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Il segreto della governante
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Il segreto della governante
E-book158 pagine2 ore

Il segreto della governante

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Info su questo ebook

Ha chiuso tutti fuori dalla sua vita. Tranne lei.
Circondato da un mondo di tenebra, Declan Carstairs è un uomo tormentato: non è in grado di trovare una via d'uscita dal buio che lo avvolge, e solo una cosa lo spinge ad andare avanti. Trovare colei che ha causato la morte di suo fratello e l'incidente che lo ha privato della vista. La sua governante è l'unica che non lo tratta con compassione, e per questo è anche la sola persona che lo può avvicinare. Chloe, però, deve stare molto attenta: lasciarsi travolgere dal fascino del suo bellissimo datore di lavoro potrebbe farle dimenticare il segreto che distruggerebbe entrambi.
LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2020
ISBN9788830519336
Il segreto della governante
Autore

Annie West

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il segreto della governante - Annie West

    Copertina. «Il segreto della governante» di West Annie

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Undone by His Touch

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2012 Annie West

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-933-6

    Frontespizio. «Il segreto della governante» di West Annie

    Prologo

    «Non puoi salvarci!» Il grido roco riecheggiò nell’orecchio di Declan, il quale si girò a guardare Adrian che penzolava sotto di lui attaccato alla corda.

    Erano sospesi a un centinaio di metri sopra un canyon. Il vento era aumentato e i nervi di suo fratello erano ormai al limite tanto che, per il panico, aveva divelto un chiodo da roccia che li assicurava alla parete.

    «Sta’ attaccato!» urlò lui. Il cuore gli martellava nel petto nel tentativo di issare entrambi verso l’alto. Lanciò un’occhiata al punto da cui erano caduti e una cascata di sassi gli colpì il viso. Se soltanto si fosse reso conto del suo bluff quando Adrian aveva minacciato di arrampicarsi da solo... Il fratello, però, gli era sembrato così fragile che aveva sperato di riallacciare il loro rapporto persuadendolo ad aprirsi con lui mentre scalavano insieme la parete. E ora la loro stessa vita era a rischio.

    «Tieniti forte, Ade. Andrà tutto bene.»

    «Non mentire, Declan.»

    Lui lo rassicurò con lo sguardo. «Ce l’ho quasi fatta l’ultima volta. La prossima sarà quella buona, vedrai.» Contrasse la mascella, afferrò la corda e tirò sentendo le mani che si laceravano per lo sforzo.

    «È impossibile. Non ci riuscirai mai...»

    Declan non lo ascoltò nemmeno.

    «In fondo non sarà così male» insistette Adrian qualche minuto più tardi. «Almeno sarà rapido.»

    «Noi non cadremo!» Declan aveva la gola riarsa per lo sforzo.

    «L’ho persa.» La voce di Adrian era talmente bassa che lui credeva di avere le allucinazioni. «Vuole qualcuno più ricco e di successo di me. Uno come te, non un fallimento totale come me. Mi ha piantato.»

    «Piantato?» ripeté Declan. Doveva fermarsi prima che gli si slogasse il braccio. Fu percorso da un brivido sentendo le parole del fratello, ma era troppo stremato per rispondere. Il vento forte li faceva ondeggiare, e sulle labbra sentiva il salato sapore del sangue. Ancora due metri...

    «Non posso andare avanti. Ci ho provato, ma lei è l’unica donna che potrò mai amare e mi ha tradito. È meglio così.»

    «Meglio così... cosa?» La corda si tese in modo anomalo. Malgrado il sudore, Declan raggelò.

    «Ade?» chiamò abbassando lo sguardo. Due familiari occhi grigi incontrarono i suoi. Questa volta non c’era panico, ma soltanto una strana calma che gli procurò un tuffo al cuore.

    «In questo modo uno di noi due sopravvivrà. Non ce la faccio a vivere senza di lei.»

    Lui fissò con orrore il fratello che tagliava la corda che li teneva legati.

    «Adrian! No!»

    «Addio, Declan.»

    All’improvviso il peso sulla sua spalla sparì. Sembrò passare un secolo prima di udire il rumore attutito di alcuni rami che si spezzavano mentre inghiottivano il corpo ormai senza vita del fratello.

    1

    La pila di asciugamani che Chloe teneva tra le braccia era morbida. Aprì la porta della lavanderia e si diresse verso la piscina affondandovi il viso per ispirarne l’odore di sole e lavanda, uno dei suoi tocchi speciali di cui era molto orgogliosa quando il tempo era abbastanza bello da stendere fuori al posto di usare l’asciugatrice.

    Concentrarsi su quelle piccole attività l’aveva aiutata a superare il suo ritorno a Carinya. Si rifiutò di lasciarsi spaventare dai ricordi. Quel lavoro era troppo prezioso per lei e le garantiva la sicurezza finanziaria di cui aveva bisogno. Inoltre, adesso, non aveva più nulla da temere. Ecco perché non si era fatta afferrare dall’ansia quando era entrata nei suoi alloggi e aveva ricordato l’ultima mattina in cui era stata lì.

    Purtroppo, dopo avere ripreso le sue mansioni, non aveva potuto fare a meno di immaginarsi una presenza dai capelli scuri che la spiava dall’ombra, come era successo tante volte in passato.

    Ma ora lui se ne era andato per sempre. Quella consapevolezza l’aiutò a tacitare le sue paure.

    Girò l’angolo e rallentò sentendo il rumore di qualcuno nella piscina.

    La vista di una familiare testa scura che emergeva dall’acqua le procurò un arresto cardiaco. Si bloccò stentando a credere ai suoi occhi.

    Non era possibile! Lui era morto!

    Paralizzata, Chloe lo osservò eseguire una perfetta virata per poi riprendere a nuotare a farfalla. Le bracciate decise mettevano in evidenza le spalle possenti e la pelle abbronzata.

    Chloe si afflosciò contro il muro con il cuore che pulsava impazzito e la gola serrata mentre cercava di dare un senso a quello che stava vedendo.

    Ma... lui era morto... Morto...

    Si ripeté quelle parole come un mantra sentendosi precipitare in un incubo. Un’altra virata e questa volta la vasca fu percorsa a stile libero.

    Fu solo quando si calmò che notò delle anomalie. Quell’uomo sembrava più grande, anche se non era facile dirlo in acqua. Nuotava in maniera diversa, come se fosse spinto da una forza misteriosa. Sembrava una macchina efficiente che avanzava con una energia quasi brutale. Un’altra virata e subito ricominciò a nuotare senza diminuire la velocità.

    Ossessionato: questo fu l’aggettivo che le venne in mente. L’uomo che ricordava era stato molte cose, ma non quella. Almeno finché non aveva rivolto la sua attenzione su di lei.

    Chloe allontanò subito quei pensieri. Il nuotatore raggiunse il bordo della piscina e con un abile gesto uscì. L’acqua scivolò dal suo corpo abbronzato e lei trattenne il fiato alla vista della sua nudità, rassicurandosi allo stesso tempo che non poteva essere lui. La forma della testa era diversa, così come l’altezza e la sua forza virile.

    L’uomo si voltò e lei subito distolse lo sguardo, non prima di avere notato però una lunga ferita che gli segnava la coscia muscolosa.

    Dopo quegli istanti di terrore, respirò di sollievo e tornò a ragionare con lucidità, arrossendo imbarazzata nel realizzare chi stava fissando. Si scostò dal muro e si affrettò verso la pool house.

    «Chi è?» chiese l’uomo senza voltarsi con una voce profonda e tagliente. Afferrò un asciugamano posato su una sdraio accanto e se lo legò attorno ai fianchi con la disinvoltura di chi si sentiva perfettamente a suo agio con il proprio corpo, oltre al fatto di possedere una proprietà nelle Blue Mountains che valeva diversi milioni di dollari.

    Riluttante, Chloe si avvicinò alla pergola. Lui si era infilato un paio di occhiali da sole ed era in piedi. Non era così che si era aspettata di conoscere finalmente il suo datore di lavoro.

    Si supponeva che le cameriere fossero discrete e che non si intromettessero nella privacy del loro capo.

    Davanti agli occhi le passò l’immagine del suo fisico virile e fu percorsa da un calore insolito che non sperimentava da anni.

    «Sto aspettando» disse impaziente l’altro.

    Lei avanzò. Non era quello il momento di rimuginare sul brivido di eccitazione che aveva provato per la prima volta dopo sei anni alla vista di un uomo nudo.

    «Sono la sua domestica, Chloe Daniels» rispose attendendo che si voltasse. Quando lo fece spostò la pila di asciugamani su un braccio e allungò la mano destra cercando di dimenticare il modo in cui lo aveva guardato.

    Lui indossava soltanto una salvietta e un paio di occhiali da sole e trasudava un’aria di autorità che si adattava perfettamente a una persona della sua importanza.

    Chloe dovette alzare la testa per incrociare i suoi occhi. Malgrado la sua disciplina e la volontà di non fissarlo con desiderio, le occorse tutto il suo autocontrollo per non osservare il suo ampio torace e il ventre piatto.

    Standogli così vicino si rese conto che Declan Carstairs era più imponente del fratello. Soltanto il colore dei capelli e l’agile grazia erano tratti comuni di famiglia. La mascella era coperta da una barba di parecchi giorni che gli conferiva l’aspetto di un pirata piuttosto che quello di un milionario.

    La sua mente si riempì dell’immagine di lui che attraversava il ponte di un veliero con una donna sulle spalle. Forse quella fantasia dipendeva dalla ferita ancora fresca che gli solcava una guancia fino quasi a raggiungere l’occhio. Rabbrividì pensando all’altra che aveva sulla gamba.

    «Non ci siamo mai incontrati prima» disse con il tono della perfetta cameriera che aveva perfezionato con gli anni. «Sono stata...»

    «Via.» Declan fece una pausa corrugando la fronte senza sorriderle.

    Lei si sentì goffa con il braccio teso quando si rese conto che non avrebbe ricambiato la cortesia di stringerle la mano. Al disagio si aggiunse il disappunto. Probabilmente l’arroganza era un difetto di famiglia.

    «Un’emergenza a casa, giusto?» le chiese lui sorprendendola.

    Chloe non si era aspettata che ne fosse a conoscenza, soprattutto dal momento che non si erano mai conosciuti. Era stata assunta dal suo assistente personale, il quale le aveva spiegato che Declan Carstairs stava assente anche mesi interi per lavoro.

    Carinya era da generazioni il luogo di ritiro della famiglia, però lui viveva sempre a Sydney quando non era in giro per il mondo.

    «Esattamente, Mr Carstairs. Un problema familiare.» Di cui non era a conoscenza la mattina in cui aveva lasciato di corsa Carinya. Aveva semplicemente fatto la valigia ed era salita sul primo treno.

    Aveva scoperto soltanto dopo che, per un perverso gioco del destino, erano due le crisi che avrebbe dovuto affrontare.

    Una, fortunatamente, si era risolta.

    «Adesso, però, possiamo contare sulla sua presenza, vero?» si informò lui inarcando un sopracciglio sotto gli occhiali da sole.

    «Naturalmente.» Chloe si era sentita sollevata quando la sua improvvisa richiesta di permesso era stata accettata, tuttavia percepì lo stesso una punta di risentimento nel suo atteggiamento. «Sono rientrata qualche ora fa. Sono a sua disposizione per qualunque cosa» aggiunse sforzandosi di sorridere. Se si era aspettata un minimo di cordialità da parte sua rimase delusa. Il modo in cui stava in piedi guardando senza sorridere, o annuire, avrebbe dovuto innervosirla, ma lei era abituata a lottare e a cavarsela da sola. Lo fissò in viso cercando di interpretare la sua espressione. La maggior parte della gente di solito lasciava trasparire i propri pensieri, ma di sicuro non era il caso di Declan Carstairs. Forse era per quello che aveva trasformato la fortuna che aveva ereditato in un patrimonio astronomico.

    Tuttavia c’era anche dell’altro. Era disapprovazione quella che gli leggeva sul viso teso? Rabbia?

    Si irrigidì rammentando la maniera in cui aveva fissato il suo corpo nudo anche dopo avere realizzato chi aveva di fronte.

    L’aveva sorpresa a guardarlo? Si sentì arrossire violentemente.

    «Mi spiace averla interrotta. Non avevo realizzato che fosse in piscina.» O che fosse nudo. «Mr Sarkesian mi ha lasciato un biglietto in cui mi informava che questa mattina avreste lavorato nel suo studio. Non...»

    Declan la zittì con un gesto della mano.

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