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Vendetta e peccato: Harmony Collezione
Vendetta e peccato: Harmony Collezione
Vendetta e peccato: Harmony Collezione
E-book165 pagine3 ore

Vendetta e peccato: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Il peccato...



Thanos Savakis segue Tahlia Reynolds come un lupo la sua preda. Lei ha infangato il nome dei Savakis, e pagherà caro questo inaccettabile affronto.



... e il castigo.



Orgoglioso e determinato, Thanos conquisterà la fiducia di Tahlia per poi prendersi la sua rivincita quando lei meno se lo aspetta. Ma una volta sfiorata la sua pelle profumata e morbida come la seta, il gioco assume un gusto assai diverso. La vendetta è un piatto che va servito freddo, ma fra i due la situazione ormai si è fatta bollente.
LinguaItaliano
Data di uscita9 mar 2018
ISBN9788858979778
Vendetta e peccato: Harmony Collezione
Autore

Chantelle Shaw

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Vendetta e peccato - Chantelle Shaw

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Proud Greek, Ruthless Revenge

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2009 Chantelle Shaw

    Traduzione di Paola Mion

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-977-8

    1

    «Sei divina, Tahlia!» Crispin Blythe, proprietario della Blythe Gallery di Bayswater, accolse con calore Tahlia Reynolds. «Queste pietruzze devono esserti costate una piccola fortuna» scherzò.

    «Una grande fortuna, per la verità» ammise Tahlia, toccando la collana di diamanti e zaffiri che le ornava il collo. «Sono i migliori zaffiri del Kashmir.»

    «Fammi immaginare... un regalo di papà? Gli utili della Reynolds Gems devono essere in continuo incremento.» Il sorriso di Crispin era appena accennato. «Fa piacere sapere che ci sono delle società che non risentono della recessione globale.»

    Tahlia si accigliò alla leggera nota amara. Aveva sentito dire che la galleria aveva patito gli effetti della crisi economica e fu tentata di rivelargli che anche per la gioielleria del padre le cose erano ben lungi dall’andare a gonfie vele, ma si trattenne. I problemi finanziari della Reynolds Gems sarebbero divenuti presto di dominio pubblico se la società fosse stata messa in liquidazione, ma non erano ancora a quel punto. Forse non era realista, ma si rifiutava di credere che l’azienda che suo padre aveva costruito nel corso degli ultimi trent’anni non potesse essere salvata.

    In ogni caso, non sarebbe stato per la mancanza di sforzi, pensò con una smorfia. I suoi genitori avevano impiegato tutti i loro risparmi per evitare il fallimento, mentre lei aveva lavorato senza stipendio negli ultimi tre mesi, e aveva cambiato la lussuosa macchina sportiva che il padre le aveva regalato tre anni prima, per il suo ventesimo compleanno, con una vecchia Mini malconcia. Nella disperazione, aveva venduto anche i suoi gioielli personali, così come gli abiti firmati che una volta aveva potuto permettersi. Il vestito che indossava quella sera era stato preso in prestito, e la collana di diamanti e zaffiri non era sua, anche se era uno dei pezzi più preziosi della Reynolds Gems, di una bellezza straordinaria che balzava agli occhi. Il padre l’aveva pregata di indossarla quella sera nella speranza di fare pubblicità alla gioielleria di famiglia, ma lei era terrorizzata all’idea di perderla, e sapeva che avrebbe passato la serata a controllare di averla ancora al collo.

    Seguì Crispin dentro la galleria, accettando un bicchiere di champagne da un cameriere e osservando gli ospiti riuniti in gruppetti che ammiravano i quadri di Rufus Hartman. Fece un cenno di saluto a qualche conoscente, poi lasciò vagare lo sguardo, finché non lo arrestò bruscamente sull’uomo che stava dall’altra parte della stanza.

    «Chi è quello?» mormorò incuriosita, il cuore che le balzava in petto. In una sala piena di maschi attraenti, lui si distingueva per la latente virilità.

    «Immagino ti riferisca a quel fusto greco vestito Armani» rispose Crispin seguendo il suo sguardo. «Thanos Savakis, ultra milionario al comando della Savakis Enterprises. Ha comprato la Blu-Sky Holiday un paio di anni fa, e possiede molti hotel a cinque stelle in tutto il mondo. Attenta, tesoro, stai sbavando» aggiunse ironicamente mentre Tahlia continuava a fissare l’uomo. «Ti avverto: Savakis ha una reputazione di incallito playboy. Le sue storie sono discrete, ma numerose e tutte di breve durata. L’impegno non è una parola adatta a Thanos Savakis, a meno che non si riferisca allo sforzo profuso a guadagnare ancora più denaro» concluse con un sospiro teatrale.

    «I playboy maniaci del lavoro non sono proprio il mio tipo» mormorò debolmente Tahlia, distogliendo lo sguardo e bevendo un sorso di champagne. Ma i suoi occhi tornarono inesorabilmente su quell’uomo, e fu grata che fosse intento a guardare la bionda aggrappata al suo braccio così da avere agio di studiarlo.

    Alto e snello, spalle larghe fasciate dalla giacca tagliata su misura, era decisamente affascinante, e lei si rese conto di non essere l’unica donna attratta da lui. Era incredibilmente bello, con quei lineamenti scolpiti, la pelle bronzea e i lucenti capelli neri tagliati corti che sottolineavano la fiera inclinazione del capo. Oltre all’evidente sex appeal, però, Thanos Savakis possedeva una qualità indefinibile, una sicurezza magnetica che lo distingueva da tutti gli altri uomini. Avrebbe potuto dominare qualsiasi situazione, decise Tahlia. Poteva avvertire la sua innata arroganza e, sebbene sembrasse dedicarsi alla bionda al suo fianco, le parve che cominciasse a essere infastidito da quelle chiacchiere. La donna d’altra parte sembrava un po’ troppo possessiva, e l’istinto le diceva che un uomo sicuro di sé come Thanos Savakis non sopportava di essere fatto oggetto di un tale bisogno. Infatti, mentre lo guardava, lui si liberò della stretta della bionda e si avviò solo nella galleria adiacente.

    Spettacolare, ma decisamente fuori dalla sua portata, decise Tahlia, dandosi una scossa mentale. Fu scioccata dall’effetto che quel fusto greco le aveva provocato, pur restando dall’altra parte della sala e senza neanche guardarla. Non ricordava nessuno che l’avesse turbata in quel modo, neppure James. Strinse le labbra. Sei mesi prima la sua nascente relazione con James Hamilton si era conclusa in modo scioccante, e da allora lei aveva cercato di rimettere insieme i pezzi del suo cuore. Ma l’amarezza che aveva provato a causa di James le bruciava ancora come la notte in cui aveva scoperto il suo inganno.

    «Tahlia, cara, è un Krug invecchiato quello che stai trangugiando, non acqua frizzante.» La voce laconica e strascicata di Crispin la riportò al presente. «Posso offrirtene un altro?»

    Con una smorfia, si rese conto di aver svuotato il bicchiere. «No, grazie, meglio di no.»

    Crispin le diede un’occhiata impaziente. «Oh, vivi coraggiosamente per una volta. Qualche bicchiere di champagne ti aiuterà a rilassarti.»

    «Correzione: qualche bicchiere di champagne mi farà ridacchiare stupidamente» mormorò Tahlia. «E dopo i recenti pettegolezzi su di me, l’ultima cosa di cui ho bisogno è di essere fotografata ubriaca dai paparazzi» aggiunse amara.

    «Sì, i rotocalchi hanno fatto un bello scoop» convenne Crispin divertito. «Il titolo Tahlia Reynolds, l’erede della gioielleria Reynolds, accusata della rottura del matrimonio della star televisiva Damian Casson ha suscitato parecchio interesse.»

    Tahlia arrossì. «Non è vero» dichiarò nervosa. «Sono stata manipolata. Ho incontrato Damian solo una volta, alla presentazione di un libro in un hotel. Lui ha bevuto champagne tutta la notte, continuando a importunarmi. Gli ho detto di lasciar perdere, e la mattina dopo è venuto al tavolo della colazione a scusarsi. Abbiamo parlato e lui mi ha spiegato che la notte prima si era ubriacato dopo aver litigato con la moglie, che si era rifiutata di andare al party con lui. Quando ho lasciato l’albergo, si è offerto di portare la mia borsa all’automobile, e questa è la spiegazione della foto in cui usciamo insieme dall’albergo. Ovviamente nessuno di noi si aspettava che i paparazzi fossero appostati intorno all’hotel alle nove del mattino di domenica. O almeno, io non me l’aspettavo.» Fece una smorfia, realizzando che Damian indubbiamente ne era al corrente. «Sono rimasta basita quando i giornalisti ci hanno fatto domande sulla nostra relazione, e Damian mi ha detto di andare, che avrebbe spiegato lui che eravamo solo amici.»

    Invece, il giovane attore aveva raccontato un sacco di menzogne riguardo la loro meravigliosa notte di sesso rovente, pensò Tahlia con amarezza. Se aveva avuto intenzione di far ingelosire la moglie, ci era decisamente riuscito. Beverly Casson aveva dichiarato di essere sconvolta perché Tahlia aveva rubato il suo uomo. Ovviamente i giornali avevano sguazzato nei pettegolezzi, e nessuno si curava del fatto che non fosse vero, e che la reputazione di Tahlia fosse stata fatta a brandelli.

    «Questo è il rovescio della medaglia della pubblicità» commentò amaramente. «Per mesi la stampa ha parlato di me a ogni occasione... è stato il prezzo che ho pagato per la promozione della Reynolds Gems.» Si morse il labbro. Dopo essersi laureata tre anni prima, era entrata nell’azienda del padre come PR. Ma la recessione globale aveva colpito anche l’azienda di famiglia e lei, sebbene riluttante, aveva accettato di diventare il fulcro della campagna pubblicitaria per tentare di risollevare le sorti della ditta. Era apparsa nelle riviste, aveva partecipato a eventi sociali, indossando le meravigliose gemme della collezione Reynolds. Tuttavia, proprio quella sera, poco prima di uscire per recarsi alla galleria, aveva saputo che era stato tutto inutile. Suo padre, disperato, le aveva detto che erano sull’orlo del fallimento. Le banche si rifiutavano di concedere altri prestiti, e stavano ormai per toccare il fondo. «L’unica speranza all’orizzonte è un noto marchio, la Vantage Investments, che ha manifestato l’interesse di acquistare la compagnia. Devo incontrare il loro amministratore delegato la prossima settimana» aveva concluso l’uomo avvilito.

    Tahlia non poteva dimenticare le rughe che solcavano il viso di suo padre. Dopo i pettegolezzi scoppiati su di lei, aveva pensato di rinunciare a partecipare a quell’evento, ma Rufus Hartman era stato uno dei suoi migliori amici all’università e non poteva mancare alla sua mostra. Mentre si muoveva per la galleria al fianco di Crispin, era conscia dell’interesse degli altri ospiti. «Mi domando quante delle persone presenti pensano che sia una ruba-mariti» mormorò con amarezza.

    «Nessuno crede a quello che scrivono i giornali scandalistici» le assicurò Crispin disinvolto.

    Tahlia desiderò avere la sua stessa sicurezza, ma in cuor suo avrebbe preferito nascondersi dietro un angolo e restarvi tutta la notte. Ma era ridicolo, non aveva fatto nulla di cui vergognarsi. Si toccò di nuovo la collana. Era venuta alla galleria non soltanto per Rufus, ma perché aveva del lavoro da fare. Crispin aveva accennato che un ricchissimo principe arabo avrebbe partecipato alla mostra. Era risaputo che lo Sceicco Mussada amava comprare regali per la sua nuova moglie, e Tahlia sperava di catturare la sua attenzione con la collana, invogliandolo così a visitare la Reynolds Gems. Forse l’interesse del principe arabo avrebbe potuto evitare la vendita della società... Tahlia era così persa nei suoi pensieri da non accorgersi che Crispin l’aveva condotta dall’altra parte della galleria.

    «Thanos, spero che la mostra le piaccia. Posso presentarle una sostenitrice e amante dell’arte?» Crispin spinse avanti la compagna. «Tahlia Reynolds. La sua azienda, la Reynolds Gems, ha sponsorizzato Rufus nel corso della sua carriera artistica, e lei è molto esperta nel suo lavoro.»

    Lo shock attraversò Thanos mentre guardava la donna vicino a Crispin Blythe. Aveva dominato i suoi pensieri così a lungo che per un attimo quasi non realizzò di averla davanti, e dovette esercitare tutto il suo autocontrollo per esibire un normale interesse invece di una rabbia feroce. Era giunto a Londra tre giorni prima ed era stato a cena con alcuni amici, i quali gli avevano presentato Crispin Blythe, ed era sto così che aveva ricevuto l’invito per quella mostra. Non che fosse particolarmente interessato all’arte, ma sapeva bene che quel tipo di eventi sociali favorivano gli incontri d’affari. Non sapevi mai chi potevi incontrare, pensò ironicamente mentre sondava la figura snella di Tahlia Reynolds. Non ebbe difficoltà a riconoscerla, il che non era sorprendente data la sua massiccia presenza sui rotocalchi scandalistici.

    Ma le foto dei giornali che la ritraevano in abiti esclusivi e gioielli mozzafiato non rendevano giustizia alla sua luminosa bellezza. I suoi occhi percorsero l’aderente abito di seta blu, intonato agli zaffiri che ornavano la sua gola, con la profonda scollatura che rivelava maliziosamente la curva piena del seno. Era bellissima, riconobbe cupo, e accolse con favore l’ondata di odio che lo sommerse, che contrastava con l’altra emozione che si agitava dentro di lui. Nulla l’aveva preparato a incontrare Tahlia in carne e ossa, e la sua furia si mescolava a un inconfondibile desiderio sessuale. Un imbarazzante silenzio seguì le parole di Crispin, e Thanos riconobbe che non poteva dare seguito al suo desiderio di mettere le mani intorno al collo sottile di Tahlia per strangolarla.

    «Signorina Reynolds...» mormorò dolcemente, tendendole la mano. Vide che lei esitava un secondo prima di rispondere e stringergli lievemente la mano. Aveva dita sottili e candide come il latte. Sarebbe stato facile spezzarle. Strinse la mano un po’ più forte del necessario, e quando lei lo guardò stupita la fissò impassibile. Quella lieve pressione non si poteva certo paragonare al dolore che sua sorella sopportava ogni giorno, pensò duramente. Melina era stata in ospedale per sei lunghi mesi, e ci sarebbe voluta ancora una lunga riabilitazione prima che potesse tornare a camminare. Thanos sapeva che non era colpa del guidatore che l’aveva investita, la polizia aveva dichiarato che era stata Melina ad attraversare all’improvviso senza guardare. Altre due persone erano responsabili dell’incidente che aveva quasi ucciso sua sorella, quelle che le avevano spezzato il cuore: James Hamilton, il marito di Melina, e Tahlia Reynolds, la puttana che aveva avuto una relazione con lui. La sorella li aveva sorpresi insieme

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