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Adorabile libertino (eLit): eLit
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E-book185 pagine2 ore

Adorabile libertino (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Suffolk 2
Bonaparte è ormai in esilio a Sant'Elena e nell'Inghilterra della Reggenza è tornata la normalità... Ma non per lady Polly Seagrave, che ha rifiutato di fuggire con l'uomo che amava quando era ancora troppo giovane per rendersi conto che stava gettando al vento la propria felicità. Quello che non immagina è che cinque anni dopo lord Henry Marchnight possa ricomparire nella sua vita con la stessa, appassionata intensità di una volta.
LinguaItaliano
Data di uscita2 mar 2020
ISBN9788830511125
Adorabile libertino (eLit): eLit
Autore

Nicola Cornick

Nata nello Yorkshire, nei pressi delle brughiere che ispirarono alle sorelle Bronte Cime tempestose e Jane Eyre, e laureata in Storia all'università di Londra, ha lasciato il lavoro per dedicarsi alla sua vera passione: scrivere.

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    Anteprima del libro

    Adorabile libertino (eLit) - Nicola Cornick

    978-88-3051-112-5

    1

    Londra, 1812

    «Sei impazzito, Henry?» esclamò sir Simon Verey, fissando il suo migliore amico, lord Marchnight. «Lascia almeno passare qualche settimana... un mese, magari... in modo che tutti si dimentichino di quella dannata storia con la signorina Saint Jacques. Se stasera ti presenti al ricevimento di lady Paulersbury, ti faranno letteralmente a pezzi!»

    Come risposta lord Henry Marchnight abbozzò un sorriso, controllando allo specchio l'immacolata perfezione del nodo della sua cravatta.

    «Il Napoleon...» mormorò. «L'ideale per af frontare una serata rischiosa. Credi che mi porterà la fortuna dei Francesi?»

    «In amore o in guerra?» domandò Verey.

    Lord Henry sorrise di nuovo. «Mi rincresce non poter seguire il tuo consiglio, Simon» rispose. «D'altra parte stasera devo assolutamente vedere lady Apollonia Seagrave. Spero di con vincerla ad accettare di diventare mia moglie.»

    «Sua madre non lascerà nemmeno che ti avvicini a lei» gli predisse il suo amico in tono cupo. «Buon Dio, mezza città crede che hai cercato di sedurre Sally Saint Jacques, e tu ti azzardi a chiedere la mano di Polly Seagrave! Sei impazzito, parola mia!»

    «L'unica opinione che conta per me è quella di Polly e lei non ha creduto ai pettegolezzi. Sono certo che avrebbe già accettato la mia proposta, se suo padre non avesse rifiutato di dare il consenso alle nostre nozze.»

    Verey scosse il capo. «Con i pettegolezzi che circolano sul tuo conto, dovevi aspettarti che il conte di Seagrave ti avrebbe negato la mano di sua figlia» commentò.

    Con il suo solito appetito per gli scandali, la buona società londinese era stata rapida a raccogliere e diffondere le accuse che Sally Saint Jacques aveva rivolto a lord Henry Marchnight, vale a dire che lui le aveva rivolto una finta domanda di matrimonio al solo scopo di sedurla.

    La cosa peggiore era che non pochi membri di quella cerchia ristretta sembravano averle creduto, pur sapendo che Sally, figlia di un oscuro nobiluomo francese fuggito in Inghilterra ai tempi della Rivoluzione, avrebbe fatto carte false pur d'imprimere la corona ducale dei Marchnight sul suo biglietto da visita. Per settimane aveva spudoratamente corteggiato Henry, senza approdare a nulla. Così quella piccola vipera francese aveva deciso di vendicarsi. E lo aveva fatto nel modo peggiore, che toglieva a un gentiluomo qualsiasi possibilità di difendersi.

    «Dovesse costarmi per sempre la reputazione, non cederò al ricatto di Sally Saint Jacques» dichiarò Henry con decisione. «Vieni con me, Simon?» aggiunse, prendendo il cappello e il bastone che il maggiordomo gli porgeva.

    «Certo che vengo con te» sospirò il suo amico. «Ma non prendertela se ti dico che ho la netta sensazione che questa serata sarà un buco nell'acqua.»

    «È quello che vedremo» replicò lord Henry, uscendo di casa.

    L'accoglienza dai Paulersbury fu esattamente quella che sir Simon Verey si era aspettata.

    Quando lord Marchnight comparve nell'elegante salone da ballo, gli sguardi di tutti i presenti si focalizzarono su di lui.

    Gentiluomini che Henry aveva annoverato come amici gli voltarono intenzionalmente le spalle e molte signore fecero commenti poco benevoli dietro ai ventagli.

    Anche Polly Seagrave notò l'alta figura di lord Henry Marchnight fare il suo ingresso nel salone. Ma quella vista le suscitò sentimenti molto diversi da quelli della maggioranza dei presenti.

    Trattenne il respiro, arrossendo leggermente, certa che lui avesse sfidato l'opinione pubblica solo per avere l'occasione di vederla. Suo padre le aveva proibito perfino di rivolgergli la parola. E tutto questo per colpa di quella vipera di Sally!, pensò furibonda.

    Un tempo lei e la signorina Saint Jacques erano state amiche. Ma in seguito Sally era diventata gelosa delle attenzioni discrete ma costanti che Henry aveva rivolto a Polly.

    Così Sally aveva architettato un piano nefasto che non aveva, però, mancato di sortire il suo effetto.

    Con la complicità del cocchiere di casa, aveva fatto in modo che la sua carrozza perdesse una ruota proprio nelle vicinanze di Ruthford, la tenuta di campagna di lord Henry Marchnight. Gli aveva chiesto ospitalità per la notte e quindi lo aveva accusato di avere tentato di sedurla.

    Invano Henry si era difeso, sostenendo che la signorina Saint Jacques aveva avuto come chaperon la sua dama di compagnia e ben due domestici. E soprattutto che non era accaduto nulla di improprio sotto il suo tetto.

    Sally aveva insistito e ora pretendeva che lui si offrisse di sposarla per salvare la sua reputazione.

    Vero o falso che fosse, per molti il fatto che lord Henry si rifiutasse provava che non era un gentiluomo e che probabilmente Sally diceva la verità.

    Alcuni giorni prima, quando Polly aveva udito raccontare quel ghiotto pettegolezzo nel salotto di lady Fleetwood da un'amica di sua madre, non era riuscita a contenersi.

    «Sono tutte bugie!» aveva esclamato con calore.

    Subito alcune matrone l'avevano guardata con interesse, e sua madre l'aveva presa da parte.

    «Sei impazzita, Polly?» aveva sussurrato lady Cecilia alla figlia. «Così penseranno solo che lord Marchnight ha sedotto anche te!»

    «Lord Henry non ha sedotto nessuno!» aveva ribattuto lei. «Lui è un vero gentiluomo!»

    «Può darsi» aveva replicato sua madre, fissandola con attenzione. «Ma in questo momento nessuno ci vuole credere.»

    «Ma perché?»

    «Perché la menzogna è più interessante della verità» aveva dichiarato lady Cecilia in tono spassionato. «Per cui regolati di conseguenza, ed evita anche di parlargli» aveva concluso in un tono che non ammetteva repliche.

    Polly aveva assunto istantaneamente un'espressione ribelle. Lord Henry Marchnight si era sempre comportato in modo corretto nei suoi confronti. E Polly provava per lui molto più che una semplice infatuazione. Suo padre, tuttavia, le aveva già spiegato i motivi per cui doveva respingere con decisione la corte di lord Henry.

    Polly aveva appena sedici anni, quella era la stagione del suo debutto in società, e lord Henry aveva la fama di essere un pericoloso libertino.

    Naturalmente, nessuno di quegli argomenti aveva avuto il minimo effetto su Polly, pur intuendo che i suoi genitori agivano per il suo bene.

    Il buon nome di una giovane signora era continuamente esposto a rischi e facilmente intaccabile dai commenti delle malelingue.

    Ma lei non era mai stata innamorata prima ed erano settimane che lord Henry Marchnight, considerato da tutte le signore uno dei gentiluomini più attraenti, le rivolgeva una corte rispettosa ma assidua.

    Insomma, quanto bastava per fare girare la testa a qualsiasi donna. E Polly non era stata da meno.

    Le attenzioni di lord Marchnight non avevano mai superato i limiti imposti dall'etichetta, e quando lui le sorrideva, Polly aveva la sensazione di sciogliersi...

    «Ti proibisco di salutare lord Marchnight» le sussurrò sua madre in quel momento, pur mantenendo un'espressione calma e sorridente, a beneficio di coloro che le stavano osservando con interesse.

    Polly strinse le mani guantate intorno alle stecche del ventaglio. Seguì sua madre verso un gruppo di signore, ma non riuscì a resistere alla tentazione di lanciare un'occhiata in direzione di lord Marchnight. Lui la stava fissando e Polly provò un delizioso brivido di eccitazione, chiedendosi se sarebbe riuscito a trovare il modo di parlarle.

    Fu solo molto più tardi che lord Henry riuscì finalmente ad avvicinare Polly.

    Nel corso della serata lei era stata conscia solo della sua presenza, del suo sguardo che seguiva come una carezza ogni suo gesto, ogni suo movimento.

    Purtroppo, però, Polly non era rimasta sola neanche un attimo.

    Lady Seagrave, un vero e proprio manuale di etichetta in tutto ciò che riguardava la figlia, non la perdeva d'occhio un istante e la seguiva dappertutto.

    Fino a quando Polly, esasperata, le disse che era capace di recarsi da sola almeno nella stanza messa a disposizione delle signore.

    Fu mentre lei era di ritorno in salone che lord Marchnight le si materializzò davanti nel corridoio deserto.

    La prese per un braccio e la fece entrare in un salottino, chiudendosi la porta alle spalle.

    Polly sentì il cuore accelerarle i battiti per l'emozione. Era la prima volta che si trovava sola con un uomo che non fosse suo padre, e lord Henry era così attraente, così alto e forte...

    «Milord» mormorò Polly con la voce che tremava leggermente. «Immagino sappiate che mio padre mi ha proibito di parlare con voi...»

    «Lo so» le disse, i suoi occhi grigi fissi sulla delicata perfezione del viso di lei. «Ma dovevo assolutamente vedervi. Vostro padre ha rifiutato di concedermi la vostra mano, ma spero che questo non basti a separarci. Fuggiamo insieme, amore mio!»

    «Fuggire con voi?» sussurrò Polly sgranando gli occhi, stupefatta.

    «Vi amo, fidatevi di me. Ditemi che mi sposerete!»

    Per un attimo Polly rimase senza parole, quasi spaventata da quella dichiarazione appassionata.

    «Vi assicuro, milord, che niente potrebbe essermi più gradito che sposarvi, ma in quanto a fuggire con voi... Non credo proprio sia la soluzione migliore! Pensate allo scandalo...» Si interruppe, notando che l'espressione di lord Marchnight era cambiata di colpo.

    Forse era stata troppo precipitosa a rispondere, si rimproverò. Gli occhi grigi di lui, fino a un attimo prima colmi di tenerezza e passione, avevano assunto un'espressione dura e fredda come il ghiaccio. Polly si morse le labbra, con l'orribile sensazione di avere gettato via senza riflettere qualcosa di infinitamente prezioso. «Milord...» riprese tendendo una mano verso di lui.

    Ma lord Henry aveva già riaperto la porta del salotto.

    «Polly!» Il tono di voce fra il furibondo e il preoccupato che si udì giungere dal corridoio apparteneva a lady Cecilia Seagrave. «Sapevo di non potermi fidare di te!» esclamò, comparendo sulla soglia del salottino con l'aria di una divinità offesa. «E per quanto riguarda voi, milord...»

    «Vi assicuro, signora, che vostra figlia non ha corso alcun pericolo appartandosi con me» la interruppe lord Marchnight, con gelida cortesia. «E vi do la mia parola che non mi rivol gerò mai più a lei» concluse in tono secco.

    Un attimo dopo se n'era andato, lasciando Polly con la familiare sicurezza della presenza di sua madre, e una poco familiare sensazione di desolazione nel cuore.

    2

    Londra, 1817

    Sir Godfrey Orbison pensò una volta di più che non capiva affatto le donne. Essendosi sempre rifiutato di sposarsi, e non avendo quindi né moglie né figlie, era mal preparato a trattare con una nipote e figlioccia tanto bella quanto ingrata.

    «Lo avete rifiutato perché voi non l'amate?» tuonò sir Godfrey in tono incredulo, fissando con il suo temibile cipiglio lady Polly Seagrave. «E da quando per sposarsi occorre essere innamorati? Ciò che conta è che quel giovanotto è l'erede del duca di Bellars, mentre voi, Apollonia, diventerete una vecchia zitella senza un penny!»

    Lady Cecilia Seagrave, vedova da due anni, si portò il fazzoletto alla bocca, come per reprimere un singhiozzo.

    Sua figlia, invece, abbozzò un sorriso, mettendo in mostra un paio di deliziose fossette.

    Sapeva infatti che il cattivo umore del suo padrino non sarebbe durato a lungo, dato che le era sinceramente affezionato.

    D'altra parte si rendeva conto che rifiutare il quinto pretendente della stagione, e il diciannovesimo da quando aveva debuttato cinque anni prima in società, stava mettendo a dura prova la pazienza di sir Godfrey, che insieme a Nicholas, suo fratello maggiore, amministrava la sua dote.

    Fra qualche mese sarebbe diventata maggiorenne, padrona quindi della sua rendita, dunque le minacce del suo padrino non la spaventavano più di tanto.

    «Caro zio, siete come un padre per me da quando il mio è morto, e non so come farei senza la vostra guida e i vostri consigli» cercò di ammansirlo Polly. «Ma sono sicura che non desideriate veramente che io sposi sir John Bellars! È un gentiluomo di aspetto abbastanza gradevole, lo ammetto, ma è alquanto noioso e succube di sua madre.»

    Sir Godfrey si limitò a borbottare qualcosa d'indistinto.

    «Questo è vero» ammise lady Cecilia. «Ho sentito dire che è lei che amministra la tenuta e che è orribilmente avara! Non era proprio Augusta Bellars, Godfrey, che in gioventù ha cercato in tutti i modi di accalappiarvi?»

    Quel commento sembrò rinfocolare la collera di sir Godfrey. «Gussie Grantley! Ma certo! Buon Dio, me n'ero dimenticato... Una civetta assolutamente insopportabile, sempre fra i piedi, che andava in giro a raccontare che c'era un accordo segreto fra noi! Puah! Per fortuna ci pensò Bellars a cavarmi d'impiccio, sventolandole sotto il naso il titolo di duchessa» concluse con un sospiro soddisfatto. «A pensarci bene, Polly, non gradirei molto imparentarmi con quella famiglia... Per Giove, Gussie potrebbe cogliere l'occasione per tornare alla carica adesso che è vedova!»

    «Oh, se è per questo, non credo ci sarebbe alcun pericolo!» dichiarò lady Cecilia, colta da un attacco d'ilarità al pensiero della ormai giunonica Augusta Bellars che corteggiava il suo anziano fratello. Ma a quanto sembrava, anche a tarda età gli uomini avevano un alto concetto delle loro capacità di seduzione.

    Mentre lady Cecilia era assorta in quelle considerazioni, lo sguardo di sir Godfrey si posò nuovamente su Polly.

    «Comunque sia, mia cara, non potete continuare così» le disse. «Diciannove pretendenti, tutti rispettabili gentiluomini, e nessuno considerato degno delle vostre aspettative!» Sir Godfrey si schiarì la voce prima di continuare. «Dannazione, pensavo che avreste accettato almeno quell'amico di vostro fratello, sir Julian Morrish... Gran bravo ragazzo. Nicholas se l'è presa a male per il fatto che l'avete rifiutato.»

    Lady Cecilia vide sua figlia arrossire e assumere

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