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Una notte a Las Vegas: Harmony Bianca
Una notte a Las Vegas: Harmony Bianca
Una notte a Las Vegas: Harmony Bianca
E-book153 pagine1 ora

Una notte a Las Vegas: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Dottori a Miami 1 /4

Il chirurgo Kiri Bhardwaj non credeva che avrebbe mai più rivisto Alejandro Valentino, l'esotico ballerino con cui cinque anni prima ha trascorso una notte indimenticabile e folle a Las Vegas, una notte che ha cambiato la sua vita per sempre. E invece Alejandro è lì in piedi davanti a lei, ed è il responsabile dell'unità pediatrica di trapianti scelto per affiancarla al Buena Vista di Miami.

Quella notte Alejandro non aveva parlato a Kiri dei suoi sogni e delle sue aspirazioni e non aveva osato rivelarle il proprio segreto. Ora che il destino ha concesso loro una seconda possibilità, lui dovrà mettere in gioco il proprio cuore - in tutti i sensi - per convincere Kiri che è tornato per restare.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2018
ISBN9788858978405
Una notte a Las Vegas: Harmony Bianca

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    Anteprima del libro

    Una notte a Las Vegas - Amy Ruttan

    successivo.

    Prologo

    Las Vegas, Nevada

    Kiri uscì sul patio della villa che le sue amiche avevano affittato in uno dei più lussuosi complessi turistici di Las Vegas. Nell'interno la situazione stava degenerando. Troppo alcol, troppe stravaganze, compresa una torta decisamente oscena che avrebbe fatto arrossire la sua naanii.

    Santo cielo, quella torta a forma di organo genitale faceva arrossire anche lei.

    Le sue amiche avevano cacciato qualche strillo mentre la futura sposa apriva un altro discutibile regalo. Kiri ridacchiò, poi gridò attraverso la finestra aperta. «Siete chirurghe, avete già visto quelle cose!»

    Le ragazze ricominciarono a ridere. Kiri scrollò la testa e si sedette su una sdraio presso la piscina. Sandy, la futura sposa, l'accusava di sabotare il suo weekend di addio al nubilato. Forse era vero, ma Kiri stava pensando all'imminente esame finale per l'internato. Mentre Sandy aveva tutto: si sposava, stava già lavorando e le aveva confidato che voleva avere subito dei figli con Tony. Tutto quello che Kiri aveva sempre desiderato.

    «Sei la mia damigella d'onore, Kiri. Verrai a Las Vegas, che tu lo voglia o no!»

    «Il professor Vaughan è molto severo, Sandy. Sceglie soltanto i migliori fra i chirurghi pediatrici che vogliono lavorare con lui. Devo studiare. Andate a divertirvi senza di me.»

    «No, verrai a divertirti con noi. I tuoi ultimi tre partner ti hanno piantata a causa dello studio. Ogni tanto anche tu hai il diritto di divertirti.»

    Così Kiri era andata a Las Vegas ma aveva portato i libri con sé. Nascosti nella valigia come oggetti di contrabbando. Prese un taccuino, lo aprì e accostò la minuscola torcia del cellulare alle pagine, cercando di studiare come non aveva mai studiato.

    A parte il fatto che era difficile concentrarsi con il frastuono della musica che usciva dalla villa.

    Si posò il taccuino sulle ginocchia, si turò le orecchie e lo tenne aperto con i gomiti, leggendo finché gli occhiali rischiarono di scivolarle dal naso.

    Al diavolo, non poteva studiare in quel modo.

    Le sue amiche avevano già completato gli esami e sapevano dove avrebbero messo in pratica le loro competenze chirurgiche. Mentre lei doveva sostenere gli esami la settimana seguente. Doveva essere a New York a studiare, certamente non là. Certo, come damigella d'onore aveva qualche dovere nei confronti di Sandy. E stava fallendo miseramente. Se non altro la sorella di Sandy si era assunta qualche responsabilità. Come l'organizzazione di quel weekend.

    Accidenti, perché Sandy aveva deciso di sposarsi una settimana prima degli esami?

    Tony era già chirurgo e si trovava da qualche parte in Florida, occupato a godersi un weekend di golf. Probabilmente in Florida faceva più caldo che a Las Vegas. Kiri chiuse il taccuino e rabbrividì all'aria pungente della sera.

    «Credevo che Las Vegas fosse calda» sibilò fra sé.

    Quindi bevve un sorso di Bellini, certamente non il massimo per una persona che stava già morendo di freddo.

    «È l'aria del deserto. Di sera si raffredda e può diventare gelida.»

    Kiri si girò di scatto per vedere chi parlasse con quel marcato accento ispanico che la faceva rabbrividire di... non sapeva bene che cosa. Rimase a bocca aperta quando vide l'alto e atletico dio latino che stava indolentemente appoggiato allo stipite della portafinestra. Le sorrideva sfoggiando un'accattivante fossetta sulla guancia, una dentatura perfetta e occhi scintillanti di una promessa peccaminosamente deliziosa.

    «P... prego?» chiese Kiri, rimettendo a posto gli occhiali che le erano nuovamente scivolati sul naso.

    Si maledisse per avere dimenticato le lenti a contatto a New York.

    «Il deserto. Caldo di giorno, freddo di notte. Muy frio

    «Chi è lei?» chiese Kiri.

    Un pigro sorriso illuminò il volto. «Le tue amiche mi hanno mandato qui per rallegrarti. Hanno detto che questo weekend sei un po' la guastafeste e che hai bisogno di rilassarti.»

    Oh, Dio mio.

    Kiri sbirciò oltre la spalla del dio latino e vide un gruppo di dei abbronzati danzare fra le ovazioni delle sue amiche. Era lo show di cui aveva parlato Sandy. Ballerini esotici.

    In apparenza il meglio che potesse offrire Las Vegas.

    Si sentì bruciare le guance mentre il bel ballerino si avvicinava maggiormente. La prese per mano e la condusse nella stanza, facendola accomodare sul divano.

    «Rilassati, querida» le bisbigliò all'orecchio con quell'accento sensuale, facendole scordare che era sempre stata un po' timida con gli uomini. «Lascia che mi occupi di te.»

    «Ehm...»

    Un milione di pensieri le turbinò nella mente ma svanì come lui la spinse contro i cuscini.

    Dallo stereo si riversava una canzone che lei aveva sentito spesso da ragazza. Una canzone che faceva ridacchiare lei e le sue compagne di liceo ma che non veniva mai suonata alle feste scolastiche.

    Quando il dio latino cominciò a danzare roteando i fianchi, all'improvviso Kiri capì perché quella canzone non veniva suonata ai balli scolastici. Perché i suoi genitori l'avevano odiata. Mentre stava seduta sul divano, tutt'intorno le sue amiche strillavano eccitate e gli occhi neri di quello straordinario esemplare di maschio erano fissi su di lei, come se vedessero soltanto lei. Continuando a roteare i fianchi, il ballerino si tolse la camicia rivelando un tatuaggio sul petto muscoloso e lei capì tutto quello che aveva perso. Perché fosse stata così tesa. Da quanto tempo non stava con un uomo?

    Molto, moltissimo tempo.

    Cominciò a battere nervosamente il tempo con il piede come faceva da ragazza, quando era la secchiona che non interessava a nessuno.

    Il ballerino le andò più vicino e le posò la mano sulla gamba, arrestando il movimento. Il tocco le fece ribollire il sangue, il suo corpo reagì al puro magnetismo irradiato da quello splendido esemplare di maschio.

    Che per qualche motivo si concentrava su di lei.

    Ma era pagato per questo. Eseguiva gli ordini di Sandy.

    Mentre Kiri se lo ripeteva, il ballerino si avvicinò ancora e la spinse nuovamente contro i cuscini, danzando soltanto per lei. Continuando a muoversi sensualmente, le prese le mani e se le posò sui fianchi.

    «Ehm...» le sfuggì dalle labbra.

    Era affascinata. Benché sapesse che si trattava di una commedia, quell'uomo la stregava. I suoi occhi neri la fissavano, sembravano risucchiarla nelle loro profondità senza fine.

    Poi la canzone ebbe termine e lui le volse le spalle. Kiri rimase sul divano, ancora scombussolata. Il Bellini che teneva in mano doveva essersi scaldato fino all'ebollizione prima che il bicchiere le fosse gentilmente tolto di mano e deposto sul tavolino. Il suo cuore stava galoppando, le sue guance erano in fiamme.

    Da quando tempo non si sentiva così eccitata, così affascinata da un uomo? Non lo sapeva. Non ricordava nemmeno da quanto tempo non facesse sesso. Era accaduto durante lo stage e con Chad, l'uomo che le aveva spezzato il cuore. Ma aveva scordato tutto, vedeva soltanto l'uomo che le stava davanti. Poteva pensare soltanto una cosa: lo voleva.

    Durante gli ultimi anni, concentrata com'era sugli studi per diventare chirurgo, non aveva pensato a nient'altro. Si era impegnata anima e corpo per diventare la migliore allieva. A tal punto che aveva scordato che cosa significasse sentirsi attratta da un uomo.

    Desiderare un semplice tocco.

    Un bacio.

    E qualcosa di più.

    Devo andarmene di qui.

    Per fortuna ora i ballerini esotici si stavano dedicando a Sandy. Kiri lasciò il Bellini ormai imbevibile sul tavolino e sgusciò fuori dalla villa, mettendo più in fretta che poteva un po' di distanza fra sé e il party di addio al nubilato.

    «Stasera abbiamo superato noi stessi. Non credi, Alejandro?»

    «Come?» chiese Alejandro.

    Non aveva veramente ascoltato Fernando, un ballerino della troupe, mentre stavano seduti nel salone dell'albergo dopo avere intrattenuto il gruppo di donne al party di addio al nubilato. Stava pensando alla bella donna alla quale aveva offerto una danza privata.

    Quella che aveva lasciato il party come lui aveva voltato le spalle.

    Quella che ora stava seduta tutta sola nel bar e sorseggiava un bicchiere di vino. Alejandro non riusciva a distogliere lo sguardo da lei. Aveva le curve nei posti giusti e, sebbene fosse piccolina, le gambe elegantemente accavallate sembravano molto lunghe.

    Forse erano l'attillato vestito nero e i tacchi a spillo che accentuavano la sua bellezza. Per un motivo o per l'altro, lui si scopriva affascinato da quelle gambe favolose.

    «Ehi, Alejandro! Torna sul pianeta terra» lo esortò Fernando, agitandogli una mano davanti al viso.

    «Come?» chiese lui di nuovo.

    «Ti ho chiesto se sei soddisfatto dello spettacolo di stasera. Mi sono un po' meravigliato quando Ricky ha deciso di spedirci da Miami a Las Vegas. Ma vista la sontuosa retribuzione per il party e l'alloggio fino a domani in questo albergo favoloso, non discuterò mai più le sue proposte.»

    «Sì, sì, certo.» Alejandro si alzò dal tavolo al quale era seduto con i suoi colleghi ballerini. «Credo che passerò la sera qui invece di uscire.»

    «Sei sicuro?» chiese un altro membro della troupe.

    Alejandro annuì. «Sì, sono stanco.»

    Davvero, non voleva sperperare la sontuosa retribuzione in gioco e alcol. Aveva finalmente risparmiato abbastanza per rimborsare i prestiti ricevuti per gli studi. Non era più obbligato a fare il ballerino esotico.

    A obbedire a Ricky.

    Lo aveva fatto per tutta la durata degli studi all'insaputa dei suoi fratelli maggiori. Si erano offerti di pagargli l'università di medicina ma si erano già sacrificati abbastanza per lui, così aveva detto loro che lavorava al porto e intendeva pagarsi gli studi da solo. Non dovevano sapere che aveva cominciato a ballare in un bar equivoco prima di essere scoperto da Ricky per quel particolare lavoro. La settimana seguente avrebbe cominciato la sua attività di chirurgo nell'unità di trapianti pediatrici del Buena Vista Hospital a Miami.

    Era stata la sua ultima danza e prima di allora non aveva mai visto una cliente piantarlo in asso. La cosa lo preoccupava un

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