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Un dottore misterioso: Harmony Bianca
Un dottore misterioso: Harmony Bianca
Un dottore misterioso: Harmony Bianca
E-book159 pagine2 ore

Un dottore misterioso: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Sean Donovan, per Cynthia Markum, è soltanto una voce - davvero sexy e irresistibile! - nel suo auricolare. Da quando ha iniziato a trascrivere gli appunti del dottor Donovan, le sembra di aver stabilito una connessione con quell'uomo carismatico e misterioso che popola le sue fantasie. Almeno fino a quando lui non le chiede di incontrarlo, facendola cadere nel panico. Sarebbe da pazzi essersi prese una cotta per qualcuno mai nemmeno visto... soprattutto dal momento che potrebbe diventare il tuo nuovo capo.

Cynthia non avrebbe potuto essere più lontana dalla donna che Sean aveva immaginato. La loro reciproca attrazione è immediata, e dal momento in cui le loro labbra si sfiorano in un lungo e seducente bacio, lui sa di essere perduto.
LinguaItaliano
Data di uscita19 apr 2019
ISBN9788858996263
Un dottore misterioso: Harmony Bianca

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    Anteprima del libro

    Un dottore misterioso - Susan Carlisle

    successivo.

    1

    Cynthia Marcum controllò le mail sul computer e si soffermò su quella del dottor Sean Donavon, con una certa trepidazione. Come mai le scriveva? In genere comunicava tramite il suo staff. Aveva fatto qualcosa di sbagliato?

    Si occupava delle trascrizioni del dottor Donavon da più di un mese ormai. Era un otorinolaringoiatra e uno dei cinque chirurghi per i quali lavorava a Birmingham. La paga era così generosa che lo aveva aggiunto alla sua lista di clienti nonostante fosse già super impegnata. Le servivano soldi. I suoi fratelli, Mark e Rick, avevano sempre bisogno di qualcosa il cui costo si aggirava come minimo intorno ai cento dollari.

    Ma non erano solo i soldi a motivarla a lavorare per il misterioso dottore. Adorava il suono della sua voce, la intrigava. Il suo tono profondo era morbido e vellutato come la cioccolata calda. Le faceva pensare a una notte fresca, con la pioggia che tamburella sui vetri e loro due stretti sul divano.

    La sua immaginazione correva quando si trattava del dottor Donavon. Spesso le capitava di riascoltare le sue registrazioni più di una volta. Detti da lui anche i termini medici sembravano erotici.

    Chissà se il suo aspetto rispecchiava la sua voce, calda e sexy.

    Cynthia sorrise. Era più probabile che fosse basso e calvo. Le era già successo con il dj di una radio. A sentire la sua voce se l'era immaginato giovane e muscoloso, il classico ragazzo desiderato da tutte le donne. In realtà era un uomo di mezza età, bassino e con una coda di cavallo grigia. Dire che fosse rimasta delusa era un eufemismo.

    Non avendo nessuno di speciale nella vita, ascoltare la voce del dottor Donavon era diventato il suo momento di romanticismo. Quando erano morti i suoi genitori era fidanzata con un uomo e sembrava che le nozze fossero imminenti. Ma la vita aveva fatto il suo corso, e le sue nuove responsabilità, i bisogni dei suoi fratelli e tutto il resto avevano contribuito alla fine del suo rapporto.

    Dave aveva presto cominciato a lamentarsi che non trascorressero abbastanza tempo insieme e che non era affatto nei suoi programmi crescere due adolescenti. Alla fine le aveva detto di aver trovato un'altra e tutto sommato Cynthia si era sentita sollevata. Lui non condivideva la sua idea di famiglia e l'importanza di restare uniti.

    Dopo la rottura, Cynthia non aveva cercato un altro rapporto serio. Aveva avuto un paio di appuntamenti, ma non aveva mai permesso a nessuno di affezionarsi troppo. In realtà, quando scoprivano che aveva la responsabilità dei suoi fratelli, si dileguavano piuttosto alla svelta. Non era proprio il momento giusto per trovare qualcuno e ormai se n'era fatta una ragione. Finché i ragazzi non avessero avuto una loro vita, si sarebbe dovuta accontentare di farsi venire i brividi ascoltando il dottor Donavon. E ne valeva la pena.

    Chissà se le sue mail erano altrettanto intriganti. Sì, certo. Il fatto che si lasciasse trasportare così tanto dalla fantasia era la riprova che non frequentava uomini da troppo tempo.

    Aprì la mail e cominciò a leggere:

    Buongiorno signorina Marcum.

    Ho avuto il suo nominativo dalla mia assistente. So che è lei a fare le mie trascrizioni e devo confessarle di essere impressionato dal suo lavoro.

    La contatto perché devo presentare una richiesta di finanziamento e mi serve la trascrizione di più documenti nelle prossime settimane. Sarebbe disponibile a svolgere del lavoro extra? Ovviamente la ricompenserò per il tempo che mi dedicherà.

    Il suo aiuto sarebbe davvero prezioso.

    Cordiali saluti

    S. Donavon

    No, decisamente poco sexy. Ma sembrava cortese e gentile. Riusciva quasi a immaginarlo mentre pronunciava quelle parole. Cynthia rilesse il messaggio. Non aveva molto tempo in quel periodo, e accettare un altro lavoro sarebbe stato difficile. Rick era all'ultimo anno delle superiori, quindi lei cercava di sfruttare ogni momento libero per partecipare alle sue attività. Ma con i soldi in più che le stava offrendo il dottor Donavon avrebbe potuto pagare parte della retta del college di Mark, che scadeva a breve.

    E comunque le piaceva soddisfare i clienti. Era motivo d'orgoglio per lei. Inoltre se avesse rifiutato forse lui avrebbe dato tutti i suoi lavori a qualcun altro e Cynthia non poteva permettere che ciò accadesse.

    Così cliccò sul bottone rispondi e iniziò a scrivere.

    Gentile Dottor Donavon,

    sono lieta che apprezzi il mio lavoro. Sono piuttosto presa attualmente, ma farò del mio meglio per trascrivere anche i documenti extra che mi manderà.

    Non so darle un'idea dei tempi, ma le garantisco che ci metterò il meno possibile.

    Cynthia

    Ricontrollò il messaggio per sincerarsi di aver usato i toni giusti, poi lo inviò. Non voleva perdere il lavoro, ma nemmeno prendersi troppi impegni. I suoi fratelli avevano sempre la precedenza. Con quei soldi in più forse avrebbe potuto cominciare a pensare a un'auto nuova. La sua stava ormai per abbandonarla.

    Avendo lasciato la scuola per infermiere per diventare una trascrittrice a tempo pieno, si era guadagnata la reputazione di persona competente e professionale. Era stato difficile crearsi un giro di clienti, per cui le aveva fatto piacere aggiungere il dottor Donavon. Essendo un chirurgo, le forniva parecchio lavoro e in più pagava meglio degli altri. Godere del suono della sua voce, poi, era uno stimolo ulteriore.

    «Hey, Cyn.» Suo fratello Rick entrò nella stanza. Alto e allampanato, indossava come sempre jeans e maglietta logora. «Vado da Joey.»

    «Hai finito il progetto?»

    «Quasi» replicò, sollevando poi una mano per impedirle di parlare. «Lo finirò domani. Comunque è per la settimana prossima, tranquilla. Ho tutte A.»

    «Lo so, ma vediamo di mantenerle. La borsa di studio dipende da questo.»

    «Ti preoccupi troppo. A dopo.»

    Preoccuparsi era stato il suo lavoro a tempo pieno da quando i loro genitori erano morti in quel terribile incidente. Era diventata tutrice dei fratelli anche se aveva solo pochi anni più di loro. Era stata durissima per tutti, ma ce la stavano facendo egregiamente.

    Cynthia, la famiglia è tutto. Devi sostenerla le aveva sempre ripetuto il padre, e lei ne aveva fatto il suo motto. Avrebbe reso onore ai suoi genitori, sincerandosi che i fratelli avessero le basi per una vita dignitosa. Una volta sistemati loro, si sarebbe iscritta nuovamente alla scuola per infermiere e pensato al proprio futuro.

    La casa era di loro proprietà, ma c'erano comunque le spese quotidiane da affrontare e il suo stipendio serviva per quello. Avevano del denaro da parte, lasciato dai genitori, ma Cynthia voleva tenerlo per l'istruzione universitaria dei fratelli o per aiutarli nell'acquisto di un posto tutto loro.

    Avrebbe fatto meglio a smetterla con le divagazioni e riprendere a lavorare. Diede un'ultima occhiata alle mail e vide che il dottor Donavon le aveva risposto.

    Non so proprio come ringraziarla.

    Le manderò la dettatura nel pomeriggio e mi servirà la trascrizione per lunedì mattina. È fattibile? Se riuscirà in tempo, le sarò davvero debitore.

    S. Donavon

    Cynthia immaginava il sorriso sul volto dell'uomo mentre leggeva la sua mail di risposta. Era contenta di farlo felice, ma i tempi erano davvero molto stretti. Be', sapeva già cos'avrebbe fatto quella sera e l'indomani mattina.

    Dottor Donavon,

    farò del mio meglio per consegnarle il lavoro lunedì.

    Cynthia

    Pochi secondi e arrivò la sua replica.

    Non poteva rispondere meglio. Lei è la mia salvatrice! S. Donavon.

    Cynthia non era certa di poter essere la salvatrice di qualcun altro. Si stava già prendendo cura di troppe persone. Chissà come sarebbe stato per una volta lasciare che fossero altri a occuparsi di lei.

    La porta della cucina si aprì di colpo. «Cyn?» la chiamò Mark.

    «Sono qui.»

    Suo fratello, che aveva soltanto tre anni meno di lei, la raggiunse e si sedette sulla poltrona accanto alla scrivania.

    «Com'è andata oggi?» gli chiese.

    «Lascio il college.»

    La sua affermazione secca non la colse di sorpresa. Erano mesi che lottava contro la propria apatia. I loro genitori avevano desiderato che tutti avessero un'istruzione superiore e il peso di questa responsabilità cominciava a soffocarla. «Perché?»

    «Il college non serve a niente» replicò il ragazzo con lo sguardo basso.

    Questa era una delle occasioni in cui avrebbe voluto avere qualcuno che la spalleggiasse. «Sai che la mamma e il papà non avrebbero apprezzato.»

    «Lo so, ma non fa per me.»

    Cynthia si girò sulla sedia per affrontarlo faccia a faccia. «E cosa pensi di fare?»

    Mark scrollò le spalle, continuando a fissare il pavimento. «Non lo so.»

    «Be', dovrai pensare a qualcosa.»

    «Non mi stare addosso!» le rispose, alzandosi di scatto. «Non sei mia madre. E io non sono come Rick» concluse uscendo dalla stanza.

    Cinzia sospirò. L'affermazione di Mark l'addolorava. Anche a lei mancavano i loro genitori ed era per questo che aveva preso così seriamente le proprie responsabilità nei confronti dei fratelli. Non era la loro madre e se la situazione fosse stata differente avrebbe preferito di gran lunga essere semplicemente la loro sorella.

    La dettatura del dottor Donavon arrivò poco prima di cena, ma dato che per i suoi genitori il pasto era sempre stato un momento importante, se ne sarebbe occupata dopo. Anche lei aveva mantenuto quella tradizione e i suoi fratelli sapevano che, per quanto possibile, dovevano essere a casa alle sei per mettersi a tavola insieme.

    Due ore più tardi si sedette alla scrivania. Non era così che aveva programmato di trascorrere il venerdì sera, ma se ne sarebbe fatta una ragione. Fare il proprio dovere era diventato una costante della sua vita. Avrebbe consegnato il lavoro del dottor Donavon il lunedì mattina, sperando di fare una buona impressione.

    Fece partire la dettatura e ascoltò quella voce che tanto le piaceva. In un attimo dimenticò quanto fosse stanca e quanti mestieri ci fossero da fare in casa. Per quanto fosse venerdì sera, c'erano lavori ben peggiori di quello che implicava avere quella voce sexy nelle orecchie.

    Lunedì, finito di pranzare, Sean si sedette alla scrivania nel suo ufficio in ospedale, appoggiò i piedi sul piano e incrociò le gambe, mettendosi comodo. In genere non rileggeva i propri rapporti, ma in questo caso non poteva farne a meno. Il progetto era troppo importante.

    Ne andava del suo futuro. Per non parlare della qualità di vita dei suoi pazienti e di quelli di altri otorinolaringoiatri, che avrebbero migliorato il proprio udito. Grazie a quel denaro avrebbe potuto continuare la sua ricerca e fare la differenza.

    Con il successo della procedura e il brevetto di un nuovo strumento, inoltre, sarebbe stato anche economicamente sicuro per il resto della vita. Sapeva bene che cosa significasse l'incertezza, e non voleva mai più provare quella sensazione. Qualcuno la definiva sindrome di Rossella O'Hara; lui la chiamava semplicemente intelligenza.

    Una volta aveva assunto addirittura un consulente finanziario. Era determinato a non arrancare tra uno stipendio e l'altro, come avevano fatto i suoi genitori, che non sapevano mai se ci sarebbe stato il denaro per pagare le bollette o comprare il cibo. Crescendo gli era capitato più di una volta

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