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Emergenza: attrazione in corso: Harmony Bianca
Emergenza: attrazione in corso: Harmony Bianca
Emergenza: attrazione in corso: Harmony Bianca
E-book167 pagine2 ore

Emergenza: attrazione in corso: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Colleghi e innamorati 1/2
La passione per la medicina può far scattare scintille inaspettate quando si lavora insieme!

Con la sua imminente promozione, il capitano dei pompieri Ross Lawson non ha tempo per l'avventura di una notte o, addirittura, per il vero amore. O così crede, fino a quando non si trova costretto a lavorare fianco a fianco con un nuovo membro della sua squadra, il sexy paramedico Sally Davis. Una relazione sul posto di lavoro è fuori discussione, e in più lei è la sorella del suo migliore amico. Ma la loro attrazione brucia velocemente e presto diventa un fuoco che Ross potrebbe non voler spegnere!

Disponibile in eBook dal 20 gennaio 2021
LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2021
ISBN9788830523357
Emergenza: attrazione in corso: Harmony Bianca

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    Anteprima del libro

    Emergenza - Susan Carlisle

    successivo.

    1

    Sally Davis tirò fuori dal portellone dell'ambulanza la borsa e la bombola portatile di ossigeno. Il calore che arrivava dal deposito abbandonato in fiamme era quasi insopportabile. La tuta le si appiccicava al corpo sudato.

    Quest'incendio era il peggiore che vedeva da quando, un anno prima, aveva iniziato a lavorare come paramedico per i Vigili del Fuoco di Austin, Texas.

    La telefonata era arrivata nel mezzo della notte, facendole balzare il cuore in gola. Aveva sentito l'adrenalina invaderle le vene non appena le erano state riferite le parole del centralinista. Temeva quel tipo di incendi, con un magazzino di quel genere il pericolo che qualcuno si facesse male era elevatissimo.

    Le lingue di fuoco diventavano sempre più lunghe e minacciose. Il crepitio dell'edificio che bruciava era in ironico e crudele contrasto con il sole che sorgeva serafico all'orizzonte. Ma non aveva tempo da dedicare a quelle riflessioni. Aveva un lavoro da fare.

    Un attimo dopo una voce gridò: «C'è qualcuno dentro!».

    Sally rimase con la bocca spalancata per lo stupore quando vide il capitano Ross Lawson correre tra le fiamme. Anche con l'equipaggiamento completo, la visiera abbassata del casco e la bombola dell'ossigeno sulla schiena, lo riconobbe subito per il portamento e le spalle larghe. Trattenne il respiro. Cosa stava facendo? Subito si sentì martellare nelle orecchie mentre cercava di individuare l'ingresso, sperando...

    Sally aveva già visto dei vigili del fuoco entrare in un edificio incendiato, ma mai in uno così, completamente avvolto dal fuoco. Strinse la maniglia della cassetta col materiale sanitario. Ce l'avrebbe fatta Ross? Era entrato da solo?

    I pompieri con le manichette indirizzarono il getto d'acqua sulla porta per fare arretrare le fiamme.

    Lei sentì ogni muscolo del corpo irrigidirsi e la tensione e l'ansia crescere. Non conosceva ancora bene Ross, poiché avevano condiviso solo alcuni turni da quando lei era ad Austin, ma era molto amico di suo fratello Kody, che ne aveva decantato più volte le capacità.

    Mentre aspettava, con la paura che minacciava di sopraffarla, si ritrovò a mettere in dubbio la decisione di Ross. Quando era entrata nei Vigili del fuoco nel Nord Carolina, le avevano insegnato che la prima regola era salvaguardare se stessi. Dubitava che Ross avesse pensato alla propria incolumità prima di gettarsi nel fuoco.

    Veder morire qualcuno era terribile, ma vederlo morire nel tentativo di salvare una vita era intollerabile. Secondo lei, Ross stava rischiando troppo, il pericolo era troppo elevato. Non le era parso un tipo spericolato o sprezzante del pericolo ma, si disse per la seconda volta, non lo conosceva bene. Era forse per questo che Kody aveva una così alta considerazione del capitano Lawson?

    James, il tecnico di medicina d'urgenza che lavorava con lei, comparve al suo fianco. «Ci vuole fegato.»

    E, finalmente, una sagoma si stagliò contro la porta del magazzino. Era Ross, con una figura sulle spalle. Con indosso tutta l'attrezzatura, Ross stava portando un peso di gran lunga maggiore del proprio corpo. Sally non poteva che provare ammirazione per la sua forza fisica. Un po' meno per la spericolata determinazione.

    Altri due vigili corsero ad aiutarlo, ma cadde a terra prima che potessero sorreggerlo. La persona che trasportava gli rotolò giù dalla schiena e rimase immobile sull'asfalto, gli indumenti fumanti. Era un uomo.

    «Tu occupati del capitano Lawson, io penso all'altro» disse Sally mentre si precipitavano verso di loro.

    Ross si tolse il casco e, tossendo, si mise a quattro zampe.

    Sally appoggiò per terra la bombola dell'ossigeno e si mise in ginocchio davanti all'altro uomo. Doveva essere un senzatetto che aveva trovato riparo nel magazzino. Gli avvicinò la guancia alla bocca. In qualità di paramedico con maggiore anzianità, da protocollo doveva occuparsi della persona in condizioni più gravi. Ross aveva usato l'ossigeno, il senzatetto no.

    Il paziente respirava appena, così gli mise la maschera sulla bocca e sul naso e aprì la valvola della bombola, settandola su due litri. Gli sentì il polso e verificò che non avesse riportato ferite e, soprattutto, ustioni. Ne individuò un paio sul viso e altrettante sulle mani. Prese la radio e chiamò l'ospedale.

    «Dobbiamo trasportare subito il paziente» gridò al collega.

    Nel frattempo, era arrivata un'altra ambulanza e i soccorritori si occuparono di Ross, liberando così James che poté prendere una barella. Con l'efficienza data da anni di pratica, caricarono l'uomo, e prima di salire sull'ambulanza e partire, Sally si girò verso il paramedico che si stava prendendo cura di Ross. «Come sta?»

    «Ha respirato parecchio fumo, ma per il resto è okay» le rispose, senza distogliere gli occhi da Ross.

    «Portalo in ospedale. Voglio che sia visitato.»

    Ross scrollò il capo. «Sto bene» intervenne, ma un attimo dopo iniziò a tossire.

    «Sono io la responsabile sanitaria, e tu andrai in ospedale a farti vedere, capitano.»

    Lui ebbe un altro accesso di tosse mentre lei si allontanava, ma vide che il collega si stava già occupando di trasportarlo in Pronto Soccorso.

    Pochi minuti dopo, Sally era a bordo dell'ambulanza con il senzatetto, che subito si immise in strada e sfrecciò verso l'ospedale. Intanto, lei controllò i parametri del paziente e ne riferì le condizioni al Pronto Soccorso il cui personale si stava preparando a riceverlo.

    L'ambulanza si fermò, il portellone si aprì e due infermieri l'aiutarono a scaricare la barella.

    L'uomo venne attaccato ai monitor e lei disse alla giovane infermiera i dati del paziente. «Si tratta di un senzatetto, non sappiamo come si chiama, ed è stato tirato fuori da un magazzino in fiamme. Ha inalato molto fumo.»

    Mentre stava finendo di comunicare il rapporto, arrivò la barella con Ross, e lei lo seguì nella sala visita accanto a quella del senzatetto. Gli avevano tolto la giacca e sollevato la maglietta. Indossava ancora i pantaloni gialli della divisa e gli avevano posizionato sul torace gli elettrodi adesivi per l'ECG. Si rendeva conto che non era molto professionale approfittare della situazione per bearsi della vista del suo petto e dell'addome scolpiti, ma non poté farne a meno. Era davvero in forma perfetta. Col lavoro che svolgeva era indispensabile, ma il suo fisico lasciava chiaramente intendere che era andato oltre il limite. Nessuna meraviglia che fosse riuscito a estrarre un uomo da un edificio in fiamme.

    I loro sguardi s'incrociarono e lei si sentì assalire da una calda ondata di imbarazzo. Si girò. Non era certo il caso di mangiarsi un collega con gli occhi.

    Ross riprese a tossire e subito lei verificò la quantità di ossigeno che stava ricevendo. Il misuratore di flusso segnava un litro, il che era una buona notizia. Anche se, di quel passo, gli ci sarebbero voluti giorni per ripulirsi i polmoni dal fumo.

    «Come sta?» chiese Sally avvicinandosi.

    «Si sta riprendendo bene. Continuiamo a dargli l'ossigeno e tra poco gli faremo una lastra al torace per verificare quanto fumo ha inalato» rispose un'infermiera.

    «Guardate che io sono qui, sono presente» intervenne Ross con voce roca, soffocata dalla maschera. Lui la fissò e lei questa volta non distolse lo sguardo.

    «Non devi parlare.»

    Ross fece una strana smorfia quando vide entrare un medico. Cosa succedeva? Non poteva avere paura dei dottori...

    Scivolò fuori dalla stanza non appena la donna iniziò la visita, e andò al bancone a firmare i documenti di affido di Ross e del senzatetto alla struttura ospedaliera, quindi raggiunse il suo collega soccorritore all'ambulanza.

    Premiò James con un sorriso storto. «Hai fatto un ottimo lavoro stamattina.

    «Anche tu» replicò, mentre uscivano dal parcheggio delle ambulanze.

    Si era seduta al lato passeggero e si allacciò la cintura, contenta di non essere dietro con un paziente. Non le piaceva viaggiare dietro.

    Rabbrividì al ricordo di quando, da bambina, era rimasta chiusa in un baule mentre giocava con i suoi amici. Da allora continuava a non apprezzare i luoghi angusti e bui. Stare nel vano posteriore dell'ambulanza le ricordava troppo quell'esperienza. Era una di quelle cose che sopportava solo perché amava molto il suo lavoro.

    Sally appoggiò la testa all'indietro e chiuse gli occhi, e subito rivide lo sguardo azzurro di Ross sopra la maschera dell'ossigeno. Aveva conosciuto Ross Lawson subito dopo essersi trasferita ad Austin e avere iniziato a lavorare per l'Austin Medical Emergency Service, la cui sede ospitava anche i vigili del fuoco. Come paramedico specializzato, era stata assegnata alla stazione dodici, una delle più operative delle quarantotto di Austin. Casualmente era la stessa dove lavoravano suo fratello e Ross. Già al loro primo incontro si era accorta che tra lei e Ross c'era una sorta di attrazione, e di nuovo l'aveva percepita quella mattina. Ma, proprio come la prima volta, non aveva alcuna intenzione di alimentarla.

    Una relazione, di qualsiasi tipo, non era più una priorità per lei. L'aveva avuta. Il suo breve matrimonio era stato triste e deludente. Adesso non era più sposata e voleva concentrarsi solo sullo studio per poter essere ammessa alla facoltà di Medicina. Era stato il suo sogno prima di sposarsi, e lo era ancora. Frequentare qualcuno sarebbe stata solo un'inutile distrazione, e inoltre non era più disposta a rinunciare a nulla per un uomo. Voleva dedicarsi solo a ciò che contava veramente per lei.

    L'ambulanza fece retromarcia, accompagnata dal classico bip bip che le fece capire anche senza guardare che erano rientrati alla stazione dei pompieri.

    Le piaceva quel posto. Era una versione moderna dell'edificio tradizionale, con la facciata in mattoni rossi e le porte ad arco composte da ampie lastre di vetro. Un cane dalmata di ceramica se ne stava seduto all'ingresso, simbolo del corpo dei vigili del fuoco. Questi occupavano un'ala dell'edificio, la squadra di emergenza occupava l'altra e disponevano di una cucina, di una piccola palestra e di una saletta tv in condivisione. L'ambiente era molto familiare.

    James aveva parcheggiato nella piazzola vicino all'ala dell'edificio assegnata alla squadra medica. Le altre due piazzole erano riservate all'autopompa e agli altri mezzi di soccorso dei pompieri.

    Sally iniziò i lavori di routine che doveva sempre svolgere al rientro di una missione. Prima di ripulire l'ambulanza e andare a casa, avrebbe dovuto rifornirla del materiale che avevano usato e scrivere il rapporto di servizio. L'ambulanza doveva essere sempre pronta. Capitava spesso che, appena finito un intervento, li richiamassero.

    «Ciao, Piccolina.»

    Lei mugugnò e si voltò verso Kody. «Ti ho già detto di non chiamarmi così» sussurrò. «Soprattutto, non qui.»

    Lui la guardò con aria contrita. «Scusa, avevo dimenticato.»

    «Cosa ci fai qui?»

    «Mi sono scordato una cosa in spogliatoio e sono dovuto passare a prenderla. Non sono di turno fino a domani.»

    Sally sorrise. Era contenta di vedere il fratello maggiore, anche se solo per pochi minuti. Era un bravo ragazzo e le voleva bene. Qualche volta fin troppo, dato che tendeva a essere iperprotettivo. Però, quando aveva avuto bisogno di reinventarsi la vita, Kody le era stato vicino e lei gliene sarebbe stata per sempre grata.

    «Ho saputo che Ross è l'eroe del giorno» commentò eccitato.

    «Puoi ben dirlo.» L'aveva fatta morire di paura.

    «Non sei d'accordo?»

    Sally andò verso il magazzino. «Ha rischiato di morire.»

    «Sa quello che fa. Non conosco un vigile del fuoco migliore di lui» replicò Kody.

    «È entrato in un magazzino in fiamme!» Sally fu sorpresa di sentire la propria voce alzarsi di tono e caricarsi di emozione.

    «Sono certo che avrai visto di peggio. Perché ti turba tanto?»

    «Non sono turbata, ma ha corso un grosso rischio. Per un attimo ho creduto di dover soccorrere due persone, non una. Ha inalato parecchio fumo.» Prese due maschere per ossigeno dal ripiano.

    «Come sta?» chiese Kody, adesso sinceramente preoccupato.

    «È in ospedale, ma lo dimetteranno presto. Quando sono venuta via gli stavano facendo alcuni esami.»

    «Spera in una promozione, per cui credo che a questo punto gliela daranno. Ci vediamo.»

    «Ciao.» Lei tornò all'ambulanza con le braccia cariche. Non aveva alcun interesse per le ambizioni di Ross, eppure non era

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