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Assaggio d'amore: Harmony Jolly
Assaggio d'amore: Harmony Jolly
Assaggio d'amore: Harmony Jolly
E-book157 pagine1 ora

Assaggio d'amore: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Il gusto dell'amore 2/3
Chi può dire di conoscere gli ingredienti per dare gusto all'amore? Scopriteli con noi!

Negli ultimi sei anni la vita privata di Bree Evans è stata un totale disastro, e ora che ha deciso di riprenderne saldamente le redini lo fa dedicandosi esclusivamente a ciò che sa fare bene: il suo fiorente business dei biscotti. Quando il bellissimo giovane di cui era innamorata da ragazza, Brand Wallace, ora raffinato milionario, incrocia nuovamente il suo cammino, le certezze di Bree iniziano a vacillare. Le sembra di aver incontrato il principe azzurro, ma non è certa di essere ancora disposta a credere nelle favole.
LinguaItaliano
Data di uscita21 ott 2019
ISBN9788830505971
Assaggio d'amore: Harmony Jolly
Autore

Cara Colter

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Assaggio d'amore - Cara Colter

    successivo.

    1

    «E quello chi è?» domandò Chelsea con un filo di voce.

    Bree Evans, il suo capo, la fulminò. «Devi smetterla. Alla riunione ci era stato chiesto espressamente di non fissare i VIP. Siamo qui per offrire i nostri prodotti e occuparci del catering durante l'evento, dobbiamo quindi essere professionali. Niente sguardi adoranti, niente autografi. Niente...»

    Ma visto che Chelsea sembrava in uno stato di trance, Bree seguì la direzione del suo sguardo, verso la porta d'ingresso che dava sul foyer della sala concerti, dove loro due stavano appunto allestendo il buffet.

    Oh no...

    «Chi è quello?» sussurrò di nuovo Chelsea.

    Oh no! Lo aveva detto a voce alta?

    Lui era...

    Era esattamente come lei lo ricordava. Anzi, era addirittura migliorato, perché il fisico gracile del ragazzino si era irrobustito e i tratti del viso, ora più maturi, gli conferivano un'aria decisamente intrigante. I capelli scuri, un tempo indomabili, adesso erano ben pettinati e ordinati, come si addiceva a un uomo della sua posizione.

    «È Brand Wallace» rispose Bree scandendo le sillabe. Si girò di spalle e respirò a fondo, mentre sentiva il cuore rimbombare nel petto e le mani tremare.

    «Come Braveheart

    «Quello era William Wallace» le fece notare Bree spazientita.

    In effetti ora capiva per quale ragione la sua giovane assistente fosse rimasta imbambolata a guardarlo. Brand possedeva l'atteggiamento fiero e risoluto tipico di un eroe antico, di un uomo che era consapevole della propria forza e delle proprie capacità.

    «Non ho mai visto un uomo così in vita mia. Mai» mormorò Chelsea trasognata.

    Anche se non avrebbe voluto farlo, Bree guardò rapidamente verso la porta d'ingresso, non potendo evitare di ammettere che Chelsea aveva ragione. Brand Wallace era un raro esempio di bellezza maschile!

    Era appena entrato nel foyer e persino Shelley Grove, l'organizzatrice di Stars Come Out at Night – l'evento benefico per finanziare una nuova ala dell'ospedale pediatrico – lo stava osservando incantata mentre parlavano. Brand era un magnete e le donne venivano irrimediabilmente attratte verso di lui.

    Anche se la sala si stava riempiendo di celebrità, infatti, Brand spiccava su tutti, poiché emanava una forte energia, una carica sensuale irresistibile.

    Indossava una giacca dal taglio sportivo che faceva risaltare le sue spalle larghe, una camicia bianca, probabilmente di seta, senza la cravatta, e un paio di jeans scuri che gli avvolgevano le gambe muscolose. Inoltre aveva quella faccia pulita da bravo ragazzo che era semplicemente adorabile.

    E che le aveva fatto perdere la testa già tanti anni prima, quando lui aveva lavorato nello studio di progettazione di esterni di suo padre, durante le pause estive dall'università.

    «Sono certa di averlo già visto» affermò Chelsea, riportandola nel presente. «Forse ha recitato in Warriors of the New Age? No, conosco a memoria ogni attore. Allora magari lavora in quella nuova serie. Quella in cui la donna viaggia nel tempo e il ragazzo, che è uno schianto...»

    «Non è un attore» la interruppe Bree. «Chelsea, per favore, sistema i dolci. Abbiamo solo venti minuti prima che il ricevimento cominci ufficialmente e io...»

    Lei che cosa? Semplice: lei doveva andarsene prima che Brand la riconoscesse.

    «Eppure ha un viso familiare. Ne sono certa» insistette Chelsea svuotando la scatola di dolci, senza tuttavia smettere di guardarlo.

    «Probabilmente l'hai visto sulla copertina di City» ribatté Bree. «Per questo hai l'impressione di conoscerlo. Ora puoi mettere una fila di Peccati di Gola su quel vassoio?»

    «Brand Wallace. Il milionario!» esclamò Chelsea. «Hai ragione, era su City. Non avevo mai comprato quella rivista, ma quando l'ho visto in copertina non sono riuscita a resistere. Ha fondato una start up di informatica che ha avuto un successo straordinario...»

    Bree lo guardò e notò che Brand, avendo sentito Chelsea urlare il suo nome, si era voltato proprio verso di loro.

    Oh, no! Bree non voleva che lui la vedesse. E, in particolare, che la vedesse con addosso la divisa di Kookies – che lei stessa aveva disegnato e Chelsea aveva cucito.

    Fino a tre minuti prima ne era stata estremamente orgogliosa. Kookies produceva deliziosi dolci che coniugavano tradizione e innovazione. E le loro divise rispecchiavano questa filosofia, poiché erano allo stesso tempo sexy ma anche un po' retrò.

    Entrambe indossavano degli occhiali vintage, dei berretti a forma di biscotto gigante e – sopra degli shorts neri e camicette bianche – dei grembiulini su cui erano ricamati dei dolci. Era una mise adorabile.

    Ma lei non voleva che il ragazzo che suo padre aveva convinto ad accompagnarla al ballo del diploma la vedesse così! Con in testa un biscotto gigante!

    O meglio, non voleva proprio che lui la vedesse. Brand apparteneva a un'altra vita. A un altro luogo, a un tempo diverso. Un tempo in cui lei aveva creduto alla magia. In cui si era sentita al sicuro.

    «Sta venendo da questa parte» osservò Chelsea con un sospiro. «Come sono i miei capelli?»

    Con la coda dell'occhio, Bree vide la ragazza sistemarsi l'acconciatura. E adocchiò anche l'uscita di sicurezza. Doveva andarsene. Subito. E doveva anche togliersi quel grembiule. E quel berretto!

    Peccato che mentre cercava di sfilare entrambi, contemporaneamente, si accorse che una scatola di dolci, che era appoggiata sul secondo ripiano del carrello portavivande pieghevole, stava cadendo. Allungò un piede per bloccarla, solo che nel movimento urtò la gamba del carrello, che si chiuse. In un nanosecondo dovette decidere se salvare se stessa o le sue preziose creazioni. E vinsero le seconde. Si tuffò per evitare che i dolci si sbriciolassero e si trovò così a terra, sotto una cascata di scatole.

    In realtà accadde tutto al rallentatore e in maniera silenziosa, tanto che l'incidente probabilmente sarebbe passato inosservato se Chelsea non si fosse messa a urlare disperatamente. A quel punto, però, Brand in persona corse in suo soccorso e, dopo avere spostato le scatole, allungò una mano verso di lei per aiutarla.

    «Signorina, sta...» Si bloccò di colpo, mentre la stava fissando disorientato.

    Bree ricambiò il suo sguardo, sbattendo le palpebre, e in un istante le tornò in mente tutto. Ricordò il colore intenso dei suoi occhi castani, caldo, ammaliante, e quella sua espressione ironica e inconsapevolmente sexy. E ricordò la sensazione del suo sguardo su di sé, in maniera così nitida e viva che rimase senza respiro.

    «Bree?» domandò lui sorpreso. «Breanna Evans» aggiunse lentamente, dolcemente, con quella voce sensuale che sembrava accarezzarla con delicatezza.

    Le prese la mano con decisione per farla alzare, e lei, colta di sorpresa dall'energia di quel gesto, gli finì addosso. In effetti la sua camicia era davvero di seta, constatò, mentre per qualche attimo rimase immobile, lasciandosi avvolgere dal calore di quel corpo che non aveva mai dimenticato. Provando esattamente ciò che aveva provato tanti anni prima, quando si era illusa che il mondo fosse pieno di tante magiche possibilità.

    Gli appoggiò le mani sul petto e si allontanò prima che lui riuscisse a sentire il battito impazzito del suo cuore.

    «Brand» affermò, sforzandosi di usare un tono tranquillo. «Come stai?»

    Lui la studiò senza rispondere, mentre lei si sistemò il grembiule e infilò il berretto nella tasca anteriore.

    «Sei cresciuta» osservò, facendola arrossire.

    «Già» reagì lei secca. «In genere succede così. Le persone crescono.» Si impose poi di non guardare le sue labbra, ma fallì miseramente. La sera del ballo aveva sperato con tutta se stessa che lui le desse il bacio della buonanotte. All'epoca, però, Brand l'aveva considerata solo una bambina.

    E adesso? Si era forse accorto che era diventata adulta e che meritava quel bacio?

    Sciocchezze! Brand Wallace non l'avrebbe mai baciata, perché era un milionario superaffascinante e sofisticato, mentre lei era una venditrice di biscotti con addosso un ridicolo grembiule.

    Fece una smorfia pensando a quanto fosse assurda la situazione. A quanto fosse folle il semplice fatto che si fosse chiesta che sapore avessero le sue labbra.

    «Voi due vi conoscete?» si meravigliò Chelsea, come se Bree le avesse nascosto chissà quale segreto.

    «Sono stato il primo ragazzo di Bree» spiegò lui con un sorriso.

    Che cosa? «Non mi risulta che tu sia stato il primo» gli fece notare Bree indispettita. «Ce ne sono stati altri prima di te.» Freddy Michaelson aveva diviso con lei il pranzo in quinta elementare. Questo contava, no? Per quale ragione Brand credeva di essere stato il suo primo ragazzo?

    Semplice: perché sicuramente suo padre gli aveva raccontato che la sua timida figlia passava la vita sui libri e non usciva mai con nessuno.

    Tante grazie, papà! Per un attimo Bree si sentì infastidita dal fatto che suo padre potesse aver rivelato a Brand i suoi segreti. Quasi subito però quell'emozione venne sostituita da una profonda nostalgia dell'uomo che l'aveva sempre amata e protetta, trattandola come una principessa, e che ora purtroppo non c'era più.

    «Il tuo primo ragazzo?» intervenne Chelsea sempre più incredula.

    Bree lo guardò e lui ridacchiò, annullando il tempo, tornando a essere lo studente universitario sfrontato che aveva lavorato per suo padre durante le vacanze scolastiche. Il giovane uomo di cui lei si era follemente innamorata.

    Bree si voltò e cercò di sistemare la gamba del carrello, e le rimase un dito schiacciato nel meccanismo. Cacciò un urlo di dolore e si succhiò il dito offeso.

    «Lascia che ti aiuti» si offrì Brand.

    «Sì, lascia che ti aiuti» intervenne Chelsea.

    Brand si avvicinò e aggiustò il carrello senza alcuna fatica.

    «Grazie» affermò Bree, sperando di non avere usato un tono troppo acido.

    Ovvio. Lui riusciva sempre a sistemare tutto ciò che toccava. Lei invece, era un completo disastro!

    «Tutto bene?» si preoccupò Brand.

    «Sì.»

    «Ti fa male la mano? Posso vedere?»

    «No.»

    «Sì, invece» la corresse Chelsea, che non si fece intimidire dall'occhiataccia che le rivolse Bree.

    «Non è necessario. Non è nulla.»

    Ma lui le prese ugualmente la mano, e nell'istante in cui sentì il contatto con la sua pelle calda, Bree avvertì di nuovo l'intensa emozione che aveva provato poco prima. Per un attimo trattenne addirittura il respiro perché le parve che Brand le volesse baciare la piccola ferita.

    Ovviamente, però, uno degli uomini più potenti di Vancouver non si sarebbe mai sognato di fare una cosa del genere. E, infatti, dopo averla analizzata rapidamente, lui le liberò la mano.

    «È solo un graffio. Te la caverai.»

    A quel punto, ignorando la sensazione di vuoto che le piombò addosso non appena Brand si ritrasse, Bree si chinò per raccogliere le scatole di dolci, e quando lo vide accucciarsi al proprio fianco per aiutarla, cercò di dissuaderlo.

    «No, non ti preoccupare. Posso fare da sola.»

    Per tutta risposta, Brand rimase chino e ridacchiò mentre leggeva a voce alta le etichette su cui erano stampati i nomi dei biscotti. «Piccole Sorprese. Colpi di Fulmine. Peccati di Gola. Sogni

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