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Un abbraccio nella tempesta: Harmony Collezione
Un abbraccio nella tempesta: Harmony Collezione
Un abbraccio nella tempesta: Harmony Collezione
E-book160 pagine2 ore

Un abbraccio nella tempesta: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Sono passati molti anni da quando Poppy Ramsey ha messo in gioco tutta se stessa per Luca Ranieri, finendo col perdere sia il cuore che l'onore nel momento in cui lui preferì anteporre il dovere ai sentimenti. Ora, però, per un incredibile scherzo del destino è proprio insieme a Luca che Poppy si trova intrappolata in un fatiscente castello scozzese nel bel mezzo di una terribile tempesta, senza altro mezzo per scaldarsi che accendere ogni candela che riescono a trovare. Quella surreale atmosfera romantica risveglia in lei gli antichi sentimenti, ma una volta di più Poppy capisce di non essere la donna giusta per lui. O forse no?
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2020
ISBN9788830507104
Un abbraccio nella tempesta: Harmony Collezione
Autore

Kim Lawrence

Autrice inglese, rivela nei suoi romanzi la propria passione per le commedie brillanti.

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    Anteprima del libro

    Un abbraccio nella tempesta - Kim Lawrence

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    In a Storm of Scandal

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2011 Kim Lawrence

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-710-4

    Prologo

    Villa Palladio, Roma, giugno 2004

    «Sei un uomo fortunato.»

    «Sì, è vero, zio Dino.»

    Era un uomo fortunato.

    Ripetilo spesso, Luca, e comincerai a convincertene.

    I matrimoni combinati funzionavano. Nella famiglia Ranieri i matrimoni combinati avevano funzionato per generazioni.

    Il matrimonio dei suoi nonni, che aveva sancito l’unione di due potenti famiglie italiane, era stato combinato, anche se non era proprio da portare a esempio... ma anche i suoi genitori avevano seguito la tradizione con maggiore successo.

    Lui, però, si era considerato il riformatore, destinato a traghettare la famiglia nel ventunesimo secolo.

    Comunque, in sei settimane molte cose potevano cambiare.

    Ed erano trascorse sei settimane dal giorno in cui aveva accettato l’invito, apparentemente innocente, di suo padre di raggiungerlo in ufficio per un brandy.

    Dopo aver versato una buona dose di liquore, Damiano Ranieri aveva estratto una scatoletta dalla cassaforte celata da un quadro, per poi porgerla cerimoniosamente al figlio.

    «Era della bisnonna, Luca.»

    Adesso gli pareva estremamente ironico ricordare che quando aveva dato uno sguardo al gioiello di famiglia, posato sul velluto, il primo pensiero era stato: lo sa... in qualche modo è riuscito a sapere di noi. Sa di Poppy! Lo sa e non è furibondo, e non minaccia di diseredarmi!

    Per circa cinque secondi commosso da quel gesto, un’inaspettata dimostrazione di paterna approvazione, aveva aperto la bocca per dire al padre quanto lo apprezzasse, ma che era piuttosto prematuro.

    Lui e Poppy avevano discusso del futuro e previsto di trascorrerlo insieme, pur convenendo di essere troppo giovani per assumersi quel genere di impegno.

    «Meglio vedere cosa proviamo dopo aver trascorso insieme l’anno prossimo, non credi, Luca?» aveva suggerito Poppy mentre erano seduti sulla riva del lago, intenti a programmare un viaggio per l’anno sabbatico che lui aveva deciso di prendersi. «Magari mi avrai del tutto dimenticata.»

    Dopo averle dato la prova che mai l’avrebbe lasciata – un impegno che aveva richiesto diverso tempo poiché la sua bocca era un costante invito – Luca aveva borbottato, stringendosi al petto i lembi della camicia: «E tu potresti essertene andata, beandoti dell’attenzione di tutti quegli studenti affamati di sesso».

    Il pensiero di quelle mani delicate che accarezzavano la pelle di un altro, accendendolo di desiderio, gli aveva causato un nodo allo stomaco.

    «Il sesso di un affamato di sesso potrebbe essere molto interessante...» La risata deliziosa di Poppy si era interrotta quando aveva scrutato il suo viso. «Ma tu sei geloso!»

    La scoperta pareva divertirla.

    «Piccola strega senza cuore» aveva ribattuto lui con una smorfia.

    «La tua piccola strega senza cuore, Luca» gli aveva ricordato quietamente.

    L’amore indiscusso e la certezza che brillava in quegli occhi incredibili, allacciati ai suoi, gli avevano reso più insostenibile la stretta allo stomaco. Poppy non nascondeva mai nulla.

    C’era sempre tutto sul suo viso, nella sua voce, nei gesti... era del tutto trasparente.

    Gianluca, il prodotto di una famiglia in cui non si alzava mai la voce, né per la collera né per il piacere, in cui il controllo e la dignità erano all’ordine del giorno, non era a proprio agio con quello sfoggio di emozioni.

    «Questo fa la differenza» aveva ammesso con voce roca.

    «Non preoccuparti, Luca, dirò a tutti gli affamati di sesso che il mio cuore appartiene a un appassionato di computer.» Il sorriso era comparso di nuovo, come il sole che spunta dietro una nuvola, quando aveva aggiunto: «Immagino tu sappia che non considero i geni del computer senza muscoli e privi di passionalità. Anzi, trovo che con gli occhiali tu sia fantastico, sexy e intelligente». Gli aveva sfiorato la montatura degli occhiali.

    «Pensi che sia esclusivamente un appassionato di computer?»

    «Un appassionato di computer di sangue caldo. Oh, e non negarlo, perché lo sei. Non devi sentirti imbarazzato. Adoro il tuo cervello superiore. Quando avrò conseguito il diploma, tu avrai già creato la compagnia informatica più di successo del globo» aveva predetto con un sospiro soddisfatto.

    Un tempismo perfetto.

    «Come fai a essere sempre così ottimista?» E così dannatamente perspicace?

    «Fa parte del mio fascino e, d’altra parte, come potrei non essere ottimista? Tutto è talmente perfetto, salvo...» Mordendosi la lingua, gli aveva rivolto uno sguardo di sfida. «Sai che è proprio qui che ci siamo baciati la prima volta?»

    «Non l’ho dimenticato. Smettila, Poppy» l’aveva avvertita, incapace di distogliere gli occhi dalla sua bocca sexy.

    «Smettila cosa, Luca?» Poppy aveva esibito uno sguardo di simulata innocenza posando la mano sull’erba accanto a sé. «Non credi che sarebbe... appropriato se in questo stesso luogo facessimo...?»

    Sentendosi nobile, con estrema sofferenza lui aveva lasciato cadere la mano che si stava avvicinando ai bottoni della sua camicetta e, respirando a fatica attraverso la nebbia del desiderio che gli oscurava la visibilità, l’aveva fatta alzare, ma non prima di notare che non portava reggiseno.

    La nobiltà d’animo era decisamente troppo sopravvalutata!

    Era faticoso tenere qualcuno al riparo dai propri istinti, quando questo qualcuno non voleva essere protetto. Promesse alla sua madrina o meno, se non ci fosse stato un lago dalle acque ghiacciate a sufficienza in cui buttarsi completamente vestito, la situazione sarebbe potuta evolvere diversamente.

    «Lo apprezzo molto, papà, davvero, ma è un pochino prematuro.» Aveva sempre immaginato Poppy con al dito uno smeraldo del colore dei suoi occhi. «Poi lei è molto giovane.»

    E molto impaziente nei confronti delle sue riserve, quando si trattava di spingere la loro relazione al livello successivo. I cinque anni di differenza tra loro non preoccupavano Poppy.

    Ma preoccupavano lui e, per rispetto alla sua inesperienza, aveva deciso di affrontare le cose lentamente, tenendo sotto controllo il proprio desiderio, nel timore di spaventarla o di dare l’impressione di approfittarsi di lei.

    «La prima volta deve essere speciale» le aveva gridato, a mollo nell’acqua dalla vita in giù, mentre scostava dal viso i capelli fradici con mani malferme.

    «Non sarà speciale se trascorro la vita ad aspettare.»

    «Ho promesso a tua nonna che non avrei...»

    «Che non mi avresti spezzato il cuore, lo so, ma non lo farai, e ho diciotto anni, Luca, e non cambierò idea. La mia non è un’infatuazione... se così fosse, ti vedrei perfetto e non è così, ma ti amo nonostante i tuoi difetti.»

    Ridendo, lui era uscito dall’acqua. «Ti prego, non elencarli... di nuovo. Sei deleteria per il mio amor proprio.»

    «Il tuo amor proprio, Luca Ranieri, è a prova di bomba» aveva ribattuto lei ridendo, gli occhi colmi di amore.

    «In Tailandia del Sud c’è una spiaggia...»

    «Con chi ci sei andato?»

    «Da solo.»

    La fronte aggrottata si era spianata. «Bene.»

    «Puoi raggiungerla solo in barca, la sabbia è bianca e l’aria tiepida, e quando c’è la luna e l’acqua lambisce la spiaggia...»

    «Smettila!» lo aveva supplicato Poppy con un sospiro. «Mi sembra di essere là. Riusciresti a rendere seducente un dizionario con quel tono, Luca Ranieri. Guarda» lo aveva invitato arrotolandosi le maniche e tendendo il braccio nudo. «Mi è venuta la pelle d’oca... in tutto il corpo.» Un sorriso malandrino le aveva illuminato gli occhi. «Vuoi vedere?»

    Lui aveva imprecato tra sé.

    «Lo sai che lo voglio.»

    «Salvo che il tuo antiquato senso dell’onore e il timore reverenziale nei confronti di mia nonna te lo impedisce» aveva concluso Poppy. «Bene, fai come vuoi. Procedi pure con lentezza, ma non aspettarti che io smetta di provarci» lo aveva avvertito.

    «Aurelia adora i rubini.»

    «Aurelia...» Luca chiuse di scatto la scatoletta. «Non sposo Aurelia.»

    Entrambe le famiglie non avevano mai fatto mistero di desiderare che le due dinastie fossero unite da un matrimonio. Da bambini, lui e Aurelia avevano spesso scherzato sulle ambizioni e sui programmi di altri tempi delle loro famiglie.

    Negli anni recenti Aurelia, che dopo il diploma aveva interrotto gli studi, non aveva più scherzato sull’argomento nelle rare occasioni in cui se ne parlava, considerandolo più che una prospettiva un assillo, o almeno così era parso a Luca.

    «Sono innamorato di un’altra.» Gli pareva che la sincerità fosse il modo più semplice per accantonare il progetto una volta per sempre.

    «È normale che tu sia innamorato, Luca, hai ventitré anni, e sono convinto che lei sia del tutto inadeguata.» Il tono condiscendente del padre gli urtava i nervi.

    «Capisci che ben poche sono le donne che si rendono conto delle responsabilità che comporta un matrimonio con un membro della nostra famiglia?» considerò Damiano, accalorandosi. «È una questione di estrazione sociale. Le ragazze adesso vogliono una carriera... e ovviamente tua moglie non dovrà mai lavorare.»

    A dispetto della situazione nella quale si trovava, il pensiero della reazione di Poppy se le avesse imposto di incatenarla al lavello di cucina lo fece ridere.

    «Non hanno più il senso del dovere... e il problema è se tu ce l’hai.» Damiano rivolse un’occhiata dura al figlio. «E se vogliamo parlare di amore, cosa mi dici di Aurelia? È innamorata di te e ha aspettato pazientemente.»

    «Stupidaggini!» Luca era inorridito all’idea.

    Notando il dubbio nello sguardo del figlio, Damiano inarcò un sopracciglio. «Non è così? Tu ti sei preparato per la tua carriera, e lei per la sua. Dove sta il problema... lei ti piace, no?»

    «Non è sufficiente che mi piaccia.»

    «Ecco di nuovo l’amore...» borbottò impaziente suo padre. «Credi forse che io fossi innamorato di tua madre?»

    «Sì.» Tutti sapevano che il matrimonio dei suoi genitori era ben riuscito.

    Suo padre ebbe il buongusto di mostrare un certo imbarazzo.

    «Sì, be’... ma non è questo il punto.»

    «No?»

    «Il punto è che sei stato destinato a sposare quella ragazza, prima o poi, Luca. Allora, perché non adesso?»

    Invece di controbattere l’affermazione falsa, Gianluca, certo di essersi perso qualcosa, rivolse la domanda che più lo incuriosiva. «Perché adesso? Perché tutta questa premura?»

    Suo padre schivò la domanda.

    «Oh, lo so che avevi in programma di fare dei viaggi e cose del genere.»

    «Quando ho acconsentito a prendere un master dopo la laurea a Harvard, sapevi che intendevo prendermi un anno libero.»

    «Già, come i tuoi amici... ma tu

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