Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La passione dei Fonseca: Harmony Collezione
La passione dei Fonseca: Harmony Collezione
La passione dei Fonseca: Harmony Collezione
E-book151 pagine2 ore

La passione dei Fonseca: Harmony Collezione

Valutazione: 2 su 5 stelle

2/5

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Sono passati anni dal primo incontro con Serena Del Piero: da allora, Luca Fonseca ha riscattato la sua reputazione, ma non ha dimenticato la bella Serena, né messo da parte il proprio desiderio di rivalsa. E quando scopre che la ragazza lavora per la sua Fondazione...

Serena non è più la stessa persona di un tempo: ha finalmente assunto il controllo della propria vita e non ha alcuna intenzione di lasciarsi intimidire da Luca. Affronterà qualunque incarico lui le affiderà, l'unica cosa che non è certa di poter gestire è l'ardente passione che sente bruciare in lei dal primo istante in cui se lo ritrova accanto.

LinguaItaliano
Data di uscita19 feb 2016
ISBN9788858944974
La passione dei Fonseca: Harmony Collezione
Autore

Abby Green

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Abby Green

Autori correlati

Correlato a La passione dei Fonseca

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su La passione dei Fonseca

Valutazione: 2 su 5 stelle
2/5

1 valutazione0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La passione dei Fonseca - Abby Green

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Fonseca’s Fury

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2015 Abby Green

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-497-4

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Seduta nella sfarzosa sala d’aspetto, Serena Del Piero fissò la targa cromata sulla parete di fronte con il nome della compagnia, la mente che vacillava.

    Roseca Industries and Philanthropic Foundation.

    E di nuovo inorridì. Aveva letto le informazioni più dettagliate sulla Fondazione che il suo capo le aveva fornito solo quando era in volo per Rio de Janeiro, e si era resa conto che era solo una branca di un’organizzazione più vasta, istituita e diretta da Luca Fonseca. Evidentemente, la parola Roseca era l’acronimo dei nomi di suo padre e di sua madre, e Serena non era certo a un livello dirigenziale tale da essere a conoscenza di questo particolare.

    Ma adesso lo era, nella sala d’aspetto del presidente, in attesa di essere ammessa alla presenza dell’unico uomo del pianeta che aveva tutti i motivi per odiarla a morte. Perché non l’aveva licenziata mesi prima, non appena aveva cominciato a lavorare per lui? Doveva pure averlo saputo. Si radicò in lei un sospetto insidioso: forse aveva orchestrato il tutto, illudendola con un falso senso di sicurezza, per poi farla precipitare a terra.

    Sarebbe stato incredibilmente crudele, ma in fondo quell’uomo per lei non provava che disprezzo. Ne era consapevole, e capì che c’era una buona possibilità che la sua carriera nella raccolta di fondi finisse prima ancora di essere decollata. A quel pensiero provò una fitta di panico misto a determinazione. Era passato molto tempo, e anche se si fosse trattato di un’elaborata vendetta architettata da Luca Fonseca non appena aveva saputo che lavorava per lui, avrebbe potuto convincerlo che era molto dispiaciuta.

    Ma ancor prima di poter mettere insieme le idee, la porta si aprì e ne emerse una donna con un abito grigio.

    «Il senhor Fonseca la sta aspettando, signorina Del Piero.»

    Serena serrò le mani sulla borsa con l’istinto di ribattere: Ma io non voglio vederlo!

    Ma non era il caso. La macchina che l’aveva condotta lì dall’aeroporto aveva ancora nel bagagliaio le sue valigie.

    Mentre con fare riluttante si alzava, fu assalita con tale forza da un ricordo che la fece vacillare. Luca Fonseca con una camicia macchiata di sangue, un occhio nero e un labbro spaccato. L’ombra della barba sulla mascella tumefatta. Era dietro le sbarre di una cella, appoggiato alla parete, lo sguardo omicida. Ma poi aveva alzato gli occhi e, vedendola, li aveva strizzati in un’espressione di odio tale che si era diffusa su tutto il viso.

    Si era raddrizzato, avvicinandosi alle sbarre, stringendole con le mani come se fosse il suo collo.

    Dannazione, Serena Del Piero, vorrei non averti mai incontrata!

    «Signorina Del Piero? Il senhor Fonseca la sta aspettando» insistette la donna.

    La voce professionale distolse dai ricordi Serena, che s’impose di muovere i piedi, superando la donna che non sorrideva per niente, per entrare nell’ufficio alle sue spalle.

    Non sopportava che il cuore pulsasse in quel modo quando sentì la porta chiudersi dietro di lei.

    Per qualche secondo Serena non vide nessuno, perché l’intera parete di fronte era di cristallo, e lasciava intravedere il panorama più fantastico che si potesse immaginare.

    L’Atlantico azzurro riluceva in lontananza, facendo da cornice a due icone di Rio de Janeiro: il Pan di Zucchero e il Cristo Redentore.

    E poi, all’improvviso, tutto sfumò alla vista dell’uomo che era entrato nel suo campo visivo. Luca Fonseca. Per un attimo il presente e il passato si fusero, e lei si trovò di nuovo in quel locale notturno in cui l’aveva conosciuto.

    Era immobile sullo sfondo. Perfettamente immobile. Non aveva mai visto qualcuno così immobile che, tuttavia, irradiava tanta potenza. La gente si era affollata intorno a lui, gli uomini con sospetto, le donne con desiderio.

    Con un abito scuro e una camicia con il collo aperto, vestiva come la maggior parte degli altri uomini, ma emergeva per l’innato carisma e il magnetismo che l’avevano attratta prima che potesse fermarsi. Serena sbatté le palpebre. Il locale semibuio svanì. Non poteva respirare. La stanza divenne soffocante. Luca Fonseca appariva diverso. Il cervello intorpidito ebbe bisogno di un attimo per riprendere a funzionare a sufficienza in modo che lei si rendesse conto che la diversità consisteva nei capelli più lunghi e nella barba.

    Particolari che lo rendevano ancora più virile.

    Indossava una camicia colorata, aperta sul collo e un paio di pantaloni neri: il classico, civile uomo d’affari nel proprio dominio, eppure le vibrazioni che emanava erano tutt’altro che civili.

    Si mise a braccia conserte e alla fine parlò. «Cosa diavolo crede di fare qui, Del Piero?»

    Serena avanzò di qualche passo, anche se era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare. Non riusciva a distogliere lo sguardo da lui.

    Si sforzò di parlare, di comportarsi come se la sua vista non la sconvolgesse.

    «Sono qui per iniziare a lavorare nel reparto raccolta fondi per l’ente di beneficenza.»

    «No, non più» la smentì Fonseca.

    Serena arrossì. «Non sapevo che lei fosse... coinvolto, finché non sono salita in aereo.»

    Fonseca fece una smorfia. «Una bella favola.»

    «È la verità» sbottò Serena. «Non sapevo che la Fondazione fosse collegata alla Roseca Foundation. Se l’avessi saputo, non avrei mai accettato di venire qui.»

    Luca Fonseca aggirò il tavolo e Serena sbarrò gli occhi. Per essere così imponente si muoveva con una grazia innata, il controllo che traspariva da ogni poro.

    Irritato, lui ammise: «Non sapevo che lei lavorasse per la sede di Atene. Non controllo le sedi periferiche, perché ho ingaggiato il personale più qualificato per farlo, ma adesso comincio a dubitare delle mie scelte. Se avessi saputo che l’avevano assunta, sarebbe stata cacciata già da un pezzo». La bocca s’incurvò in una smorfia. «Tuttavia devo ammettere che m’intrigava l’idea di averla qui, invece che lasciarla all’aeroporto in attesa di un volo di ritorno.»

    Quindi non aveva saputo che lavorava per lui. Serena chiuse le mani a pugno. La sua arroganza le faceva saltare i nervi.

    Lui controllò l’orologio da polso di platino.

    «Ho quindici minuti liberi, poi lei sarà ricondotta all’aeroporto.»

    Come un pacco respinto al mittente. Luca la stava licenziando.

    Fonseca si appoggiò con un fianco alla scrivania, come se tra loro si conversasse normalmente, nonostante l’atmosfera tesa. «Be’, Del Piero? Come diavolo è successo che la donna mondana più dissoluta d’Europa si sia adattata a lavorare in un piccolo ufficio di Atene, con un salario minimo?»

    Solo fino a poche ore prima, Serena era stata fiera del suo nuovo lavoro. Una possibilità per dimostrare alla iperprotettiva famiglia che poteva cavarsela da sola. Era soddisfatta della propria indipendenza. E ora quest’uomo insinuava che tutto ciò per cui aveva lottato era solo un capriccio.

    Per anni era stata l’enfant terrible del jet set italiano, perennemente fotografata per i suoi exploit, sempre ingigantiti dalla stampa. Tuttavia Serena sapeva che c’era una buona parte di verità al di sotto di quei titoli che la riempivano ancora di vergogna.

    «Senta» esordì odiandosi per il tono di voce che tradiva le emozioni represse e lo shock nel ripensare a quel discutibile aspetto del suo passato. «Capisco che lei mi possa odiare.»

    Luca Fonseca sorrise, ma l’espressione era fredda. «Odiare? Non si incensi, Del Piero. Odiare è un’espressione inadeguata per i miei sentimenti nei suoi confronti.»

    Fu assalita da un altro ricordo avvelenato: Luca sconfitto, ammanettato dalla polizia italiana, trascinato di peso su un furgone, che imprecava verso di lei: «Mi hai incastrato, brutta sgualdrina!».

    Anche lei era stata condotta al commissariato. Luca aveva cercato di liberarsi dalla stretta degli agenti, guadagnandosi un pugno al plesso solare che l’aveva fatto piegare in due.

    Serena era rimasta scioccata.

    «È stata lei a infilarmi in tasca la droga» aveva urlato Luca, «per salvarsi.»

    Serena si sforzò di affossare i ricordi.

    «Signor Fonseca, non sono stata io a metterle la droga in tasca... Non so chi sia stato, ma non certo io. In seguito ho cercato di mettermi in contatto con lei... ma aveva lasciato l’Italia.»

    Lui abbozzò una smorfia di disgusto. «In seguito? Vuol dire dopo essere tornata dallo shopping a Parigi? Ho visto le foto. Dopo aver evitato un’accusa per detenzione di stupefacenti e aver continuato la sua edonistica esistenza?»

    Serena non poteva contestare la verità; per quanto lei fosse innocente, quell’uomo aveva patito non poco a causa del loro breve incontro. I disgustosi titoli cubitali erano ancora impressi nella sua mente: Il nuovo amore di Serena Del Piero? Il milionario brasiliano Luca Fonseca pizzicato con della droga in seguito a un raid nel più esclusivo locale notturno di Firenze.

    Ma prima che potesse difendersi, Luca si avvicinò, rendendola ancora più consapevole della propria altezza e imponenza. La bocca divenne subito secca.

    Quando si fu accostato a sufficienza perché lei potesse scorgere la peluria scura che s’intravedeva dall’apertura della camicia, le rivolse un’occhiata sarcastica. «Una scusa patetica per chi indossava un abito di quel tipo.»

    Serena arrossì ripensando al vestito che aveva quella sera, agli abiti che era solita indossare. Ma provò di nuovo, anche se sapeva che difendersi era come rivolgersi a un sordo. «Davvero, non avevo niente a che fare con quella droga, glielo assicuro. Si è trattato di un errore.»

    La fissò a lungo, incredulo, prima di sbottare in una risata sarcastica.

    «Devo concederglielo. Ha avuto un bel coraggio a venire qui, dopo tutto questo tempo, a

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1