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Tempesta sul lago: Harmony Collezione
Tempesta sul lago: Harmony Collezione
Tempesta sul lago: Harmony Collezione
E-book151 pagine2 ore

Tempesta sul lago: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Per la romantica Brooke è naturale credere nell'amore a prima vista e nel principe azzurro e Leo, rampante uomo d'affari italiano, incarna l'eroe dei suoi desideri. Tra i due scatta immediatamente la scintilla della passione, che li accompagna fino all'altare. Dopo cinque anni di felice matrimonio Leo deve tornare a Como, la sua città di origine, per risolvere una delicata questione che potrebbe turbare l'armonia della loro unione, ma Brooke non permetterà ai fantasmi del passato di distruggere il loro sogno d'amore.

LinguaItaliano
Data di uscita9 mag 2014
ISBN9788858922149
Tempesta sul lago: Harmony Collezione
Autore

Miranda Lee

Scrittrice romantica, e moglie fortunata di un uomo molto, generoso!

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    Anteprima del libro

    Tempesta sul lago - Miranda Lee

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Marriage In Peril

    Harlequin Presents

    © 2000 Miranda Lee

    Traduzione di Alessandra Carli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2001 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5892-214-9

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Brooke si preparò ad affrontare la reazione della madre. Probabilmente Phyllis Freeman non avrebbe preso bene la notizia che sua figlia le aveva appena dato, visto che non aveva mai approvato nessuna delle sue decisioni.

    Nei suoi ventidue anni di vita, Brooke aveva preferito quasi sempre evitare lo scontro diretto con lei. In certi casi, aveva agito di nascosto, sebbene si fosse trattato di trasgressioni irrilevanti, come leggere fino a tardi la sera o mettersi il rossetto dopo aver girato l’angolo andando a scuola.

    L’unica volta in cui Brooke aveva trovato il coraggio di contrastare apertamente la volontà della madre era stata quando aveva cominciato a lavorare alla reception di un grande albergo di Sydney, rinunciando a studiare legge all’università, ed era andata a vivere da sola in un monolocale a Bondi.

    Ma quello era niente rispetto alla decisione di sposarsi con rito civile la mattina successiva, senza aver mai parlato con la madre né del suo fidanzamento né del matrimonio.

    Brooke diventò sempre più tesa mentre aspettava che sua madre parlasse, ma Phyllis rimaneva in silenzio seduta al tavolo da giardino, fumando.

    Strano, perché quella del silenzio non era una tattica che adottava molto spesso. Phyllis Freeeman era una donna intelligente e sicura di sé, con una mente acuta e una lingua molto tagliente, e amava usare argomenti concreti e una logica implacabile per arrivare ai suoi scopi. Aveva idee chiare su tutto, specialmente sul ruolo e sui diritti della donna moderna. Avvocato di grande fama, era anche una femminista convinta: a quarantadue anni e con due divorzi alle spalle, era una nemica dichiarata degli uomini e la più difficile delle madri.

    A volte Brooke si chiedeva addirittura come faceva a volerle bene tanto era insopportabile: Phyllis aveva allontanato due ottimi mariti e alla figlia aveva reso la vita impossibile fin da quando aveva cominciato ad avere le prime cotte. Nessun ragazzo aveva mai incontrato la sua approvazione e non c’era da meravigliarsi che quando Brooke e Leo si erano incontrati lei avesse preferito non presentarlo alla madre: non aveva voluto rischiare di rovinare quello che aveva riconosciuto come il grande amore della sua vita.

    La storia era ora arrivata a una svolta e ormai anche Phyllis doveva essere messa al corrente: il matrimonio tra Brooke e Leo stava per diventare realtà.

    Brooke aveva anche preso in considerazione l’ipotesi di dirglielo a cose avvenute, poi l’aveva scartata perché le era sembrato troppo crudele escluderla dal momento più importante della vita dell’unica figlia.

    Sentì un crampo allo stomaco quando vide la madre spegnere finalmente la sigaretta nel portacenere di ceramica e rivolgerle il suo famoso sguardo glaciale.

    «È stata tua l’idea di sposarvi, Brooke?» chiese in tono freddo. «Oppure sua?»

    «Sua, veramente» affermò Brooke con aria compiaciuta. Si era sentita al settimo cielo quando Leo le aveva chiesto di sposarlo, subito dopo aver saputo del bambino. Era stato allora che aveva capito che lui l’amava e che non stava con lei solo per divertirsi.

    Sua madre aveva sempre detto che le azioni erano più eloquenti delle parole e per Brooke il matrimonio equivaleva ad amore e impegno. Non era soltanto il suo bel viso e il suo corpo quello che Leo voleva, come Phyllis aveva insinuato ogni volta che Brooke era uscita con un ragazzo.

    Forse la vita stessa di Phyllis era stata segnata da quella convinzione. Infatti era solita dire che tutti gli uomini che aveva avuto in passato erano stati accecati dal suo aspetto e non l’avevano mai amata per quello che era in realtà. Da giovane era stata uno schianto, con lunghi capelli biondi, una pelle vellutata, grandi occhi azzurri, labbra carnose e un corpo fatto per il peccato. A Brooke veniva detto spesso che era il ritratto della madre quando aveva la sua stessa età.

    Il passare degli anni, comunque, aveva cambiato molto Phyllis. Il fumo accanito aveva sciupato la sua pelle e il rancore che provava verso il mondo aveva assottigliato le sue labbra. I capelli, che un tempo erano lunghi e dorati, ormai erano corti e brizzolati. Infatti, da femminista convinta, non andava mai dal parrucchiere né si truccava.

    «Sognatrice come sei, suppongo che tu non abbia preso in considerazione l’idea dell’aborto nemmeno per un istante» disse con sdegno.

    Brooke sentì di odiarla in quel momento. «Non ci ho pensato nemmeno per un attimo» rispose arrabbiata. «Amo Leo, mamma, con tutto il mio cuore.»

    «Non ne dubito, mia cara» ribatté Phyllis scuotendo la testa. «Perché mai una ragazza intelligente dovrebbe andare a letto con un uomo senza prendere precauzioni, se non fosse innamorata? Ma perché l’ha fatto lui, mi chiedo» aggiunse con aria pensierosa.

    Brooke non aveva alcuna intenzione di affrontare con lei quell’argomento. Si era sentita così attratta da quell’uomo che aveva ceduto immediatamente alla sua corte appassionata e, credendo di essere in un momento del ciclo poco fecondo, aveva fatto l’amore con lui senza chiedergli di prendere precauzioni. Né quella volta, né le successive.

    Quando aveva notato un piccolo ritardo, non si era impensierita, ma dopo ben due settimane aveva deciso di sottoporsi a un test di gravidanza. Ed era risultato positivo.

    Preoccupata e spaventata, aveva confessato a Leo di essere incinta. Lui non si era arrabbiato, anzi, l’aveva confortata e le aveva infuso un grande coraggio, tipico del suo carattere calmo e premuroso.

    «Sta’ tranquilla, andrà tutto bene, micetta mia» aveva mormorato, stringendola a sé. Leo le aveva dato quel nomignolo perché trovava che Brooke assomigliasse a un gattino dolce e mansueto, soprattutto quando si lasciava coccolare e accarezzare dopo che avevano fatto l’amore. «Ci sposeremo subito, anche se non sarà un matrimonio in grande e non andremo in luna di miele. Purtroppo non ho tempo in questo momento.»

    Phyllis, invece, non sembrava disposta a comportarsi in modo altrettanto affettuoso e comprensivo. «Dimmi, Brooke, come si guadagna da vivere il tuo futuro marito?»

    «È un uomo d’affari. La compagnia della sua famiglia esporta merce italiana in tutto il mondo. Leo sta per aprire un ufficio e un negozio qui a Sydney.»

    «È un uomo pieno di iniziative» borbottò Phyllis. «E come hai conosciuto questo Leo? Sembra diverso dalle altre persone che hai frequentato.»

    «L’ho conosciuto al Majestic. Vivrà lì, in una suite, finché non avrà acquistato una casa» spiegò Brooke, studiando la reazione della madre.

    Il Majestic era uno degli alberghi più chic di Sydney, un edificio maestoso e lussuoso da cui si godeva una magnifica vista sulla baia di Port Jackson e che tra la sua clientela vantava pop star e presidenti. Brooke lavorava alla reception da circa sei mesi ed era stato lì, in una calda serata di febbraio, poco più di due mesi prima, che aveva distolto lo sguardo dallo schermo del computer e aveva incontrato gli occhi neri e incredibilmente sexy di Leo.

    «Come si chiama esattamente» incalzò la madre in un tono aspro, «questo brillante e ricco uomo d’affari che ha messo incinta mia figlia e non ha nemmeno il coraggio di presentarsi a casa mia?»

    «Guarda che ti sbagli» ribatté Brooke. «Lui era intenzionato a venire con me per darti la notizia. Sono stata io che ho voluto parlarti da sola.»

    «Sul serio?»

    «Sì, sul serio. Comunque il suo nome completo è Leonardo Giuseppe Parini.» Brooke era molto orgogliosa della stirpe da cui Leo discendeva, che annoverava il famoso scrittore del diciottesimo secolo.

    «È italiano?» domandò la madre inorridita.

    Brooke fu colta alla sprovvista da quella reazione esagerata. «Be’, sì. È nato a Milano, ma parla l’inglese perfettamente» si affrettò a spiegare. «Ha viaggiato molto insieme ai genitori quando era bambino e ha studiato economia e commercio a Harvard. Per alcuni anni ha lavorato a New York, poi a Londra e a Parigi e ora è qui a Sydney. Non ha quasi accento.» Giusto quella leggera inflessione che lo rendeva molto, molto sexy.

    «Il suo accento non è il problema, Brooke» bofonchiò la madre. «Accento o non accento, è nato e cresciuto in Italia.»

    «E allora?»

    «Ora capisco perché è disposto a sposarti» continuò Phyllis imperterrita. «Un australiano probabilmente sarebbe fuggito lontano mille miglia, ma gli italiani hanno idee molto precise a proposito dei figli, specialmente dei maschi. Spero che ti renderai conto di come gli italiani trattano le loro mogli, le considerano loro possesso e mezzi per procreare i figli.»

    «Come puoi dire cose simili?» Il volto di Brooke era rosso per la rabbia. «Mi stupisco che una donna intelligente e colta come te abbia opinioni tanto retrograde e offensive sugli uomini di una certa nazionalità!» Brooke aveva avuto una compagna di scuola italiana e sapeva benissimo che nella sua famiglia si respirava un clima di amore, calore e affetto, l’amore, il calore e l’affetto che a lei erano sempre mancati.

    «In fin dei conti non è una questione di nazionalità» ribatté Phyllis. «Tutti gli uomini sono così, se ne hanno l’opportunità. Comunque, gli italiani sono peggio degli altri, nelle loro famiglie si comportano come degli dei e pretendono di essere trattati come tali. E poi le donne italiane vengono educate con valori e aspettative diversi. Tu non sei italiana, Brooke, sei australiana. E sei mia figlia. Mi assomigli più di quanto sei disposta ad ammettere. Quell’uomo ti renderà infelice, ricordatelo.»

    «Ti sbagli! Non

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