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Una scottante eredità: Harmony Destiny
Una scottante eredità: Harmony Destiny
Una scottante eredità: Harmony Destiny
E-book162 pagine2 ore

Una scottante eredità: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Un'eredità da difendere... e una donna da conquistare.

JT Hartley ha tutto: fascino, potere e ricchezza. E ora ha anche l'opportunità di prendersi una rivincita sul passato impugnando il testamento del padre, che non ha mai voluto riconoscerlo. I suoi propositi, però, vengono fermati da Pia Baxter, esecutrice testamentaria ed ex fidanzata. Nonostante siano passati molti anni, lui non l'ha mai dimenticata, e ora è disposto a tutto pur di conquistare di nuovo il suo cuore. In fondo si tratta solo di portare avanti due battaglie, e JT sa che in entrambi i casi ci sarà un solo vincitore.

LinguaItaliano
Data di uscita21 giu 2012
ISBN9788858902776
Una scottante eredità: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Una scottante eredità - Rachel Bailey

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Return of the Secret Heir

    Harlequin Desire

    © 2011 Rachel Robinson

    Traduzione di Eleonora Motta

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5890-277-6

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Le porte dell’ascensore si aprirono con un fruscio discreto nell’atrio dello studio legale al ventitreesimo piano e il cuore di JT Hartley sussultò con inaspettata violenza.

    Lei era lì.

    A pochi metri di distanza, accanto al bancone della reception, gli volgeva le spalle con i suoi inconfondibili capelli rosso fuoco, raccolti in maniera accurata. Un corpo fatto per il peccato che si era trasformato in qualcosa di davvero irresistibile con la maturità. Una figura a clessidra perfetta, fasciata in un elegante tailleur nocciola di squisita fattura.

    L’aria nei suoi polmoni sembrò svanire, così come gli anni trascorsi dall’ultima volta che l’aveva vista. L’incontenibile necessità di afferrarla e stringerla fra le braccia lo confuse. Tuttavia, riuscì a resistere a quella tentazione. Aveva perso il diritto di compiere un’azione simile più o meno da quattordici anni.

    Il suo avvocato, Philip Hendricks, si schiarì la gola per attirare la sua attenzione e JT spostò con riluttanza lo sguardo su di lui che lo stava scrutando con un’espressione interrogativa. Avevano atteso l’arrivo di Pia per oltre un’ora in un parcheggio nel centro di Manhattan e poi l’avevano seguita. Erano riusciti a carpire l’informazione che lei sarebbe ritornata in ufficio quel giorno, dopo una breve assenza per colpa di una fastidiosa influenza, da una simpatica e ben disposta ragazza della reception.

    Finalmente era giunto il momento di mettere in pratica la fase successiva del piano di JT per rivendicare il denaro che era suo di diritto.

    Raddrizzando la schiena, fece risuonare i suoi passi decisi sul lucido pavimento di marmo e si fermò solo quando si trovò a pochi centimetri dalle sue spalle. Il sangue gli scorreva nelle vene come un fiume in piena.

    Pia stava ritirando i messaggi dalla sorridente ragazza dietro il bancone, scambiando con lei una breve conversazione professionale con tono basso e grave. Un timbro di voce che lui ben conosceva.

    Così vicino, riconobbe il profumo che emanava la sua pelle, una fragranza dolce quasi palpabile. La testa gli girò al ricordo di Pia, seduta dietro di lui sulla motocicletta, avvinghiata alla sua vita; il vento che sferzava i visi, mentre si dirigevano nel loro posto segreto fuori città.

    «Pia.» Il nome di lei gli sfuggì dalle labbra senza che potesse fare nulla per trattenerlo.

    La penna le scivolò dalle dita, rotolando sul bancone, e lei si volse di scatto con gli occhi spalancati per la sorpresa. Per qualche interminabile istante, nessuno dei due si mosse. JT si perse nei suoi spettacolari occhi color ametista. Pia strinse al petto una cartella piena di documenti, per nascondere il respiro affannato che le scuoteva il petto.

    Lui fu tentato di allungare una mano per spianare l’espressione corrugata della sua fronte. Ma non poteva. Erano come estranei, adesso.

    La voce di Philip gli giunse tra la fitta nebbia che offuscava la sua mente. «JT Hartley e Philip Hendricks. Siamo qui per incontrare Pia Baxter e non abbiamo un appuntamento.»

    Disorientata, Pia sbatté ripetutamente le palpebre e si rigirò verso la ragazza della reception, cercando una provvidenziale via di fuga. Da quando era stata messa al corrente delle intenzioni di lui di impugnare il testamento del padre biologico, aveva rifiutato un incontro per ben cinque volte.

    Il fatto di volerlo evitare era più che comprensibile da parte sua, dato il modo in cui si erano lasciati. Tuttavia, JT si era intestardito a pretendere un colloquio con l’esecutore testamentario e, per ottenerlo, aveva escogitato questo losco stratagemma di tenderle un agguato non appena lei fosse giunta in ufficio, prima che venisse risucchiata dai molteplici impegni quotidiani.

    «Temo di avere un altro appuntamento» esordì Pia con tono garbato e prudente. «Tuttavia, potete fissare un’altra data con la segretaria.»

    «Non ti ruberemo troppo tempo» la rassicurò JT con un sorriso educato.

    Lei inclinò la testa da un lato. «Sono desolata, ma in questo momento non è possibile.»

    Credeva davvero che dopo aver azzardato una mossa simile, lui si sarebbe rigirato sui propri tacchi e se ne sarebbe andato così, senza insistere?

    Quando aveva scoperto che il suo padre biologico era un miliardario di alto profilo, si era infuriato terribilmente ripensando alla vita difficile che aveva condotto insieme a sua madre, al limite dell’indigenza, finché non aveva raggiunto un’età adeguata per cercarsi un lavoro. JT aveva poi fatto fortuna come imprenditore edile ed aveva potuto permettere a sua madre una vita agiata. Ma questo non era il punto. Lei si era sacrificata senza riserve per crescerlo e il minimo che lui potesse fare ora era consentirle di ottenere ciò che meritava e che era suo di diritto. Sebbene troppo tardi.

    Quindi, no. Non se ne sarebbe andato senza prima aver ottenuto un colloquio.

    La sua voce era bassa e grave. «Te lo sto chiedendo gentilmente, Pia.»

    I suoi occhi color violetto sembrarono perdere concentrazione e le dita, che stringevano la cartellina come uno scudo, divennero bianche. Una lotta interiore la stava lacerando. Quando erano giovani, lei aveva sempre trovato difficoltà a negargli qualcosa, fino alla fine.

    Esalando un profondo sospiro, lei annuì. «Due minuti, non di più. Seguitemi.»

    JT la osservò, mentre camminava lungo il corridoio che portava nel suo ufficio. Il sensuale ondeggiare dei fianchi, l’elegante movimento delle gambe e delle caviglie sottili sui quei tacchi alti... Non c’era donna al mondo che avesse mai desiderato di più.

    Philip si sporse verso di lui e gli sussurrò nell’orecchio: «Tu la conosci. C’è qualcosa d’altro di cui non ti sei degnato di informarmi e che invece dovrei sapere riguardo te e la signorina Baxter?».

    JT corrugò la fronte. Aveva trascorso quasi metà della propria esistenza nell’inutile e logorante tentativo di non pensare a Pia. A diciassette anni, aveva provato con l’alcol, o praticando sport massacranti. Il risultato era stato nullo finché non si era concentrato, con uno sforzo atroce, sul rifiutarsi di riportare alla mente le infinite immagini di lei. In effetti, c’erano molte cose di cui il suo avvocato non era a conoscenza. E che non avrebbe mai saputo.

    Il suo carattere, poi, così riservato e introverso, non gli concedeva alcuna confidenza. Aveva fatto una deroga, tanto tempo addietro, e la donna che ora aveva davanti agli occhi gli aveva fatto passare completamente la voglia.

    JT scrollò le spalle. «Niente che possa nuocere a questo colloquio.»

    Philip scosse la testa. «Lo sapevo! Una bella donna. Figuriamoci se tu non avevi avuto una storia con lei.»

    In un’altra situazione, JT avrebbe ribattuto in modo sarcastico, ma non oggi. Non con Pia. E storia non descriveva neanche lontanamente la complessa relazione che li aveva legati. Philip intendeva un’avventura, un rapporto senza alcun coinvolgimento. Non poteva immaginare cos’era stata Pia per lui. L’unica donna che avesse mai amato. Pazzamente, profondamente.

    «Perché ho la fastidiosa sensazione di essere qui più per fare da scudo umano che per sfoggiare la mia competenza?»

    «Risparmiami le tue battute, Philip.»

    Pia aprì una porta e fece strada in uno studio arredato in maniera minimalista. Vetro e acciaio. L’opposto che la sensuale Pia, quella che conosceva lui, avrebbe scelto. Si fermò a osservarla, come se la vedesse per la prima volta.

    La ragazzina acerba era fiorita in una splendida donna, dall’aria contenuta e sicura di sé. Elegante e sobria nel suo tailleur, con i capelli raccolti, sfoggiava un rossetto dal colore tenue e anonimo. Dove erano finiti i colori sgargianti, i folti ricci ramati che le ricadevano come una cascata sulle spalle?

    Anche il suo sguardo non era più lo stesso. Era torvo e inquisitorio.

    «Grazie per averci ricevuto.»

    Pia non replicò e si accomodò dietro la scrivania, facendo loro un cenno, affinché prendessero posto di fronte a lei.

    «Non vedo il motivo di questo incontro, signor Hartley. L’ho già sottolineato al signor Hendricks ogni volta che mi ha interpellato.»

    JT si appoggiò allo schienale, accavallando le gambe. Dargli del lei lo aveva avvilito, ma decise di adeguarsi. «Lei è l’esecutore testamentario delle proprietà di mio padre. Ritengo che ci siano parecchi argomenti di cui potremmo discutere.»

    Pia sollevò un sopracciglio. «Il signor Hendricks mi ha messo al corrente della sua intenzione di impugnare il testamento di Warner Bramson. Una volta depositati i documenti, sarà il tribunale a rispondere.»

    «Come hanno preso la mia azione i figli di Warner?»

    «Dovrebbe porre questa domanda ai diretti interessati» replicò Pia, asciutta. «Immagino che non sappia che non mi è permesso discutere della faccenda senza avere una specifica autirrazione.»

    «Pare che i miei cari fratelli si rifiutino di incontrarmi.»

    Il che rendeva assai arduo ottenere informazioni. Se loro avessero avuto la prova certa del fatto che il padre fosse a conoscenza della sua esistenza, JT avrebbe perso la causa. Avrebbe significato che suo padre lo aveva deliberatamente lasciato fuori dal testamento.

    Le labbra ben disegnate di lei si contrassero in una linea rigida. «In realtà, dal punto di vista legale, non può definirli fratelli. Non esistono prove che lei sia figlio del signor Bramson».

    Non gli credeva. Tanti anni prima, avevano trascorso ore sdraiati l’uno nelle braccia dell’altra, giocando con la fantasia, tentando di immaginare chi potesse essere suo padre. Un presidente, un pirata, un criminale inserito nel programma protezione dei testimoni. E ora che finalmente la verità era venuta a galla, lei non gli credeva. Una fitta dolorosa gli strinse il cuore.

    «La mia parola non ha alcun valore, quindi?»

    Un tempo, quando lei era la principessina della città e JT un ragazzo qualunque dei quartieri poveri, Pia era l’unica ad avere fede in lui. Come cambiano le cose...

    «Questo non ha nulla a che vedere con le mie opinioni personali» affermò lei, con distacco professionale ma con un leggero rossore sulle guance. «È una questione legale.»

    JT si sporse in avanti. «Dato che il mio presunto padre è passato a miglior vita e che i miei presunti fratelli si rifiutano di fornire un campione di DNA, suppongo che sia assai arduo per me dimostrare

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