana e fatto amicizia con gli orsi polari. Magari, se avesse lavorato per sedici ore al giorno, sarebbe stato di ritorno entro la conclusione del caso di Internet. Meglio di così non poteva andare. Colse il sorriso di soddisfazione di Hamilton. Se fino a pochi minuti prima aveva intenzione di battere il suo orgoglioso capo a squash, adesso invece non vedeva l'ora di recarsi nel Klondike per cercare l'oro.

    Ottanta lingotti d'oro rubati dalla lontana miniera dello Yukon, riportava il giornale Yukon News che Melina Thurston stava leggendo, mentre aspettava alla cassa del Whitehorse Feed Store. Affascinata, sfogliò il giornale cercando l'articolo corrispondente. Gli investigatori sospettavano che fosse stata usata una squadra di cani per entrare nella miniera del Wolverine River lo scorso mese. Stavano concentrando le loro ricerche nelle vicinanze, a causa dell'inaccessibilità della proprietà e della probabilità che i ladri conoscessero molto bene la pianta della miniera e del nascondiglio dell'oro.

    «Desideri qualcos'altro?» domandò Elaine Travers, buona amica di Melina, nonché proprietaria del negozio.

    Melina alzò lo sguardo dal giornale per vedere a chi si stava rivolgendo Elaine e mise a fuoco Jeannie Rathman, la sua vicina settantenne.

    «Qualcosa d'altro, Jeannie?» ripeté ancora Elaine Travers.

    Con le mani sui fianchi, Jeannie ringraziò bruscamente il ragazzo che stava riempiendo le borse di cibo per cani sistemate sul suo carrello della spesa. La donna era piccola e magra e aveva i capelli raccolti in una treccia; dimostrava la forza e l'energia di una persona con la metà dei suoi anni. Aveva lavorato da sola la sua terra per quasi mezzo secolo. «Ho bisogno di nuovi finimenti per la squadra dei miei cani.»

    La gonna del costume che Elaine indossava in quel periodo frusciò contro un lato della cassa, mentre camminava per andare incontro a Jeannie. Elaine era stata incoronata regina dell'anno al Rendezvous Festival e la tradizione richiedeva che ci si vestisse col costume dei tempi della corsa all'oro per l'intera settimana. «Ma se hai comprato tutto in agosto» disse, fermandosi davanti al carrello dell'anziana signora.

    «Lo so, ma sono già tutti rovinati.»

    «Così velocemente?» domandò Elaine in tono preoccupato. «Credi che fossero difettosi? Bisogna sostituirli?»

    «Il guaio è che non mi ricordo per niente come ho fatto a romperli.»

    A Melina sembrò strano che Jeannie non se lo ricordasse. Si domandò se la memoria dell'anziana donna non iniziasse a fare cilecca. Sarebbe potuto essere molto pericoloso per una persona che viveva sola in una grande proprietà isolata, a ben tre miglia dal vicino più prossimo.

    Melina iniziò a pensare alla sua vita nel rustico chalet. Era davvero dura. Anche adesso si sentiva stanca perché era da qualche giorno che non faceva altro che tagliare legna e trasportare fieno con un furgoncino. Tuttavia, non avrebbe mai potuto permettersi il ranch, se fosse stato equipaggiato con tutte le amenità del caso. I suoi genitori e le sue sorelle non erano stati d'accordo con lei quando due anni prima aveva detto di aver comprato terra nello Yukon. La sorella maggiore, allora, si era offerta di trovarle lavoro in una banca di Vancouver. Ecco, Melina non voleva un vero lavoro, rabbrividiva alla sola idea di contare soldi in un ufficio asettico per tutto il giorno. Almeno lì poteva gestire il suo tempo come voleva. Se solo avesse potuto evitare di fare preoccupare i suoi genitori...

    «Vuoi gli stessi dell'ultima volta? Verdi?» domandò Elaine a Jeannie.

    «Il verde va bene, sta bene con la slitta» rispose Jeannie, seguendo Elaine nel retro del magazzino.

    Mentre aspettava che tornassero, Melina diede un'occhiata fuori della finestra su Main Street, dove i cittadini di Whitehorse stavano iniziando a radunarsi per la sfilata del Rendezvous Festival. Presto anche Elaine avrebbe dovuto raggiungerli e, proprio come succedeva ogni anno, uno dei poliziotti canadesi a cavallo, avrebbe dovuto arrestare la regina con un pretesto qualsiasi e portarla in manette al party che concludeva la manifestazione. Per un momento Melina s'immedesimò nella situazione: vestita con un abito lungo e vaporoso, mentre ballava fra le braccia di un poliziotto sexy. Chiuse gli occhi, piegò la testa indietro e sorrise. Poi tornò con la mente alla realtà, ricordandosi che aveva cose molto più importanti da fare che spendere soldi in vestiti elaborati e biglietti per la festa dell'anno. Doveva comprare il fieno e l'avena per i suoi cavalli e anche il gas per il generatore. La maggior parte dei suoi clienti non prendevano lezioni d'equitazione durante i freddi mesi invernali. Per questo avrebbe dovuto tirare la cinghia ed essere parsimoniosa fino a primavera. I suoi genitori si erano

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