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Perdono e passione
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Perdono e passione
E-book152 pagine2 ore

Perdono e passione

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Info su questo ebook

Non è mai troppo tardi per l'amore.
Jack è convinto che Caroline lo abbia tradito nel peggiore dei modi. A quei tempi era solo un ragazzo, povero e arrabbiato col mondo, ora invece è un uomo ricco e influente, e ha deciso di tornare nella sua città natale per dimostrare a tutti che ce l'ha fatta. Quando incontra Caroline scopre di essere ancora attratto da lei ed è quasi ossessionato dal desiderio di stringerla nuovamente tra le braccia. Ma nonostante il tempo trascorso non riesce ancora a perdonarla. Lei si è rassegnata ad averlo perso per sempre, ma rivedere Jack riapre in lei ferite mai chiuse e soprattutto riaccende una violenta attrazione che non può essere messa a tacere in nessun modo.
LinguaItaliano
Data di uscita11 mag 2020
ISBN9788830513877
Perdono e passione
Autore

Maggie Cox

Quando non è impegnata a scrivere o a badare ai figli, ama guardare film romantici mangiando cioccolato.

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    Anteprima del libro

    Perdono e passione - Maggie Cox

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Pregnancy Secret

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2006 Maggie Cox

    Traduzione di Maria Laura Iervicella

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-387-7

    1

    Per tutto il giorno aveva sentito il richiamo dell’oceano. Così, subito dopo aver chiuso il negozio Caroline salì in sella alla sua bicicletta e si diresse verso la spiaggia con l’impazienza di un prigioniero al quale era stata appena restituita la libertà. Quando arrivò, lasciò il veicolo al solito posto e corse verso la riva respirando a pieni polmoni l’aria pungente e salmastra che la fece subito sentire meglio.

    Non avrebbe mai potuto vivere in nessun altro luogo. Il mare le dava un senso di pace e di libertà così profondo che aveva il potere di farle ritrovare la serenità, non importava quanto difficile fosse stata la sua giornata.

    Per tutta la mattina si era sentita irrequieta, e quell’insolito stato d’animo l’aveva accompagnata sul lavoro rendendole difficile concentrarsi e perfino trattare con i clienti che entravano a fare acquisti nel piccolo negozio dove vendeva materiali per la pittura. Sapeva che fino a quando non avesse affrontato il problema non sarebbe riuscita a liberarsi di quella sottile ansia che la attanagliava.

    Aveva continuato a guardare l’orologio minuto dopo minuto, sperando che arrivasse quanto prima l’ora della chiusura, anche se ancora non sapeva se correre a rifugiarsi nell’insenatura a lei tanto cara oppure esprimere la propria inquietudine dipingendo.

    Alla fine decise per la spiaggia, dove rimase a osservare le onde che si infrangevano sulle rocce ricoprendole della loro schiuma bianca.

    Mentre camminava sulla sabbia lambita dall’acqua sentì che finalmente poteva dare libero sfogo ai sentimenti che provava senza tentare di contrastarli. Conosceva bene quello stato d’animo perché la accompagnava ormai da diciassette anni, ma si stupiva che avesse ancora il potere di turbarla fino a quel punto.

    Caroline però non aveva nessuna intenzione di mettersi ad analizzare le proprie emozioni. Avrebbe lasciato che affiorassero per un breve momento prima di dissolversi lentamente seguendo il movimento della marea che la affascinava così tanto.

    Non le restava che cercare di piantare i piedi nella sabbia che scivolava via, guardare il mare e respirare profondamente. In passato quel semplice gesto l’aveva aiutata tante volte a non farsi sopraffare dalla disperazione, e lo avrebbe fatto anche quel giorno.

    Jack non tornava a casa da ben diciassette anni. Eppure, guardando la cittadina sulla costa che aveva continuato a tormentarlo perfino nei sogni, gli sembrò che fosse ancora come la ricordava. Il tempo sembrava essere trascorso senza lasciare traccia. L’estate era ormai lontana e stava per arrivare l’inverno. Grazie al cielo bancarelle e chioschi erano scomparsi e l’aria del mare non era inquinata dai pesanti odori dei cibi cucinati.

    Avvertì una profonda inquietudine, e chiunque gli fosse stato abbastanza vicino da poterlo osservare in volto in quel preciso momento avrebbe scorto il nitido scintillio delle lacrime in quei magnetici occhi azzurri. Se la città fosse cambiata forse non si sarebbe sentito sopraffatto dal terribile passato che desiderava cancellare per sempre. Invece gli bastò posare gli occhi sugli edifici deteriorati perché nella sua mente affluissero quei dolorosi ricordi.

    Tra tutti, uno riemerse più nitido degli altri. Ripensò alla prima volta che aveva visto Caroline Tremayne. Lei stava tornando a casa dopo la scuola in compagnia di alcune amiche e Jack era rimasto affascinato dal suo incantevole volto sorridente, dai lunghi capelli biondi e ondulati e dalle sue gambe esili e affusolate. Fin dal primo istante in cui aveva posato gli occhi su di lei Jack era caduto sotto l’effetto di un potente incantesimo, e il suo cuore aveva cominciato a battere all’impazzata.

    Affondò le mani nelle tasche del suo Burberry e continuò a camminare sotto la pioggia che cadeva leggera ma incessante, bagnandogli il volto e i lucidi capelli neri. Probabilmente Caroline era andata via già da tempo dalla piccola cittadina in cui si era trasferita con la famiglia subito dopo aver compiuto sedici anni. La immaginava sposata con un giovane e ambizioso dottore, il tipo di pretendente gradito a suo padre, che era un medico stimato e rispettato. Magari adesso viveva in una delle contee vicine, o in uno degli eleganti quartieri residenziali della capitale.

    Chissà come era stata la vita di Caroline senza di lui, si chiese Jack. Forse aveva coltivato il suo interesse per l’arte trasformandolo in un lavoro, o magari si era accontentata di occuparsi della famiglia mentre il marito si dedicava alla carriera.

    A quel pensiero si fermò di colpo e si passò una mano tra i capelli bagnati con un gesto che rivelava tutta la sua rabbia. L’idea che ancora dopo tutto quel tempo immaginare Caroline con un altro uomo avesse il potere di turbarlo così tanto gli era intollerabile. Nel suo lavoro era abituato a prendere decisioni importanti per sé e per molte altre persone, e lo faceva conservando il sangue freddo in ogni situazione. Solo Caroline Tremayne aveva il potere di non farlo dormire la notte procurandogli inquietudine e tormento, nonostante fossero passati tanti anni da quando aveva tradito la sua fiducia.

    Decise che doveva liberarsi di quei dolorosi pensieri e concentrarsi sul reale motivo per il quale era tornato in città. Riprese a camminare con passo deciso lungo la strada che lo avrebbe condotto al fatiscente edificio in stile vittoriano in cui era cresciuto. La casa adesso era sua, e finalmente ne poteva disporre a proprio piacimento.

    La pioggia che era cominciata a cadere incessante aveva costretto Caroline ad allontanarsi dalla spiaggia. Le emozioni avevano preso il sopravvento, ma quel breve momento trascorso vicino al mare le era stato di grande aiuto. Mentre pedalava diretta verso casa il forte acquazzone le rendeva difficile vedere con chiarezza la strada. Strinse le labbra sentendo il vento e la pioggia che le tormentavano il viso, e si diede della sciocca per non aver indossato l’impermeabile. La giacca di cotone leggero non la proteggeva affatto da quel tremendo temporale.

    Vedendo improvvisamente un’auto sopraggiungere a forte velocità si spaventò e saltò giù dalla bicicletta lasciandola cadere sul selciato. Non era lontana da casa e avrebbe percorso il resto del tragitto a piedi. Chinò il capo e afferrando il manubrio con le mani intirizzite riprese a camminare a passo spedito. Si accorse dello sconosciuto che le veniva incontro solo quando ormai era troppo tardi per evitarlo.

    La ruota anteriore della bicicletta lo colpì con violenza sulla gamba mentre lei quasi gli cadeva addosso. Per non perdere l’equilibrio l’uomo istintivamente la afferrò per le braccia e imprecò ad alta voce senza curarsi dell’imbarazzo di Caroline che, lanciandogli una fugace occhiata carica di preoccupazione e dispiacere, si profuse in mille scuse.

    Ma non appena il suo sguardo fu catturato dagli intensi occhi azzurri dello sconosciuto, fu scossa da un violento fremito che la fece vacillare.

    Oh, mio Dio!

    «Jack...?» Le mancava la voce. In tutti quegli anni si era imposta di non pronunciare quel nome, e ora quel suono rauco e doloroso le era uscito di bocca senza che se ne rendesse conto, come se avesse atteso fin troppo a lungo di essere liberato.

    «Caroline.» Lui chiuse le palpebre per far scivolare via le gocce di pioggia, poi le rivolse uno sguardo privo di calore e di gentilezza e lei comprese che non era affatto contento di quell’incontro inaspettato.

    La freddezza e l’ostilità che colse nei suoi occhi la ferirono profondamente. Caroline avrebbe voluto piangere e scappare via da quella crudele trappola che la sorte le aveva teso, ma la sorpresa e il dolore la resero incapace di muovere anche un solo passo. Così si ritrovò a fissarlo, immobile, mordendosi il labbro con un gesto nervoso.

    Jack la lasciò andare con un movimento brusco. «Non sei affatto cambiata» commentò con voce roca. A giudicare dal suo tono era evidente che avrebbe preferito trovarla invecchiata.

    Se all’esterno Jack era riuscito a mostrarsi impassibile, così non era nel suo intimo. Provava una violenta agitazione e tutto il suo corpo era attanagliato da una silenziosa agonia. Cosa ci faceva lei lì?, si chiese incredulo. Gli sembrava impossibile che dopo tutti quegli anni vivesse ancora in città. Se avesse anche solo immaginato di correre il rischio di incontrare Caroline Tremayne non sarebbe mai tornato, neppure per comprare la casa in cui aveva trascorso la sua infanzia.

    L’aveva amata e poi odiata con la stessa sconvolgente intensità, ma ora per lei provava solo un gelido disprezzo. Nonostante ciò non poteva negare che la sua incredibile bellezza con il passare degli anni non era affatto appassita. Anzi, aveva ancora il potere di lasciarlo senza respiro.

    La sua pelle delicata era sempre morbida come seta, gli occhi castano dorati conservavano intatto il loro seducente fascino orientale e quelle labbra rosee... Jack moriva dal desiderio di assaporarle di nuovo.

    «Cosa ci fai qui?» gli chiese Caroline stringendo con forza quasi eccessiva il manubrio della bicicletta.

    «È una questione che non ti riguarda.»

    «Mi dispiace, io...»

    «Non ricordi che non mi è mai piaciuto sprecare tempo in conversazioni inutili?» la interruppe lui sollevando un sopracciglio con fare ostile.

    Lei lo guardò fisso. Il pungente sarcasmo di quel commento le procurò imbarazzo e un caldo rossore le imporporò il viso.

    Notando il suo evidente disagio Jack fece un cenno col capo e piegò le labbra in un sorriso soddisfatto. «A quanto vedo non è cambiato nulla.»

    Affondò le mani nelle tasche del suo impermeabile e riprese a camminare.

    «Arrivederci, Caroline.»

    «Il dottor Brandon sta ancora lavorando?»

    «Il suo ultimo paziente è appena uscito, signorina Tremayne. Entri pure.»

    Senza darsi il tempo di cambiare idea Caroline accettò l’invito della cortese segretaria e bussò alla porta di Nicholas. Non appena lui rispose entrò nello studio senza ulteriori indugi. Nicholas Brandon era stato il miglior amico di suo padre e dopo la sua scomparsa era diventato il più intimo confidente di Caroline. Non appena posò lo sguardo inquieto sul volto calmo, sorridente e familiare dell’uomo, la ragazza sembrò riacquistare un brandello della padronanza di sé che era venuta meno alla vista di Jack Fitzgerald.

    «Caroline!»

    L’uomo girò intorno alla enorme scrivania di quercia che occupava gran parte della stanza e tirandola a sé le diede un bacio affettuoso sulla guancia.

    «Che bella sorpresa! Stavo proprio pensando a te.»

    «Per caso hai del brandy? Sono certa di sì, ovviamente. Altrimenti come faresti nel caso in cui un tuo paziente ne avesse bisogno?»

    Proruppe in una amara risata e chiuse gli occhi per impedire alle lacrime che le premevano contro le palpebre di rigarle il volto.

    Nicholas aggrottò la fronte mostrandosi preoccupato nel vederla così in difficoltà. «Cosa ti è accaduto? Sei bagnata e stai tremando. Dannato maltempo! Vieni, siediti e raccontami tutto.»

    Si affrettò a scostare la sedia riservata ai pazienti, aspettò che Caroline vi si accomodasse, poi aprì uno dei capienti cassetti e ne estrasse un bottiglia di whisky al malto e un piccolo bicchiere.

    «Temo di non avere del brandy, mia

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