Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Un chirurgo in prima linea: Harmony Bianca
Un chirurgo in prima linea: Harmony Bianca
Un chirurgo in prima linea: Harmony Bianca
E-book148 pagine2 ore

Un chirurgo in prima linea: Harmony Bianca

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Il primo giorno di lavoro al St Piran's è un vero disastro per il dottor Luke Devenport. Colto da un attacco di panico in sala operatoria viene salvato dal sangue freddo del suo aiuto chirurgo, la dottoressa Anna Bartlett.

Anna è confusa e sconvolta a causa di quello che ha visto in sala operatoria. Ma qualcosa la trattiene dal denunciare il fatto alle autorità competenti. Lei sa che c'è qualcosa nel passato di Luke che lo tormenta e tutto quello che vuole è riuscire a convincerlo di essere un grande chirurgo e l'uomo perfetto per lei.
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2018
ISBN9788858976951
Un chirurgo in prima linea: Harmony Bianca
Autore

Alison Roberts

Tra le autrici amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Alison Roberts

Autori correlati

Correlato a Un chirurgo in prima linea

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Un chirurgo in prima linea

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Un chirurgo in prima linea - Alison Roberts

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    St Piran’s: The Brooding Heart Surgeon

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2011 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Giacomo Boraschi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-695-1

    1

    Se lo sguardo potesse uccidere, Luke Devenport sarebbe sicuramente morto.

    La dottoressa Anna Bartlett si era finalmente degnata di raggiungerlo in sala operatoria per assisterlo in una procedura potenzialmente complessa. Non sembrava certamente entusiasta per il fatto che il chirurgo avesse deciso di cominciare senza di lei.

    Certo, mentre riesaminava il fascicolo del paziente, Luke aveva ricevuto un messaggio con il quale lei lo informava che era impegnata al Pronto Soccorso dell’ospedale St Piran per una toracotomia e che avrebbe tardato, ma che cosa pretendeva? Che lui rimandasse l’operazione in paziente attesa del suo arrivo? Il paziente aveva già dovuto aspettare molto più tempo del necessario.

    In ogni caso, se il paziente al Pronto Soccorso fosse sopravvissuto a quell’aggressivo tentativo di stabilizzarlo, la dottoressa Bartlett sarebbe stata la sola persona disponibile per operarlo e Luke si sarebbe ritrovato al punto di partenza... ovvero procurarsi un valido assistente.

    Per fortuna non sarebbe stato difficile, considerata l’alta qualità dello staff ospedaliero. Il chirurgo pediatrico cardiaco James Alexander era disponibile, ben felice di assistere il primario di ritorno alla testa dell’unità. James si era unito allo staff durante la lunga assenza di Luke, durata circa un anno e mezzo. Non soltanto si era stabilito nella zona ma aveva sposato Charlotte, una dottoressa dell’unità di cardiologia.

    Era stato uno degli innumerevoli cambiamenti, così tanti che Luke si sentiva spaesato. Era incredibile come il mondo potesse cambiare.

    Come quello di Luke quando la notizia della morte del suo fratello minore aveva sconvolto le apparentemente solide fondamenta della sua vita, spingendolo a prendere una decisione radicale: arruolarsi in un’unità medica militare. Il suo mondo era cambiato per sempre, eppure Luke era tornato nel suo antico ospedale e cercava di rimettere insieme i pezzi della sua vita di un tempo.

    Se si sentiva spaesato, non c’era da stupirsi che Anna Bartlett lo considerasse una sgradevole intrusione nel suo mondo. Anna aveva avuto il tempo di inserirsi nel gruppo dei medici, di marcare i confini e considerare il reparto come proprio. Forse era questa la vera ragione del suo risentimento, pensò Luke: non tollerava il fatto che lui avesse ripreso le redini. Non si sarebbe risentito chiunque, vedendosi spodestato da un giorno all’altro?

    Tutti sapevano che la sua assenza era temporanea, ma nessuno si era aspettato che tornasse all’improvviso. Forse Anna aveva segretamente pensato che non sarebbe mai tornato dall’Iraq.

    Fra l’altro non era la prima volta che Luke le rubava il posto. Tre anni prima era stato lui a vincere, quando lo avevano scelto per il prestigioso posto di primario del reparto di chirurgia cardiaca del St Piran.

    Sì, questo poteva spiegare l’occhiata incendiaria che gli aveva gettato sopra la maschera quando era finalmente entrata nella sala. Ora si trovava ai margini del team che circondava il tavolo operatorio, con il camice e la maschera, le mani accuratamente scostate dal corpo.

    Più alta della media, notò Luke nell’attimo che gli occorse per notare il suo arrivo, e con gli occhi intensamente verdi. Ora gelidi a causa del risentimento che li faceva sembrare duri come... smeraldi grezzi. Un’immagine che non si sarebbe scordato facilmente. Come il linguaggio del suo corpo.

    Anna Bartlett era assolutamente immobile, segno di una totale concentrazione su ogni particolare, nel caso specifico la necessità di non contaminare nulla. La prova che non era soltanto altamente qualificata, ma anche molto disciplinata.

    Glielo aveva detto James mentre si preparavano insieme per l’operazione: la sua assistente era esperta e meticolosa. Non accettava compromessi. Era single per scelta, o forse perché nessun uomo poteva competere con una carriera che per lei escludeva tutto il resto.

    «È bravissima» aveva aggiunto James. «Ti farà molto comodo come prima assistente di chirurgia. Con la reputazione che si è costruita in questo ospedale, potrebbe mirare in alto.»

    Era chiaro che James rispettava la dottoressa Bartlett, ma aveva dichiarato anche di non conoscerla bene. A livello personale, se non altro. Aveva lasciato la frase in sospeso, quasi implicando che la dottoressa non avesse un livello personale.

    Ma ora fu lui a salutarla. «Anna! Hai fatto presto.» Notò l’espressione della collega e si accigliò. «Non è andata bene, vero?»

    «No.» La risposta fu laconica. Il tentativo di salvare una vita al Pronto Soccorso era fallito. Tutto qui. Era tempo di dedicarsi al caso successivo. «Vuoi che ti rilevi?»

    «Se Luke è d’accordo. Sono già in ritardo con le visite in corsia e nel pomeriggio devo operare.» James sigillò un altro vaso sanguigno con lo stiletto diatermico, poi guardò il chirurgo dall’altra parte del tavolo. «Luke? Hai già conosciuto Anna?»

    «No» rispose lui, laconico come la risposta di Anna sul caso al Pronto Soccorso.

    Continuò la lunga incisione verticale che stava praticando sul petto del paziente, senza alzare lo sguardo finché James si fu avvicinato per arrestare l’emorragia.

    Anna si era accostata maggiormente al tavolo. La maschera le copriva la parte inferiore del viso, il berretto le nascondeva i capelli e le orecchie. Luke poteva vedere soltanto quegli stupendi occhi verdi e per un attimo ne registrò l’accusa.

    Il giorno prima avrebbe dovuto conoscere la donna che lo sostituiva da un anno e mezzo, ma nella sua casa si era rotto un tubo e mancava l’acqua. Dopo un’assenza così lunga, c’era anche il problema di riconnettere l’elettricità, così non aveva potuto ricaricare la batteria del cellulare quando si era esaurita. Era piovuto sul bagnato, considerato il suo già scarso entusiasmo per il ritorno e... lei non lo aveva certamente aspettato, no?

    Era arrivato con meno di un’ora di ritardo ma lei se n’era già andata senza lasciargli alcun messaggio, a parte la lista delle operazioni per il mattino seguente. E adesso il suo sguardo sembrava lanciargli una sfida, forse la prima di una lunga serie.

    «Se vuole assistere, può cominciare subito» disse seccamente. «Non mi va che le mie operazioni siano interrotte e preferisco cominciare come intendo continuare.»

    Un silenzio teso scese sul team mentre James si traeva da parte e Anna prendeva il suo posto. Luke sentì riacutizzarsi il familiare dolore alla gamba, ma il disagio servì soltanto ad accrescere la sua concentrazione. Volse la testa verso l’infermiera che presidiava il carrello al suo fianco. «Sega per lo sterno.»

    Sussultando per l’asprezza del tono, l’infermiera gli porse lo strumento richiesto con encomiabile rapidità. Poi il ronzio della sega ruppe il silenzio mentre Luke troncava l’osso. Per un momento, se non altro, non ebbe bisogno di guardare la donna che ora gli stava di fronte.

    Così quello era Luke Devenport.

    L’eroe di guerra di cui aveva sentito parlare così tanto negli ultimi giorni. Troppo. Non bastava che l’avessero privata del posto di primario, dovevano anche rigirare il coltello nella piaga decantando le qualità di Luke.

    Che soldato coraggioso, che grande chirurgo.

    Da solo aveva salvato tutti i suoi compagni durante un attacco, trascinandoli fuori dal veicolo in fiamme pur avendo una gamba rotta, e aveva prestato loro le prime cure in attesa dei soccorsi. Be’, la cosa sembrava verosimile. Bastava uno sguardo dei più straordinari occhi azzurri che Anna avesse mai visto per capire che Luke Devenport era ambizioso e determinato come lei. Due solchi verticali fra le scure sopracciglia accentuavano l’intensità dello sguardo, mozzandole il respiro.

    Certo, era inaccettabile il fatto che la trattasse come una stagista fresca di laurea, ma non del tutto sorprendente. Quell’uomo aveva visto e vissuto situazioni che lei non riusciva nemmeno a concepire. Merita una medaglia, aveva detto qualcuno.

    Il St Piran era fortunato a riaverlo. L’ospedale, i pazienti, tutta la comunità. Anna aveva dovuto nascondere la propria delusione, così cocente da potersi trasformare in rancore. Doveva sorridere, fingersi felice di essere l’assistente di un eroe.

    Non c’era da stupirsi che l’eroe in questione fosse così borioso che il giorno prima non si era nemmeno curato di presentarsi. Lei gli aveva usato la cortesia d’informarlo che sarebbe arrivata in ritardo per l’operazione, e il grande chirurgo come aveva reagito? Non voleva che le sue operazioni fossero disturbate. La voce era stata profonda, le parole secche.

    Quell’uomo non soltanto era abituato a dare ordini ma voleva essere obbedito.

    Già messo a dura prova dal fallimento al Pronto Soccorso, il morale di Anna scese ancora più in basso. Come lei aveva già scoperto in circostanze analoghe, non le restava che concentrarsi sul lavoro, escludendo ogni altra cosa.

    Non fu difficile. «Santo cielo» non poté fare a meno di commentare quando il dilatatore fu inserito fra le costole, rivelando l’oggetto dell’operazione. «Che disastro.»

    La membrana che racchiudeva il cuore si era calcificata, diventando una spessa capsula bianca... la conseguenza dell’infiammazione provocata da un virus, così solida che quasi impediva al cuore di contrarsi. Luke si accingeva a praticare una pericardioctomia per togliere lo strato indurito dal tessuto cardiaco, una procedura rischiosa che Anna aveva studiato ma non aveva mai eseguito.

    In mancanza di alternative sarebbe stata disposta a praticarla, ma avrebbe preferito connettere il paziente a un bypass per operare sul cuore immobile.

    Invece Luke stava risparmiando a quell’uomo il rischio addizionale di essere connesso a una macchina cuore-polmoni. Avrebbe eseguito la procedura con il cuore in movimento sotto il bisturi.

    «Le ecografie hanno rivelato tutta la portata della calcificazione.» Luke sembrava meravigliato per la sua esclamazione di stupore. «L’apporto di sangue al ventricolo destro era considerevolmente ridotto, il battito era irregolare. È un miracolo che questo povero cuore riuscisse a funzionare.»

    «Il primo sintomo di una grave disfunzione è stata la sua crisi mentre era al lavoro, una ventina di giorni fa.»

    Anna guardò Luke tagliare lo spesso strato

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1