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Matrimonio con il capo (eLit)
Matrimonio con il capo (eLit)
Matrimonio con il capo (eLit)
E-book177 pagine2 ore

Matrimonio con il capo (eLit)

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Info su questo ebook

I vigneti di Calanetti 2
È parecchio tempo che Angelo Amatucci non ritorna in Toscana, ma quando un'emergenza familiare lo richiama a Monte Calanetti, non può tirarsi indietro. Tuttavia assentarsi dalla sua prestigiosa agenzia pubblicitaria non è facile, visto che è sommerso dal lavoro. L'unica possibilità è quella di farsi accompagnare da Kayla Hill, la sua efficiente assistente. Immerso nei luoghi dell'infanzia, Angelo si trasforma e Kayla è colpita da questo nuovo lato del suo carattere. Mentre lavorano insieme per convincere un futuro re a sposarsi proprio a Monte Calanetti, lei comincia a chiedersi come sarebbe essere la moglie del suo affascinante capo.
LinguaItaliano
Data di uscita1 lug 2021
ISBN9788830530355
Matrimonio con il capo (eLit)

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    Anteprima del libro

    Matrimonio con il capo (eLit) - Jennifer Faye

    1

    «Posso annusarla?»

    Kayla Hill sbagliò a digitare sulla tastiera del computer. Di sicuro non aveva sentito correttamente le parole del suo capo... il suo serissimo e sexy capo. «Scusi, che cosa ha detto?»

    Il viso abbronzato di Angelo Amatucci mostrò delle sottili rughe, come se l'uomo fosse assorto nei suoi pensieri. «Indossa un profumo?»

    «Uhm... sì.»

    «Bene. Sarà di aiuto. Posso annusare?»

    Di aiuto? Per che cosa? La ragazza rinunciò a rispondere alla e-mail e rivolse tutta l'attenzione al suo capo che, nel frattempo, si era avvicinato. Il suo profumo forse lo disturbava? Sperava che non fosse così... lo aveva sempre portato. Se al signor Amatucci non piaceva o se fosse stato allergico, probabilmente lo avrebbe fatto presente prima.

    «Mi dispiace, non capisco...»

    «Ho appena finito di parlare con Victoria Van Holsen, proprietaria della Moonshadows Cosmetics. Ha deciso che l'ultima campagna che abbiamo messo a punto per il suo profumo, anche se faticosamente approvata a ogni passo, non le piace.»

    «Non le piace?» Kayla non riuscì a trattenere lo stupore dalla propria voce.

    Un muscolo sulla mascella del suo capo si contrasse. «Insiste per avere una nuova proposta.»

    «Ma si tratta della campagna pubblicitaria di Natale. Dovrebbe già essere tutto finalizzato, giacché siamo già a marzo.» Accorgendosi che si stava rivolgendo a un uomo con molta più esperienza di lei, la ragazza strinse le labbra, mettendo a tacere i propri pensieri sconclusionati.

    «Ora che sono trapelate informazioni sulla campagna pubblicitaria del suo concorrente, vuole qualcosa di più incisivo... qualcosa che diventi virale.»

    «Pensavo che la nostra campagna fosse unica. Mi piace davvero molto» ammise Kayla, sincera.

    «Il fatto è che Victoria Van Holsen è uno dei nostri clienti più importanti. Il nostro dovere è di renderla felice.»

    Era il motto della loro azienda: le necessità del cliente devono essere sempre al primo posto. Se Kayla voleva fare carriera e lasciare l'incarico temporaneo di assistente personale dell'amministratore delegato della Amatucci & Associates, non poteva dimenticare che i clienti hanno sempre ragione.

    «Come posso essere di aiuto?»

    «Si alzi in piedi.»

    Il volto dell'uomo era privo di emozioni, e non lasciava trapelare i suoi pensieri.

    Kayla obbedì, il cuore in gola. Quando lui si fermò dietro di lei, le venne la pelle d'oca e chiuse gli occhi con un sospiro.

    L'uomo non la sfiorò nemmeno, ma la ragazza lo sentì vicino al collo. Se quella strana richiesta fosse stata fatta da qualsiasi altro collega, avrebbe pensato a un tentativo di flirt, ma l'espressione indifferente del signor Amatucci non dava adito a dubbi.

    «Si sente poco» commentò lui, con cipiglio.

    «Forse qui si sente di più» ribatté lei, sollevando la manica della giacca blu e porgendogli il polso.

    La mano dell'uomo era calda e le dita gentili, quando le afferrò il polso e lo avvicinò al viso. Il cuore della ragazza riprese a cavalcare selvaggiamente, anche se lei avrebbe preferito che non fosse così. Dopo tutto, Angelo Amatucci era il suo capo, l'uomo che stringeva tra le mani le sue aspirazioni di carriera. Un uomo troppo serio, per lei.

    Eppure, non poteva non rimanere affascinata dai capelli scuri striati d'argento sulle tempie, che incorniciavano un volto davvero bello, né dai suoi occhi ipnotici. Era un miracolo che qualche donna non lo avesse già catturato... Non che Kayla avesse intenzione di farlo.

    Era scampata appena in tempo alla schiavitù del matrimonio con un ragazzo davvero carino, approvato perfino dai suoi genitori. Anche se la rottura era stata difficile, era stata la decisione giusta per entrambi. Steven aveva sempre voluto una moglie tradizionale, che si accontentasse di cucinare, pulire e crescere una famiglia numerosa. Non che ci fosse qualcosa di sbagliato in quella visione. Semplicemente non era quello che lei immaginava per il suo futuro. Aveva sempre desiderato andarsene dal piccolo paese dove era cresciuta e fare carriera a New York.

    Quando il signor Amatucci le liberò il braccio, Kayla sentì ancora il calore delle sue dita sulla pelle e il sangue prese a scorrere velocemente nelle vene. Non aveva idea del perché di quella reazione. Non aveva intenzione di mettere in pericolo la carriera per una ridicola cotta per il suo capo. Soprattutto dal momento che era chiaro che lui non provasse nulla per lei.

    «È l'unico profumo che porta?»

    «Sì. È il mio preferito.»

    «Potrei convincerla a sceglierne un altro?»

    La stava usando come test di mercato? Interessante. Avrebbe potuto rispondere ciò che lui avrebbe voluto sentire, ma come lo avrebbe aiutato questo a sviluppare una nuova strategia di marketing? Decise di correre il rischio di dargli una risposta sincera.

    «Perché dovrei cambiare profumo, quando utilizzo questo da anni?»

    Angelo si massaggiò il collo, come faceva ogni volta che rifletteva. «Da quanto tempo utilizza questo profumo?»

    «Da quando ero adolescente.» Ricordò quando aveva scelto la bottiglietta a forma di fiore dallo scaffale di un grande magazzino. Era stato pochi giorni prima del suo primo ballo della scuola. Aveva indossato quel profumo in ogni occasione speciale, compreso il primo appuntamento con Steven. Poi il giorno del diploma, e il primo giorno di college. Lo aveva sempre usato per tutti i grandi momenti della sua vita. Anche il giorno che aveva preparato le valigie e si era trasferita a New York in cerca dei suoi sogni.

    «Mi parli.» La voce del signor Amatucci penetrò nei suoi ricordi. «A che cosa sta pensando, in questo momento?»

    Lei lo guardò, esitante. Durante le settimane in cui aveva lavorato con lui, non si erano mai avventurati in un discorso tanto personale. Adesso lui l'avrebbe probabilmente considerata una sciocca o una sentimentale. O entrambe le cose.

    «Pensavo alle volte in cui ho utilizzato questo profumo nella mia vita.»

    «E?»

    «E l'ho sempre portato in ogni evento importante. Il mio primo appuntamento. Il mio primo bacio. Il mio...» lo sguardo tagliente che lui le rivolse la zittì.

    «Quindi, il suo attaccamento a questo profumo va oltre la fragranza in sé. Si tratta di un legame sentimentale?»

    Lei si strinse nelle spalle. «Immagino di sì.»

    Non ci aveva mai pensato. In realtà, non aveva mai riflettuto molto, sul suo profumo.

    «Dunque, potremmo pensare a una campagna pubblicitaria con un approccio più sentimentale e glamour. Grazie a lei abbiamo una nuova strategia.»

    «Sono felice di essere stata di aiuto.»

    L'uomo fece per allontanarsi, poi si fermò e si volse a guardarla. «Era appena stata promossa alla posizione di copywriter, prima di accettare l'incarico temporaneo come mia assistente, vero?»

    Kayla annuì. Quale modo migliore per farsi notare che lavorare direttamente per uno dei più grandi nomi nel settore della pubblicità?

    «Bene. Voglio che scavi nei ricordi e che scriva qualche idea...»

    «Ma non esiste un team creativo, per questo?» La ragazza avrebbe voluto prendersi a calci, per essersi lasciata sfuggire i propri pensieri.

    Il signor Amatucci la fissò, gli occhi ridotti a due fessure. «Sta dicendo che non le interessa lavorare a questo progetto?»

    Prima che lei potesse trovare le parole per esprimere il proprio entusiasmo, il telefono di Angelo squillò e lui si allontanò. Kayla lottò per trattenere l'entusiasmo. Era la sua grande occasione, e aveva intenzione di approfittarne.

    Avrebbe funzionato alla perfezione.

    Ce l'aveva fatta. Era sulla buona strada per realizzare i suoi sogni. Con un po' di pazienza e un duro lavoro, sarebbe diventata una pedina importante all'interno dell'agenzia pubblicitaria esclusiva Amatucci & Associates.

    Le sue dita volarono sulla tastiera, mentre completò la e-mail da inviare al reparto creativo per un'altra campagna pubblicitaria natalizia. Erano solo a marzo, ma, nel mondo del marketing, si lavora con mesi di anticipo. E, con in corso una tempesta di neve fuori stagione, non sembrava affatto stonato lavorare a un progetto per il periodo di Natale.

    Sollevando lo sguardo dal monitor, notò il suo capo parlare al telefono davanti a una parete vetrata affacciata su Manhattan. Trovandosi al ventitreesimo piano, di solito dai loro uffici si godeva un panorama eccezionale sulla città, ma non oggi. Che cosa avrebbe dato lei per trovarsi in un luogo assolato, lontano dalla neve. Dopo mesi di temperature rigide e marciapiedi ghiacciati, desiderava che arrivasse la primavera.

    «Ha iniziato quella lista?» Lo sguardo penetrante del signor Amatucci incontrò il suo.

    Kayla si era così persa nei suoi pensieri che non si era nemmeno accorta che lui avesse concluso la telefonata. «Non ancora. Devo prima terminare una e-mail. Non impiegherò molto.»

    Il signor Amatucci sembrò volerle dire qualcosa ma, proprio in quel momento, suonò di nuovo il suo telefono. Entrambi fissarono l'apparecchio sulla scrivania dell'uomo. Questa volta la suoneria era diversa. Doveva essere la sua linea privata. Da quando Kayla lavorava per lui, non aveva mai suonato.

    Suonò ancora e ancora, ma lui sembrò non voler rispondere.

    «Vuole che risponda io?» si offrì lei.

    «No. Ci penso io.» Angelo raggiunse il telefono e sollevò il ricevitore. «Nico, qual è il problema?»

    Be', era davvero uno strano modo di salutare. Chi risponde al telefono aspettandosi una brutta notizia?

    Kayla lo osservò voltarle le spalle e tornare davanti alla grande vetrata. Smise di fissarlo e riportò l'attenzione allo schermo del computer. Doveva inviare al reparto creativo qualche idea del signor Amatucci per una nuova campagna pubblicitaria di un cliente molto esigente. A essere onesti, tutti i clienti dell'agenzia erano molto esigenti, ma erano anche disposti a sborsare grosse cifre, per vedere le loro campagne pubblicitarie avere successo in tutto il mondo.

    La Amatucci & Associates era una delle agenzie pubblicitarie più ricercate del paese e, forse, del mondo. La qualità del loro lavoro era esemplare.

    «Che cosa? Nico, no!»

    Kayla sollevò lo sguardo, sentendo il tono concitato del suo capo, e concentrò l'attenzione su quell'uomo che, fino ad ora, non aveva mai alzato la voce. Adesso invece stava praticamente urlando.

    «Nico, sei sicuro?»

    Era morto qualcuno? Chi era Nico? Kayla non lo aveva mai sentito nominare... Del resto, quella era la sua linea privata e lei non sapeva nulla sulla vita personale del suo capo. A volte, si era addirittura chiesta se ne avesse una.

    «Marianna non può essere incinta!»

    Incinta? Era lui, il padre? La domanda si formò immediatamente nella mente della ragazza. Una vocina dentro di lei le ripeteva che sarebbe dovuta uscire e lasciare al suo capo la giusta privacy, ma si sentiva in sostanza inchiodata alla sedia. Nessuno avrebbe mai creduto che quell'uomo freddo come il ghiaccio fosse capace di una simile reazione infervorata.

    La domanda fondamentale era: chi era Marianna?

    Angelo Amatucci strinse il ricevitore del telefono fino a far sbiancare le dita. Doveva trattarsi di un incubo e presto si sarebbe svegliato. Aveva lavorato troppo, ultimamente? Forse avrebbe dovuto ascoltare i colleghi e prendere una pausa dal ritmo frenetico della sua vita. Questo avrebbe spiegato perché, pochi istanti prima, quando aveva esaminato il profumo della signorina Hill, era stato tentato di accarezzarle il polso con le dita.

    «Angelo, mi stai ascoltando?» Il tono preoccupato di Nico richiese tutta la sua attenzione. «Che cosa facciamo?»

    Nico era suo fratello, più giovane di quattro anni e, sebbene le loro opinioni fossero diverse praticamente su qualunque cosa, presentavano un fronte unito quando si trattava della loro sorellina Marianna... che non era più così tanto piccola.

    «Deve esserci un'altra spiegazione. Devi aver frainteso. Marianna non può essere incinta. Non ha nemmeno una relazione seria.»

    «So che cosa ho sentito.»

    «Ripetimelo.»

    «Volevo che assaggiasse il vino di quest'anno. Credo sia il migliore che abbiamo mai prodotto. Aspetta di provarlo e...»

    «Nico, dimmi di Marianna.»

    «Sì, be', è molto pallida e giù di corda, da quando è tornata dal suo anno all'estero. Pensavo fosse colpa delle troppe feste cui aveva partecipato...»

    «Maledizione! Non doveva sprecare tutto l'anno in giro a gozzovigliare. È stata mandata in Australia per fare esperienza nei vigneti, in modo che potesse darti una mano. Se avessi saputo che l'avrebbe considerato un anno di vacanza, l'avrei messa a lavorare in un ufficio.»

    Nico sospirò. «Non siamo tutti come te, fratello. Non abbiamo

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