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Matrimonio all'improvviso: Harmony Collezione
Matrimonio all'improvviso: Harmony Collezione
Matrimonio all'improvviso: Harmony Collezione
E-book161 pagine2 ore

Matrimonio all'improvviso: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

La più scioccante conseguenza che si possa immaginare...

Sono passati cinque anni da quei pochi, indimenticabili giorni trascorsi insieme, ma Sarah Scott porta ancora nel cuore i segni di quella infuocata passione. E non sono solo i ricordi a tenere vivo il nome di Raoul Sinclair, ma anche il segreto che ha custodito per tutto quel tempo...
Ora il destino ha voluto incrociare le loro strade nuovamente, e Sarah capisce fin dal primo istante che non solo la chimica fra loro è la stessa di allora, ma che le sua vita non potrà più essere come prima. C'è una sola possibilità di rimettere le cose a posto.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2019
ISBN9788858997215
Matrimonio all'improvviso: Harmony Collezione
Autore

Cathy Williams

Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.

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    Anteprima del libro

    Matrimonio all'improvviso - Cathy Williams

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Secret Sinclair

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2012 Cathy Williams

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-721-5

    Prologo

    Raoul cambiò posizione sul letto, si appoggiò a un gomito poi guardò la donna che, appagata, dormiva al suo fianco.

    Attraverso la finestra aperta, la calura della notte africana aveva la meglio sulla lieve brezza e anche con il ventilatore alla massima velocità l’aria era umida e soffocante. La zanzariera intorno al letto era un’ottimistica protezione contro gli insetti, e quando una zanzara approdò sul suo braccio la scacciò, poi si alzò.

    Sarah si stiracchiò, aprì gli occhi e gli sorrise.

    Dio, quant’era bello!

    Non aveva mai pensato che un uomo potesse essere bello come Raoul Sinclair.

    Quando aveva posato gli occhi su di lui, tre mesi prima, era rimasta senza parole.

    Sovrastava con il capo e le spalle tutti gli altri volontari. Era letteralmente il più alto, ma c’era molto più di questo. Era la sua bellezza esotica che le mozzava il fiato; la tonalità dorata della pelle, la lucentezza dei capelli neri, lunghi fin quasi alle spalle, la latente potenza del corpo muscoloso. Benché avesse solo qualche anno più degli altri, era un uomo in mezzo a dei ragazzi.

    Allungò una mano e gli accarezzò la schiena.

    «Zanzare.» Raoul sorrise, gli occhi luminosi che percorrevano le sue spalle fin giù al seno. Si eccitò subito, anche se avevano fatto l’amore poche ore prima. «Questa zanzariera è inutile. Ma visto che siamo entrambi svegli...»

    Con un sospiro di piacere Sarah gli circondò il collo con le braccia traendolo a sé e dimenandosi quando lui le trovò la bocca.

    Era vergine quando l’aveva conosciuto e lui l’aveva liberata. Ogni carezza le aveva fatto provare nuove sensazioni meravigliose.

    Aveva il corpo sudato quando dolcemente la fece adagiare sul lenzuolo.

    Quella ragazza aveva il seno più fantastico che avesse mai visto, e con un’improvvisa fitta di rimorso Raoul si rese conto che avrebbe sentito la mancanza del suo corpo. No... più di questo. Avrebbe sentito la sua mancanza.

    Una situazione che non aveva previsto quando aveva deciso di prendersi una pausa di tre mesi per fare un periodo di volontariato in Mozambico. All’epoca l’aveva considerato un interludio perfetto tra la fine degli studi universitari, una laurea in Matematica e una in Economia, e l’inizio di quella che sarebbe stata la sua vita.

    Prima di buttarsi alla conquista del mondo, lasciandosi alle spalle i demoni personali, si sarebbe dedicato a una causa umanitaria: aiutare gli altri, sfortunati come lui, anche se in un modo totalmente diverso.

    Conoscere una donna e finire a letto con lei non era nelle previsioni. La libido, come qualsiasi altro aspetto della sua vita, era semplicemente qualcosa che aveva imparato a controllare. Aveva progettato di trascorrere tre mesi controllandola con fermezza.

    Sarah Scott, con i suoi capelli biondi e la sua innocenza, non era il tipo di donna che di solito lo attraeva. Generalmente cercava donne più esperte, in cerca come lui di una notte di passione. Donne come navi che passavano nella notte, senza mai gettare l’ancora e, soprattutto, senza aspettarsi che lo facesse lui.

    Era stata sufficiente un’occhiata a Sarah per capire che era una ragazza che avrebbe voluto gettare l’ancora, ma non era bastato a tenerlo lontano. Per due settimane, dopo essersi conosciuti in circostanze così avulse dalla realtà da avere l’impressione di vivere in una bolla, l’aveva osservata con la coda dell’occhio, rimuginando, e si era reso conto che anche lei lo osservava. Alla fine della terza settimana l’inevitabile si era fatto realtà.

    Fecero l’amore, lentamente e dolcemente. La casa che dividevano con gli altri sei occupanti aveva pareti sottili come carta e pavimenti di legno che trasmettevano i suoni con puntuale efficienza.

    «D’accordo» sussurrò Raoul, «fino a che punto posso arrivare prima che tu debba soffocare un gemito?»

    «Ti prego...» bisbigliò Sarah con una risatina, «sai quanto è difficile...»

    «Sì, ed è questo che mi piace in te. Una carezza e il tuo corpo si scioglie.» La sfiorò con la leggerezza di una piuma tra i seni generosi, disegnando dei cerchi intorno ai capezzoli finché lei cominciò ad agitarsi mentre il respiro accelerava, il viso arrossato, le mani immerse nei suoi capelli.

    Quando le leccò i capezzoli, automaticamente le posò una mano sulla bocca e gli venne da ridere quando lei cercò di non gemere sul suo palmo.

    Solo una manciata di volte avevano preso la vecchia Land Rover per rifugiarsi su una spiaggia, dove potevano godere di una certa privacy e fare l’amore senza alcuna restrizione.

    Sarah socchiuse gli occhi, semplicemente perché non poteva fare a meno di guardare Raoul, la pelle color bronzo contro la propria dorata, il gioco dei muscoli mentre era coricato su di lei.

    Benché fosse mezzanotte passata, la luna era piena e brillante. Il chiarore argenteo filtrava dalle finestre gettando ombre sulle pareti e mettendo in risalto i tratti del suo volto mentre lui tracciava con la lingua una via dallo stomaco fino alle gambe divaricate in attesa della sua attenzione.

    Qualche volta, in momenti come quello, Sarah aveva avuto l’impressione di morire e salire in paradiso, e non smetteva di stupirsi per ciò che provava per quell’uomo dopo soli tre mesi. Le sembrava di averlo atteso senza neppure rendersene conto, perché prendesse possesso del suo cuore.

    Subito i pensieri fastidiosi che le mulinavano nel cervello da qualche giorno si dissolsero quando lui la penetrò, con un ritmo che accelerò sempre più, finché fu prossima all’orgasmo, ma si trattenne in modo da godere entrambi contemporaneamente. L’unico suono era il loro respiro ansimante, anche se lei avrebbe voluto urlare nel piacere dell’appagamento.

    Quando tornò infine sulla terra, il chiarore lunare illuminava le sue valigie, che erano poste accanto al vecchio guardaroba.

    Ed ecco di nuovo quei pensieri inquietanti.

    Raoul si accasciò su di lei sfinito e per una manciata di secondi nessuno parlò. Le lenzuola erano finite in un mucchio ai piedi del letto e si domandò stupidamente quanto avrebbero impiegato le zanzare a trovare una nuova apertura.

    «Possiamo... possiamo parlare?»

    Raoul s’irrigidì.

    L’esperienza gli aveva insegnato che quando qualcuno voleva parlare, invariabilmente aveva da dirgli qualcosa che lui non voleva sentire.

    «D’accordo. Poiché non fai salti di gioia, deduco che non hai voglia di parlare, ma dovremmo proprio. Voglio dire... i tuoi bagagli sono pronti, Raoul, e tra due giorni partirai. E io... non so cosa ci succederà.»

    Raoul si scostò da lei per adagiarsi sulla schiena e fissò il soffitto in silenzio per alcuni secondi. Ovvio che sapesse che erano giunti al capolinea, ma aveva convenientemente deciso di ignorarlo, perché lei l’aveva stregato. Ogni volta che aveva pensato di fornirle una delle proprie perle di saggezza sul fatto di non aspettarsi niente da lui, si era perso in quegli occhi verdi e il discorso gli era rimasto in gola.

    Con riluttanza si voltò a guardarla e le scostò i capelli biondi dal viso.

    «So che dobbiamo parlare» ammise a fatica.

    «Ma non ne hai voglia.»

    «Non so che utilità possa avere.»

    La considerazione ebbe l’effetto di una doccia gelata, ma Sarah si riprese coraggiosamente perché non poteva considerare quello che avevano condiviso di nessuna importanza nel momento in cui lui sarebbe partito. Avevano fatto mille cose insieme, più di quante gli altri ne mettevano insieme in una vita intera. Rifiutava di accettare che si disperdessero nel nulla.

    «Non ho mai avuto intenzione, venendo qui, di iniziare una relazione» confessò lui, una volta tanto senza l’appoggio dell’eloquenza, perché non era abituato a conversazioni che riguardavano le emozioni. Non gli era mai capitato. Ma adesso lei era lì e lo fissava nell’oscurità con quegli immensi occhi verdi interrogativi... in attesa.

    «Neanch’io. Cioè... volevo fare un’esperienza e... e fare qualcosa di diverso prima di cominciare l’università. Lo capisci, no? Quante volte io te l’ho detto?»

    Aveva rischiato di dire e innamorarmi, ma il senso di autoconservazione l’aveva trattenuta. Non una sola volta lui le aveva detto cosa provava per lei. L’aveva dedotto dal modo in cui la guardava, la accarezzava e rideva per ciò che lei diceva.

    «Trovare qualcuno non era nelle mie previsioni. Ma poi succede l’imprevisto.»

    Lui aveva trascorso un’infanzia all’insegna dell’imprevisto... mai piacevole. E una volta adulto la prima cosa che si era imposto di evitare era appunto l’imprevisto. Ma lei aveva ragione. Ciò che era sbocciato tra loro l’aveva colto di sorpresa. La trasse a sé e cercò le parole giuste per spiegarle perché il futuro che li aspettava sarebbe stato qualcosa che avrebbero affrontato separatamente.

    «Non avrei dovuto cedere, Sarah.»

    «Cedere a cosa?»

    «Lo sai bene. A te.»

    «Ti prego, non dire una cosa del genere...» sussurrò sconvolta. «Stai forse dicendo che ciò che noi due abbiamo condiviso è stato un grosso errore? Siamo stati tanto bene insieme.»

    Raoul le prese la mano e baciò la punta delle dita finché il sorriso radioso riapparve sul suo volto.

    «È stato molto bello» convenne con la brutta sensazione di chi si preparava a infliggere un colpo inaspettato a una vittima innocente. «Ma questa non è la realtà, Sarah. La realtà è quella che abbiamo davanti. Nel tuo caso tre anni di università, nel mio...» Il mondo intero e niente altro. «Un lavoro. Mi auguravo di tutto cuore di non dover affrontare questa conversazione. Speravo tanto che tu condividessi ciò che per me è così chiaro. È stato fantastico, ma si tratta di... un’avventura di una vacanza.»

    «L’avventura di una vacanza?» ripeté Sarah con un filo di voce.

    Raoul sospirò passandosi le dita tra i capelli troppo lunghi. Li avrebbe tagliati non appena fosse tornato alla civiltà.

    «Non farmi passare per un delinquente, Sarah. Non sostengo che non sia stato... incredibile. Anzi, sono stati i tre mesi più incredibili della mia vita.» Esitò. Non aveva mai discusso del proprio passato, e meno che mai con una donna, ma il bisogno di proseguire era impellente. «Mi hai dato emozioni come nessun’altra è riuscita... ma immagino che questo tu lo sappia già...»

    «Come potrei, se non me l’hai mai detto?» Tuttavia era qualcosa cui lei poteva aggrapparsi.

    «Non... non voglio questi drammi emotivi. Ne ho già avuti a sufficienza nella vita.»

    «Cosa vuoi dire?» Sapeva ben poco della sua vita, quando lui invece sapeva tutto di lei. Gli aveva raccontato della propria infanzia felice, figlia unica di genitori che temevano di non riuscire ad avere figli finché, a quarantun anni, sua madre era rimasta inaspettatamente incinta.

    Lui aveva evitato di confessare di non aver avuto genitori, decidendo di concentrarsi sul futuro, e a Sarah stava bene così, anche se in questo futuro non aveva mai fatto cenno a lei. Le piaceva credere che l’avrebbe affrontato, vittorioso, con lei al suo fianco. Da qualche parte.

    «Sono cresciuto in orfanotrofio, Sarah. Uno di quei bambini di cui leggi nei giornali che sono a carico dei Servizi Sociali perché i loro genitori

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