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Un bacio per cambiare: Harmony Bianca
Un bacio per cambiare: Harmony Bianca
Un bacio per cambiare: Harmony Bianca
E-book183 pagine2 ore

Un bacio per cambiare: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Cambio vita 1/2
Due pediatre si scambiano lavoro e città, e trovano finalmente l'amore.
Per affrontare il dolore che le ha causato il tradimento del suo defunto marito, la dottoressa Georgie Jones ha bisogno di rivoluzionare la propria vita... e cosa c'è di più radicale che scambiarla con quella di un'altra persona? Detto, fatto. Georgie si trasferisce a Edimburgo, a casa della collega Clara, che a sua volta prenderà il suo posto a Londra. Quello che Clara però non le aveva detto era che avrebbe dovuto dividere l'abitazione con il suo migliore amico, lo splendido consulente Ryan McGregor.

Georgie era stata categorica, niente più uomini! Basta un singolo bacio con Ryan per cambiare ogni cosa... Ora, però, saprà lasciarsi guidare dal proprio cuore?
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2021
ISBN9788830528437
Un bacio per cambiare: Harmony Bianca
Autore

Kate Hardy

Autrice inglese, consulta spesso riviste scientifiche per verificare i dettagli tecnici dei suoi romanzi.

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    Anteprima del libro

    Un bacio per cambiare - Kate Hardy

    successivo.

    Prologo

    Era da una settimana che Georgie visitava segretamente il sito Internet.

    Scambio di lavoro.

    L'idea era quella di scambiare il proprio lavoro e la propria abitazione con un estraneo per un periodo stabilito di sei mesi e poiché già numerosi enti ospedalieri in tutto il paese avevano aderito all'iniziativa non le restava che trovare la persona adatta. Qualcuno che svolgesse il suo stesso lavoro, con la sua stessa specializzazione, che desiderasse fare un'esperienza di vita in un posto diverso per crescere professionalmente.

    Sarebbe stata una fuga? O più semplicemente ciò che le serviva per ricominciare?

    Joshua ci sarebbe rimasto sicuramente male. Suo fratello maggiore era vedovo e contava molto su di lei per accudire sua figlia Hannah e poi Georgie era molto legata sia a lui sia alla nipotina per la quale stravedeva letteralmente e non avrebbe mai voluto abbandonarli.

    Tuttavia, ormai da un anno, Londra era diventata una prigione per lei e non ne poteva più di venire additata come la povera Georgie, la giovane vedova ventinovenne tanto coraggiosa. La povera Georgie il cui eroico marito Charlie, medico delle grandi emergenze, era rimasto ucciso nel tentativo di salvare un terremotato. Povera Georgie...

    Se solo la gente avesse saputo la verità su Charlie... Ma con che coraggio avrebbe potuto dissipare la loro illusione? La sua famiglia e i suoi amici non se lo meritavano. Era giusto che piangessero l'uomo che avevano amato senza che ne venisse svelato il lato oscuro. Fino a quel momento era riuscita a non rivelare i segreti di Charlie, proteggendo così anche se stessa, ma sentiva che sarebbe esplosa se al più presto non si fosse lasciata alle spalle i ricordi e tutta quella compassione.

    Quel giorno avrebbe cercato di nuovo nel sito qualcuno di compatibile. Se non avesse trovato nulla, l'avrebbe preso come un segno del destino e sarebbe rimasta dov'era, provando a smettere di essere patetica e ad andare avanti con la sua vita, ma se fosse saltata fuori la persona giusta, allora sarebbe partita.

    Cominciò a inserire i dati.

    Luogo di provenienza: ovest di Londra.

    Occupazione: pediatria.

    Destinazione richiesta: ovunque.

    Certo, ovunque significava proprio da qualsiasi parte e, anche se effettivamente intendeva lasciare Londra, non avrebbe voluto finire in un luogo sperduto e fuori dal mondo. Magari non sarebbe stato male al mare...

    No. Avrebbe potuto scappare al mare dai suoi genitori ogni volta che l'avesse voluto, ma non l'aveva mai fatto. Quello doveva essere davvero un nuovo inizio. Scrollò il capo e cliccò sull'opzione «ovunque».

    Disponibilità: immediata.

    Poi cliccò su Trova il tuo corrispondente.

    Il sistema iniziò a girare. E a girare...

    Evidentemente non c'era un corrispondente per lei, a meno che il sito fosse in down. Georgie era sul punto di lasciar perdere e chiudere, quando tutt'a un tratto la pagina sul monitor cambiò.

    Un corrispondente trovato.

    Lei cliccò subito sul risultato. Edimburgo? Non era mai stata a Edimburgo.

    Sapeva solo che era la capitale della Scozia e che c'erano un castello, un famoso Festival internazionale della musica e del teatro e che vi si svolgeva lo straordinario Hogmanay party, la festa di fine anno.

    Aveva trovato qualcuno. Era il segno del destino che aveva auspicato.

    Cliccò «connettiti» e scrisse un breve messaggio per il suo corrispondente, cercando di descrivere al meglio il suo lavoro a Londra e in effetti tutto ciò che scrisse era vero. Il Royal Hampstead Free Hospital era un ottimo luogo di lavoro, i colleghi in pediatria erano simpatici e cordiali e il suo appartamento al Canary Wharf con il balconcino e la porta finestra affacciati sul Tamigi era confortevole e a pochi passi dalla fermata della metropolitana.

    Tutto considerato, era chiaro che chiunque avesse letto si sarebbe chiesto perché desiderasse andarsene. Cosa nascondeva? Cosa c'era dietro quella vita apparentemente perfetta?

    La verità non l'avrebbe raccontata ad alcuno, men che meno a un perfetto estraneo, e perciò nello spazio in cui le veniva richiesto di motivare la sua scelta di scambiare lavoro, non potendo inserire «motivi personali» perché sarebbe stato troppo vago, optò per una versione semplificata della verità.

    Sono vedova da quasi un anno e ho bisogno di ricominciare da capo, lontano dalla compassione da cui ora mi sento accerchiata.

    Se la gente avesse saputo tutta la verità, l'avrebbe compatita ancora di più. Charlie la tradiva da diversi mesi con Trisha e per di più lei, che era rimasta uccisa con lui sotto la frana, era incinta di suo figlio.

    Georgie non voleva assolutamente che nessuno, ma proprio nessuno, sapesse di Trisha e del bambino.

    Rilesse ciò che aveva scritto e dopo aver fissato per un istante le parole tirò un respiro profondo e premette il tasto di invio.

    Non era detto che lo scambio andasse a buon fine perché magari l'altro pediatra non aveva voglia di abitare in quella zona di Londra o forse aveva già cambiato idea riguardo lo scambio. Intanto, però, lei aveva fatto la prima mossa. Se non fosse andata bene, avrebbe sempre potuto riprovarci e sarebbe stato tutto più facile. E per la prima volta da quando aveva saputo la verità su suo marito, Georgie smise di sentirsi come se tutto il peso del mondo gravasse sulle sue spalle.

    1

    Due settimane dopo

    Georgie non riusciva ancora a credere che tutto fosse avvenuto così in fretta. Clara Connolly era stata felice di scambiare il posto nel reparto di pediatria del St Christopher's Hospital di Edimburgo con il suo al Royal Hamstead Free Hospital di Londra e anche lei non vedeva l'ora di trasferirsi.

    Perfetto.

    La cosa più difficile era stata dirlo a Joshua. Come aveva previsto suo fratello ci era rimasto male e l'aveva accusata di piantarlo in asso proprio quando lui e Hannah avevano più bisogno di lei e così Georgie era stata costretta a spiegargli il vero motivo per cui aveva bisogno di andare via e a svelargli la verità su Charlie e il suo tradimento. Joshua era rimasto sconvolto e addolorato al pensiero che si fosse tenuta tutto dentro per così tanto tempo e si era sentito in colpa per non avere capito la difficoltà della sorella, ma avevano parlato, lui le aveva promesso che non avrebbe rivelato a nessuno il suo segreto e così si erano chiariti e lei era partita verso il Nord con la sua benedizione.

    Tuttavia, l'aveva innervosita l'insistenza di suo fratello perché gli mandasse un messaggio ogni volta che si fermava a una stazione di servizio per una sosta. Perché le stava così addosso? Effettivamente a Londra non le capitava spesso di guidare e, a dire il vero, non aveva neanche l'auto, ma era assolutamente in grado di affrontare le sette ore di guida che separavano Londra da Edimburgo e poi il viaggio le stava piacendo. Aveva noleggiato una Mini decappottabile arancione per due settimane, riservandosi al suo arrivo di decidere se acquistare un'auto o prolungare il noleggio. Era una bella giornata autunnale e guidare in autostrada con il tetto abbassato e la musica a palla della sua playlist era la cosa più divertente che faceva da parecchi mesi. Ogni paio d'ore si fermava in una stazione di servizio per sgranchirsi le gambe, bere un caffè e rassicurare Joshua con un messaggio.

    Il navigatore funzionava perfettamente, anche se in autostrada non sarebbe stato necessario, visto che era abbastanza chiaro che doveva continuare sulla M1 fino in Scozia. Il cottage di Clara si trovava in un paese alla periferia di Edimburgo, a circa mezz'ora d'auto dall'ospedale, e anche se Georgie era sicura che avrebbe potuto fare la spesa in paese al suo arrivo, durante l'ultima sosta comprò pane, latte e caffè per potersi organizzare uno spuntino appena arrivata.

    Edimburgo.

    La sua nuova vita.

    Libertà.

    Avrebbe continuato a svolgere il lavoro che amava e cercato di rendersi utile, ma non avrebbe più dovuto fingere. E nel caso in cui il fantasma di Charlie fosse stato in ascolto, disse all'impianto audio dell'auto di fare partire I'm on my way dei Proclaimers e iniziò a cantarla con loro a squarciagola. Finalmente si lasciava alle spalle lo struggimento di Londra e nulla avrebbe potuto impedirle di godersi la sua nuova vita a Edimburgo.

    Di essere felice.

    Un'ora dopo dovette cambiare idea.

    La pioggia insistente la costrinse a chiudere il tetto dell'auto e ad affrontare l'oscurità, scesa almeno un'ora prima che a Londra. La strada stretta e piena di curve non era illuminata dai lampioni e così dovette fare affidamento solo sui fari dell'auto mentre procedeva con estrema cautela e lentezza. Il navigatore non sembrava avere la più pallida idea di dove si trovasse e non faceva che ripeterle «potresti aver raggiunto la tua destinazione» anche se era ovvio che si sbagliava. Aveva già fatto inversione di marcia due volte.

    Clara le aveva spiegato che il cottage era alla periferia del paese. Evidentemente il concetto di periferia di Clara differiva da quello di Georgie. E forse anche quello di paese: un pub, una chiesa, una scuola, una specie di cascina ristrutturata con uno spaccio e un parcheggio, cioè dove si trovava in quel momento per cercare di orientarsi. Che razza di paese era quello?

    Erano le sette di sabato sera ed era tutto chiuso, perfino il pub, cosa assolutamente inconcepibile per lei, perciò non sapeva neanche a chi chiedere informazioni. A Londra i negozi aprivano all'alba e chiudevano dopo mezzanotte. Significava che se fosse rimasta senza latte avrebbe dovuto farsi mezz'ora d'auto per andare a comprarlo?

    Lesse l'insegna dello spaccio e vide che vendeva frutta, verdura, latticini e carne. C'erano anche una panetteria, un bar e un angolo per la vendita di prodotti artigianali e articoli da regalo. Il tutto condensato in una vecchia cascina nel bel mezzo del nulla.

    Tutt'a un tratto cominciò a temere di aver commesso un grosso errore ad accettare quello scambio. Il sabato doveva essere una giornata di relax, non una faticaccia. Per fortuna aveva fatto la spesa alla stazione di servizio. Non appena fosse riuscita ad arrivare a casa, avrebbe messo il bollitore sul fuoco e si sarebbe preparata un bel caffè doppio. Magari anche triplo.

    Okay. Avrebbe fatto un ultimo tentativo di trovare il cottage e se avesse di nuovo fallito avrebbe chiamato Clara.

    Imboccò per la terza volta la stradina molto lentamente e scorse, o credette di scorgere, una flebile luce. Forse c'era qualcuno? Rallentò ulteriormente e a un certo punto vide un'apertura che portava in un cortile ed entrò. C'era già parcheggiato un grosso fuoristrada, per cui era abbastanza ovvio che non poteva essere il cottage di Clara, ma se non altro qualcuno avrebbe potuto spiegarle come raggiungere l'Hayloft Cottage.

    Si fermò accanto all'altra auto e scese per andare a bussare alla porta.

    Nessuna risposta.

    Solo un profondo latrato. Perciò era sempre più evidente che quello non poteva essere il cottage di Clara, perché lei non le aveva parlato di un cane. Doveva essere la casa di un vicino e si augurò che fosse cortese e amichevole. A Londra capitava di rado di incontrare i propri vicini. Chissà se lì sarebbe stato diverso?

    Bussò di nuovo. Ancora latrati, ma questa volta un attimo dopo aprì la porta un uomo dall'espressione alquanto scocciata e con solo un telo di spugna intorno ai fianchi.

    Lei rimase a bocca aperta.

    L'uomo aveva la carnagione molto chiara, gli occhi grigi, un velo di barba e i capelli un po' lunghi. Notò anche una leggera peluria sul petto e gli addominali perfettamente scolpiti. Avrebbe potuto tranquillamente essere il protagonista maschile di un film d'azione. Era la prima volta dopo Charlie che le capitava di restare così incantata davanti a un uomo e capì di dovere stare attenta. Era pericoloso.

    «Cosa vuole?» le chiese lui senza preamboli.

    Oh, mio Dio. Aveva perfino quell'adorabile accento scozzese. Quello che la faceva sciogliere in brodo di giuggiole.

    E le sue cellule cerebrali vennero temporaneamente distratte dal lungo viaggio per concentrarsi su quell'inattesa sensualità invece che sulla soluzione del suo problema. Cosa le prendeva? Probabilmente quel tizio stava pensando che era una specie di cretina senza il dono della parola.

    «Io... Scusi per il disturbo» riuscì a dire alla fine, irritata con se stessa per essere così patetica. «Mi sono persa. Il navigatore insiste a dire che ho raggiunto la mia destinazione e poiché sono in auto dalle nove di stamattina sono esausta. Mi sa dire dove posso trovare l'Hayloft Cottage

    «L'Hayloft Cottage» ripeté lui e dalle sue spalle giunse un altro latrato. «Zitta, Truffle, va tutto bene» disse l'uomo voltandosi verso il cane.

    Scrollava il capo perché non aveva mai sentito parlare del cottage? Oppure era come nel Norfolk, dove abitavano i suoi genitori e dove i luoghi avevano un nome ufficiale ma tutti li chiamavano in modo diverso? «La casa di Clara Connolly» aggiunse, sperando di aiutarlo a capire.

    «Lei è...»

    «Georgina Jones... Ma tutti mi chiamano Georgie.»

    «Doveva arrivare domani.»

    Non capiva. «Domani?» chiese confusa.

    «Per lo scambio. Clara mi ha detto che sarebbe arrivata domani.»

    «Conosce Clara?»

    «Già.»

    Improvvisamente ebbe un'illuminazione. Conosceva Clara. Sapeva che lei doveva arrivare. Perciò era quello l'Hayloft Cottage. «Lei è l'amico di Clara? Mi ha accennato qualcosa...»

    Adesso che sapeva chi era perché non la faceva entrare e non le offriva una tazza di caffè per scaldarsi?

    Lei si rese conto di aver parlato a voce alta quando l'uomo si passò una mano tra i capelli. «Sì, certo, si accomodi. Mi scusi, stavo facendo la doccia.» La salvietta per poco non gli scivolò

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