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Bella e caliente
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E-book151 pagine2 ore

Bella e caliente

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Info su questo ebook

Cal non riesce a credere ai propri occhi quando si trova sulla soglia di casa la seducente messicana Bella Fernandez, risposta ideale alle sue preghiere. Dopo essere rimasto solo, Cal ha infatti bisogno di una babysitter per la piccola Kaydie. E Bella non è solo brava, è sensuale a tal punto da fargli provare una passione finora sconosciuta.
Bella crede di essere approdata in paradiso quando trova lavoro come babysitter nella proprietà dei Gentry. Sfuggita per miracolo a un traffico di clandestini, vuole incominciare tutto da capo. Ma prima di pensare al futuro dovrà fare i conti con il passato. E Cal Gentry sembra l'uomo più adatto a stare al suo fianco.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2021
ISBN9788830526587
Bella e caliente
Autore

Linda Conrad

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Bella e caliente - Linda Conrad

    Copertina. «Bella e caliente» di Conrad Linda

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Gentrys: Cal

    Silhouette Desire

    © 2003 Linda Lucas Sankpill

    Traduzione di Leonora Sioli Migliorini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-658-7

    Frontespizio. «Bella e caliente» di Conrad Linda

    Prologo

    Ultime notizie

    Star nazionale coinvolta in un grave incidente stradale

    Nativo di Gentry Wells, Callan A. Gentry è rimasto gravemente ferito la scorsa settimana, quando un furgoncino, inseguito dalla polizia di Fort Worth, ha urtato contro la sua vettura, mandandola fuori strada.

    Per la moglie del signor Gentry, Jasmine, e l’autista del camioncino non c’è stato nulla da fare. La figlioletta di quattro mesi, Kaydie, invece è uscita indenne dall’incidente.

    Campione di fama mondiale di stock car, Gentry ha ereditato una parte del ranch di famiglia dodici anni fa, in seguito alla scomparsa in mare dei suoi genitori.

    Dopo essersi diplomato alla scuola superiore di Gentry Wells, ha frequentato la University of Texas di Austin.

    Attualmente le sue condizioni di salute sono ancora critiche. Secondo alcune voci, il campione potrebbe addirittura restare invalido per il resto della sua vita. Ma il portavoce dell’ospedale di Fort Worth, sinora non ha rilasciato alcuna dichiarazione in proposito.

    Certo è, comunque, che almeno per la prossima stagione, Gentry non potrà regalare ai suoi numerosi fan le emozioni a cui li aveva abituati, dato che sarà costretto a rinunciare al campionato.

    1

    Due mesi dopo. Gentry Ranch, Texas

    Eh sì. Non c’erano dubbi. Forse per la prima volta in vita sua, Cal Gentry era ora alle prese con una situazione che non poteva assolutamente risolvere da solo. Non avrebbe saputo neanche da che parte cominciare.

    Guardò sconsolato la sua piccolina e si domandò per quale motivo non smettesse mai di piangere.

    Che cosa diavolo poteva fare?

    Tenendola in braccio, con un solo braccio, considerando che con l’altro doveva aggrapparsi alla stampella, si mise di nuovo a camminare faticosamente avanti e indietro per la stanza d’ingresso della baita che era da poco diventata la loro dimora.

    Gli scoppiava la testa. Non ne poteva più di sentirla strillare. Le aveva provate tutte per calmarla, senza ottenere il minimo risultato. E adesso cominciava a temere che la bimba avrebbe finito per annegare in quel mare di lacrime.

    Imprecò. Era fuori di sé, e aveva tutti i motivi per esserlo! Tanto per cominciare quella mattina la bambinaia di sua figlia, l’unica persona che si era dimostrata in grado di tenerla tranquilla, si era licenziata. In secondo luogo, l’avvocato di famiglia, Ray Adler, per quanto si fosse mostrato comprensivo, non era stato molto ottimista sul fatto di poter trovare in fretta una nuova tata. Anzi, gli aveva detto che ci sarebbe voluto un po’ di tempo. Ma lui non poteva aspettare. Aveva bisogno di una soluzione al più presto!

    Sentì bussare alla porta.

    Probabilmente era qualcuno della famiglia che voleva controllare che lui e Kaydie stessero bene, immaginò.

    Dannazione! Odiava far vedere ai suoi familiari di essere una vera frana come padre! Come del resto odiava l’idea di rimettere piede nella casa padronale del ranch, affrontare tutti i ricordi racchiusi lì dentro e rendersi conto, una volta di più, di non essere una persona indipendente.

    Un altro colpo alla porta. Questa volta più insistente rispetto al primo.

    Un pensiero balenò allora nella mente di Cal. Forse, alla fine, Ray era riuscito a trovare qualcuno che rimpiazzasse la signora Garcia.

    Più in fretta che poté andò alla porta, appoggiò la stampella alla parete cercando di non perdere l’equilibrio, e si sistemò la piccola tra le braccia, in modo da tenerla salda. Quindi aprì.

    E di fronte a sé trovò la donna più affascinante che avesse mai visto in vita sua.

    Senza dubbio di origine messicana, doveva avere sui venticinque anni.

    Nonostante fosse bellissima, aveva tuttavia un’aria sciupata e un po’ spaventata. Gli abiti, tutti rovinati, le cadevano sciattamente sul corpo quasi scheletrico. Le scarpe erano completamente ricoperte di polvere e fango, come se avesse percorso chissà quanta strada a piedi, tra sentieri sterrati e pozzanghere.

    In compenso, però, i suoi splendidi e grandi occhi castani risaltavano sull’ovale perfetto del viso. La sua pelle ambrata pareva di seta, e i lunghi capelli corvini, imprigionati in una coda di cavallo un po’ spettinata, sembravano una cascata di morbido velluto.

    «Señor? Ho visto il fumo uscire dal suo comignolo e... mi scusi se la disturbo ma...»

    La sua voce aveva un suono dolce e armonioso.

    «Grazie al cielo è arrivata!» replicò Cal. «Prego, entri pure.» Appoggiandosi di nuovo alla stampella, si spostò per farla passare.

    E lei, dopo averlo guardato per un momento con aria stupita, alla fine accolse il suo invito.

    «Che cosa c’è che non va, povera piccolina?» gli domandò, spostando l’attenzione sulla bambina.

    «Non ne ho la più pallida idea. Non so perché continua a piangere! So solo che non riesco a farla smettere! Ecco» le disse porgendole la bimba, «ci provi lei.»

    I dolci occhi della ragazza si accesero di un’espressione indignata. «Ma... non è questo il modo di trattare una bambina!»

    «Mi dispiace» rispose lui. «Il fatto è che non sono abituato...»

    Cullandola, la ragazza diede un dolce bacio sulla fronte della piccola Kaydie. «Madre de Dios!» esclamò, interrompendolo. «Pobrecita. È caldissima!»

    «Senta, per favore, faccia in modo che smetta di strillare» fu la secca risposta di Cal.

    «Lei non ne sa proprio niente in fatto di bambini, vero? Possibile che non si sia accorto che sua figlia ha la febbre? La sua bambina è ammalata e tutto ciò che lei sa fare è lamentarsi! Ha tutte le ragioni per piangere, povera piccola!» replicò sempre più indignata la ragazza.

    «Ehi! Come si permette? Io non sono...»

    «Ha già chiamato il pediatra della piccola?»

    Cal scosse la testa. «No, ci siamo trasferiti qui solo ieri sera e... questa mattina stava bene.»

    «Quanto tempo ha? Sei mesi?»

    «Sì... quasi, ma...»

    «Dov’è la cucina?»

    L’uomo gliela indicò.

    «Bene. Vediamo che cosa riusciamo a fare.»

    Così dicendo la ragazza si diresse verso la cucina, tenendo in braccio la bimba, mentre Cal, frastornato, la seguiva con lo sguardo.

    A pensarci bene, da come era vestita, non gli pareva affatto una bambinaia. E poi, in effetti, non si era nemmeno presentata. Quindi, chi mai poteva essere questa ragazza?

    Guardò nel cortiletto davanti alla baita. Niente. Non c’era niente.

    Dunque com’era giunta fin lì quella donna misteriosa? Forse qualcuno le aveva dato un passaggio.

    Eppure non gli sembrava di aver sentito il rumore di una macchina. O almeno non dopo che la signora Garcia se ne era andata sulla sua Suburban.

    Sapendo di non poter guidare, Cal le aveva infatti dato le chiavi della propria auto per tornare a Gentry Wells, chiedendole di lasciare la macchina alla stazione degli autobus, in paese. Tanto, almeno per un po’ lui non avrebbe potuto utilizzarla.

    Tornando all’attraente signorina messicana, giunse alla conclusione che doveva essere arrivata per forza a piedi. E i bagagli? Non aveva portato nulla con sé? Mah... c’era qualcosa che non quadrava.

    Da quanto ne sapeva questa ragazza dall’aspetto scompigliato poteva anche essere un’evasa, una pazza lunatica o chissà cos’altro, e lui... Oddio! Come aveva potuto affidare sua figlia a un’estranea? Era rimasto talmente colpito dal suo fascino che non le aveva nemmeno chiesto chi fosse! Non sapeva neanche il suo nome.

    Che incosciente era stato!

    Facendosi mille domande, camminò zoppicando verso la cucina, ansioso di avere qualche risposta.

    Bella Fernandez cercò di controllare la propria rabbia.

    E pensare che aveva bussato alla porta di quella baita per chiedere aiuto! Invece, non appena aveva visto come il padrone di casa si era comportato con la piccola, le era venuta una gran voglia di strangolarlo!

    Già. Questo era sempre stato il suo peggiore difetto. Impicciarsi in faccende che non la riguardavano e aprire la bocca nel momento meno opportuno. E proprio per un motivo del genere, infatti, era finita in questo sperduto paesino del Texas.

    Appoggiò la piccola al bancone della cucina, le tolse la tutina e il pannolino e controllò se per caso la febbre poteva essere stata provocata da una malattia infettiva.

    Tutto normale. Sulla pelle non c’era alcun genere di irritazione o eruzione cutanea. Passò quindi a esaminare le labbra. Bene, non erano né secche né screpolate per cui non c’era pericolo che la piccola fosse disidratata. Infine le esaminò gli occhi. Nessun alone giallo. Perfetto.

    «Ehi? Che cosa sta facendo a mia figlia?»

    Voltandosi, quasi senza rendersene conto, Bella squadrò Cal da capo a piedi e nonostante l’avversione che provava per lui in quel momento, non poté restare del tutto indifferente al suo innegabile fascino.

    Sui trent’anni, il giovane Gentry aveva un fisico snello, spalle larghe, capelli scuri, corti sulla nuca, occhi di un bel colore grigioverde, labbra carnose e, per completare il quadro, una deliziosa fossetta sul mento che ammorbidiva i lineamenti duri del suo viso.

    Il suo sguardo era magnetico. Sensuale e, al tempo stesso, un po’ strafottente. Tipico sguardo da dongiovanni, rifletté la ragazza.

    Senza rispondergli, gli diede le spalle e si concentrò di nuovo sulla bambina.

    Di sicuro molte donne gli sarebbero cadute ai piedi dopo un solo sguardo. Era un bene, quindi, che lei non avesse gli stessi gusti della maggior parte delle altre!

    Aveva già avuto a che fare con uomini super fascinosi, il primo dei quali era stato suo padre e il secondo il suo ex fidanzato, e non ne voleva più sapere! Anzi, dopo le delusioni ricevute, si era ripromessa che si sarebbe tenuta ben lontana da altri casanova.

    Solo che, in questo caso, si trovava costretta a fare un’eccezione. Infatti non poteva andarsene e affidare alle cure di un padre snaturato una bambina malata!

    «Ha una pila tascabile e un termometro per bambini?» domandò a Cal, senza voltarsi verso di lui.

    «Come? Che cosa? Perché?» Lui si avvicinò alla piccola, fermandosi proprio alle spalle di Bella. «Che cosa c’è che non va in Kaydie?»

    «Le ho già detto che ha la febbre. Vorrei capire, però, se è molto alta e da che cosa è stata provocata.» Mentre parlava non alzò mai lo sguardo su di lui. La sua vicinanza le provocava una strana sensazione di imbarazzo. A un certo punto, sentendosi le guance prendere fuoco temette di avere lei stessa la febbre! «Dov’è la madre della bambina?»

    Un lungo silenzio seguì quella domanda. Se non altro, la bimba si era tranquillizzata.

    «Mia moglie, la madre di Kaydie, è morta» mormorò infine Cal. «È rimasta uccisa in un incidente stradale un paio di mesi fa.»

    Il tono di voce dell’uomo era talmente basso che fece quasi fatica a sentire le sue parole.

    «E adesso, può dirmi per favore chi è

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