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Una notte per averti: Harmony Collezione
Una notte per averti: Harmony Collezione
Una notte per averti: Harmony Collezione
E-book165 pagine2 ore

Una notte per averti: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Eredi milionari 1/3
Ci sono alcune cose che i soldi non possono comprare e questi potenti milionari dovranno guadagnarsi l'amore della donna che amano.

Cristiano Moretti non ha alcuna intenzione di perdonare Hallie Hatfield per avergli nascosto le conseguenze della focosa notte trascorsa insieme. E di una cosa è sicuro: non condannerà suo figlio alla stessa infanzia solitaria che ha vissuto lui. Così, l'unica cosa che può fare è reclamare i propri diritti sul bambino... e sulla madre!

Una proposta di matrimonio da parte dell'uomo che le ha stregato il cuore ha di certo i suoi vantaggi, per esempio la bruciante passione che si accende così facilmente quando sono insieme e che sembra voler consumare ogni cosa. Ma Hallie ha sempre desiderato una famiglia che fosse fondata sull'amore e sul rispetto reciproco, e il compromesso di Cristiano potrebbe distruggere il suo sogno.
LinguaItaliano
Data di uscita11 nov 2019
ISBN9788830506626
Una notte per averti: Harmony Collezione
Autore

Jennie Lucas

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Una notte per averti - Jennie Lucas

    successivo.

    1

    La famiglia significava tutto per Hallie Hatfield.

    Voleva dire casa, un porto sicuro dove rifugiarsi e sentirsi protetti. Anche quando i soldi scarseggiavano già prima della fine del mese. Anche quando il frigorifero era vuoto per la maggior parte del tempo. Famiglia significava avere qualcuno che ti guardava le spalle e a cui guardare le spalle.

    Durante gli anni della crescita trascorsi con suo fratello nella casetta di legno ai limiti del bosco costruita dal suo bisnonno, imparando canzoni dalla madre e come muoversi in un garage dal padre, aveva capito con incrollabile certezza come sarebbe stata la sua vita futura.

    Avrebbe avuto un marito e dei figli di cui si sarebbe presa cura, esattamente come aveva fatto sua madre, magari con poca disponibilità economica ma con molto amore, e avrebbero vissuto in un cottage vicino a quello dei suoi genitori, sulle pendici dei Monti Appalachi.

    Poi, a diciannove anni, all'improvviso aveva perso ogni cosa. La sua famiglia, la sua casa, le sue certezze. Tutto il suo mondo era andato in pezzi.

    Adesso, a ventiquattro anni, l'unica famiglia che si ritrovava era il neonato che stringeva fra le braccia. Abitava a New York, non aveva un lavoro, non aveva denaro e al momento nemmeno un posto in cui stare.

    Ma era quella la soluzione?

    No.

    Hallie tirò un profondo respiro.

    «No. Assolutamente no.»

    «Ma, Hallie...»

    «Dovrei dire al mio ex capo che ha un figlio?» domandò lei a voce bassa per non svegliare il piccolo che dormiva tranquillo. «Dopo il modo in cui mi ha trattata?» andò avanti, guardando le sue amiche. «Mai!»

    Aveva conosciuto le due donne qualche mese prima a un gruppo di sostegno per madri single. Erano state come lei in attesa del loro primo figlio e sempre come lei avevano tenuto i padri all'oscuro della gravidanza.

    Nel suo caso, lo aveva fatto per un ottimo motivo.

    Per tutta la vita si era sforzata di vedere il meglio nelle persone. Di essere comprensiva, gentile e buona. Però odiava Cristiano Moretti. E considerando quello che le aveva fatto, era un odio ben riposto.

    Tess Foster, una graziosa e rotondetta rossa che lavorava e abitava con lo zio, continuò a cullare la sua bambina. «Resta comunque il padre» argomentò. «Hai bisogno di aiuto, ed è logico che tu debba chiederlo a lui.»

    «Saresti una stupida se non pretendessi un sostegno economico» dichiarò Lola Price, che era bionda, impetuosa e molto più irritabile del solito, ultimamente, poiché delle tre era l'unica ancora incinta. «Il punto è, tu sei una stupida?»

    La risposta a quella domanda era molto semplice, pensò Hallie. Sì, era stata una stupida permettendo al suo datore di lavoro, un magnate dell'industria alberghiera, di convincerla a rinunciare ai suoi sogni in cambio di una notte di passione.

    Metà notte, a dire il vero, poiché Cristiano l'aveva gettata fuori dal suo letto qualche ora prima dell'alba, per poi licenziarla dal suo impiego di cameriera al piano la mattina seguente.

    Chi avrebbe mai fatto una cosa simile?

    Un bastardo senza cuore, ecco chi. Uno spregevole individuo che l'aveva condannata non solo alla povertà ma anche a vivere per strada, poiché con il lavoro aveva perso anche l'alloggio messo a disposizione dall'azienda solo per evitare che lui si sentisse a disagio incrociandola nella hall del suo albergo.

    «Non hai nemmeno un posto dove dormire questa notte» puntualizzò Tess. «A meno che tu non abbia intenzione di denunciare il tuo padrone di casa.»

    «E non puoi nemmeno stare da me» riecheggiò Lola, le mani posate sul ventre prominente. Non offrì alcuna spiegazione alla sua affermazione, d'altra parte lei non offriva mai spiegazioni.

    «Vorrei tanto ospitarti io» riprese Tess, «ma i miei zii non lo permetterebbero. Già minacciano di mettermi alla porta» sospirò. «Se solo tu non avessi strappato in mille pezzi l'assegno di liquidazione.»

    Hallie puntò il mento in avanti. «Ho il mio orgoglio.»

    «Ma erano centomila dollari!» esclamò Tess.

    «E dimmi, ti procurerai il cibo per tuo figlio grazie all'orgoglio?» rincarò Lola.

    Hallie chinò la testa. Lola non era dolce e compassionevole come Tess, ma di sicuro costringeva le persone a guardare in faccia la realtà.

    Quando la sua responsabile le aveva comunicato il licenziamento, era fuggita in lacrime dall'albergo poi aveva aperto la busta che la donna le aveva consegnato per scoprire all'interno un assegno firmato da Cristiano in persona. Evidentemente l'onnipotente signor Moretti aveva pensato che pagarla dopo averle portato via la verginità gli avrebbe consentito anche di gettarla via come spazzatura. Furente e addolorata, aveva strappato l'assegno.

    Ora però si rendeva conto che quei soldi avrebbero potuto cambiare il corso della sua esistenza e di quella di Jack. Perché, a quasi un anno di distanza dal fatto, si ritrovava con un pugno di mosche in mano.

    Ovviamente dodici mesi prima non aveva immaginato di essere incinta. Avrebbe fatto qualsiasi cosa adesso per riavere quel denaro, pensò, passandosi una mano sulla fronte.

    «Forza.» Lola si alzò dalla sua sedia posta nel seminterrato della casa d'accoglienza, dove un gruppo di ragazze madri si rifocillavano con un punch analcolico e dei biscotti. «Andiamo.»

    «Dove?»

    «Dal padre di tuo figlio. Ci andiamo in questo preciso istante. Non hai altre opzioni.»

    «Non posso» mormorò Hallie.

    «Perché?»

    «Te l'ho detto. Per lui sono stata solo una delle tante. Mi ha trattata in modo crudele...»

    «Crudele?» ripeté Lola. «Questo non ce lo avevi mai confidato. Che ti ha fatto? Ti ha aggredita? Ti ha costretta a stare con lui con la violenza?»

    «No, ovviamente niente del genere.»

    «Allora cosa?»

    «Mi ha ignorata.»

    «Bene, è un farabutto. Sei certa che sia il padre?»

    «Sì, per quanto vorrei che non lo fosse.»

    «Allora devi fargliela pagare» affermò Lola. «Se non altro, costringendolo a sostenere il figlio dal punto di vista economico.»

    Aveva un bisogno disperato di denaro, rifletté Hallie. Ciononostante... «Non posso» ripeté.

    «Non hai altra scelta. Non hai una famiglia alle spalle, dunque vuoi davvero finire a vivere in un rifugio per senza tetto mentre il tuo ex vive nel lusso?» argomentò Lola.

    «Inoltre, non si sa mai» intervenne Tess. «Potrebbe essere felice di sapere che è padre. E potrebbe offrirti delle ragionevoli spiegazioni sul perché ti ha mandata via quella notte, per poi licenziarti, e non ha mai risposto ai tuoi messaggi.»

    Magari, si disse Hallie, un triste sorriso sulle labbra. Che svanì meno di un secondo dopo. Doveva rivelare a Cristiano di aver dato alla luce suo figlio? Doveva tornare nell'albergo dove un tempo aveva lavorato per supplicare il suo ricco e potente proprietario di aiutarla, offrendogli così la perfetta opportunità di rifiutarla di nuovo?

    Assolutamente no.

    Ma guardando il visetto di suo figlio, le piccole labbra atteggiate in un broncio, capì che Lola aveva ragione. Aveva cercato di sopravvivere facendo affidamento sulle sue forze. Ora però, dopo l'ultimo disastro con il suo padrone di casa, non aveva davvero più carte da giocare.

    «D'accordo» acconsentì con un filo di voce. «Avete ragione» confermò. «Non ho altra scelta.»

    Le tre donne e i due bambini salirono a bordo di un taxi, ma quando l'auto si fermò davanti all'ingresso del lussuoso hotel a Midtown, Hallie si era già pentita della sua decisione. Qualche ora passata nel letto di Cristiano le aveva quasi distrutto la vita. Come poteva adesso affrontarlo di nuovo?

    Tess, che reggeva la sua bambina in una tracolla contro il petto, reclinò la testa per guardare il grattacielo che ospitava il Campania Hotel. «E lui dirige una struttura del genere?» domandò.

    «Lui la possiede» precisò Hallie.

    Le sue amiche si girarono insieme verso di lei.

    «Il tuo ex è Cristiano Moretti?» domandò Lola.

    «Io credevo che fosse semplicemente il manager dell'albergo» commentò Tess.

    «Comunque non importa chi sia lui» decise Lola. «Devi pretendere ciò che ti spetta, e farlo per il bene di Jack.»

    Spingendo la carrozzina dentro la quale dormiva beatamente suo figlio, Hallie oltrepassò le luci del Blue Hour che brillavano nella calda serata di luglio. Un tempo aveva sognato di esibirsi nel club dell'albergo dove cantavano dal vivo. Ora, il pensiero della sua carriera come cantante, fallita ancor prima di cominciare, era l'ultima cosa che aveva in mente.

    E se Cristiano si fosse rifiutato di riceverla? O peggio, se avesse reclamato i suoi diritti su Jack?

    Oh, se solo fosse riuscita a convincerlo a ridarle l'assegno che lei aveva fatto a pezzi l'anno precedente senza porle troppe domande!

    Si fermò e si voltò verso le sue amiche che la seguivano a pochi passi di distanza. «Voi venite con me?»

    «In modo che tu non possa ripensarci» precisò Lola.

    «Affinché tu non ti senta sola» puntualizzò Tess.

    Hallie raddrizzò la schiena poi spinse la massiccia porta a vetri girevole che dava accesso alla hall, un enorme ambiente dal pavimento di lucido marmo.

    Una volta all'interno, Hallie si fermò interdetta.

    «Qual è il problema?» volle sapere Lola.

    «Non puoi andare direttamente nel suo appartamento?» chiese Tess.

    «No. C'è un servizio di sicurezza, solo Cristiano può attivare l'ascensore con le impronte digitali, o alcuni dipendenti con l'apposito badge» spiegò Hallie.

    «Telefonagli, allora.»

    «Non conosco il suo interno. Noi non abbiamo mai davvero parlato prima...»

    «Capisco» intervenne Lola, scuotendo la testa. «Tu eri solo una cameriera.»

    Mortificata, Hallie abbassò lo sguardo. Anche quando aveva lavorato lì, fra lei e il proprietario dell'albergo c'era stato il filtro costituito da almeno cinquanta fra supervisori e dirigenti. «Potrei parlare con la sua segretaria, oppure...»

    Con un gemito, lasciò la frase in sospeso.

    Cristiano era appena uscito dall'ascensore al primo piano, proprio al di sopra della hall.

    La reazione nella sala fu immediata, quasi fosse apparso un divo di Hollywood. Parecchie teste si girarono mentre scendeva le scale per raggiungere l'atrio, una splendida donna al fianco e due guardie del corpo che lo tallonavano.

    Hallie però non vedeva nessuno. Persino le sue amiche erano scomparse. Aveva occhi solo per lui.

    Cristiano Moretti era alto e muscoloso, il fisico possente ingentilito da uno smoking dal taglio perfetto, ma lo scintillio che gli animava gli occhi neri suggeriva una natura brutale e spregiudicata.

    Hallie avvertì un brivido incresparle la pelle mentre ricordava la notte in cui lui l'aveva sedotta. La notte in cui la sua vita era cambiata per sempre.

    Quando aveva lavorato al Campania, a volte aveva rigovernato la suite dove il proprietario alloggiava durante le sue permanenze in città. Spolverando le foto che ritraevano Cristiano accanto a politici e celebrità, aveva sviluppato un'infatuazione nei suoi confronti. Lo aveva immaginato non solo bello e potente, ma anche buono e onesto.

    Non avrebbe potuto sbagliarsi di più.

    Ora socchiuse gli occhi mentre continuava a fissarlo. Un sorriso beffardo gli incurvava le labbra, come se non avesse un solo problema al mondo. Anzi, come se il mondo gli appartenesse. Invece lei aveva trascorso l'ultimo anno lottando con le unghie e con i denti per sbarcare il lunario, alla costante ricerca di un lavoro e di un appartamentino economico a New York.

    In quello stesso anno, Cristiano aveva bevuto fiumi di champagne e aveva persino dimenticato che lei esisteva.

    Mentre Cristiano sussurrava qualcosa all'orecchio della bionda, Hallie consegnò la carrozzina a Lola.

    «Ti affido Jack, okay?»

    «Il tizio vorrà vedere suo figlio» obiettò Lola.

    «Gli spiegherò io la situazione» decise Hallie.

    «No, questo non è il modo giusto per procedere» protestò Lola, ma Tess la zittì posandole una mano sul braccio.

    «Lascia che Hallie gestisca la cosa a modo suo» la esortò quest'ultima.

    «D'accordo» si arrese Lola.

    Il cuore che le martellava nel petto, Hallie andò incontro a Cristiano e

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