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In vacanza con il capo: Harmony Jolly
In vacanza con il capo: Harmony Jolly
In vacanza con il capo: Harmony Jolly
E-book153 pagine1 ora

In vacanza con il capo: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

IL MIO DOLCE CAPO - Vol. 1/2 -

Stacey Williams ha un solo desiderio: poter girare il mondo. Ma non si può viaggiare senza soldi, giusto? L'idea è quella di aprire un'agenzia di babysitter che si occupi dei bambini mentre i genitori si godono le vacanze. Tutto fila per il meglio sino a quando Stacey non diventa la tata di due adorabili gemellini, che di adorabile hanno anche il loro padre single, il tenebroso Luis Aldivista. Meta della vacanza la costa francese al confine con la Spagna. Spiagge assolate, tramonti mozzafiato... Innamorarsi del proprio capo? Un gioco da ragazzi.
LinguaItaliano
Data di uscita9 feb 2018
ISBN9788858977859
In vacanza con il capo: Harmony Jolly
Autore

Barbara McMahon

Originaria della California, adora il panorama della Sierra Nevada che gode dalla sua casa.

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    Anteprima del libro

    In vacanza con il capo - Barbara McMahon

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Nanny and the Boss’s Twins

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2012 Barbara McMahon

    Traduzione di Raffaella Fontana

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-785-9

    1

    Stacey Williams controllò l’orologio per l’ennesima volta. Mancava ancora qualche minuto all’ora stabilita, ciò nonostante non faceva che scrutare con una certa ansia la folla che andava e veniva. Il terminal dei voli internazionali del JFK era gremito di gente in attesa di imbarcarsi alla volta di destinazioni sparse in tutti i continenti. Aveva il numero di prenotazione, ma non il biglietto. Quello lo possedeva il suo nuovo capo.

    Cercando di individuare Luis Aldivista, il suo sguardo si posava su qualsiasi uomo che fosse accompagnato da due bambini. Pur avendoli incontrati solo il giorno prima ed essendo certa che li avrebbe riconosciuti al volo, passava in rassegna le facce di tutti i presenti. Ci sarebbe stata anche la loro babysitter oppure il cliente si aspettava che lei entrasse in servizio immediatamente? Il loro incontro del giorno precedente era stato per forza di cose breve e tutte le domande che avrebbe voluto porgli le erano venute in mente solo dopo essersene andata.

    Ecco un uomo alto, coi capelli scuri e due bambini... e accompagnato da una donna con un terzo pargoletto in braccio. Per un attimo Stacey avvertì la morsa dell’invidia. Sua sorella era tutta la famiglia che le restava, ma un giorno le sarebbe piaciuto innamorarsi, sposarsi e avere una famiglia tutta sua, con un sacco di bambini. Adorava i bambini – era per questo che aveva scelto quel lavoro – ma occuparsi dei figli degli altri non era la stessa cosa che crescere i propri.

    Il terminal era sempre più affollato. Era l’ora di punta per le partenze del tardo pomeriggio e il JFK era uno degli aeroporti più frequentati, soprattutto all’inizio dell’estate.

    Guardò nuovamente l’ora e quando sollevò la testa, lo sguardo le cadde su un uomo che stava entrando nel terminal con due turbolenti bambini al suo fianco. Un portantino li seguiva spingendo un carrello col bagaglio. L’aspetto di Luis la sorprese nuovamente. Non era certo il tipico uomo latino: i suoi capelli non erano neri come si sarebbe aspettata, bensì di un castano sabbia. Era alto e atletico ma neanche la mandibola pronunciata e le labbra sottili incarnavano l’immagine tipica dello spagnolo caliente. Aveva sempre pensato agli spagnoli come a dei meravigliosi amanti, sempre pronti a sussurrare parole infuocate nell’orecchio della loro donna, parole capaci di farla sentire unica.

    Luis non assomigliava neanche un po’ a quello che si era immaginata.

    Lui si guardò intorno, la avvistò e disse qualcosa ai bambini, che si voltarono a guardarlo allo stesso tempo. La loro espressione la fece sorridere. Quando li aveva incontrati il giorno prima si era chiesta come avrebbe fatto a distinguerli. Erano identici... eccetto per le personalità: Juan era molto più estroverso del fratello Pablo.

    Si avvicinò al gruppetto tirandosi dietro il trolley, con il bagaglio a mano a tracolla.

    «Signor Aldivista» lo salutò Stacey quando lui fu abbastanza vicino.

    Lui la guardò. «Puntualissima, vedo.»

    Stacey annuì e guardò i bambini con un sorriso. I due erano incollati alle gambe del padre e la guardavano con diffidenza.

    «Ragazzi, salutate la signorina Williams.»

    «Non voglio andare in Spagna» si lagnò uno dei piccoli.

    «Non ho bisogno di una babysitter» protestò l’altro, guardandola in cagnesco. La sua espressione rifletteva quella del padre. Stacey sapeva che sarebbero stati difficili da gestire. Le era bastato il breve incontro del giorno precedente per capirlo, ma era pronta a raccogliere la sfida. O almeno era quello che sperava.

    Quando si era presentata al colloquio, come prima cosa il signor Aldivista aveva commentato che era troppo giovane per occuparsi dei suoi figli. Persino durante quel breve viaggio in Spagna. Per un attimo Stacey aveva temuto che non la assumesse, ma mancava così poco alla partenza che non aveva avuto scelta.

    Per convincerlo gli aveva sciorinato con dovizia di particolari le sue credenziali e la sua formazione: si era laureata in pedagogia con una specializzazione in educazione della prima infanzia, in seguito aveva studiato alla prestigiosa scuola della signora Pritchard, da cui uscivano le migliori babysitter del Paese. Del resto Luis lo sapeva già, visto che Stephanie, la segretaria dell’agenzia, gli aveva già fornito tutte le informazioni necessarie durante la sua visita preliminare.

    Stacey avrebbe dovuto essere abituata a quel solito commento, visto che ormai lo aveva sentito un milione di volte. Un’amica le aveva detto che, col tempo, sarebbe stata ben contenta di apparire più giovane della sua reale età, e poteva anche essere vero, ma per il momento la cosa era oltremodo irritante.

    Luis strinse le labbra. «Smettetela» disse ai bambini, poi guardò Stacey. «Spero che questo viaggio non si riveli una pessima idea. Non siamo nemmeno saliti sull’aereo e questi due monelli stanno già creando un sacco di problemi.»

    «In tal caso lasci che me ne occupi io. Dopotutto è per questo che mi ha assunta» disse gioviale, pur sentendo crescere la tensione. Era tornata a casa il giorno prima da un altro lavoro all’estero e aveva a malapena trovato il tempo per il colloquio. In circostanze normali preferiva trascorrere un po’ più di tempo con i bambini di cui si sarebbe occupata, ma Stacey era una delle due uniche babysitter dell’agenzia che parlavano spagnolo. Non c’era molta scelta: tenere alto l’onore di Vacation Nannies sarebbe toccato a lei, ma Luis Aldivista non era certo l’unico a chiedersi se quel viaggio non fosse stato una pessima idea.

    «Potreste ripetermi i vostri nomi?» chiese ai bambini.

    «Io sono Juan» disse il bimbo sulla sinistra. «E quello è Pablo» proseguì indicando il gemello.

    «Siete contenti di andare in aereo?» chiese.

    «Io non ci voglio andare.»

    «E io non ti voglio. Voglio Hannah» affermò Juan mettendo il broncio. Poi guardò il padre.

    «Hannah non può venire. Ne abbiamo già parlato un sacco di volte. Stacey sarà la vostra babysitter per questa vacanza» disse Luis con una punta di irritazione. «E adesso sbrighiamoci. Dobbiamo ancora passare la sicurezza.»

    Fece un cenno al portantino e si diresse al check-in riservato ai passeggeri di prima classe. Nel giro di pochi minuti tutte le valige, con l’eccezione del suo computer portatile e della borsa a mano di Stacey, furono prese in consegna dall’impiegata della compagnia aerea.

    Con tutto quel trambusto Stacey non ebbe molte occasioni di parlare con i bambini e si disse che avrebbe cercato di familiarizzare con loro all’imbarco. Si era resa conto già dal primo incontro che i due erano molti vivaci, anche se in presenza della babysitter si comportavano in maniera accettabile. In quel momento dovevano essere parecchio destabilizzati da quel cambiamento, si trattava di una reazione del tutto normale.

    Vacation Nannies era stata una sua idea. Lei e sua sorella avevano fondato l’agenzia cinque anni prima. L’idea era fornire personale qualificato alle famiglie che ne avevano bisogno per un periodo di tempo limitato, in genere in vacanza. Savannah era ancora all’università quando avevano definito i dettagli del progetto e dopo un solo anno di attività, si erano rese conto che l’idea funzionava persino meglio di quanto si sarebbero aspettate, così avevano coinvolto altre babysitter altamente qualificate e nel giro di due anni avevano affittato l’ufficio e assunto Stephanie per ricevere le prenotazioni e coordinare ogni cosa tra clienti e babysitter. Ormai erano una dozzina le ragazze che lavoravano per loro. La loro reputazione non faceva che migliorare e le richieste talvolta erano più elevate della loro capacità di farvi fronte.

    Diede un’occhiata ai bambini, sempre incollati al padre. Non erano certo educati, dolci e affettuosi come quelli con cui aveva avuto a che fare durante l’ultimo incarico. Non facevano che lamentarsi e bisticciare tra di loro.

    Una volta superata la security, Luis si fermò un attimo e la guardò. «Devo fare una telefonata. Le dispiacerebbe occuparsi dei bambini? Ci vediamo prima dell’imbarco.»

    Be’, pareva che fosse appena stata abbandonata a se stessa in quel non facile compito. Annuì e prese i bambini per mano. Non ci pensava nemmeno di lasciarli correre a destra e a sinistra.

    «Non voglio andare con te» disse Juan. O era Pablo? No, no, era proprio Juan. Doveva trovare un modo per distinguerli.

    «Vostro padre ci raggiungerà tra pochissimo. Forza, andiamo a cercare il gate.»

    «Non voglio andare in Spagna» intervenne Pablo.

    «Io non ci sono mai stata, e tu?» disse sperando di riuscire ad ammorbidire la posizione del piccolo.

    «Voglio Hannah.»

    «Hannah è in vacanza» spiegò Stacey. La babysitter dei gemelli si era rifiutata di accompagnarli in Spagna con la scusa della sua paura di volare, ma Stacey iniziava a chiedersi se non fosse perché aveva bisogno di un paio di settimane di ossigeno, lontano da quelle piccole pesti.

    «È lei la nostra babysitter, non tu.»

    «Voglio andare in vacanza con lei» aggiunse Juan.

    «La vostra bisnonna vi aspetta, Hannah invece è andata a trovare la sua famiglia. E io mi occuperò di voi durante questa vacanza.»

    Stacey era certa che i due si sarebbero dimostrati dei bambini adorabili, sempre che fosse riuscita a superare quella prima barriera di rifiuto.

    Trovò il gate e si sedette in mezzo ai bambini, in attesa del ritorno del padre. A dispetto delle remore del giorno prima, non aveva esitato ad affidarle fin da subito i figli. Non era preoccupato neanche un po’ di come sarebbe andata? O era forse il tipico stacanovista troppo preso dal lavoro per interessarsi davvero ai figli?

    Luis Aldivista stette a sentire il responsabile delle vendite che lo mise al corrente delle contrattazioni in corso. Qualche anno prima aveva messo a punto un software medico che permetteva agli ambulatori di comunicare direttamente con gli ospedali affiliati. All’inizio avevano venduto sulla costa est e nel Midwest, ma adesso stavano cominciando a lavorare anche con la West Coast e Luis voleva conoscere gli ultimi sviluppi.

    Era importante. Se solo avesse potuto convincere sua nonna della cosa. Ma l’invito era stato un ordine, non meno imperioso perché espresso in maniera cordiale. E visto che doveva moltissimo a quella donna non poteva dirle di no. Anche se lei era andata a trovarli in diverse occasioni per conoscere i gemelli, era la prima volta che gli chiedeva di tornare in Spagna da dopo la nascita dei bambini, che quindi non erano mai stati nel posto che per lui sarebbe per sempre stata casa sua.

    Nondimeno il tempismo era pessimo.

    Finito di parlare con Jerry, si fece passare il dipartimento ricerca e sviluppo in modo da essere messo al corrente sull’ultima versione del software che sarebbe stata lanciata sul mercato di lì a sei settimane. Luis esigeva una relazione quotidiana.

    Aveva lasciato l’ufficio solo quattro ore prima. Controllò l’ora. L’aereo sarebbe

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