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Tarocchi per amore: Harmony Jolly
Tarocchi per amore: Harmony Jolly
Tarocchi per amore: Harmony Jolly
E-book146 pagine1 ora

Tarocchi per amore: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Spesso si dice che il sole dia alla testa. Allora ben venga, se ciò significa innamorarsi sino a perdere la ragione!

Ma da dove arriva quell'adone in carne e ossa? Se è un sogno che nessuno mi svegli. Suzanna Zelensky non riesce a credere a ciò che vede, nel suo negozio è appena entrato l'uomo più bello e statuario che abbia mai visto. Deve sapere come si chiama e che cosa ci fa lì. Sente che tra loro c'è un'alchimia strana, un'attrazione che non credeva possibile avvertire al primo sguardo. Dominic Brabant, questo è il suo nome. Suzanna ha deciso: non appena lo sconosciuto uscirà da lì, farà subito un giro di carte per vedere se tra loro potrà nascere qualcosa. I tarocchi non mentono mai. Almeno, questo è quello che lei ha sempre creduto.
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2020
ISBN9788830507241
Tarocchi per amore: Harmony Jolly
Autore

Alison Roberts

Tra le autrici amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Tarocchi per amore - Alison Roberts

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    In Her Rival’s Arms

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2014 Alison Roberts

    Traduzione di Daniela Alidori

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-724-1

    1

    Non era un vero cliente.

    Suzanna Zelensky non aveva bisogno di ricorrere ai poteri intuitivi che aveva ereditato dalla sua famiglia per capirlo. Persino la sagoma scura di quell’estraneo, accentuata dall’angolazione dei raggi che entravano dalla finestra in quel tardo pomeriggio, irradiava un palpabile scetticismo. Si coglieva che non gli interessava minimamente quello che si vendeva lì. La faccenda non era insolita in quello strano negozio, Spellbound, frequentato soprattutto da donne, raramente da maschi, quasi sempre trascinati dalle compagne.

    Eppure quel tizio si muoveva con una determinazione che suggeriva che aveva un buon motivo per essere lì. I campanelli d’allarme suonarono con tale forza da far prudere la nuca di Zanna. Chi era quel tipo e cosa voleva?

    Lineamenti forti, un accenno di barba che accentuava la linea dura della mascella. Un viso aspro, ma affascinante, in grado non solo di emergere in mezzo a una folla, ma anche di rendere invisibili quelli intorno. Quell’uomo era bello...

    Per fortuna Zanna aveva altri clienti da servire e quindi non aveva tempo per pensare.

    Tornò a concentrarsi sulle ragazzine.

    «Avrete bisogno di un fornello dove bruciare gli oli essenziali come aromaterapia. Ce n’è un vasto assortimento su quello scaffale.» I pesanti braccialetti d’argento che Zanna aveva al polso tintinnarono creando un accompagnamento musicale.

    In quel momento sentì su di sé lo sguardo dello sconosciuto. Un apprezzamento di tipo predatorio che avrebbe dovuto farla innervosire, invece le provocò una reazione diversa. La pelle cominciò a prudere come se ogni cellula fosse stata attivata.

    «Come funzionano?» Una delle adolescenti stava prendendo un fornelletto.

    «Nella base devi mettere una piccola candela.» Zanna azzardò un’occhiata veloce alle sue spalle perché captò di non essere più sotto il suo scrutinio. L’uomo si stava muovendo e fissava gli oggetti esposti. Per un momento, Zanna perse il contatto con la realtà e guardò senza vederlo il ripiano di fronte. Di cosa stava parlando?

    «Bisogna riempire la ciotola d’acqua» continuò. «E spargervi dentro qualche goccia d’olio. Quando l’acqua si scalda, l’aroma si eleva insieme al vapore.»

    «E queste?» Una ragazzina dai capelli scuri scelse una bottiglietta.

    «Quelle sono pensate secondo i vari segni zodiacali. Aumentano i poteri personali.»

    La osservava di sottecchi. Stava anche ascoltando? Quasi sicuramente, a giudicare dallo scetticismo che emanava. Il solo scrutinio bastò a procurarle una fitta di calore al collo. Zanna aveva sempre detestato di arrossire facilmente e, a maggior ragione, lo aborrì in quel momento.

    «Sono del Sagittario» dichiarò la bionda. «Posso aprire la bottiglietta per sentire il profumo?»

    «Certo.» Zanna si allontanò mentre le ragazze annusavano la fragranza. Malgrado fosse consapevole dei movimenti dello sconosciuto, da quando era entrato, l’aveva ignorato, atteggiamento che di solito non riservava a dei potenziali clienti.

    Ma quell’uomo non era un cliente. L’occhiata veloce che dava alla merce esposta, portacandele e sostegni per l’incenso, gioielli celtici e cristalli di rocca, confermava che la sua missione lì non includeva alcun tipo di acquisto.

    E non sembrava neanche attirato dal cibo che si vendeva lì. Era più il tipo che si beveva un doppio espresso, piuttosto che una tisana di erbe o una fetta di torta con farina integrale. Non aveva degnato di uno sguardo la lavagnetta del menu e neppure i giochi di luce creati dal prisma che pendeva dal soffitto.

    In quel momento si stava avvicinando alla cesta piena di pietre accanto alla vetrina. Era alto. Più di un metro e ottantacinque, perché le piume e gli acchiappasogni appesi alle travi gli sfioravano la testa. I capelli si arricciavano sul colletto della giacca di pelle nera e ai piedi calzava degli stivaletti a punta. Un abbigliamento sportivo che somigliava a un’uniforme e gli conferiva un’aura di comando. Sotto il braccio teneva un casco da moto.

    Zanna sentiva il testosterone che aleggiava nell’aria e che la spinse a fare un passo indietro.

    Forse quei campanelli d’allarme non erano suonati per caso. La avvisavano di stare alla larga dalla sensualità che effondeva quel tizio. Con una leggera, ma decisa scossa della testa, fece ondeggiare i capelli color rame che le arrivavano in vita. Con calma, sistemò una ciocca ribelle dietro l’orecchio e si diresse verso il forestiero.

    «In cosa posso esserle utile?»

    Dominic Brabant quasi lasciò cadere la pietra che stava soppesando. Aveva visto solo il profumo e il dietro di quella donna quando era entrato nel negozio, perché era voltata di schiena. Aveva anche indugiato, e non poco, su quel posteriore, ma aveva aspettato, perché da tempo aveva imparato che la pazienza poteva essere premiata.

    Aveva anche meditato di ordinare uno di quei tè descritti sulla lavagnetta del menu. Un tè al ginger per le proprietà energizzanti?

    No. Aveva energia a sufficienza. Già mentre era in piedi fuori, per strada, a osservare la vetrina, era stato invaso da un fiume di ricordi e di emozioni che acquistavano sempre più forza a mano a mano che passavano i minuti. Doveva accadere. Era stato il destino a creare l’occasione e adesso il desiderio di esaudire il sogno di una vita era più potente di qualunque altra cosa.

    Esalò un respiro. Forse, era più adatta una camomilla calmante. Non poteva permettersi di complicare tutto per colpa del nervosismo. E non era neppure sicuro che quella fosse la donna con cui doveva parlare. Poteva essere semplicemente una commessa, pagata per indossare quel ridicolo vestito fucsia e quegli improbabili capelli che dovevano essere una parrucca. Nessuno poteva avere una capigliatura di quella lunghezza e di quel colore fiammante.

    L’immagine era completata da una marea di braccialetti d’argento e da una tunica larga e informe. Ma il suono della sua voce quando parlò, gli fece cambiare idea.

    La strega, così l’avevano definita in giro, era giovane e la cadenza in quella manciata di parole gli procurò un languore indefinibile.

    Nic si schiarì la gola mentre si girava a incontrare il suo sguardo. «Volevo solo dare un’occhiata, grazie.»

    Un lampo nei suoi occhi gli disse che non l’aveva convinta. Ma poiché aveva bisogno della sua collaborazione, cercò di non intimidirla e distolse il contatto visivo. Però, essendo vicino alla vetrina, in quell’angolo c’era più luce che nel resto del negozio, illuminato solo dalla fiammella delle candele, non poté non notare le lunghe ciglia che incorniciavano gli occhi da gazzella e la pelle di porcellana spruzzata di efelidi. Allora, non era una parrucca! I capelli rossi erano veri! Nic dovette soffocare la tentazione di allungare una mano per toccarli e testarne la consistenza.

    «Sta cercando qualcosa in particolare?» Zanna continuò a guardarlo, ma era sempre più a disagio. Un lieve accento straniero nella voce del forestiero contribuiva ad aumentarne il fascino. Come poteva provare una simile connessione verso un uomo che non conosceva? Sì... lui stava cercando qualcosa in particolare.

    Qualcosa che aveva promesso a sua madre quando aveva sei anni.

    «Da grande, mamma, sarò ricco. E ti comprerò la casa vicino alla nostra.»

    Poteva quasi sentire l’eco della tranquilla risata di sua madre. Le sue braccia che lo avvolgevano. La tristezza che traspariva dalla sua voce melodiosa.

    «Merci beaucoup, mon chéri. Ce sera merveilleux!»

    «No.» Quella negazione uscì con più forza del necessario. Lui si sforzò di abbozzare un sorriso. «Niente in particolare.»

    Gli occhi dell’uomo erano scuri. Quasi neri in quella luce fioca. Impenetrabili. La forza di volontà che traspariva era incredibile, ma lei non poteva permettersi di abbassare la guardia finché non avesse scoperto i motivi per cui era entrato.

    In mano aveva un pezzo di roccia, ma Zanna aveva la sensazione che non fosse venuto per comprare qualcosa, bensì con uno scopo preciso. Voleva qualcosa da lei. Voleva... lei?

    L’idea sopraggiunse da chissà dove. O stava raccogliendo un segnale?

    Comunque, era talmente forte da farle arricciare le dita dei piedi e mandarle una scarica di adrenalina che andò a insediarsi nella bocca dello stomaco.

    Desiderio? Sicuramente no. Quella era una sensazione che pensava di aver perso per sempre sulla scia del fallimento con Simon. E se invece lo fosse stato? Puro e semplice desiderio? Non poté negare che quella possibilità la intrigava, pur essendo sproporzionata.

    Non sapeva niente di quel tizio e poteva anche rappresentare una minaccia, perciò doveva mantenere il controllo di fronte al potere che esercitava su di lei. Non sarebbe stato facile, anzi, sarebbe stata una vera sfida. Esilarante, però...

    «Quello che ha in mano è una cornalina.» Era soddisfatta del tono professionale con cui aveva parlato. «È considerato un minerale in grado di facilitare la rigenerazione dei tessuti e la concentrazione, oltre a intensificare l’armonia col proprio io.» Sorrise educatamente. «Apre il cuore.»

    «Davvero?» Non riuscì a mascherare lo scetticismo.

    Davvero ci sono persone che credono nella magia?

    Come nell’amore?

    Lasciò cadere la pietra nel cesto di vimini. Lui non era tra quelle.

    «Scusi.» Le ragazze avevano finito di annusare gli oli essenziali. «Cosa c’è in quei recipienti di vetro?»

    «Erbe.»

    Era difficile distogliere l’attenzione da quell’uomo, ma Zanna se lo impose, anche se il compito era reso più difficile perché le adolescenti lo stavano fissando con gli occhi sgranati, a conferma di quanto fosse affascinante.

    «Erbe comuni come il basilico e il rosmarino» continuò a spiegare per distrarle. «Altre rare, come il vischio e la quassia.»

    Zanna non si stancava mai di ammirare la collezione di antichi vasi di sua zia. Troneggiavano sugli scaffali dietro il bancone, con le loro forme eccentriche e i tappi decorati che aggiungevano mistero ai contenuti. Erano sempre stati lì. Da quando era arrivata, una ragazzina spaventata che aveva appena perso entrambi i genitori.

    «Possono essere bruciate per

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