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Un amore ritrovato: Harmony Collezione
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Un amore ritrovato: Harmony Collezione
E-book157 pagine2 ore

Un amore ritrovato: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Georgie si è illusa troppo presto di potersi lasciare alle spalle il passato e dimenticare Angolos, l'uomo che ha sposato giovanissima e che l'ha cacciata di casa poche settimane dopo il matrimonio accusandola di averlo tradito. Che cosa ci fa davanti alla porta di casa sua? Perché l'ha cercata?
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2021
ISBN9788830523739
Un amore ritrovato: Harmony Collezione
Autore

Kim Lawrence

Autrice inglese, rivela nei suoi romanzi la propria passione per le commedie brillanti.

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    Anteprima del libro

    Un amore ritrovato - Kim Lawrence

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Pregnant By the Greek Tycoon

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2005 Kim Lawrence

    Traduzione di Raffaella Cattaneo

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-373-9

    1

    «Sapevo che sarebbe finita così!» commentò acida nonna Ann.

    Georgie si fermò all’istante, impietrita. Le parole della nonna la riportarono bruscamente indietro nel tempo, all’estate di quattro anni prima.

    Per molti era stata solo l’estate del grande caldo, quando la fredda e umida Inghilterra si era crogiolata in temperature tropicali.

    Per Georgie era stata la stagione che aveva cambiato la sua vita.

    Aveva ventun anni, era la classica, graziosa studentessa che si godeva la pausa estiva prima di ritornare al college per l’anno conclusivo. I suoi unici progetti riguardavano una carriera di insegnante e l’acquisto di una macchina.

    «Lei crede nel matrimonio?» Una giornalista che conduceva un’indagine per un programma televisivo, l’aveva intervistata un giorno per strada.

    «Non ho nulla in contrario e, sinceramente non mi dispiacerebbe, un domani...»

    «Dunque lei si sposerebbe?» aveva insistito l’intervistatrice.

    «Io? Oh, sono troppo giovane anche solo per pensarci.» Georgie aveva riso. «Per il momento voglio solo divertirmi un po’.»

    Tre mesi più tardi pronunciava la promessa matrimoniale con un uomo che conosceva appena.

    E sì, la nonna aveva disapprovato la sua scelta sin dall’inizio, e con lei, il resto della famiglia.

    Ma Georgie, a qualche metro da terra, aveva sorriso beata, incurante dell’ostilità mostrata nei confronti del futuro marito. Anzi, il contesto le sembrava ancora più romantico!

    «Mamma!» Accantonò in fretta i ricordi che si affollavano nella sua mente e rivolse l’attenzione al bambino che avanzava verso di lei, trionfante, con in mano il suo prezioso tesoro.

    Lunghe ciglia arcuate, scurissime come i riccioli che ricadevano sulla fronte, ombreggiavano le sue guance paffute, e il faccino da cherubino.

    Non tutto del suo matrimonio era stato negativo, pensò lei tra sé. Aveva Nicky, aveva il suo bambino sereno e solare.

    Quando il bimbo ritornò ai suoi giochi, di proposito Georgie batté i piedi nel patio per annunciare la sua presenza. Non ottenne l’effetto desiderato. Troppo impegnate nella loro conversazione, le due donne non si accorsero di lei.

    «Sono stati insieme per molto tempo?» Riconobbe il particolare accento dello Yorkshire di Ruth Simmons, una direttrice scolastica in pensione, appassionata di bird watching che, durante l’estate, abitava il cottage accanto al loro.

    «Sei mesi» dichiarò la nonna in tono deciso come se emettesse una sentenza di tribunale.

    «Pensi che ci sia una qualche possibilità di riconciliazione tra loro?» indagò l’altra. «Forse se si fossero concessi un po’ più di tempo, se avessero riprovato...»

    «Riprovato? E a che scopo?»

    Georgie appoggiò il capo contro lo stipite della porta e, con aria assente, stuzzicò il pezzettino di vernice che si scrostava dal legno. Raramente lei e la nonna la pensavano allo stesso modo ma, in quell’occasione, concordò con la sua lettura obiettiva della situazione. Avrebbe potuto trascorrere metà della sua vita cercando di essere ciò che Angolos voleva che fosse senza mai riuscirci!

    E comunque non aveva deciso lei la separazione.

    Angolos aveva detto basta. E lo aveva fatto con tale brutale tempestività... Del resto lui non era un sentimentale e non amava lasciare le cose in sospeso.

    «Avrebbero potuto insistere fino al giorno del giudizio universale» proseguì nonna Ann. «E il risultato sarebbe stato lo stesso.»

    «Ma sei mesi, povera Georgie!»

    La tristezza sincera nella voce dell’altra donna suscitò in lei una ridda di emozioni.

    Non aveva trovato molta comprensione da parte dei suoi familiari quando, inghiottendo il proprio orgoglio, si era ripresentata a casa del padre. C’erano stati moltissimi: Te l’avevo detto io!, e un sacco di: Ti sei scavata la fossa da sola... Un minimo di supporto morale non era previsto.

    «La questione non era se si sarebbero separati, piuttosto quando, quando sarebbe successo» spiegò la nonna. «Cioè quando il marito si sarebbe stufato di lei o quando mia nipote avrebbe aperto gli occhi per rendersi conto che appartenevano a mondi troppo diversi. Meglio così, che sia finita; in fondo lui era l’unico a condurre il gioco.»

    In principio a Georgie era sembrato tutto troppo bello per essere reale, ma forse anche in questo la nonna aveva ragione. Era un gioco per te, Angolos?

    Avrebbe dato chissà cosa pur di sapere il perché della sua decisione.

    «A detta di tutti la sua prima moglie aveva un notevole ascendente su di lui; bellissima, di talento, con la prospettiva di una brillante carriera come pianista se avesse dedicato più tempo alla musica e non alle feste. Secondo me, dopo il fallimento del primo matrimonio, lui cercava una donna che potesse offrirgli una vita tranquilla; sfortunatamente ha trovato Georgie. Il romanticismo si è spento quando si è stancato di avere a fianco una persona fin troppo disponibile, accondiscendente e senza una spiccata personalità.»

    Sentirsi paragonare quasi a uno zerbino non fu molto consolante, tuttavia Georgie non trovò nulla da ribattere. Era stata così patetica nel suo desiderio di compiacere il marito!

    Era arrivata al punto di non essere più se stessa... Lo aveva letteralmente adorato.

    «Sei ingiusta con Georgie» protestò Ruth. «È una ragazza brillante e intelligente.»

    «Oh, certo, ma... lascia che ti mostri una cosa. Questo è il supplemento del giornale di domenica scorsa.» Nonna Ann non si dava per vinta. «E questo è... Angolos Constantine.»

    Una fotografia su due pagine mostrava Angolos mentre scendeva da una limousine con tanto di autista per presenziare a una prima cinematografica. Al suo fianco Sonia, l’ex moglie. Erano tornati insieme? Meglio per loro! Georgie aveva già letto l’articolo prima che la nonna nascondesse il giornale sotto il cuscino del divano.

    «Oh, Santo cielo!» esclamò Ruth senza fiato. «Lui è veramente... lui è davvero... Be’, dicono che gli opposti si attraggono» concluse poco convinta.

    «Esistono gli opposti e poi esistono Angolos e mia nipote» replicò l’altra, imperterrita. «Era tutto sbagliato sin dal principio, non avevano nulla in comune tranne forse...» Ann Kemp abbassò la voce. «Il sesso! O amore, come lo chiamava mia nipote. Personalmente attribuisco la colpa a tutti quei romanzi che leggeva da adolescente.»

    «Io non sono contraria a un buon romanzo» osservò l’amica.

    «Sì, ma tu non sei una sciocca ragazzina facilmente impressionabile che aspetta il suo cavaliere dall’armatura splendente.»

    «Giovane no, ma non ho perso del tutto la speranza» scherzò l’altra.

    Georgie non prestò attenzione alla battuta di Ruth.

    Con aria distratta, si massaggiò le braccia: nonostante il caldo, era stata percorsa da un brivido. Sbatté più volte le palpebre per cancellare l’immagine che apparve nella sua mente, ma le sue fantasie si ammutinarono...

    Sconvolta e spaventata, lei aveva messo da parte la sua dignità e aveva pregato Angolos di riflettere sulle sue decisioni. Lui non poteva volere che se ne andasse. Erano felici insieme, stavano per avere un bambino! «Dimmi che cosa è andato storto» gli aveva chiesto, disperata. Angolos, senza risponderle, si era limitato a guardata, gli occhi scuri come la notte, freddi e duri come diamanti.

    Strano come fatti banali possano alterare il corso della vita di una persona, considerò tra sé. Se quel giorno non si fosse lasciata convincere dal fratello minore ad accompagnarlo alla spiaggia, quando in realtà aveva pianificato di accoccolarsi su una poltrona e finire l’ultimo capitolo del suo libro, non avrebbe mai incontrato Angolos Constantine.

    Nitido in lei era il ricordo del loro primo incontro. Sedeva sulla sabbia, un occhio al libro che tentava di finire e l’altro al fratello che giocava con un gruppo di ragazzini.

    Le scarpe erano state la prima cosa che aveva notato di lui, lucide, di pelle, fatte a mano e poi i pantaloni di un taglio perfetto da sartoria, doverosamente scuri: un abbigliamento inadatto per quell’ambiente.

    Georgie si era schermata gli occhi dal sole e aveva sollevato il viso per vedere, divertita, chi era tanto stupido da andare in spiaggia vestito a quel modo...

    Oh, mio Dio!

    Il proprietario di quelle scarpe aveva gambe lunghe, lunghissime; il resto di lui era ancora meglio. Occhi neri, orlati da lunghe ciglia che proiettavano la loro ombra sugli zigomi pronunciati, i capelli neri e soffici, la carnagione olivastra e quelle labbra che si piegavano morbide e sensuali...

    Era l’essenza della bellezza maschile.

    Georgie si era lasciata ipnotizzare da quell’uomo e così era stato fino al giorno in cui lui le aveva detto di andarsene.

    «Andarmene?» Che stupido scherzo e per nulla divertente. «E per quanto tempo?»

    «Per sempre» aveva replicato Angolos voltandole le spalle per allontanarsi da lei.

    Eppure in quel lontano pomeriggio d’estate non aveva notato nemmeno un cenno della crudeltà di cui poi lui si era dimostrato capace.

    «Ciao» l’aveva salutata. La sua voce aveva un accento leggermente marcato che gli conferiva una virilità ancora maggiore. La giacca che portava sulle spalle era l’unica concessione che lui faceva al gran caldo di quella stagione.

    Georgie aveva perso la sua aria canzonatoria. Aveva caldo, il viso era appiccicaticcio e una pellicola di sudore luccicava sulla sua pelle, tra i seni. Voleva apparire distaccata e trovare qualcosa di intelligente da dire, ma tutto ciò che aveva prodotto era stato un ciao strangolato. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso! Era incredibile! Uomini del genere credeva esistessero solo nelle pagine dei romanzi.

    Doveva considerarsi una depravata per essersi figurata quello straniero nudo, davanti a lei? Non le era mai successo prima; forse era il tempo? Aveva infatti letto da qualche parte che il caldo produceva effetti strani anche sulla libido. Fino a quel momento non aveva mai avuto problemi di tal genere, anzi! Talvolta si era domandata se la sua non fosse un tantino sottosviluppata.

    «Non conosco questa zona» aveva continuato lo straniero.

    «Io sì.» Finalmente aveva smesso di fissarlo, rossa in viso. «È un paese piccolo e gli estranei... be’ si notano subito.» Anche nel luogo più alla moda del pianeta lui si sarebbe notato!

    «Allora tu vivi qui?»

    Sta parlando con me? Quest’uomo meraviglioso

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