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Un marito per Natale: Harmony Jolly
Un marito per Natale: Harmony Jolly
Un marito per Natale: Harmony Jolly
E-book170 pagine2 ore

Un marito per Natale: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Non tutti credono all'amore a prima vista. Come definire, allora, quella strana sensazione che prende la bocca dello stomaco quando due sguardi si incrociano e non si lasciano più?
Alice McMillan, giovane insegnante scozzese, decide di recarsi nel periodo natalizio nel piccolo villaggio di Villefranche-sur-Mer per trovare informazioni sulla sua famiglia. In mano ha una foto del padre, un famoso pilota di Formula1, e nel cuore tante speranze. Una breve indagine la porta a bussare al portone di un castello che sembra guardare dall'alto in basso il resto del villaggio. Atteggiamento perfettamente espresso dal suo proprietario, lo chef televisivo Julien Dubois. Ma dopo il loro primo e burrascoso incontro, sembra che Julien non riesca proprio ad allontanarsi più da lei, forse non solo perché ha bisogno di aiuto...
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2020
ISBN9788830521094
Un marito per Natale: Harmony Jolly
Autore

Alison Roberts

Tra le autrici amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Un marito per Natale - Alison Roberts

    978-88-3052-109-4

    1

    Non era quello il momento di pensare a divertirsi, pensò Alice McMillan, scendendo dall'autobus che da Nizza l'aveva portata al piccolo villaggio costiero di Villefranche-sur-Mer.

    Il luogo era incantevole, ma lei non aveva proprio il tempo di apprezzarlo. Attraversò a strada e diede un'occhiata alla mappa stradale che aveva stampato prima di lasciare Edimburgo. Tutto quello che doveva fare era percorrere a piedi il lungomare, raggiungere la piccola penisola di St. Jean Cap Ferrat e cercare l'indirizzo che aveva segnato.

    C'era un piccolo mercato coperto nell'area di fronte alla fermata dell'autobus. Negli stand erano in vendita articoli di vario genere. Formaggi, conserve, saponi artigianali, decorazioni natalizie. Si udiva della musica in sottofondo e il profumo del cibo le fece venire l'acquolina in bocca.

    Quando aveva pranzato l'ultima volta?, si chiese. La bottiglia di minerale e i panini imbottiti che aveva mangiato durante il lungo viaggio in treno non potevano certo essere definiti un pasto decente.

    «Bonjour, mademoiselle. Qu'est-ce qu'il vous fait aujourd'hui?» le chiese in tono amichevole uno dei venditori.

    Era il suo primo giorno in Francia, e dal suo arrivo a Parigi quella mattina aveva imparato che la migliore risposta era un sorriso e scusarsi per il fatto che non parlava francese.

    La pura verità.

    Molti turisti imparavano almeno a dire per favore e grazie nella lingua delle nazioni in cui viaggiavano, e anche lei avrebbe dovuto farlo. Invece, avrebbe saputo rispondere in spagnolo o italiano, persino in greco. Ma non in francese.

    «Una di quelle, per favore» rispose Alice in inglese, indicando una baguette tagliata a metà e imbottita con formaggio e prosciutto.

    «Certamente» annuì l'uomo passando senza difficoltà da una lingua all'altra. «Sei inglese?»

    «Scozzese» precisò Alice.

    «Oh... Benvenuta a Villefranche» rispose il venditore, porgendole la baguette ben avvolta in un sacchetto di carta. «Sei qui in vacanza?»

    Vacanza? Cioè un periodo di tempo dedicato al relax e al divertimento? No, quel viaggio non prevedeva nulla del genere.

    Tuttavia Alice annuì mentre consegnava all'uomo alcune monete. La ragione per cui era venuta in Francia era troppo personale per poter essere confidata a un estraneo. Inoltre, sarebbe stato complicato spiegarla. A dire il vero, nemmeno lei sapeva perché aveva deciso d'impulso di venire a Villefranche, e adesso che era arrivata si sentiva a dir poco agitata.

    Alice si sedette su una delle panchine del lungomare per consumare il suo spuntino sotto il pallido sole invernale.

    A poca distanza c'era la lingua di terra che doveva essere Saint-Jean Cap Ferrat. Il centro abitato principale non si vedeva, dato che si trovava sull'altra sponda della penisola, ma neppure quel lato della costa era privo di vita. La folta vegetazione, infatti, era costellata di splendide ville, e una di esse doveva essere la sua meta. Se avesse saputo dove guardare, probabilmente avrebbe potuto osservarla dal punto in cui si trovava.

    Cosa sarebbe accaduto quando avrebbe suonato alla porta?, si domandò, trattenendo un istante il respiro.

    Si sarebbe subito trovata faccia a faccia con André Laurent, il famoso pilota automobilistico? A suo padre sarebbe bastato vederla per riconoscerla come figlia? Oppure sarebbe stata costretta a mostrargli la vecchia foto che aveva trovato fra gli oggetti appartenuti a sua madre per ricordargli la loro relazione? L'incredulità avrebbe lasciato il posto allo stupore e infine alla gioia? Sarebbe riuscita ad avere finalmente qualcuno che poteva considerare di nuovo una famiglia?

    Alice chiuse un istante gli occhi e sospirò. Venire a Villefranche era stato un errore. Di sicuro non sarebbe stata la benvenuta.

    Era ancora in tempo ad andarsene.

    Eppure, qualcosa le diceva che stava facendo la cosa giusta. Di più, la migliore possibile.

    D'accordo, si trattava di una mossa azzardata e c'era la possibilità che si rivelasse invece la peggiore decisione che avesse mai preso nella sua vita, ma a quel punto c'era solo un modo per scoprirlo.

    Inoltre, c'era qualcosa di importante lì. Lo sentiva. Provava un senso di... appartenenza? Be', dopotutto non era così strano, si disse.

    Era per metà francese. E anche se le era stato insegnato a ignorare le sue origini paterne, come se fossero qualcosa di cui doversi vergognare, non poteva negare che la cadenza della lingua francese intorno a lei e la sensazione che provava nel trovarsi in Costa Azzurra la turbavano in un modo che non sarebbe riuscita a definire a parole. Era come se una parte di lei sentisse di essere finalmente arrivata a... casa.

    Silenziosamente chiese scusa a sua madre per quelle riflessioni.

    Jeannette McMillan sarebbe inorridita al pensiero di quel viaggio e non c'era quindi da stupirsi che lei lo avesse considerato irrealizzabile fino a quando era stata in vita.

    Anche in quel momento, ad Alice sembrò di udire l'eco delle parole che avevano bloccato ogni sua domanda riguardo al ramo paterno della famiglia.

    «Tuo padre era francese» si era limitata a dirle sua madre, pronunciando quell'aggettivo come il peggiore degli insulti.

    Per quella ragione, per rispetto della madre alla quale aveva voluto molto bene, era stata costretta a reprimere non solo le più innocenti curiosità nei confronti di suo padre ma anche della Francia. Soprattutto negli ultimi anni, quando la salute di sua madre era andata gradualmente deteriorandosi.

    Terminato lo spuntino, Alice si guardò intorno. Forse la caffetteria dove sua madre aveva lavorato appena diciottenne si trovava lì vicino. Anche lei aveva ammirato quella baia punteggiata di yacht, la distesa blu del mediterraneo, le stradine lastricate di pietra del centro storico di Villefranche?

    Anche sua madre aveva sperimentato quel senso di libertà quando aveva affrontato la sua prima avventura da adulta?

    Per quanto la riguardava, aveva indugiato fin troppo a spiegare le ali e a uscire dal nido. A sua difesa poteva solo dire che le cause di quell'attesa non erano state paura o pigrizia. Semplicemente, non se l'era sentita di abbandonare prima sua nonna, e poi sua madre, durante le sofferenze causate dalla malattia.

    Adesso, però, era finalmente in Francia e tutto le sembrava nuovo e magnifico.

    Quella sensazione le confermò che venire lì non era stata una cattiva idea.

    Anzi. Era pura magia.

    Come se fosse finalmente riuscita a fare il primo passo in un mondo più grande.

    Peccato solo non avere tempo di esplorare il centro storico di quella piccola città... Il tempo passava velocemente ed era inverno. La luce del giorno non sarebbe durata a lungo e lei ci teneva ad arrivare alla meta prima che diventasse buio.

    Per fortuna la temperatura era decisamente mite rispetto a quella di Edimburgo. Aveva tolto il cappotto, ma in jeans, maglione e stivali bassi, si sentì ancora troppo vestita.

    Il cappotto le pesava sul braccio quando riprese a camminare sul lungomare. Invece del trolley aveva preferito sistemare il poco bagaglio per quel fine settimana in uno zaino in modo da non avere nulla da trascinare.

    In quella stagione la spiaggia era deserta e si udiva distintamente il suono della risacca che lambiva la riva.

    Nonostante fosse dicembre, il mare aveva un aspetto invitante e Alice immaginò che la temperatura dell'acqua fosse più tiepida di quella sulle coste scozzesi in piena estate.

    Non c'era quindi da stupirsi che durante la bella stagione la Costa Azzurra fosse presa d'assalto dai turisti. La meta preferita di attori, cantanti, vip e milionari di varie nazionalità.

    Senza contare che il Principato di Monaco si trovava a pochi chilometri di distanza. Il luogo in cui suo padre era diventato famoso...

    Insomma, non stava solo visitando un paese straniero. Aveva la sensazione di essere arrivata su un altro pianeta.

    La passeggiata sul lungomare terminava in una spaziosa area verde ornata di palme, e per un istante Alice si guardò intorno, perplessa. Un attimo dopo vide una scala di pietra che fungeva da passaggio verso una via di cui riconobbe il nome per averlo già letto sulla mappa.

    Alice continuò a camminare e dieci minuti dopo raggiunse una stradina che portava di nuovo verso il mare.

    Da quel punto di osservazione sopraelevato, la vista della baia di Villefranche era ancora più spettacolare, ma per quanto caratteristico, quel quartiere aveva senza dubbio degli aspetti negativi. Le vie erano strette e c'era poco spazio per circolare. Auto e furgoni erano posteggiati in ogni angolo disponibile, e a poca distanza scorse una piccola folla di persone che occupava interamente la carreggiata.

    Mentre si avvicinava, vide che molte di loro erano armate di macchina fotografica e telecamera.

    Paparazzi? Qualche attore famoso aveva deciso di concedersi una vacanza invernale in Costa Azzurra? Nella stessa via in cui abitava suo padre? Tutto sommato, la cosa non l'avrebbe sorpresa più di tanto. Quando aveva trovato il suo indirizzo su Internet, aveva visto che era situato in una zona considerata esclusiva. Sulle foto online si intravvedevano magnifiche ville con piscina circondate da vasti giardini. I cancelli erano di ferro battuto e le recinzioni tutte provviste di telecamera. All'ingresso di ogni abitazione, poi, c'era una postazione per gli addetti alla vigilanza.

    Una di quelle proprietà, in particolare, sembrava attirare l'attenzione dei media. C'era infatti più di una troupe televisiva appostata davanti al cancello e lungo il perimetro del parco.

    Dopo avere oltrepassato la piccola folla, Alice si rese conto che la strada finiva lì. Non c'erano altre case o ville.

    Il cuore le accelerò i battiti mentre consultava di nuovo la mappa stradale. Okay, sapeva già che suo padre era una celebrità, ma che la sua persona suscitasse tanto interesse...

    Immersa nelle sue riflessioni, non si era accorta che qualcuno si era avvicinato, e sussultò sentendosi rivolgere la parola in francese.

    Chiuse in fretta la carta stradale, ma lo sconosciuto doveva avere visto il cerchio rosso disegnato proprio su quella via e le stava rivolgendo delle domande in un tono a dir poco interessato.

    Questa volta Alice non perse tempo a scusarsi. Scosse il capo e fece per allontanarsi.

    «Non capisco... Non parlo francese. Nemmeno una parola.»

    Come risultato, l'uomo parlò a voce più alta e più in fretta. La prese perfino per un braccio con l'intenzione di guidarla verso la folla di reporter.

    Alice cercò di liberarsi. Non aveva idea di cosa stesse succedendo, ma si rese conto di avere commesso un errore a venire lì e prima fosse riuscita ad andarsene, meglio sarebbe stato.

    La favola che le era sembrato di vivere poco prima stava prendendo una piega inquietante e aveva bisogno di riflettere, per trovare un modo diverso per raggiungere lo scopo che si era prefissa. Non se la sentiva di farsi strada tra giornalisti a caccia di gossip. Non era così che aveva immaginato il primo incontro con il padre.

    La cosa peggiore, però, era che quel tale che la teneva per un braccio stava parlando con qualcun altro di lei.

    Alice respirò a fondo e strinse forte la cartina che aveva in mano. Qualunque cosa quei due si stessero dicendo in francese, quella faccenda non li riguardava.

    Non sarebbe stato orribile se i media avessero scoperto che André Laurent aveva una figlia illegittima prima che lui stesso ne fosse informato?

    «È tutto okay» la rassicurò il secondo uomo. «Non sei nei guai. Il mio amico voleva solo sapere perché stai cercando l'abitazione di monsieur Laurent» le spiegò in inglese.

    «Io... Ho bisogno di parlare con lui. Tutto qui. Si tratta di una questione... importante» rimediò Alice.

    «Parlare con lui?»

    Il reporter, sempre che quella fosse la sua professione, la guardò con espressione a dir poco stupefatta. «Mon Dieu... Davvero non lo sai?»

    «Sapere cosa?»

    Anziché rispondere, i due uomini ripresero a parlare in francese fra loro. A bassa voce, come se volessero evitare che qualcuno ascoltasse la loro conversazione. Ciò nonostante, stavano continuando ad attirare l'attenzione degli altri reporter.

    «Vieni con me» le ordinò quello che la teneva per un braccio.

    «No... Io... Tornerò qui

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