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Seduzione reale
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E-book158 pagine2 ore

Seduzione reale

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Info su questo ebook

Un milionario playboy, una principessa, e una passione regale.
Melissa Considine, sorella del granduca d'Illyria, è rapita immediatamente dal fascino di Hawke Kennedy. La principessa, spinta dalla passione, decide di mettere per una volta da parte le sue regali cautele, consentendo al ricco playboy di insegnarle ad amare col corpo e con la mente. Hawke, però, è una persona troppo di mondo per una principessa, e la cosa diviene chiara quando Melissa scopre una fotografia di lui insieme a una ex fiamma di suo fratello Gabe. Melissa sa di dover anteporre i propri doveri ai sentimenti, ma interrompere quella relazione sarebbe come interrompere... la propria vita.
LinguaItaliano
Data di uscita11 mag 2020
ISBN9788830513983
Seduzione reale
Autore

Robyn Donald

Robyn Donald è nata sull'Isola del Nord, in Nuova Zelanda, dove tuttora risiede. Per lei scrivere romanzi è un po' come il giardinaggio: dai "semi" delle idee, dei sogni, della fantasia scaturiscono emozioni, personaggi e ambienti.

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    Anteprima del libro

    Seduzione reale - Robyn Donald

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Rich Man’s Royal Mistress

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2006 Robyn Donald Kingston

    Traduzione di Velia De Magistris

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-398-3

    1

    Quando le stoviglie iniziarono a tintinnare sul carrello che stava frettolosamente spingendo lungo il corridoio, Melissa Considine rallentò il passo, augurandosi che l’ospite dell’appartamento più sontuoso dell’esclusivo resort costruito sulle montagne della Nuova Zelanda non fosse un maniaco della puntualità.

    Sua madre, che aveva fatto in modo che i tre figli apprezzassero il prestigio dato dal cognome Considine, la famiglia che regnava in Illyria da secoli, era stata molto insistente sull’importanza della buona educazione. Quindi, visto che aveva ben cinque minuti di ritardo, ora avrebbe ascoltato le giuste lamentele dell’uomo che risiedeva nella suite, e si sarebbe scusata.

    Si fermò accanto a una pesante porta di legno e bussò con le nocche.

    «Avanti» replicò una voce maschile.

    I sensi improvvisamente tesi, Melissa si immobilizzò. Conosceva quella voce...

    Il comando fu ripetuto, questa volta con una nota di impazienza. «Avanti!»

    Melissa deglutì a disagio e usò la sua chiave per aprire la porta. La spalancò e, tenendo lo sguardo fisso sul carrello, fece il suo ingresso nella camera, il cuore che le batteva all’impazzata.

    Non successe nulla. Dopo un paio di interminabili secondi, alzò la testa.

    Grande e imponente, l’uomo in piedi accanto alla finestra non si mosse. Sembrava assorto nella lettura del foglio che aveva in mano, e completamente inconsapevole dello splendido spettacolo offerto dal sole al tramonto.

    Ed era proprio Hawke Kennedy, capì Melissa mentre cercava di tenere a bada il brivido di eccitazione che le fece accapponare la pelle.

    L’uomo ripiegò il foglio, lo ripose nella valigetta appoggiata sulla scrivania e solo dopo la guardò. L’espressione del suo viso non mutò, ma a Melissa non sfuggì il lampo di consapevolezza che gli attraversò gli occhi. E stupidamente ne fu compiaciuta: immaginava che Hawke non avesse conosciuto poi molte donne abbastanza alte da guardarlo dritto negli occhi, fatta eccezione forse per la stupenda fotomodella che a volte appariva in pubblico al suo fianco.

    Stupenda, e quindi totalmente diversa da lei, che di bello non aveva proprio nulla, si disse mentre raddrizzava le spalle. «La cena è servita» annunciò con voce priva di espressione.

    «Bene, bene» commentò Hawke. «Melissa Considine. Per la precisione, la principessa Melissa Considine di Illyria, sorella del granduca di Illyria. E perché mai sei qui, a due passi dal nulla, intenta a servire la cena agli ospiti di un albergo?»

    «Sto facendo uno stage» replicò lei, certa di avere il viso in fiamme e oltremodo irritata per quello. Come faceva quell’uomo a sapere che da poco suo cugino Alex, il principe dell’Illyria, aveva riconfermato a suo fratello Gabe il titolo nobiliare che era appartenuto ai loro avi? L’Illyria era un regno davvero piccolo che si affacciava sul Mediterraneo, e la cerimonia era stata discreta e non aveva suscitato l’interesse di nessuno, se non quello dei suoi abitanti.

    «Stai facendo uno stage come cameriera in un hotel?» domandò Hawke, la sorpresa chiara nei begli occhi verdi. «E cosa ne pensano i tuoi fratelli?»

    «Io sto seguendo un master in direzione alberghiera, e questi compiti ne fanno parte» replicò Melissa paziente, anche se in realtà non doveva a Hawke alcuna spiegazione.

    «I compiti di una cameriera?» insistette lui.

    «È importante per me capire come ci si sente in prima linea» commentò Melissa. «Ma naturalmente questo non è il mio lavoro» si affrettò ad aggiungere, sforzandosi di ricordare che lui era un ospite esattamente come gli altri. «Al momento sto sostituendo una persona malata.»

    «Capisco» commentò Hawke. «Grazie, Melissa... o devo chiamarti Sua Altezza?»

    «No, è il titolo che spetta a Gabe, non a me.»

    «Tu però sei ufficialmente la principessa dell’Illyria» obiettò lui.

    Melissa annuì. «Si tratta esclusivamente di una qualifica di cortesia, poiché sono la sorella di Gabe. La vera principessa dell’Illyria è Ianthe, la moglie di nostro cugino Alex. Posso chiederti di non parlarne con nessuno?»

    Hawke scrollò le spalle. «Se non vuoi che si sappia, non sarò io a divulgare la notizia» confermò. «Ma i neozelandesi simpatizzano con i nobili, non dimenticare che la tua vera principessa Ianthe è nata qui. E ora dimmi perché una principessa» riprese lui, ignorando le sue parole, «è finita a lavorare allo Shipwreck Bay Lodge in Nuova Zelanda.»

    «Alcune principesse devono guadagnarsi da vivere lavorando» sbottò lei, puntando il mento in avanti.

    «Ma non una che appartiene a un antico lignaggio, la cui famiglia è imparentata con le casate europee più nobili e importanti. Non una che ha due fratelli ricchissimi» aggiunse, «che possono assicurarle una vita fatta di lussi e privilegi. Allora perché non ti stai godendo i vantaggi che il tuo cognome comporta?»

    Melissa fu sgradevolmente colpita dal tono cinico della voce di Hawke. Conosceva la sua storia, aveva abbandonato gli studi appena gli era stato possibile per lavorare un paio di anni nel campo dell’edilizia. In seguito aveva costruito una vera fortuna investendo nello sviluppo immobiliare nel Pacifico, prima di ampliare i suoi interessi economici e di partire alla conquista del mondo.

    Se ora avesse replicato che non era interessata alla vita vuota e senza scopi dei nati ricchi, la sua sarebbe parsa un’affermazione troppo scontata. «Non voglio annoiarmi, ecco tutto» disse quindi con noncuranza.

    «Molto lodevole.» Le labbra sensuali di Hawke si incurvarono in un sorriso scettico. «Ma gestire un albergo? Avresti dovuto scegliere una carriera più consona al tuo rango, un lavoro che ti lasciasse abbastanza tempo libero da dedicare alle feste e ai viaggi di piacere.»

    «Fino a un mese fa io non avevo proprio nessun rango» borbottò Melissa. «Sì, mio nonno era il granduca di Illyria, ma sia lui che il principe hanno perso la vita nella guerra contro l’usurpatore. E quando quest’ultimo si insediò al castello, per prima cosa abolì tutti i titoli nobiliari e tolse la cittadinanza a chiunque avesse oltrepassato i confini. Così mio padre chiese asilo politico in America, e visse da semplice cittadino. Io non sono diversa da lui.»

    «Però entrambi i tuoi fratelli adesso hanno riacquistato la cittadinanza dell’Illyria, e Gabe è granduca, secondo in linea di discendenza al trono solo al principe Alex e al suo bambino.»

    «Appena è stato incoronato, Alex ha rinnovato la cittadinanza a tutti noi e ha convinto Gabe ad accettare il titolo di granduca, il che ha automaticamente reso Marco un principe, e me una principessa. Ma sono qualifiche che hanno un senso solo in Illyria» insistette Melissa. «Questo non cambia chi sono io, o cosa sono» affermò.

    «Dunque, spiegami perché la sorella di due fra gli uomini di affari più stimati e scaltri del mondo ha deciso di lavorare nell’industria alberghiera» la invitò di nuovo Hawke, tornando al nocciolo della questione.

    Anche se l’istinto la esortava alla cautela, Melissa optò per la verità, soprattutto perché - fu costretta ad ammettere a se stessa - desiderava che lui comprendesse le sue motivazioni. «Anche io, come Alex e i miei fratelli, vorrei aiutare l’Illyria e i suoi abitanti a ritrovare la pace e la prosperità» ammise. «Noi possediamo bellezze naturali e luoghi di interesse storico, ma è necessario che questa fonte sia gestita con grande cautela se non vogliamo correre il rischio di sprecare proprio quello che rende speciale questo Paese.»

    Hawke chinò la testa da un lato. «Servono alberghi raffinati e rifugi di gran lusso sulle montagne...»

    «Infatti.»

    «Ha senso» riprese lui. «E con i tuoi fratelli che ti spalleggiano, il successo è assicurato.»

    Nel corso degli anni Melissa aveva imparato a nascondere la sua timidezza dietro un atteggiamento freddo e composto, ma per qualche incomprensibile motivo Hawke era in grado di sbriciolare la sua maschera anche con un solo sguardo. Tuttavia non gli avrebbe permesso di insinuare che lei non era capace di perseguire da sola i propri progetti, decise raddrizzando le spalle. «Sì, sempre se lavorerò con impegno e se la fortuna mi assisterà» precisò. «Ora, hai bisogno di altro?»

    «No, è tutto» concluse lui, il tono divertito.

    «Buon appetito» replicò Melissa automaticamente prima di uscire dalla camera.

    Solo giunta a metà del corridoio rallentò l’andatura, fino a fermarsi accanto a una delle grandi finestre che affacciavano sul lago. Respirò a fondo nel tentativo di riportare il battito del cuore a un ritmo regolare. Fra tutte le coincidenze possibili, quella era davvero la più bizzarra, pensò. Conosceva superficialmente Hawke, era un amico di suo fratello maggiore Gabe.

    Non lo aveva incontrato spesso, e se il suo aspetto da pirata e la sua bellezza non le erano mai stati indifferenti, l’istinto le aveva sempre suggerito di mantenere le distanze. Già dalla prima volta in cui quegli enigmatici occhi verdi si erano posati su di lei, aveva capito che fra di loro qualsiasi tipo di rapporto sarebbe stato impossibile.

    Dal canto suo, Hawke le aveva riservato un trattamento di benevola e distratta amicizia, che era servito solamente a farla sentire molto giovane e completamente priva di fascino.

    Il che poi era anche vero, specialmente se si paragonava alla splendida fotomodella Jacoba Sinclair, la donna che appariva spesso al fianco di Hawke e che apparentemente non dava troppo peso alle sue frequenti relazioni con altre donne.

    Melissa non si faceva alcuna illusione sul suo aspetto. Un anno prima, al ricevimento per le nozze di una delle sue cugine francesi, Marie-Claire, aveva ballato un valzer con Hawke. Aveva accettato il suo invito solo perché rifiutarlo sarebbe sembrato eccessivamente scortese. A quel tempo, Hawke aveva appena chiuso una storia con una giovanissima e bellissima attrice, ed era tornato dalla sua amante di sempre. L’attrice era piombata nel baratro della disperazione, aveva persino cercato di togliersi la vita. Per settimane il suo viso era apparso sulle prime pagine di tutti i giornali di cronaca rosa. Hawke non aveva rilasciato nessuna intervista al riguardo e lentamente lo scalpore suscitato dalla notizia si era attenuato, ma lei non aveva dimenticato. Disprezzava profondamente i donnaioli senza scrupoli.

    Così la felicità che aveva provato fra le sue braccia era stata del tutto inaspettata, un vero shock. Aveva abbassato la testa per non guardarlo in viso, e replicato alle sue osservazioni a volte pungenti con semplici monosillabi. Ovviamente Hawke si era rivelato un fantastico ballerino, e tatticamente l’aveva stretta abbastanza per farle percepire la sua forza e per renderla acutamente consapevole del contatto fra i loro corpi.

    La sua era stata una reazione ridicola, ammise in quel momento, tuttavia non diversa da quella che aveva avuto cinque minuti prima, nella suite. Per sua stessa sorpresa, si rese conto che la dolce musica che era stata la colonna sonora di quella serata francese, ora stava risuonando nella sua mente.

    Infastidita, Melissa scosse la testa, come per cancellare il ricordo della sfarzosa sala illuminata da migliaia di candele. Si coprì gli occhi con le mani e poi riprese a guardare lo splendido spettacolo offerto dalle montagne al

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