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Luna di miele per tre: Harmony Collezione
Luna di miele per tre: Harmony Collezione
Luna di miele per tre: Harmony Collezione
E-book152 pagine2 ore

Luna di miele per tre: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Cory Haines è sempre stata sincera fino in fondo con se stessa, oltre che pronta a tutto pur di soddisfare i propri obiettivi di vita. Adesso ha deciso: viole un figlio a tutti i costi ma non una storia d'amore con un uomo. L'esperienza con l'ex marito, che giurava di amarla ma in realtà pensava solo a spendere i suoi soldi, ha cancellato qualsiasi fiducia nel sesso maschile. Slade Redden potrebbe essere la persona giusta, se non fosse che, appena sente le clausole del contratto, reagisce chiedendo...
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2016
ISBN9788858956274
Luna di miele per tre: Harmony Collezione
Autore

Sandra Field

Prolifica autrice inglese, cura con particolare amore la sua piccola collezione di bonsai.

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    Anteprima del libro

    Luna di miele per tre - Sandra Field

    successivo.

    1

    Slade Redden scorse velocemente con lo sguardo la lista di appuntamenti della giornata.

    «Cory Haines? Il nome non mi dice niente. Se si tratta di un altro politico in cerca di fortuna non ha scelto il giorno giusto.»

    La signora Minglewood tossì con discrezione. «Cory Haines è una donna, signor Redden» specificò. «Possiede un'impresa di giardinaggio e si occupa di architettura del verde, qui in città.»

    «Oh. Che cosa vuole?»

    «Non me l'ha detto. Ma ha insistito perché le fissassi un appuntamento prima possibile.»

    Qualcosa voleva di sicuro, pensò lui. Da quando gli avevano assegnato un riconoscimento internazionale per il miglior piano di ristrutturazione del centro di Chicago, impresari e architetti lo rincorrevano a frotte. Slade si stropicciò gli occhi. La notte precedente non aveva dormito bene, e il misto di neve e pioggia che appesantiva l'aria non induceva certo al lavoro. Halifax, capitale della Nuova Scozia, quell'anno sembrava tagliata fuori della primavera.

    La signora Minglewood lo guardò con simpatia. Era felice di lavorare per Slade Redden, quelle rare volte che lui visitava la filiale di Halifax. Lo trovava cordiale e gentile, oltre che uno degli uomini più affascinanti che le fosse mai capitato di incontrare. Anche meglio degli attori che recitavano in certi vecchi film western che lei adorava, come Clint Eastwood o Steve McQueen...

    «...appena dopo pranzo?»

    Lei arrossì. «Prego?»

    Slade ripeté con pazienza la domanda e nel giro di mezz'ora la signora Minglewood ebbe abbastanza lavoro da riempire tutta la mattina. Ma non era troppo occupata, verso le due, per attendere con curiosità l'arrivo di Cory Haines.

    Le porte dell'ascensore si schiusero con un sibilo, tre minuti prima delle due, e ne uscì una giovane donna, che si avvicinò alla scrivania. «Ho appuntamento con il signor Redden alle due» dichiarò con una bella voce gradevole e un po' roca. «Mi chiamo Haines.»

    Un brivido di emozione allargò l'ampio petto della signora Minglewood. Senza un briciolo di invidia, considerati l'età e l'amore che portava al marito Wilfred, decise all'istante che Cory Haines era proprio quello che ci voleva per rischiarare la cupa giornata del signor Redden.

    «Venga» la invitò alzandosi. E andò a bussare con discrezione alla porta del principale.

    L'attenzione di Slade era concentrata sulla stampa di un progetto del fronte del porto, elaborato al computer. In quel progetto c'era qualcosa di stonato che non riusciva a individuare, e la cosa lo innervosiva. «Avanti» rispose bruscamente. E decise tra sé che a quell'appuntamento avrebbe concesso dieci minuti. Non uno di più.

    Cory udì il tono brusco e raddrizzò le spalle.

    «La signora Cory Haines» annunciò Mary Minglewood. Ed esitò per una frazione di secondo prima di richiudere, a malincuore, la porta.

    Cory avanzò nella stanza con passo sicuro. Ma suo malgrado trasalì, perché Slade Redden dal vivo era anche meglio di come appariva in fotografia sui giornali.

    Slade, chissà perché, aveva immaginato una specie di marescialla con i capelli grigi e il mento prominente. Invece vide una donna sicuramente più giovane di lui, capace di attirare con la sua presenza l'attenzione di chiunque.

    «Le sono molto grata di avermi regalato un po' del suo tempo, signor Redden» esordì lei, con una gradevolissima voce roca e carezzevole. «So che è molto occupato.»

    Lui raddrizzò di colpo la schiena, e rimpianse di non essersi nemmeno rimesso la giacca. Aveva la cravatta di traverso e le maniche della camicia rimboccate.

    La guardò, dall'alto del suo metro e ottantasei. «Vuole darmi il cappotto?» le chiese.

    Era un elegante trench color azzurro aviazione, e quando lei se lo tolse Slade avvertì la fragranza del suo profumo, delicatissimo e speziato. I capelli, sapientemente raccolti dietro la nuca, scintillavano come rame alla luce del neon.

    «Prego, si sieda.» Slade le indicò la poltrona davanti alla scrivania. Appese il trench all'attaccapanni e liberò dalle carte il piano della grande scrivania di mogano. Non era tipo da perdersi in chiacchiere inutili. «Che cosa posso fare per lei?» domandò per andare subito al dunque.

    La vide esitare per raccogliere le idee. La gonna di panno blu con l'orlo ricamato, e la camicia di seta candida dimostravano un gusto sicuro, e una felice ricerca di accostamenti insoliti. Il viso, e la cosa lo sorprese piacevolmente, era come un buon dipinto: qualcosa a cui riportare sempre lo sguardo con piacere.

    Cory gli sorrise, e il sorriso riscaldò i suoi caldi occhi color nocciola. «Sì, c'è una cosa che lei può fare per me, signor Redden» affermò. «Ma sono pronta a ricambiare il favore.»

    «Il che la rende diversa da tutti gli altri che vengono a bussare alla mia porta» commentò seccamente lui.

    Lei sbatté le lunghe ciglia. «Be', è un uomo di successo, signor Redden... ma so che tiene molto alla qualità del suo lavoro, il che differenzia lei dagli altri.»

    Con molta abilità, aveva girato le carte in tavola. «Come può esserne sicura, signora Haines?»

    «Ho eseguito le mie ricerche, e ho letto tutto quello che era possibile leggere sul suo conto.» Le brillarono gli occhi. «Credo che abbiamo qualcosa in comune, altrimenti non sarei venuta qui. Anche per me il tempo è prezioso.»

    Slade la guardò incuriosito. «È in vantaggio, perché io non so niente sul suo conto.»

    «Sono la titolare della Haines Giardini. Una compagnia molto più piccola della sua, naturalmente.» Un lieve sorriso le incurvò le labbra. «Lavoro nel settore da cinque anni, e ho ricevuto un certo numero di riconoscimenti per i parchi nel settore nord della città.»

    Incapace di contenere l'energia si alzò, raggiunse la finestra e guardò giù in strada, attraverso i vetri rigati di pioggia. «Amo la mia città, signor Redden» continuò, girandosi. «Mi piace contribuire a renderla più vivibile. Amo gli spazi a misura d'uomo, e credo che anche lei la pensi come me.»

    «Ma non sono contrario agli investimenti che rendono» precisò lui.

    «Neanch'io, mi creda!»

    Slade si appoggiò all'indietro e la osservò con attenzione. «E allora... che tipo di intervento prevede, con il mio libretto di assegni alla mano?»

    Lei arrossì e sprofondò le mani nelle tasche della gonna. «Non voglio denaro. Voglio due terreni di sua proprietà» buttò fuori d'un fiato. Si morse il labbro inferiore, color pesca. «Mi riferisco alla vecchia area di parcheggio in fondo a Dow Street e a quel grosso lotto d'angolo tra la Cornell e la Cruikshank. Non mi sembra che al momento le rendano molto.»

    Lui si alzò e si avvicinò di qualche passo, guardandola in viso. «Perché li vuole?»

    Cory perorò la sua causa con passione. «L'area di parcheggio di Dow Street potrebbe diventare il polmone verde del quartiere, con un grande campo giochi per i bambini, un orto botanico per gli anziani e un bel circuito per il jogging. Così com'è fa male al cuore, ci sono buche e sporcizia dappertutto.»

    «Che eloquenza!» esclamò lui, ironico. Le accarezzò con lo sguardo gli zigomi alti, le ciglia folte e scure, le labbra sinuose... «Ha in mente qualcosa del genere anche per l'angolo sulla Cornell?» chiese bruscamente.

    «No. Lì starebbero bene panchine e aiuole fiorite. Ci sono già tre splendidi aceri rossi.»

    «Insomma, lei progetta e io pago. È questo l'affare?» domandò Slade, sarcastico.

    Cory lo fulminò con lo sguardo.

    «La prego di non essere offensivo.»

    «Può sempre andarsene» obiettò lui.

    «E rimpiangere per un mese di aver gettato la spugna troppo presto? No, grazie.»

    «Ci tiene davvero molto a questi progetti, vero?» osservò Slade. Lo aveva capito fin dall'inizio.

    «Certo. Altrimenti non sarei qui.»

    «E allora quale sarà il suo contributo?»

    Cory prese fiato. «Se lei donerà i terreni alla città, vincolandoli perché rimangano aree verdi, io fornirò gratuitamente il progetto di sistemazione, le piante e la manodopera.»

    «Perché?» le chiese, inarcando un sopracciglio.

    «Diciamo, per altruismo» gli rispose.

    Lui scosse la testa. «L'altruismo non esiste, signora Haines.»

    «È un'opinione discutibile» replicò lei con un sorriso. «Comunque, se preferisce, dirò che mi piace contribuire a creare qualcosa di bello e utile. Soddisfatto?»

    «Le costerà.»

    «Posso permettermelo.»

    «Non sapevo che ristrutturare giardini fosse così redditizio.»

    Lei trasalì. «Non ho intenzione di spiegarle come e quanto guadagno, signor Redden» ribatté in tono tagliente. «Le ho detto che posso permettermelo, e questo è tutto.»

    «Comunque io avrò bisogno di documentazioni più precise, in questo senso, prima di assumermi qualsiasi impegno.»

    «Le avrà.» Cory deglutì e trattenne il fiato. «Sta dicendo che è disposto a prendere in considerazione la mia proposta?»

    «Domani sono libero tra le dieci e le undici e trenta. Un'ora e mezzo dovrebbe bastare per un primo sopralluogo sul posto.»

    «La passerò a prendere alle dieci e trenta» decise in fretta lei. «Prima ho un altro appuntamento.» Come a dire che anche lei aveva giornate dense di impegni. Gli porse un piccolo biglietto da visita verde. «Tenga. Nel caso cambiasse idea.» Sorrise, stringendogli la mano. «È stato un piacere conoscerla, signor Redden.»

    Lui l'aiutò a infilarsi il cappotto. «Piacere mio, signora Haines.» Di nuovo, il suo profumo gli solleticò i sensi. Da molto tempo non provava tanto istintivo interesse per una donna... La scoperta, all'improvviso, lo irritò. «Spero che non avrà nulla in contrario se, nel frattempo, prenderò informazioni sulla sua ditta» disse con voce tagliente, accompagnandola alla porta.

    «È suo diritto» replicò lei, senza battere ciglio.

    Scomparve nell'ascensore, sotto lo sguardo incuriosito della signora Minglewood, mentre lui richiudeva seccamente la porta.

    Slade faticò a riprendere il ritmo del lavoro. Alla fine, lasciò perdere la stampante e andò alla finestra. La pioggia si era tramutata in neve e lui pensò che era venuta l'ora di tornare a Toronto, dove aveva casa, ufficio e amici...

    Magari, nel pomeriggio sarebbe passato a salutare sua madre. Lei riusciva sempre a risollevargli il morale.

    Il delicato profumo di donna che ancora aleggiava nell'ufficio non faceva che ricordargli tutto ciò che mancava, nella sua vita.

    Lavinia Hargreave si era risposata dopo che il padre di Slade, militare in carriera, era morto per un attacco cardiaco. Una fine insolita, aveva sempre pensato lui, considerato che suo padre da vivo aveva raramente dimostrato di possedere un cuore.

    Wendell Hargreave, rinomato antiquario appassionato di poesia e di giardinaggio, per quindici anni era stato per Lavinia un compagno affettuoso e premuroso, oltre che un ottimo padre per Slade. Poi, anche lui se n'era andato, lasciando la moglie da sola nella proprietà di cinquanta acri affacciata sulla St. Margaret Bay.

    Solo due settimane prima Lavinia aveva deciso di affittare la proprietà a un facoltoso professore universitario, e si era trasferita in un piccolo cottage in città. Slade, che non voleva pesarle, per quel viaggio aveva deciso di fermarsi in albergo.

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