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Scambio d'affari: Harmony Destiny
Scambio d'affari: Harmony Destiny
Scambio d'affari: Harmony Destiny
E-book179 pagine3 ore

Scambio d'affari: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Scapoli 5/6
Amori appassionati e nuovi scandali nel club più esclusivo d'America.
James Harris è milionario con una tenuta immensa da gestire, il presidente del Club più esclusivo di Royal e adesso anche tutore legale del nipote. Troppo, anche per un uomo dalle mille risorse come lui. La soluzione è assumere una tata e la candidata perfetta è Lydia Walker: prudente, posata... noiosa e con un disperato bisogno di denaro per estinguere un debito. Che pericolo potrà mai esserci ad accoglierla nella propria casa?
Quello che doveva essere solo uno scambio di affari, però, si trasforma poco alla volta in puro piacere, costringendo James e Lydia a una decisione inaspettata.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2020
ISBN9788830512085
Scambio d'affari: Harmony Destiny
Autore

Joanne Rock

Laureata in letteratura inglese, prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura di romanzi sia storici sia contemporanei ha lavorato in televisione e in pubblicità, ed è stata attrice, fotomodella e persino insegnante.

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    Anteprima del libro

    Scambio d'affari - Joanne Rock

    successivo.

    1

    È giusto dire di no a un'inutile follia.

    Lydia Walker continuava a ripeterlo come un mantra mentre sul telefono leggeva uno dei titoli del quotidiano di Royal, Texas, pubblicato qualche giorno prima, quando lei era fuori città.

    Ricavato dell'Asta degli Scapoli alle stelle grazie a una ragazza del posto che offre cinquantamila dollari!

    Seduta al tavolo della piccola cucina con davanti una tazza di caffè ormai freddo, esitò con il dito sopra il display.

    Avrebbe voluto poter semplicemente chiudere la pagina, senza doversi preoccupare di quella ragazza del posto che, guarda caso, era niente di meno che sua sorella, l'irresponsabile Gail.

    L'impulsiva Gail, che di sicuro non aveva cinquantamila dollari in banca.

    Che cosa le era passato per la testa?

    Nonostante tutto, Lydia ricominciò a leggere l'articolo.

    Gail Walker, imprenditrice locale, ha sorpreso tutti quando ha offerto l'incredibile cifra per aggiudicarsi un appuntamento con Lloyd Richardson, proprietario di un ranch, anche lui della zona. La signorina Walker non ha rilasciato dichiarazioni – al momento è fuori città a godersi il suo romantico viaggetto – ma il Maestro di Cerimonie, James Harris, si è detto grato per la generosa donazione, che verrà devoluta alla Fondazione per la Ricerca sul Cancro al Pancreas. Ecco com'è andata...

    Chiudendo gli occhi, Lydia appoggiò il telefono a faccia in giù sul tavolo per impedirsi di rileggere la storia una terza volta.

    Follia decisamente inutile.

    Era appena rientrata dall'Arkansas, dov'era stata a trovare la madre per il Ringraziamento dopo quasi due anni di lontananza. Fiona Walker aveva approfittato dell'occasione per cercare di convincerla a presenziare al suo quarto matrimonio, il che non aveva fatto altro che trasformare in un disastro l'intera vacanza. Lydia aveva chiesto alla sorella di accompagnarla nel lungo viaggio in auto, ma Gail aveva risposto di dover restare a Royal per supervisionare di persona il servizio di consegna della spesa che aveva appena avviato. Scusa che Lydia si era bevuta, orgogliosa del fatto che per una volta Gail avesse scelto di fare qualcosa di responsabile.

    Ah! A posteriori, era evidente che Gail fosse voluta restare in città solo per poter partecipare all'evento organizzato all'esclusivo Texas Cattleman's Club. Si era già sparsa la voce che Gail non aveva a disposizione la somma promessa? Lydia riprese il telefono per cercare altre notizie sul giornale, ma trovò solo la storia dell'unica nubile all'asta, Tessa Noble, e del suo appuntamento da sogno con il cowboy che se l'era aggiudicata. Nessun accenno a Gail o alla scandalosa offerta.

    Non ancora.

    Una morsa le serrò lo stomaco.

    Come aveva potuto fare una pazzia simile a un'asta di beneficenza? Gail portava il suo stesso cognome, per la miseria! Che immagine dava delle sorelle Walker, entrambe sul punto di avviare un'attività in proprio, non essere in grado di pagare i debiti?

    Contenendo a stento la collera, ricompose il numero per chiamare la sorella. Lydia era la maggiore di otto figli, perciò era più che abituata a risolvere questioni e drammi vari; per la maggior parte, però, questi erano opera della madre, una donna che aveva fatto fruttare la sua esperienza di genitore grazie a un blog casalingo di successo: Le Regole della Casa. I follower di Fiona Walker adoravano il suo approccio stravagante all'educazione e alla cura dei figli. Lydia lo considerava invece inaffidabile nel migliore dei casi, e decisamente pericoloso nei peggiori. Aveva sperato che, ora che il fratello minore era abbastanza grande per cavarsela da solo con la madre, trasferirsi a Royal potesse essere un nuovo inizio per lei e Gail.

    La mortificante notizia che aveva appena letto sul giornale, però, le aveva fatto capire che la sorella non era caduta troppo lontana dall'albero materno.

    «Lydia!» La sorella squittì il suo nome quando rispose al telefono. «Non indovineresti mai dove sono!»

    E quella risposta non fece che accrescere la sua frustrazione.

    «Posso solo sperare che tu sia alla Fondazione per la Ricerca sul Cancro al Pancreas a spiegare quale magia userai per far comparire cinquantamila dollari dal nulla» sbottò lei, incapace di contenersi. «Gail, cosa diavolo stai combinando?»

    In ansia e in collera, cominciò ad andare avanti e indietro per la cucina della casa che stava ristrutturando, dove aveva intenzione di aprire un centro di servizi per l'infanzia. Rischiò di inciampare sui campioni di pavimento che aveva posato con cura davanti alla porta a vetri che portava al cortile sul retro. La punta della pantofola spedì le tavole di cedro spagnolo e di mogano sopra a quelle di rovere e teak.

    «Sto facendo una romantica vacanza con l'uomo dei miei sogni» replicò la sorella, il tono che passava dall'eccitato al petulante. «È troppo chiedere che tu sia felice per me? Almeno per una volta?»

    Lydia si coprì gli occhi con una mano: solo la settimana prima la madre le aveva detto le stesse identiche parole, quando lei si era rifiutata di essere presente al matrimonio. «Sono felice che tu ti diverta, ma sono anche molto preoccupata: cosa intendi fare per coprire la somma promessa all'asta? Hai parlato con la Fondazione?»

    «Allora è per questo che ieri, alla SPA, la carta di credito non ha funzionato» ipotizzò Gail invece di rispondere. In sottofondo, una musica che sembrava quella suonata dai mariachi si faceva sentire sempre più forte. «Avevo scordato il pagamento all'asta.»

    «Quale pagamento?» insistette Lydia, tornando al tavolo per sparecchiare la colazione. «Non hai la somma che hai promesso» le ricordò, stringendo il cellulare tra la spalla e la guancia mentre posava le stoviglie nel lavello.

    «Ci penserò quando sarò tornata dalla vacanza, d'accordo, signorina Ansia-in-Persona?» La sorella alzò il tono di voce per farsi sentire sopra la musica. «Oh, e per tua informazione, per questa settimana ignoro le chiamate delle persone che non conosco.»

    «Chi è che ti ha telefonato?» indagò Lydia sempre più apprensiva. «Quelli della Fondazione?»

    «No, il tizio che ha organizzato tutto. John? James?» Gail sospirò. «Lascia perdere, okay? In questo momento, mi preoccupa solo tornare al mio margarita prima che il ghiaccio si sciolga!»

    «Gail, aspetta...»

    Sullo schermo, però, era già comparsa la scritta Chiamata Terminata, e conoscendo la sorella, sapeva bene che sarebbe stato inutile provare a richiamare.

    È giusto dire di no a un'inutile follia.

    Quelle parole avevano aiutato Lydia a sopravvivere all'adolescenza. In quel momento, tuttavia, pensando a tutta la gente che aveva lavorato sodo per l'asta, e che in qualche modo era stata ingannata, neanche quel mantra riuscì a ottenere un qualche effetto.

    L'evento si era svolto al Texas Cattleman's Club, i cui membri erano tra le persone più influenti in città. Lydia voleva mettere radici a Royal; aveva già comprato la proprietà per avviare un'attività. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era una macchia sul nome di famiglia per colpa dell'impulsività di Gail.

    Magari poteva provare a spiegare la situazione ai diretti interessati, prima che la storia diventasse di dominio pubblico.

    Tornando all'articolo, trovò il nome che stava cercando: James Harris. Doveva essere stato il Maestro di Cerimonia a cercare di contattare Gail. La prima volta non aveva fatto caso alla foto riportata nell'articolo, troppo stupefatta dal comportamento della sorella per andare oltre la storia raccontata nel testo. In seconda battuta, però, Lydia lasciò indugiare lo sguardo sull'immagine dell'uomo che ricopriva anche la carica di presidente del TCC.

    Definirlo bello era dire poco. La foto lo mostrava davanti allo storico edificio del club, in testa uno Stetson chiaro a proteggergli il volto dal sole texano. Alto e di corporatura atletica, indossava una giacca grigia aderente che fasciava dei muscoli notevoli. Possente dove un uomo dovrebbe esserlo, snello sui fianchi, una mascella spigolosa con un gran sorriso. Non riusciva a vedere chiaramente i suoi occhi perché erano messi in ombra dalla falda del cappello, ma la pelle era di un invitante colore scuro.

    Lydia sbatté in fretta le palpebre per scacciare l'immagine dal cervello, dato che non poteva permettersi di lasciarsi fuorviare da quel sex appeal. Non era alla ricerca di una storia romantica: la super attiva vita amorosa della madre le aveva regalato un posto in prima fila, e aveva visto di persona come il cosiddetto amore cambiava la gente. Fiona si era trasformata in una persona diversa per ogni uomo con cui era uscita, senza curarsi di quanto i suoi capricci influissero sull'intera famiglia. Lydia non cercava neanche una storia senza impegno, soprattutto non con qualcuno a cui la sorella aveva promesso una piccola fortuna.

    Sapeva bene che era inutile cercare di aggiustare le cose che andavano oltre il suo controllo, ma perlomeno poteva spiegare al signor Harris la situazione di Gail. E, forse, stabilire un possibile compromesso per saldare il conto in modo da poter far ragionare la sorella al suo ritorno.

    Lydia aveva un appuntamento con l'artigiano che doveva terminare i lavori della cucina, a mezzogiorno. Subito dopo, però, avrebbe fatto un salto al Texas Cattleman's Club.

    Sperando con tutto il cuore che James Harris fosse un uomo comprensivo.

    «C'è qui Lydia Walker per lei» annunciò una voce all'interfono dell'ufficio.

    James Harris raddrizzò la schiena, abbassando la mazza da golf con la quale si stava esercitando all'interno dell'ufficio. Anche se non era mai stato un vero amante del golf, aveva in agenda un torneo e la sua natura competitiva rifiutava l'idea di fare brutta figura. E poi, concentrarsi su uno sport durante la pausa pranzo lo aiutava a distrarlo dallo stress che sembrava accumularsi come un macigno alla base della schiena. Non avrebbe mai immaginato che il ruolo di presidente del TCC lo impegnasse tanto, a discapito del tempo che gli rimaneva da dedicare alla gestione quotidiana del suo ranch. A complicare la faccenda, poi, a livello esponenziale, doveva anche crescere un nipotino.

    Tre mesi prima, quando suo fratello era rimasto ucciso insieme alla moglie in un incidente d'auto, James era stato devastato. In aggiunta al dolore per la perdita di una persona amata, e che rispettava profondamente, aveva dovuto tuttavia venire a patti con il fatto che il fratello, nel testamento, lo aveva nominato tutore del figlio Teddy. Il peso di quella responsabilità minacciava di fargli cedere le ginocchia, se ci si soffermava troppo a pensarci.

    «Walker?» ripeté James. Il nodo alla base della schiena si strinse ancora di più al sentire il nome della visitatrice. Rimessa a posto la mazza, si avvicinò all'interfono. «Come la donna che la settimana scorsa è scappata senza pagare la cifra con cui si è aggiudicata l'asta?»

    Come poteva una persona offrire pubblicamente del denaro che non aveva a disposizione? O forse ce l'aveva, ma non aveva alcuna intenzione di cedere cinquantamila dollari alla Fondazione per la Ricerca sul Cancro al Pancreas. Per evitare una pubblicità negativa, soprattutto per un evento di cui era stato responsabile, aveva finito con il pagare il debito lui stesso: meglio tenere il club lontano da certi scandali.

    Questo però non significava che il problema fosse risolto.

    «Quella era Gail Walker» precisò la segretaria alla reception abbassando la voce. «Forse Lydia è una parente.»

    «La faccia entrare.» Scalciò due palline da golf sotto il divano vicino alla finestra. Ultimamente, non gli dispiaceva prolungare l'orario di presenza al club, dato che questo era dotato di una struttura per l'assistenza all'infanzia, che sembrava l'unico posto dove il nipote era contento di stare; a casa, Teddy era un uragano. E anche peggio.

    James si avvicinò alla porta per accogliere l'ospite. Sperava che avesse con sé un assegno cospicuo; perché anche se non gli dispiaceva, in termini assoluti, spendere il proprio denaro per una buona causa, non poteva provare che risentimento per una donna che sembrava del tutto immune alle responsabilità di un impegno preso.

    Quando aprì la porta, vide che aveva sorpreso la donna dall'altra parte.

    Alta e snella, aveva dei capelli castani chiari e una pelle del colore del miele che esaltava grandi occhi color nocciola. Indossava un paio di pantaloni beige e una camicetta bianca con un maglioncino rosa annodato in vita; aveva una mano sollevata nel gesto di bussare, mentre si mordicchiava il carnoso labbro inferiore. Il suo sguardo scattò nervosamente sul viso di James.

    Che rimase accecato da un'attrazione improvvisa e del tutto inaspettata.

    Al punto da restare a fissarla per un secondo di troppo.

    «Lydia Walker?» Le porse la mano in ritardo, irritato con se stesso per quel deragliamento di pensieri. «Sono James Harris.»

    «È un piacere conoscerla.» La sua stretta di mano fu decisa, da donna d'affari. «La ringrazio per avermi ricevuta, signor Harris.»

    «La prego, mi chiami James.» Indietreggiando, le fece cenno di entrare, lasciando la porta aperta alle sue spalle. Alzò lo sguardo verso la doppia porta che portava alla zona riservata ai bambini, quasi aspettandosi di vedere Teddy che batteva i pugni sul vetro. Oppure un'assistente che scappava a gambe levate. Invece, sembrava tutto tranquillo. Grazie al cielo. «Si sieda» invitò Lydia riportando l'attenzione su di lei.

    Indicò una delle poltrone in pelle vicino alle finestre

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