Patto segreto
Di Kathryn Ross
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Info su questo ebook
Callum ha assunto Zoe solo per fare un favore a suo padre. Lei però si rivela una professionista in gamba e la prima donna capace di suscitare il suo interesse dopo la morte della moglie. Dalla scrivania alla camera da letto il passo è breve e la decisione di sposarsi arriva come un fulmine a ciel sereno. Tuttavia dietro la proposta di Callum si nasconde un segreto che potrebbe cambiare tutto.
Kathryn Ross
Americana, viene giustamente considerata uno dei nuovi "talenti" della narrativa rosa targata Harlequin.
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Anteprima del libro
Patto segreto - Kathryn Ross
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Bride By Deception
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2000 Kathryn Ross
Traduzione di Francesca Scibé
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2001 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3053-721-7
Frontespizio. «Patto segreto» di Ross Kathryn1
Callum smise di lasciar vagare lo sguardo sull’orolo- gio dell’elegante atrio dell’albergo, ormai convinto che non avrebbe fatto a tempo a prendere il treno.
«Allora, Francis, ti decidi a firmare questo contratto?» gli chiese nel suo solito tono disinvolto, per dissimulare l’impazienza.
Francis alzò la testa. Nonostante avesse il volto solcato da molte rughe, i suoi occhi azzurri erano penetranti e decisi. «Non avrai fretta, vero, Callum?» gli chiese con la sua cadenza irlandese. «Vorrei riesaminare le clausole.»
«Va bene, se proprio vuoi...» Callum alzò le spalle. C’era una grossa somma di denaro in gioco. Avrebbe preso il treno successivo.
Francis sorrise soddisfatto e chiamò la cameriera. «Potrebbe portarci dell’altro tè, per favore?»
«Certo, signore.» La cameriera rivolse un sorriso a Callum, guardando con ammirazione i capelli neri e il fisico robusto e perfetto, prima di allontanarsi.
«Non riesco a far affari senza una buona tazza di tè» sorrise Francis e si rimise a esaminare il contratto.
Callum sospirò fra sé. Ma che diavolo di gioco stava giocando Francis Bernard? Il contratto era identico a quello che aveva firmato l’anno precedente.
Trattenne un sospiro. La Bernards era una delle catene più importanti di supermercati e la sua azienda aveva bisogno di quel contratto. Doveva armarsi di pazienza.
La cameriera, bionda e molto carina, versò loro il tè rivolgendo sorrisi a Callum.
«Allora, come va la tua fattoria?» gli chiese Francis all’improvviso, mettendo da parte il contratto.
«Bene. Si vivacchia, sai com’è.»
«E sei sempre solo lassù?»
Callum aggrottò la fronte. «Solo? Come sai, ho due figli...»
«Voglio dire, non ti sei risposato?»
Callum scosse la testa.
«Non deve essere facile governare quella vasta proprietà senza nessun aiuto, se poi ci sono anche due bambini a cui badare.»
«Ho una domestica.»
«A tempo pieno?»
«No, a mezza giornata.»
«Allora potresti aver bisogno di qualcun altro?»
«Mi pare che vada bene anche così. Da quando è morta mia moglie, mia madre mi è di grande aiuto.»Pensando a Ellen, Callum guardò di nuovo l’orologio. Se fosse salito sul treno tra un’ora, sarebbe riuscito a prendere i figli a scuola, risparmiando a sua madre quella fatica. Gli era sembrata stanca negli ultimi tempi.
«Che peccato! Se tu fossi disposto ad assumere qualcun altro, qualcuno che potrei raccomandarti, sarei disposto a raddoppiare la cifra di cui si parla in questo contratto» osservò Francis.
«Di che cosa stai parlando, Francis?»
«Si tratta di mia figlia. Vorrei sistemarla.»
Callum sorrise divertito. «Non starai parlando sul serio, vero? Sistemarla? Ti rendi conto che siamo nel duemila, Francis?»
«Non voglio far la parte del padre oppressivo, Callum, ma Sheila è sempre stata una ribelle... Ha ventitré anni, è figlia unica e mi preoccupa molto.»
«Mi dispiace sentirtelo dire, ma non vedo che cosa abbia a che fare con me...»
«Devo allontanarla da Londra» lo interruppe Francis. «Per qualche settimana. Speravo che potessi aiutarmi.»
«Non capisco come potrei venirti in aiuto, e non voglio neppure lasciarmi coinvolgere dai tuoi problemi familiari. Per me va bene il contratto così com’è.»
«Be’, sai, in quanto al contratto, devo pensarci ancora. Dovresti darmi più tempo. Devo sottoporlo ai miei contabili. Mi occorreranno un paio di giorni o anche di settimane.»
«Ma è lo stesso contratto dell’anno scorso. Che cos’è? Un ricatto?»
«No» rispose Francis, «sto solo dicendo che se tu farai un favore a me, io ne farò uno a te.»
Callum strinse le labbra. Si erano conosciuti qualche anno prima a un congresso sulle bio-agricolture e, nonostante la differenza di età, erano diventati amici. Avevano discusso a lungo su quel tipo di agricoltura e sulla vendita al dettaglio, dopo di che Callum aveva ricevuto una quantità di ordinazioni che gli avevano permesso di ammodernare la sua fattoria.
Gli doveva molto, lo ammirava e lo rispettava. Francis era un miliardario che si era fatto da solo, che manteneva con fermezza il controllo del suo impero. Callum sapeva che era un tipo originale, ma questo... questo era veramente ridicolo. «Perché la figlia di un miliardario dovrebbe venire a lavorare come collaboratrice domestica in una fattoria sperduta?»
«Lei non sa che ne avrebbe bisogno e non lo ammetterebbe mai, ma io ho capito che sta cercando qualcosa, qualcosa di vero e di solido che abbia più significato del futile giro di amicizie che adesso frequenta.»
Le labbra di Callum si schiusero in un sorriso ironico. «E preferirebbe trascorrere questi mesi di fine inverno sulle colline della Cumbria piuttosto che veleggiando sul mar dei Caraibi?»
«È già stata ai Caraibi molte volte.»
«Si droga o qualcosa del genere? Non vorrai trasformare la mia fattoria in un centro di riabilitazione, Francis, non accetterei nessuna cifra...»
«No, niente di tutto questo, però c’è una ragione per cui vorrei che lasciasse Londra. A esser precisi si è lasciata coinvolgere da un uomo che non fa per lei.»
«Capisco» disse Callum, «ma non far conto su di me. Io non c’entro. Tua figlia può andare con chi vuole...»
«Matthew Devine è un truffatore e un imbroglione.»
«E tua figlia ha ventitré anni, quindi è in grado di vivere la sua vita e commettere gli errori che vuole.»
«Va bene. Triplico l’offerta del nostro contratto» disse Francis.
Callum sentì indebolirsi le sue resistenze. Quel denaro gli avrebbe veramente fatto comodo.
«Perché tua figlia dovrebbe voler venire in Cumbria a fare la cameriera?» chiese di nuovo.
«Sta attraversando uno dei suoi periodi di ribellione. Niente di nuovo. Non vuole vivere nell’appartamento che le ho comperato, non vuole dedicarsi al lavoro che le ho organizzato e, come ultimo gesto di sfida, si è iscritta in un’agenzia di collocamento. La mandano a compiere lavori strani con contratti a breve scadenza. Sostituisce donne che sono ammalate o in maternità. Non durerà a lungo.»
«Come lo sai?»
«Te l’ho detto, è in uno dei suoi periodi di ribellione. Adesso lavora come chef in un ristorante di Oxford Circus. Penso che sia colpa di quella famosa scuola di perfezionamento che ha frequentato in Svizzera. Nutrivo ben altre speranze per lei! Ha anche lavorato come cameriera nella casa di una rockstar a Chelsea. Lo fa per gioco, poi si annoia, torna a casa e io mi offro di aumentarle ancora il suo appannaggio in modo che possa partire per un altro viaggio.»
A quanto pareva era la classica ragazza viziata.
«Questa volta è diverso. Questa volta non tornerà indietro, per lo meno non lo farà finché non avrà sposato la persona sbagliata. Allora sì che sarò nei pasticci!»
«Io le lascerei fare quello che vuole» disse Callum con fermezza.
«Forse tu lo faresti, ma è la mia unica figlia e le voglio bene. E poi... Callum, non avevo intenzione di dirtelo» Francis sospirò. «Ho scoperto che non mi rimane molto tempo per risolvere questo problema...»
«Che cosa vuoi dire?»
«A esser sinceri, non sto bene di salute. Ti immagini come mi sento sapendo che lascerei mia figlia nelle mani di un uomo come Matthew Devine?» Francis si chinò ansiosamente verso di lui. «Non sopporto questo pensiero. Mi appello a te, Callum, non come socio in affari, ma come amico, da padre a padre. Ti prego, aiutami a risolvere questa situazione.»
Callum lo guardò scioccato. «Ti capisco, Francis.»
«Mi vuoi aiutare?»
«Se tua figlia è così innamorata di quest’uomo, non vorrà lasciare Londra, non ti pare?» osservò.
Francis sorrise. «Il proprietario dell’agenzia per cui lavora, mi deve dei favori, per cui se Sheila vuol rimanervi iscritta, accetterà. E poi si tratta solo di qualche settimana.»
«E nel frattempo tu cercherai di comprare Devine?» chiese Callum.
«Penso che le cose andranno così.» Sfogliò il contratto che giaceva sul tavolo in mezzo a loro. «Che ne dici? Affare fatto?»
Sentendo il rumore di una macchina che scendeva lungo il passo carraio, Callum si avvicinò alla finestra del soggiorno. Il sole che stava calando tingeva di rosa le colline e parte della valle. Una macchina sportiva, rossa si fermò davanti alla casa.
«È lei, papà?» chiese Alice in tono ansioso.
«Credo di sì.» Subito dopo vide apparire un paio di gambe lunghe e snelle. Il tailleur pantalone doveva essere di sartoria e non avrebbe mancato di far colpo in una strada di Kensington, ma era completamente fuori luogo alla fattoria.
Notò i lunghi capelli biondo miele, raccolti in una treccia alla francese. Doveva aver trascorso tutta la mattina dal parrucchiere, si disse. Proprio quello che ci voleva, pensò disgustato.
Rimpianse di aver accettato la proposta di Francis Bernard. Al diavolo i soldi in più!
Sempre più incredulo, la osservò scaricare una serie di valigie firmate dal baule della macchina. Accidenti, pensò sempre più preoccupato, Francis doveva averlo preso in giro! Non era possibile che quella donna fosse venuta lì con l’intenzione di lavorare. Probabilmente pensava di vivere un’esperienza di vacanza diversa da quelle a cui era abituata.
Doveva dirle di andarsene. Avrebbe telefonato a Francis e si sarebbe scusato. Poi ricordò quanto fosse preoccupato e ci ripensò.
«Papà?» Alice lo tirò per una manica. «Tirami su, voglio vedere.»
Callum abbassò lo sguardo sulla bambina, che aveva cinque anni, e notò distrattamente che aveva il grembiule a rovescio. Ellen doveva aver avuto molta fretta quando le aveva tolto quello che indossava a scuola.
«È carina? Assomiglia a Mary Poppins?» chiese la piccola sgranando gli occhioni azzurri.
«Non proprio, cara» rispose lui con un sorriso, sollevandola tra le braccia.
«Non capisco perché Alice sia così eccitata» brontolò Kyle sdraiato davanti alla TV. «Abbiamo già nonna Ellen e Millie, non ci serve nessun altro.»
«La nonna ha bisogno di un po’ di riposo» disse. Quelle parole non erano molto lontane dalla verità. Forse se l’era solo immaginato, ma Ellen gli era sembrata sollevata quando le aveva detto che avrebbero avuto un aiuto in più per qualche settimana.
Sussultarono tutti e tre al suono del campanello. «Su, Kyle, spegni la televisione. «Voglio che ti comporti bene con la nostra ospite.»
Kyle ignorò le sue parole.
Sheila batté i piedi seccata. Si gelava lì fuori. Comunque dimenticò subito il freddo quando la porta si spalancò di colpo e si trovò davanti a un uomo di una bellezza eccezionale.
Portava jeans e un maglione beige col collo alto e doveva avere trentatré o trentaquattro anni.
Alto, robusto, con occhi e capelli neri, possedeva