Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Passione ad alta quota
Passione ad alta quota
Passione ad alta quota
E-book179 pagine2 ore

Passione ad alta quota

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Volare sull'aeroplano privato del milionario Luke Barrett e passare un weekend romantico con lui all'insegna della passione potrebbe rivelarsi un madornale errore per Fiona Jordan. Nessuno deve sospettare che la sua sia una missione sotto copertura per fare in modo che il genio del hi-tech torni a occuparsi degli affari di famiglia.

Tuttavia, quando Luke scopre la verità, Fiona ha ancora una carta da giocare: l'attrazione che sente scorrere tra loro non appena si sfiorano. Mischiare affari e piacere si rivelerà l'incarico più pericoloso che lei abbia mai portato a termine.
LinguaItaliano
Data di uscita20 nov 2020
ISBN9788830521926
Passione ad alta quota
Autore

Maureen Child

Maureen Child ha al suo attivo più di novanta tra romanzi e racconti d'amore. È un'autrice molto amata non solo dal pubblico ma anche dalla critica, infatti è stata nominata per ben cinque volte come migliore autrice per il prestigioso premio Rita.

Leggi altro di Maureen Child

Correlato a Passione ad alta quota

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Passione ad alta quota

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Passione ad alta quota - Maureen Child

    successivo.

    1

    «Hai del tutto perso la testa!» Interdetto, Luke Barrett guardò il nonno dall'altra parte della stanza. «Mi hai detto che intendevi affrontare una discussione seria. Questo non è un confronto, nonno. È una follia.»

    Jamison Barrett si alzò dalla scrivania e Luke si prese un attimo per ammirare il vecchio che, a ottant'anni, era ancora dritto come un fuso. Vigoroso e in gran forma, Jamison era un uomo con cui fare i conti. I folti capelli grigio argento erano tagliati con maestria e indossava un abito gessato blu navy su misura con una cravatta rosso elettrico. Il look con cui si era presentato alla riunione prometteva battaglia.

    «Dovresti sapere che non sta bene dire a un uomo anziano che è pazzo» puntualizzò. «Siamo suscettibili a questo genere di osservazioni.»

    Luke scosse la testa.

    Suo nonno era sempre stato testardo – questa non era certo una novità – tuttavia qualche mese prima il vecchio aveva sganciato una vera bomba ed era evidente che non avesse cambiato idea.

    «Non ci sono altri termini per definire questa operazione» dichiarò Luke in preda all'esasperazione. «Quando il presidente di una compagnia fa un improvviso voltafaccia e taglia il ramo più redditizio dell'azienda, credo proprio che si definisca una pazzia.»

    Jamison si avvicinò, sperando di portare l'acceso scambio di idee su un piano più amichevole. «Non ho alcuna intenzione di ritirarmi dal mondo della tecnologia. Voglio solo fare un passo indietro.»

    «Sì» lo interruppe Luke. «A favore di cavalli a dondolo in legno, biciclette e skateboard.»

    «In primo luogo siamo un'azienda di giocattoli» gli ricordò Jamison. «Lo siamo da più di cento maledettissimi anni.»

    «E con il tempo ci siamo evoluti in Barrett Toys and Tech» sottolineò Luke.

    «Ci siamo sviluppati nella direzione sbagliata» scattò il nonno.

    «Non sono d'accordo.» Luke fece un profondo respiro cercando di trattenere l'esasperazione. Si era sempre fidato del giudizio di Jamison. In questo caso, però, doveva ribellarsi alla decisione del nonno perché, dannazione, la strada per il futuro non passa attraverso il passato.

    «Ho degli studi che mi sostengono.»

    «Io ho i conti economici, invece, che provano che ti sbagli.»

    «Sì, stiamo facendo un sacco di soldi. Ma è davvero tutto ciò che vogliamo?»

    Luke era sbalordito. «Considerato che fare soldi è lo scopo principale dell'essere in affari, la risposta è

    Jamison scosse la testa con evidente disappunto. «Una volta avevi una visione più ampia.»

    «E tu ascoltavi i miei consigli.» Irritato, Luke infilò entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni e diede una rapida occhiata all'ufficio del nonno.

    Accogliente e confortevole, l'ambiente era in gran parte occupato dalla scrivania, un colosso di mogano intagliato a mano che dominava l'enorme stanza.

    Sulle pareti color crema erano incorniciati i poster dei loro giocattoli più popolari, mentre le foto di famiglia occhieggiavano dagli scaffali, occupati da libri rilegati in pelle. Era un prestigioso ufficio vittoriano che sembrava in conflitto con i tempi attuali.

    Come lo era il nonno, del resto.

    «Non intendo discutere ancora con te su questo argomento» disse Luke cercando di trattenere l'impazienza.

    Doveva tutto a quel vecchio orgoglioso.

    Jamison e sua moglie Loretta avevano cresciuto Luke e suo cugino Cole dopo che i genitori dei ragazzi erano morti in un incidente aereo. Luke aveva dieci anni e Cole dodici quando erano andati a vivere con i nonni, due ragazzini distrutti dal dolore. Eppure, nonostante lo strazio per avere perso entrambi i figli, Jamison e Loretta avevano elargito ai nipoti amore e protezione, oltre alla consapevolezza che il loro mondo non era finito.

    Luke e Cole erano cresciuti lavorando alla Barrett Toys, sapendo che un giorno sarebbero stati loro a occuparsene. L'azienda aveva più di cent'anni e si era sempre tenuta al passo con i tempi, proiettata verso il futuro. Luke si trovava ancora al college quando aveva convinto il nonno che i giocattoli digitali sarebbero stati la grande novità del futuro e Jamison non aveva esitato.

    Avevano selezionato i migliori designer tecnologici sulla piazza e il successo della Barrett era cresciuto vertiginosamente. Adesso erano una delle maggiori aziende di giocattoli e prodotti tecnologici al mondo. Negli ultimi anni, Luke aveva gestito la divisione high-tech, mentre Cole si era occupato dei prodotti tradizionali.

    Certo, Cole non era soddisfatto che fosse Luke l'erede designato a prendere le redini, soprattutto perché aveva due anni più lui, eppure in qualche modo l'aveva superata. Quasi del tutto.

    Ora, però, nessuno sapeva che direzione avrebbero preso. Tutto perché Jamison Barrett aveva deciso di impuntarsi.

    «Non si tratta della nostra discussione, Luke» precisò Jamison, irritato. «Sto parlando di ciò che vedo ogni volta che metto piede fuori da questo ufficio. Diavolo, Luke, se non fossi incollato al telefono come il resto dell'umanità, te ne accorgeresti anche tu.»

    Esasperato come suo nonno, Luke tentò di trattenersi. Aveva ascoltato la stessa tiritera più e più volte negli ultimi due mesi.

    «Per favore, non tirare fuori di nuovo la stessa storia.»

    «Invece sì. Si tratta di bambini, Luke. Attaccati ai telefoni, ai tablet e ai giochi elettronici come lo sei tu alla tua e-mail» incalzò Jamison. «Una volta i bambini correvano fuori con gli amici, si mettevano nei guai, si arrampicavano sugli alberi, nuotavano.» Si voltò per guardare il nipote negli occhi. «Diavolo, tu e Cole eravate incontenibili da bambini. Tenervi in casa a leggere era come torturarvi!»

    Tutto vero, pensò Luke, ma si limitò a dire: «I tempi cambiano».

    «Non sempre in meglio. Guarda i ragazzi di oggi: tutti i loro amici sono online e indossano cuffie per potersi parlare senza doversi vedere. Invece di uscire, costruiscono case su alberi virtuali.» Jamison fece una smorfia. «Diamine, è probabile che la maggior parte dei ragazzi non sappia nemmeno più andare in bicicletta

    Luke scosse la testa. «Le biciclette non insegneranno loro a navigare in quello che sta diventando un mondo digitale.»

    «Giusto. Un mondo digitale.» Jamison annuì secco. «Chi aggiusterà le vostre auto, o i condizionatori d'aria, o il dannato gabinetto quando si romperà? Farai anche la pipì in digitale? Avrai molto caldo in casa, se userai l'aria condizionata virtuale.»

    «È ridicolo» mormorò Luke, stupito di essersi lasciato risucchiare dall'ossessione di Jamison. Che fine aveva fatto suo nonno il visionario? Succedeva a tutti gli anziani?

    «Nonno, stai ripetendo le stesse critiche che ogni generazione muove a quelle successive. Non sei mai stato il tipo d'uomo che si guarda indietro. Sei sempre stato più interessato al futuro che al passato. Questo atteggiamento non è da te.»

    «I tempi cambiano» replicò Jamison. «È del futuro che sto parlando, infatti. Esistono molteplici studi riguardo all'impatto dei giochi elettronici sul cervello dei bambini. Ecco perché ho voluto vederti. Voglio che tu li legga. Apri la tua mente abbastanza a lungo da ammettere che forse ho ragione.»

    Detto questo, Jamison si voltò verso la scrivania e cominciò a frugare tra le carte e i documenti accatastati. Mormorando sottovoce guardò dappertutto, poi controllò di nuovo.

    «Li avevo proprio qui» borbottò. «Ho fatto stampare tutto a Donna stamattina». Affrontando di nuovo Luke, riprese: «Ora non riesco a trovarli e che io sia dannato se riesco a capire dove...».

    «Non importa nonno.»

    «È qui che ti sbagli. Accidenti, Luke, non voglio far parte della rovina di una generazione di bambini.»

    «Rovina?» Luke lo fissò sorpreso. «Stiamo offrendo ai bambini uno strumento che li faciliterà nell'apprendimento della lettura...»

    «Cosa che potrebbero fare i genitori leggendo per loro prima di dormire.»

    «Grazie ai nostri giochi digitali i bambini imparano a riconoscere i colori e a risolvere indovinelli.»

    «Possono benissimo farlo con una scatola di pastelli.»

    «Dio, se sei cocciuto!»

    «Prima mi dici che sto perdendo la testa e ora che sono un vecchio testardo, non è così?» Gli occhi di Jamison lampeggiarono. «Be', invece sono più lucido di te se non riesci a comprendere l'importanza di quello che ti dico.»

    Luke si mise le mani tra i capelli. Forse non si trovava davvero nell'ufficio del nonno. Forse era a casa, a letto, in preda a un incubo. O forse aveva sbagliato svolta nel tragitto verso l'azienda ed era finito in qualche modo all'inferno.

    Il nonno era sempre stato all'avanguardia in tutto. Questo voltafaccia aveva davvero sconvolto Luke. Si chiese se Jamison si fidasse abbastanza di lui per cedergli il timone della compagnia, temeva che fino a quel momento lo avesse solo assecondato, per poi togliergli d'improvviso il tappeto da sotto i piedi.

    Fece un respiro profondo, ricordando a se stesso quanto amasse quel vecchio che lo stava facendo ammattire. «Sai una cosa, nonno? Su questo argomento non siamo d'accordo. Dobbiamo smetterla di tormentarci a vicenda. È meglio se entrambi continuiamo a occuparci dei nostri incarichi.»

    La prima volta che Jamison aveva accennato a Luke la sua idea di ridimensionare la divisione tecnica, due mesi prima, il nipote aveva discusso con lui fino a sgolarsi. Non era la prima volta che chiudevano a chiave la porta e litigavano, ma in qualche modo quella discussione era stata più... definitiva di tutte le altre. Alla fine Luke aveva deciso di lasciare l'azienda di famiglia per fondarne una sua. Se non altro, avrebbe dimostrato al nonno che credeva con fermezza nel suo obiettivo: dimostrare che i giochi digitali sarebbero stati l'onda del futuro.

    «Tutto qui? Ci separiamo e basta? È la tua ultima parola?» chiese Jamison.

    Sembrava che il divario tra loro si ampliasse di minuto in minuto. Per il momento, Luke si sarebbe concentrato sulla costruzione della sua azienda di giocattoli tecnologici, Go Zone. «È la mia ultima parola, nonno. Il passato non può costruire il futuro.»

    «Non si può avere un futuro senza un passato» gli fece notare Jamison.

    «E la giostra continua a girare» brontolò Luke. «Ogni volta che ne parliamo diciamo le stesse cose e nessuno dei due si muove dalla sua posizione. Siamo su fronti opposti, nonno. E non c'è un ponte. È meglio che io vada avanti da solo.»

    «Tua nonna ha pianto ieri sera, proprio per questo motivo.»

    Nell'immediato, Luke si sentì pervadere da un forte senso di colpa, poi ci pensò su. Loretta Barrett era sempre stata una dura, senza dubbio suo nonno aveva fatto il subdolo tentativo di tirare in ballo la moglie per averla vinta. «No, non l'ha fatto.»

    «È vero, non l'ha fatto» ammise sconfitto. «Ha urlato un po'. Però avrebbe potuto piangere. È probabile che lo farà.»

    Luke fece un respiro e scosse la testa. «Sei impossibile.»

    «Sto solo facendo il mio dovere. Il tuo posto è qui, figliolo.»

    Luke aveva ipotizzato di restare, tuttavia si era sentito tradito e sfiduciato dal nonno che, fino a quel momento, lo aveva invece spronato e incoraggiato. La nuova azienda di Luke era piccola, però aveva assunto giovani e bravi designer pieni di idee che avrebbero dato una scossa al business dei giocattoli. Luke sperava di riuscire a produrre e sviluppare la nuova linea entro la fine dell'anno.

    Se Jamison era disposto a voltare le spalle al progresso, Luke, al contrario lo accoglieva a braccia aperte.

    «Questa è la Barrett Toys» insistette Jamison. «C'è sempre stato un Barrett al comando, fin dall'inizio. La famiglia, Luke. È tutto ciò che conta davvero.»

    «Siamo ancora una famiglia, nonno» ribadì Luke. «E ricordati che Cole non vede l'ora di gestire l'azienda, se mai deciderai di andare in pensione.»

    «Cole non è come te» rispose Jamison senza mezzi termini. «Gli voglio bene, tuttavia non ha il tuo talento per gli affari.»

    «Non ti deluderà» commentò Luke, anche se non ci credeva davvero. Cole non era interessato allo sviluppo della compagnia. Gli piaceva essere al comando e adorava il denaro, ma era un amministratore, non un imprenditore.

    «Sei sempre stato un gran testardo» mormorò Jamison.

    «Chissà da chi ho preso» sorrise Luke.

    «Touché.» Sospirando, il nonno rispose: «Bene. Prendi le tue decisioni, allora. Io farò lo stesso».

    Luke odiava questa tensione tra lui e il nonno. Jamison Barrett era il punto fermo della sua vita. Il vecchio gli aveva insegnato a pescare, a lanciare una palla veloce e a farsi il nodo alla cravatta. Aveva istruito Luke su tutto ciò che riguardava la gestione di un'azienda e su come trattare i dipendenti. Ora Luke si sentiva come se lo stesse abbandonando. D'altra parte non c'era modo di trovare un accordo che soddisfacesse entrambi.

    «Salutami la nonna.»

    Se ne andò prima che Jamison potesse aggiungere altro, chiudendosi la porta dell'ufficio alle spalle. La sede dell'azienda era a Foothill Ranch, in California, e la maggior parte delle

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1